GIUSEPPE BERNERI MEO PATACCA |
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Non solo pietre vengono lanciate contro le case del ghetto: vengono usati proiettili di ogni tipo, e fra questi ...i salvadanai.
È il dindarolo 1 un coso piccinino, Fatto de greta cotta, e quasi è tonno 2 , Drento è voto 3 , et in cima ha un bottoncino, E un piede largo, da sta ritto, in fonno 4 . C'è un taglio giusto al capitel 5 vicino, Quanto i spiccianti trapassà ci pònno 6 ; Qui li regazzi i ripostini 7 fanno, In tempo che le mancie se gli 8 danno. |
1. - salvadanaio 2. - tondo 3. - dentro è vuoto 4. - e in fondo una base larga per poter stare su diritto 5. - testa, parte sommitale 6. - quanto basta a farvi passare gli spiccioli 7. - piccoli risparmi 8. - gli si |
Se prima a bambocciate 1 eran serviti, Mò 2 , per altr'uso vengono addoprati; Di polvere tutti so' rempiti: Co' stracci, i busci 3 poi, son attappati. Quì, mezzi drento e mezzi fora 4 usciti, Stanno i stuppini ben accomodati, Et ecco, in modi ancor non conosciuti 5 , I dindaroli bombe divenuti. |
1. - scopi infantili 2. - ora, adesso 3. - buchi, aperture 4. - per metà dentro e metà fuori 5. - nuovi, bizzarri |
Prima col foco li stuppini appicciano 1 , Poi pe' tiralli 2 in alto, ce se sbracciano, E tanto fanno, e tanto ancor l'impicciano 3 , Sino, che drento quantità ne cacciano 4 ; Pe' spavento le carni se gl'aggricciano 5 , E col sangue le vene se gl'aggiacciano 6 All'Ebrei, ch'a tal segno si riducono 7 , Ch'in te le case allor molti s'imbucono. |
1. - accendono 2. - per tirarli 3. - si danno da fare, si industriano 4. - ne mandano 5. - vien loro la pelle d'oca 6. - agghiacciano 7. - divengono meno numerosi |
Alle dindarolesche scoppiature 1 , Mò fatte in aria, e mò sopra d'un tetto, Mò in strada, son sì granni le paure, Che tutto già s'è scompigliato el Ghetto. Li strilli, l'urli, e le scapigliature 2 Delle femmine Ebree, li pugni in petto, I piantusci 3 , i lamenti erano tanti, Che non si fecer mai fiotti tamanti 4 . |
1. - le esplosioni dei salvadanai 2. - i capelli arruffati 3. - piagnistei 4. - lamenti di tale entità |
Una diceva: « Ahimé! Che mali iorni 1 Sono questi per noi! che sarà mai? » Un'altra poi: « Perché 'sti brutti scorni 2 Che far potremo, scuri Sciabadai! 3 Non c'è per noi pietà pe' 'sti contorni 4 , Poveri figli! Pena e mordacai 5 ! Presto ce n'annaremo, (O Iaccodimmi 6 , Dateci qualche aiuto!) a i caurimmi 7 ». |
1. - giorni nefasti 2. - maltrattamenti 3. - poveri ebrei! 4. - in questi paraggi 5. - esclamazione del giudaico-romanesco, equivalente a mordivoi, ecc. 6. - ebrei 7. - ce ne andremo alla tomba |
Intanto un certo taccolo 1 succede For del Ghetto più brutto, e più non visto 2 , Et è, ch'a ogni Giudio, ch'annà se vede 3 Pe' la città, glie danno i sgherri un pisto 4 . Chalch'un ce n'è, che rimedià se crede Al pericolo granne, ch'ha previsto, O col nasconne el fongo e con voltallo 5 , O con levagli il taffettano giallo 6 . |
1. - questione, lite 2. - cioè non ne fu mai visto peggiore 3. - ad ogni ebreo visto in giro 4. - una solenne battuta 5. - col nascondere il cappello e rivoltarlo 6. - col toglierli il pezzo di stoffa giallo (cucito sul cappello) |
Ma non gli giova 'sta rasciammerìa 1 , Né per questo, pò 2 il misero salvarzi, Perché lui stesso, di sé stesso è spia 3 , E più si scrope 4 , più che vuò occultarzi. La faccia tetra, la fisonomia, L'annar furone 5 , timido il voltarzi A ogni poco, a ogni passo, e il su' sospetto, Conoscer 6 fanno, ch'è un di quei del Ghetto. |
1. - astuzia 2. - può 3. - cioè si tradisce da solo 4. - si scopre, si rivela 5. - l'andare di soppiatto 6. - riconoscere |
Scuperto, non sà allor dove si cacci 1 , Mò penza, mò sta fermo, e mò sgammetta 2 . Ma l'arrivano 3 certi regazzacci, Che d'azzollà Giudii 4 , ne fanno incetta. Pe' fagli dar in terra de' crepacci 5 , Gli fa chalch'un di loro la cianchetta, E poi steso che l'ha, tutti d'accordo, Glie la fanno sentì, se non è sordo 6 . |
1. - nascondersi 2. - corre 3. - lo raggiungono 4. - di percuotere ebrei 5. - per farlo cadere in terra 6. - glie le danno di santa ragione |
E spinte, e calci, e pugni, e scappellotti, E peggio ancor son del Giudio regali. Lui strilla: « Aiuto! ahimé! non tanti botti 1 , Basta, non più, troppo mi fate mali 2 ! Cola lo sangue già dai testi rotti 2 , Sicuro 'sti feriti 2 son mortali! Pietà, pietà illustrissimi! Almen vivo Io resti insino ch'allo Ghetto arrivo ». |
1. - non tante percosse 2. - reale tendenza del giudaico-romanesco a volgere i plurali al maschile |
Pe' vedé, si raduna molta gente, Chi sia costui, perché così se tratti, Et a chalch'homo serio lì presente Assai dispiace di sentì 'sti sciatti 1 . Prega li sgherri a non glie fa' più gnente 2 , Potenno 3 già bastà li strazii fatti, Si ferman questi, e mentre più s'ammucchia 4 El popolo, l'Ebreo s'arrizza, e trucchia 5 . |
1. - questi maltrattamenti 2. - di non fargli più niente 3. - potendo 4. - s'affolla 5. - si tira su e fugge via |
Fugge un altro, che è pur cencioso e vile, In t'un palazzo, e dove se nasconni 1 , Va ricercanno, e vede in tel cortile Tre o quattro botti ritte senza fonni 2 . Queste, conforme è l'uso signorile 3 , Stavano lì, perché nei dì gioconni D'altre feste, ch'ogn'un sta ad aspettalle 4 , Dovevano servì per abbruscialle 5 . |
1. - dove possa nascondersi 2. - fondi 3. - come usano fare i signori 4. - aspettarle, attenderle (le feste) 5. - bruciarle (le botti) |
Una n'alza l'Ebreo; sotto se caccia 1 , Poi la ricala, e drento ce s'accova; Ne vanno infuriatissimi alla traccia Li sgherri, e gusto ha ogn'un d'annallo a trova 2 . Data di già gl'havevano la caccia, E adesso seguitannolo fan prova 3 D'acchiappallo, pe' poi for del palazzo, Strascinatolo 4 , farne ogni strapazzo. |
1. - si infila 2. - di andarne in cerca 3. - tentano 4. - trascinatolo |
Currono drento, e restano de sale, Perché ciasch'un di loro s'è intontito, Né sa, né pò penzà 1 dove quel tale Pozza in un batter d'occi 2 esser fuggito. C'è chi credenno và che pe' le scale Di quel palazzo istesso sia salito, Perché, per quanto ogn'un pò imaginarzi, Altro loco non c'è, da ritirarzi 3 . |
1. - né può pensare 2. - possa in un batter d'occhi 3. - per nascondersi |
Ma pe' la su' disgrazia, un regazzino D'otto o diec'anni, figlio del cucchiero 1 , Se ne stava affacciato a un finestrino, E lì fava 2 la zuppa, in tel bicchiero. Tutto havea visto, e con un raschiettino 3 , De fa' la spia, venutogli el penziero, Fece voltà li sgherri, e queto queto 4 , Dove stava el Giudìo, mostrò col deto 5 . |
1. - cocchiere 2. - faceva 3. - un colpetto di tosse 4. - quieto, silenzioso 5. - dito |
Se n'accorgiono questi, et al più astuto, Che sia tra lor, viè in testa un bel crapiccio 1 , A tutti azzenna 2 con un gesto muto, Che vuò dar al Giudio chalche stropiccio 3 . Un secchio pieno d'acqua havea veduto Accanto al pozzo, e te glie dà de piccio 4 , L'alza sopra la botte, e l'acqua tutta, Voltato el secchio, su l'Ebreo poi butta. |
1. - capriccio, fantasia 2. - fà cenno 3. - qualche maltrattamento 4. - l'afferra |
Li strilli di costui son di tal sorte 1 , E così granni, ch'io ridir non pozzo 2 . S'accosta più d'un sgherro, e ghigna forte In vedé quel bagnato paparozzo 3 , Pare all'Ebreo d'esser vicino a morte, Come cascato sia drento d'un pozzo; Quanto sà, quanto pò, si raccommanna, La vita in grazia, e pe' pietà, domanna 4 . |
1. - così forti 2. - posso 3. - anatroccolo 4. - domanda |
Colcano 1 i romaneschi allor la botte, Poi ruzzicà 2 la fanno, e drento resta Il Giudìo, che gli danno delle botte Se gnente fora vuò caccià la testa 3 . Certo, che n'anderìa 4 coll'ossa rotte Se durasse per lui sì brutta festa, Ma fu impedita dai padroni istessi Di quel palazzo, con commanni espressi 5 . |
1. - coricano, ribaltano 2. - rotolare 3. - al minimo accenno a tirare fuori la testa 4. - (se) ne andrebbe 5. - con specifici ordini |
Parve a 'sti discretissimi signori Un troppo strazio 'sto ruzzicamento 1 , Però mandorno 2 giù li servitori Per liberà l'Ebreo da quel tormento. Fu da questi aiutato a scappà fori, E nisciuno 3 d'opporzi hebbe ardimento, Ma in tel vedello poi così azzuppato 4 , Dal popolo lo strillo 5 gli fu dato. |
1. - rotolamento 2. - perciò mandarono 3. - nisciuno 4. - nel vederlo così fradicio 5. - grida di sbeffeggiamento |
Pare un pulcino uscito dalla coccia 1 , Nel moverzi impicciato 2 , e dove passa, Mentre il vestito da ogni parte goccia, Della su' bagnatura il segno lassa 3 . Ma quel ch'è peggio poi, giocanno a boccia Stavano certi allor, che lui trapassa, E mentre uno a strucchià 4 si mette a posta, Gli dà nei stinchi una bocciata tosta 5 . |
1. - guscio (dell'uovo) 2. - impacciato 3. - lascia 4. - lanciare la boccia con forza per allontanare quelle avversarie 5. - forte, violenta |
Mezzo sciancato, el povero Bacurre 1 Va inciampicanno 2 , e in tel fuggì s'imbroglia 3 , L'azzoppatura gl'impedisce il curre 4 , E meno lo pò fa', più che n'ha voglia 5 . Innanzi e arreto 6 il popolo gli scurre, Lui con questo s'impiccia, e alfin si sbroglia 7 . Al Ghetto se ne và, ma 'l disgraziato Non pò rentrà non pò, perch'è inserrato. |
1. - mezzo azzoppato, il povero ebreo 2. - inciampando 3. - si confonde 4. - la corsa 5. - tanto meno può farlo, tanta più ne ha la voglia 6. - davanti e dietro 7. - rimane preso nella folla, poi si libera |
O adesso sì, che chalched'un l'accacchia 1 , E lui per questo più si spauricchia 2 , Lo salva un'osteria, che La Cornacchia Fà per insegna, dove ogni dì sbevicchia 3 ; Rentra, e dereto al banco s'accovacchia, E attaccatosi all'oste, si rannicchia; Ma più d'un sgherro a fargli s'apparecchia 4 Assai peggio dell'acqua della secchia. |
1. - lo percuote 2. - s'impaurisce 3. - beve un goccetto 4. - si prepara |
I garzoni dell'oste allor abbracciano Quelli, ch'a forza, de rentrà procurano 1 , Li trattengono, e poi fora li cacciano, E lo scampo al Giudio così assicurano. Serran la porta, e i sgherri allor s'affacciano Alla mostra 2 , ma l'osti ecco la turano Co' le tele, e ciariti 3 così restano Coloro, che l'Ebreo più non molestano. |
1. - quelli si spingono all'interno 2. - la finestra dalla quale si effettuava lo spaccio all'esterno 3. - serviti a puntino |
Al Ghetto Meo fratanto se ne viene De i garbugli all'avviso 1 , et osservata Così gran tibaldèa 2 non si contiene Di farci a prima vista una risata. Fermo, chalche pochetto 3 , s'intrattiene, A vedé 'sta piacevole sgherrata, Che tale gli pareva, anzi l'approva, Perché spiritosaggine ce trova. |
1. - a conoscenza dei tumulti 2. - confusione, caos 3. - un po' |
Ma quanno lui si và accorgenno alfine, Ch'i sgherri tutti so' infoiati a segno 1 , Che par voglino fa' delle ruine 2 , Che non hanno risguardo 3 né ritegno; Che già portano certi le fascine, Pe' dar foco alle porte, e che l'impegno È troppo ardito, fra sé stesso penza, Di raffrenà una tanta impertinenza. |
1. - adirati al massimo 2. - pare che vogliano distruggere tutto 3. - riguardi |
Perché ciò non si faccia, attorno gira, A chi fà zenno 1 , et a chi parla piano, A chi forte, chi via pel braccio tira A chi leva li rocci 2 dalle mano. Brava 3 , minaccia, e allor chi si ritira Senza fiatà, chi se ne va lontano E basti dir ch'ogn'un l'orgoglio affiacca 4 , Pe' 'l rispetto che porta a Meo Patacca. |
1. - cenno, gesti 2. - sassi 3. - alza la voce 4. - frena l'orgoglio |
Così a bastanza il popolo si sfoga, Et a Patacca d'ubbidì non nega 1 , E a quell'autorità, che lui s'arroga, Perché per il ben pubrico 2 l'impiega. Procurò 3 di sapé la Sinagoga, Già liberata da sì brutta bega, Chi quello sia, ch'umilia e mette in fuga 'Sta Gente Sgherra, che con tutti ruga 4 . |
1. - non si rifiuta 2. - bene pubblico 3. - fece in modo 4. - discute, si fa valere |
Fattasi la congrega 1 , si risolze Mandargli un bel regalo, e chi propose Un sbruffo 2 di monete, e chi non volze 3 , Chi penzò a gioie, e chi a diverze cose. Ma d'ogni altro Giudio meglio ci colze 4 , E con giudizio el su' penzier espose, Che fu molto a proposito l'Ebreo, Che haveva visto, e cognosciuto 5 Meo. |
1. - consiglio, riunione 2. - una gran quantità 3. - non volle 4. - colse nel segno 5. - riconosciuto |
A tutti da costui fu suggerito, Che saria 1 stata cosa conveniente, Il trovà quel medesimo vestito, Che pigliò in presto 2 , e fargliene un presente. Per essere assai bello, e ben guarnito, E aggiustato al su' dosso 3 , certamente Che havuto l'haverebbe molto a caro, Più assai de chalche somma di denaro. |
1. - sarebbe 2. - prestito 3. - adatto al suo fisico |
Piacé 1 il penziero, e in opera se mese 2 , E ce s'aggiunze ancora al vestimento Un spadino galante 3 alla Franzese, Che havea la guardia et il puntal d'argento. Un de i primi Rabbì cura se prese D'annà 4 da Meo pe' fargli el complimento Con dir, ch'a lui tutti obbrigati sono Li Jaccodimmi 5 , e presentagli 6 el dono. |
1. - piacque 2. - mise 3. - elegante 4. - di andare 5. - gli ebrei 6. - presentargli |
Da 'sto Rabbì resto ben persuasa La Sinagoga, e l'abbito, in tel vano D'una canestra fonnarella e spasa 1 , Messo a cuperto fu da un taffetano 2 . Và lui da Meo, che s'era già la casa Fatta inzegnà e 'na donna, da un mignano 3 , Dice ch'è uscito, e ch'a trovallo vada, Che stà a parlà con un amico in strada. |
1. - un po' profonda e larga 2. - fu coperto con un telo 3. - balcone |
Se gl'accosta el Rabbì, ch'un Giudiolo 1 , Che gli porta el regalo, s'è menato 2 , Lo sbarretta 3 , e gl'inchina el cucuzzolo 4 , Gli fa il ringraziamento concertato; Gli sporge il dono, e Meo lo scrope, e solo Gli dà una vista 5 , e dice, a lui voltato: « L'accetto, lo gradisco, e a te lo rendo, Perch'io dono le grazie, e non le vendo. |
1. - un giovanetto ebreo 2. - ha condotto con se 3. - si toglie il berretto 4. - la testa 5. - uno sguardo |
Voglio però, commanno 1 , e s'ubbidisca, Che quanno s'haverà l'avviso certo Della vittoria, il Ghetto s'ammanisca 2 A far con noi le feste di concerto 3 ; Nisciun ci sia di voi che contradisca, Ma siano tutti pronti, e te l'avverto, Che se in questo s'ardisce di mancamme 4 , Oh allora sì, va 'l Ghetto a foco e a fiamme ». |
1. - ordino 2. - si prepari, stia pronto 3. - assieme 4. - di mancarmi, di trasgredire |
Alle porte vicine a Pescaria Gnente 1 si fece, perché dolorosa È quella strada,e non si goderìa, Benché ci fusse da vedé chalcosa 2 ; Solo il portone di piazza Giudia Con un'acconciatura luminosa, Pe' forza sì, ma però bene ornorno 3 , Messici i lampadini 4 , attorno attorno. |
1. - niente, nulla 2. - qualora anche vi fosse, non si godrebbe alcuna cosa 3. - ornarono bene, seppure forzosamente 4. - lumini |
D'oglio 1 e di cera se ne fà uno struscio 2 , A zaganelle 3 e a razzi si dà spaccio, Delle botti si vede ancor l'abbruscio, Che fanno in drento al Ghetto un focaraccio 4 . Non c'è finestra, non c'è porta o buscio 5 , Dove non ce se veda Ebreo mostaccio 6 ; Stanno tutti a guardà, scioniti e perzi 7 , Cose nel Ghetto inzolite a vederzi. |
1. - d'olio 2. - scialo 3. - (vedi Canto X) 4. - un falò 5. - buco, apertura 6. - un viso ebreo 7. - sbalorditi e sognanti |
Per celebrare la presa di Buda, Meo ha organizzato altre feste pubbliche. In particolare, ha allestito una rappresentazione in cui, con gli altri bravi, viene riproposto l'assalto finale contro i Turchi.
For di piazza Navona, ma vicino A un capo de l'istessa, in un biscanto 1 , C'è la famosa statua di Pasquino, Che da per tutto nominata è tanto. C'è uno spazio più in là, dove ha 'l confino Della Cuccagna il vicolo, et alquanto È largo, e attorno ha ricchi bottegari: Ce fanno piazza li matarazzari 2 . |
1. - doppio cantone 2. - vi lavorano in strada i materassai |
Compagni di valor mette qui drento 1 , C'han l'armi alla Turchesca, et i vestiti; Questi son quasi in numero di cento, E si mostrano all'opera ammanniti 2 ; C'è poi con certi baffi da spavento, El Bassà 3 , che commanna, e tutti arditi Par che stimino facile l'impresa, Di fare una bravissima difesa. |
1. - nello slargo 2. - pronti 3. - Mustafa Pasha, comandante turco |
Meo de fora 1 , a cavallo, c'ha in aiuto Molti sui sgherri, che tenea nascosti, La fà da commannante potenziuto 2 , Là te li mena 3 , e te li mette ai posti. Scurre in più parti, tutto faccennuto 4 , Sino, che con bell'ordine disposti Vede sotto le mura assai valenti, Pronti all'assalto, li su' combattenti. |
1. - di fuori 2. - potente, valoroso 3. - li conduce 4. - occupato, preso |
Si finge de sparà l'artigliarìa, Ma tal cosa non c'è, son mortaletti 1 , Che far sentir guerrifica armonìa Dal sono 2 accompagnati dei moschetti; Giusto di cannonesca batterìa Le botte si figurano 3 , e l'effetti. Si finge ancora, che razzeschi fochi Sieno 4 mine, e si fa breccia in più lochi. |
1. - (vedi Canto VIII) 2. - suono 3. - simulano 4. - siano |
A corpo a corpo col Bassà baffuto, Meo combatte in maniere così strane, Che pare un odio vero habbiano havuto, E che in realtà si dian botte da cane; Fa ogn'un di loro il bravo e il menacciuto, Con vere sciable 1 e vere dorindane 2 , Et alla disperata si lavora, Conforme 3 fanno l'altri sgherri ancora. |
1. - sciabole 2. - spade 3. - lo stesso |
Taccola ancora col Bassà rugante 1 Meo Patacca, e non lassa di straccallo 2 , Te gl'alza in su la gnucca uno spaccante 3 , e infiacchito colui, non pò parallo 5 . Te gl'appiatta la sciva 6 in sul turbante Ma par che dia di taglio, e lui sà fallo 7 Così ben, così presto, che fa crede, Gl'habbia arrivato al capo, a chi sta a vede 8 . |
1. - combatte, disputa 2. - arrogante 3. - non cessa di sfinirlo 4. - un violento colpo sulla testa 5. - non può pararlo 6. - appiattisce la spada 7. - farlo 8. - fa credere ai presenti che gli sia arrivato al capo |
De fatto 1 il Turco allora tracollò Fingenno non potersi regger più, Sopra la breccia languido restò, A cianche larghe con la panza insù 2 . Ch'era affatto sballato 3 dimostrò, E seppe Meo, perché assai lesto fù, Visto giù steso il perfido Bassà, Prima d'ogn'altro, in te la piazza entrà. |
1. - improvvisamente 2. - a gambe larghe e pancia in sù 3. - davvero morto |
Stava Nuccia vestita alla zerbina 1 La gran festa a vedé su una loggetta, Che trovata gli haveva una vicina, E sverzellava allegra, e sfarzosetta 2 . Pe' paré 3 giusto poi 'na Paladina, Se tiè carica, in mano una terzetta 4 , E un'altra accanto, e son quelle che Meo, Già donate gl'haveva in sul Tarpèo 5 . |
1. - elegante 2. - faceva la simpatica, con allegria 3. - sembrare 4. - una pistola con canna lunga circa 1/3 di un archibugio 5. - Rupe Tarpea del Campidoglio |
Si picca di sgherretta 1 et alli spari, Ch'alle finestre, o su le porte, o fora, Fanno a onor di Patacca i bottegari, Accoppia lei le sue sparate ancora 2 . Dello spirito, ch'ha dà segni ciari 3 , Quanto scarica più, più s'avvalora 4 , Fa vedé, ch'a dispetto della gonna, Vanta maschio valore in cor di donna. |
1. - si comporta come uno sgherro 2. - unisce anche i suoi spari 3. - dà segni chiari del suo spirito 4. - più spara, più si eccita |
Patacca a una tal vista ce s'ingrassa 1 , Lei se n'accorge, e di sparà non cessa; Già, d'essere glie pare una gradassa 2 , Facenno prove 3 da capitaniessa. Lui scegne 4 , e lì da lei, più volte passa, Di falla diventà Mea Patacchessa 5 Gli viè la voglia, e in quella poi si fissa, Né l'incertezza e il cor fanno più rissa 6 . |
1. - ne gode assai 2. - una brava, una spaccona 3. - imprese 4. - scende (dalla montagnola che simulava Buda) 5. - cioè sua moglie 6. - (come avevano fatto nel Canto III) |
Parendogli un'amazzone guerriera, Vedenno ch'al suo genio 1 s'assomiglia, Sposalla intenne 2 in quella stessa sera, E renner al su' affetto la pariglia. Di sgherri haveva attorno una gran schiera, Di questi alcuni pochi se ne piglia, E li mena con lui là dove stava Nuccia con le terzette, a fa' la brava. |
1. - ai suoi gusti 2. - intende sposarla |
Arriva sotto e raschia 1 , e lei lo sente, E puntuale a quello corrisponne 2 , Ma con un raschiettino differente, E graziosetto, ad uso delle donne. Dice lui sotto voce, se al presente 3 Salir potrìa de sopra, e lei risponne Che ne domanderà, pe' convenienza, Ai patroni de casa la licenza. |
1. - fa un colpo di tosse 2. - risponde 3. - in quel momento |
Abbitavano qui moglie e marito, Che fecero non solo dei parenti, A quella festa un general invito, Ma dell'amiche ancora e conoscenti. Perché dunque Patacca sia servito 1 , Parla Nuccia all'istessi, e assai contenti Quelli coll'altri tutti si mostrorno 2 , Anzi sommo favore lo stimorno. |
1. - per fare ciò che ha chiesto 2. - si mostrarono |
A tutti fa un saluto circolare, Poi con prosopopèa cominza a dire: « Io ben conosco, e non lo so negare, Signori miei! che troppo fu il mio ardire. Certo vi son venuto a disturbare, Ma spero che m'habbiate a compatire; Nostrodine 1 lo sà, che fece errore, Ma causa fù del mancamento 2 Amore. |
1. - io, il sottoscritto 2. - della mancanza, del disturbo |
Di lor altri ad ogn'un serva d'avviso 1 , Ch'io porto antico, et obrigato affetto Alla signora Nuccia, e che fu intriso Sempre il mio cor d'amore, e di rispetto. » (Qui l'occhi abbassa, e si fa roscia 2 in viso Nuccia con un modesto sogghignetto), « Ma voglio che cognosca 3 in questa sera S'è questa mia benevolenza 4 vera. |
1. - sappia ognuno di voi 2. - rossa 3. - riconosca, si renda conto 4. - affetto |
Mentre che botte spara, e che sgherreggia Com'una romanesca Bradamanta 1 , Da me 'l suo gran valore si vagheggia 2 , E 'sto mio core stupido 3 s'incanta, In vedé, che com'io 4 quasi guerreggia. Subbito un bel penziero me se pianta In tel mezzo alla gnucca 5 , e tra me stesso Dico: « Mia sposa, io voglio farla adesso ». |
1. - come un Capitan Fracassa, come un Rodomonte 2. - si desidera 3. - stupìto 4. - come me 5. - testa |
Allor di prausi 1 rimbombò la stanza, E si dettero segni d'allegria, Lodandosi da quella radunanza Dell'uno e l'altra la galanteria 2 ; Poi della fede la reciprocanza 3 Dei circostanti ogn'un vedé vorria, Et ecco che in un subbito 4 si fece Tra li due sposi il cinque e cinque a diece 5 . |
1. - applausi 2. - nobiltà d'animo 3. - la reciprocità 4. - immediatamente 5. - l'uno prese la mano dell'altra in segno di fede reciproca |
S'alza la grolia s'alza, e si sboccona 1 , E certo, non ne manca del dolciume; Ce n'è a bizzeffe de 'sta robba bona, E qui dir si potrìa: s'affoga Fiume 2 . Nuccia fa la figura di patrona, E nisciun propio, senza lei prosume Di toccà gnente 3 , e al solito ogni cosa, Prima ch'a ogn'altro, portasi alla sposa. |
1. - si mangia alquanto 2. - ce n'è a profusione 3. - proprio nessuno osa toccare alcunché senza che sia stata prima servita Nuccia |
Tutti doppo da casa insieme uscirno, E a spasso in giro pe' le feste annorno 1 , Molt'altri sgherri poi con Meo s'unirno, E lui con la sua sposa accompagnorno. Li « Eh! viva», a piena bocca si sentirno, E non sol, per un pezzo 2 seguitorno, Ma pe' le strade sempre più crescerno 3 , E li dui sposi gran piacer n'haverno 4 . |
1. - andarono 2. - a lungo 3. - crebbero, aumentarono 4. - ne ebbero |
Vistosi intorno Meo popolo assai 1 , Si ferma e dice: « O cari amici miei! Sappiate che finor tra me penzai, Che troppo è quell'onor, ch'io ricevei. È ver che pe' 'ste feste fatigai, Ma una minima parte non facéi Di quello che dovevo, e non so poi, Perch'io tante onoranze habbi 2 da voi. |
1. - una gran folla 2. - abbia, riceva |
Ma sia quel che si vuò 1 , tutti ringrazio D'un tamanto 2 favor, e v'assicuro, Che di quanto già feci, io non so' sazio, Ch'altri acquisti 3 , e vittorie mi figuro. Allor farò de i Turchi uun novo strazio; Per l'onor mio, per la mia sposa, il giuro 4 , Quante sconfitte havranno, io già l'aspetto, Di far tant'altre feste v'imprometto 5 ». |
1. - sia quel che sia 2. - un così grande, un tale 3. - imprese 4. - lo giuro 5. - cioè: prometto di fare tante feste quante saranno le sconfitte dei Turchi |
O mò 1 sì che per aria i strilli vanno, E le grolie di Meo pel tavoliere 2 ; Quelli, ch'inteso 3 el su' parlar non hanno, Che cosa ha ditto cercon di sapere; Ci han gusto loro pur, mentre lo sanno, Così han fine le feste, e a più potere 4 Strilla dei sgherri allor la comitiva: « Eh viva sempre Meo Patacca, eh viva! ». |
1. - adesso 2. - tutt'attorno 3. - udito 4. - a più non posso |
BELLI |
PASCARELLA |
TRILUSSA |
FABRIZI |
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