GIUSEPPE BERNERI MEO PATACCA |
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Nonostante l'ora tarda, le strade sono ancora affollate per le feste, e questo è il momento ideale per i monelli romani di sparare le zaganelle.
Si fan queste di carta un po' grossetta, Che di polvere s'impe 1 , e poi si piega; Come in sé si raggruglia 2 una serpetta, Così questa in sé stessa si ripiega. Perché poi stia ben riquadrata 3 e stretta, Con un spago nel mezzo allor si lega, E fattone a 'sto modo un fagottino, C'è in cima, et esce fora, el su' stuppino. |
1. - si riempie 2. - si raggomitola 3. - squadrata, ordinata |
Ne fanno li regazzi un capitale 1 , Che più dir non si pò, pare uno scrocco 2 , Chi assai non ne crompa 3 , e ogn'una vale O due quatrini, o al più mezzo baiocco; Hanno un genio maligno di far male Mò 4 fanno spaventà chalche marrocco 5 , Con vederzi attaccà foco alli panni 6 , Mò le donne, co' strepiti assai granni 7 . |
1. - una grande incetta 2. - avaro, tirchio 3. - compra 4. - adesso, ora 5. - ingenuo 6. - abiti, vestiti 7. - grandi |
Un de 'sti ghinaldelli 1 , ecco s'abbassa, Quasi vicino a terra, e prestamente La zaganella appiccia 2 , e poi la lassa 3 , Dove sta ferma e folta più la gente. Doppo, via presto scivola e trapassa 4 Pe' la folla con impeto, e tié in mente, Ma però da lontano, e sta a vedene 5 La zaganella, se si porta 6 bene. |
1. - furbetti 2. - accende 3. - lascia, abbandona 4. - passa attraverso 5. - vedere 6. - si comporta |
Questa di lì a un pezzetto 1 , e foco piglia, E sbalza via de fatto 2 , e salta, e scoppia; Quanno stà pe' finì, forza ripiglia, Le scoppiature e i zompi allor raddoppia. La gente, ecco si slarga, e si scompiglia, E colui come quaglia in te la stoppia Tra la folla appiattatosi se tratta, Che tra di sé, di ridere si schiatta. |
1. - poco dopo 2. - schizza via all'improvviso |
In più lochi insolenze de 'sta sorte 1 , Fanno i regazzi, e l'un dall'altro impara, E nel zaganellà, maniere accorte D'haver procura ogn'un di loro a gara 2 . C'è spesso chi li tozzola 3 assai forte, Et allor sì ch'assai gli costa cara La loro insolentaggine, che molti Nel fatto, a cavaliere 4 ce so' colti. |
1. - di questo tipo 2. - cioè ognuno di loro fa a gara nell'imparare dagli altri ad essere abile con le zaganelle 3. - li batte, li percuote 4. - con le mani nel sacco |
Et oh! quanto a costoro gli sta bene, Che ci sia chalched'un che li rifili 1 , Perch'è assai gran ardir, e non conviene Far alle donne atti così incivili, Di zaganelle, haver le mani piene, E annar facenno spari puerili. È ver che Meo gli dette ampla licenza, Ma non di far ad altri impertinenza. |
1. - che dia loro una bella lezione |
Mò lesto la fa netta 1 e non c'è colto 2 ; Mò buscia 3 gli riesce, e ci ha dei guai E da i compagni, dov'è il popol folto, Si fa 'sta giocarella pur assai 4 . Ma lassamoli fa' 5 , che poco o molto Ci han dei crostini 6 , e dir si senton: Ahi! Perché gli dà, chi ha rabbia soprafina 7 , Pugni che fanno rimbombà la schina 1 . |
1. - una volta la fa franca 2. - non viene preso 3. - un'altra volta gli va male 4. - nonostante ciò il gioco viene assai praticato dove c'è folla 5. - lasciamoli fare 6. - ricevono delle percosse 7. - enorme 8. - la schiena |
Fra le molte rappresentazioni ispirate ai Turchi vi è una lunga processione in cui un falso Gran Visir è trascinato in catene; la folla prende attivamente parte, insultandolo e lanciandogli ogni sorta di immondizia. La parte del prigioniero è affidata ad uno stolto bifolco chiamato Togno, mentre sua moglie Marzocca segue la processione da dietro.
Vestito poi da Turco commandante, E più d'ogn'altro incatenato forte, Veniva il Gran Vissir, quasi spirante, Parenno 1 giusto un condannato a morte. Annava col cotogno 2 tremolante, Con occi piagnolosi 3 , e guance smorte, Et a fa' 'sta funzion capato s'era 4 Un secco 5 , un smunto, un di cattiva cera 6 . |
1. - parendo, sembrando 2. - testa 3. - occhi lacrimosi 4. - si era scelto per questo ruolo 5. - uno magro 6. - uno di aspetto malaticcio |
Villano era costui, ma sciotarello 1 , E bignò 2 ch'un tal homo si capasse 3 , Perché fargli strapazzi e questo e quello Potesse 4 , e queto lui li sopportasse: Stava a cavallo sopra un ciucciarello 5 , E ogni poco pareva che cascasse, Che pe' natura assai sguajato annava 6 , E poi, con arte ancor, ce s'ajutava 7 . |
1. - stupidello, sciocco 2. - bisognò, occorse 3. - si scegliesse 4. - lo si potesse maltrattare 5. - asinello 6. - aveva un incedere inelegante 7. - lo accentuava di proposito |
'Sta coppia villanesca era venuta A cavallo in città, commodamente, Havevano però testa orecchiuta Le bestie loro sumarescamente 1 , Sul basto era la femmina seduta, Ma l'homo a usanza della maschia gente 2 , E l'asino di Togno è quello stesso, Sopra del quale ci cavalca adesso. |
1. - i loro animali avevano orecchie d'asino (cioè erano asini) 2. - come usano fare gli uomini, a cavalcioni |
La moglie, che ciamavase 1 Marzocca Pe' sopranome, essenno assai bocciacca 2 , Del su' marito gnente è meno sciocca 3 , Come lui, và sciattona e assai zambracca 4 . Stà intontita a guardà, senza aprì bocca, Mentre il sozzo gabbano 5 e la casacca Si leva a Togno, e addosso se gli ficca Una giubba assai nobbile, assai ricca. |
1. - si chiamava 2. - corpulenta, obesa 3. - è sciocca come il marito 4. - sudicia 5. - tunica a larghe maniche |
Vedenno Togno suo così addobbare, Che lei cosa magnifica la crese 1 , Si lassò facilmente inzampognare 2 , Ma adesso adesso impararà a su' spese. Pe' raccontà 'sto fatto a le commare, Non vede l'hora de tornà al paese, E dir che in Roma, e in festa sì sforgiata 3 , È annato su' marito in cavalcata. |
1. - credette, reputò 2. - irretire 3. - di tale importanza |
Et ecco che incominzano li guai E i malanni di Togno el poveraccio, Che maltrattà si sente, et horamai Quasi tutto gli ammaccano il mostaccio 1 , Non gli tirano scorze a' Tumellai 2 , Perch'è avvezzato il romanesco braccio A ben sajoccolà 3 , quello che tira Va giusto dove si pigliò la mira. |
1. - lo colpiscono su quasi tutto il viso 2. - per finta, per fare scena 3. - lanciare (sassi) |
Pel continuo strillà della marmaglia, Non pò sentì Marzocca le battute 1 , Che, come si suol far su 'na muraglia, Si fan di Togno sulle spalle ossute. Anzi la pacchiarotta 2 assai si sbaglia, Perché da lei, ch'è gonza, son credute Grolie le sbeffe 3 , et i plebbei schiamazzi Apprausi lei li stima 4 , e so' strapazzi. |
1. - non può udire le percosse 2. - la corpulenta donna 3. - le beffe vengono credute lodi 4. - li crede applausi |
Poi, un incredibile errore mette seriamente a repentaglio la vita di Togno.
Un certo Marangone forestiero, Che non havea ciarvello per un grillo 1 , Venne a vedé 'ste feste, con penziero D'osservà tutto, e a casa sua ridillo 2 . Fu alloggiato costui da un locandiero, E curze 3 alla finestra al primo strillo D'una truppa di gente, et in vedella Domanna 4 che cos'è, che buglia 5 è quella. |
1. - non aveva un minimo di buon senso 2. - ridirlo, riferirlo 3. - corse 4. - domanda 5. - che confusione |
Sente da tutti dire: « O bene! o bene! Il Gran Vissir, il Gran Vissir è questo: Come carico tutto è di catene! E come in faccia è sfigurato e mesto! » Lo scialèo gnente allora s'intrattiene 1 , Ma un schizzetto 2 da caccia, presto presto Caricato a palline in mano prese, Che s'era già portato dal paese. |
1. - lo stolto non perde tempo 2. - fucile |
Schiaffa drento una palla 1 , e pien di stizza Ritorna alla finestra, e messo fora El cacafoco 2 , inverzo giù l'addrizza, Pe' poi sparallo, quanno sarà l'hora. Un certo error del su' penzier l'attizza 3 Contro quell'infelice, e perché mora 4 , Di fare li su' sforzi già disegna 5 , E stima, il farli, un'opera assai degna. |
1. - vi infila dentro una cartuccia 2. - archibugio, fucile 3. - lo anima un ragionamento errato 4. - muoia 5. - vuole mettere il massimo impegno in questo tentativo |
Spara alla volta sua, fischia la palla, Ma, o fosse il moto del villano, o il caso, Solo di sbiescio 1 gli toccò 'na spalla, Le migliarole 2 , poi le guance e 'l naso. Il ferito dall'asino traballa, Resta col capo pennolone 3 e raso, Che l'havevan già toso 4 , e in tel piegasse 5 , Bignò be' ch'il turbante gli cascasse 6 . |
1. - di striscio 2. - pallini assai minuti 3. - penzolante 4. - tosato, rasato 5. - nel piegarsi 6. - dovette ben cadergli il turbante |
Perché giù non tracolli 1 , uno l'abbraccia, Lui smonta, e sbalordito si spaventa, Gli va colanno el sangue pe' la faccia, E come un morto pallido diventa. Ogn'un s'accosta, innanzi ogn'un si caccia 2 , Si fa 'na buglia granne, e non è lenta La man di molti, mentr'è lui seduto, Nel mettelo a sedé, nel dargli ajuto 3 . |
1. - non cada giù rovinosamente 2. - si mette, si posiziona 3. - cioè gli viene dato subito aiuto |
Quando la moglie di Togno si rende conto che quest'ultimo è stato ferito si dispera.
Un dolor improviso il cor gl'afferra, Non sà s'è verità, non sà s'è sogno Quel ch'antivede 1 , Ah! ch'il pensier non erra, Ma puro de ciarissene 2 ha bisogno. Arriva e vede un, che seduto è in terra, Più s'accosta e conosce 3 alfin ch'è Togno, E visto il viso scolorito e guasto 4 , Non scese nò, precipitò dal basto. |
1. - ciò che vede più avanti 2. - sincerarsene 3. - riconosce 4. - smorto |
A sfogane incominza el su' travaglio 1 Con un sospiro, a foggia di sbaviglio 2 , Ma il fiato suo tanto sapeva d'aglio, Ch'il fetor si sentì lontano un miglio. Allor le trecce sue mette a sbaraglio 3 , Facenno dei capelli un gran scompiglio, E mentre te glie dà strappate fiere 4 , Glie ne restan in man le fezze 5 intiere. |
1. - inizia a sfogare il suo dolore 2. - somigliante ad uno sbadiglio 3. - scioglie e scompiglia 4. - le strattona con forza 5. - ciocche |
O quì si sgraffia el viso, o quì si sbatte, Quì sì, che fa di lacrime una troscia 1 , Di Togno le fattezze scontrafatte 2 Pe' poi meglio osservà, più allor s'accoscia. Lui volta l'occhi, e in quei di lei s'imbatte, Dice, con voce assai sfiatata e moscia 3 , Che giusto par d'un moribondo sia: « Aiutami se pòi 4 , Marzocca mia ». |
1. - un diluvio 2. - alterate 3. - debole 4. - puoi |
Mentre costoro favano 'sti fiotti 1 , Sul solito cavallo, a tutto corzo Meo se ne vié, che par che d'ira abbotti 2 , E alle carriere sue dà più rinforzo 3 . Mostra, turbato in viso, che gli scotti 4 Il vedé, che dal popolo qui accorzo L'incominzata festa s'intrattenga 5 ; Viè a sapé se il difetto da chi venga 6 . |
1. - facevano questi lamenti 2. - che sia carico d'ira 3. - cioè viene ancora più di corsa 4. - gli secchi, gli dia noia 5. - ritardi, non proceda come dovrebbe 6. - qual è il problema |
Dice al barbiero, ch'in quel punto arriva, Ch'il vada 1 presto a medicà in bottega, Se lì in terra il ferito assai pativa, E in te la strada non vuò più 'sta bega 2 . Marzocca allora, morta più che viva, Che voglia farlo ben curà, lo prega. Lui gliel promette, e poi vuò che si faccia, Da dui guitti 3 , una sedia con le braccia. |
1. - che lo vada 2. - questo problema 3. - due giovanotti qualunque, plebei |
Poi si porta in due slanci 1 alla locanna, De dove 2 già colui fece il delitto; Come il patron di quella si domanna 3 , E dove sta, gl'havevano già ditto. Arriva appena, e al locandier commanna, Che pe' 'sto caso 4 stava tutto afflitto, Che dica dove annò 5 , dove si trova Quel traditor, ch'ardì de fa 'sta prova 6 . |
1. - in due balzi, prontamente 2. - da dove 3. - qual è il nome del padrone 4. - per quanto era avvenuto 5. - andò 6. - questa azione |
In sentì questo se ne viè lo scioto 1 , Ma stralunato assai, con bocca aperta, Stolido 2 , teso teso, e resta immoto 3 , Allora, che di Meo fa la scuperta. Lo crede un gran signor, (che non gl'è noto, Chi sia 'sto Coram Vobis 4 ), e proferta 5 , Non fu da 'sto Martufo 6 né men sola, Di Patacca alla vista, una parola. |
1. - lo stolto 2. - imbambolato 3. - immobile 4. - questo capo-popolo 5. - profferita 6. - sciocco |
Poi timido risponne: « È ver che quello, Ch'in terra giù buttò colui, son io, Ma stimo d'haver fatto un colpo bello, Se però sbaglio non è stato il mio 1 ; Sento dalla finestra un gran bordello 2 , Del popolo rimbomba un mormorìo Dice più d'un, (lesto a sentirlo io fui): - È questo il Gran Vissir, Certo ch'è lui. -- |
1. - se non ho sbagliato la mira 2. - confusione |
Io, ch'a quel Turco cane, a quel tiranno Havevo un odio tal, da che sentivo 1 Che fece a Vienna, e far volea, gran danno, Ch'a fé me lo saria magnato vivo 2 . Subbito allora mi ricordo, quanno Tanto per causa sua mi spaurivo, Mi viè la rabbia, e non glie la perdono, Ma preso l'archibuscio, glie la sono 3 . |
1. - da quando udii 2. - me lo sarei davvero mangiato vivo 3. - gli dò il fatto suo |
Io cresi 1 , e credo ancora, e l'ho per vero 2 , Che sia questo il Vissirre sciagurato, Ch'assediò Vienna, e me venì in penziero, Che schiavo in Roma stato sia menato 3 ; Poco fa mi diceva il locandiero, Ch'in credere tal cosa, ho assai sbagliato, E che questo è un de' nostri, che procura 4 , Rappresentar di quello la figura. |
1. - credetti 2. - sono convinto 3. - condotto 4. - che ha il compito |
Già che voi mio signor! veniste qua, Vi prego, quanto mai pregar vi sò 1 , Che mi vogliate dir la verità, Se quello è il Gran Vissirre, si o no. Io v'ho detta la cosa come stà, E gnente di buscìa messo non ci hò 2 ; Propio per Turco da me preso fu, E credendolo tal, lo buttai giù ». |
1. - quanto più posso 2. - non ho aggiunto niente di non vero |
Meo, benché faccia el fiero, e 'l brusco 1 in viso, E con lo sguardo fulmini spaventi, In sentì 'sta sciotaggine 2 , di riso Glie viè voglia, ma serra i labbri e i denti. Non vuò paré, con fa' chalche sorriso, De volé sopportà 'sti tradimenti 3 . Ma si rimette in serio, e fa del sodo 4 , S'aggruma 5 , e allo sciotèo 6 parla a 'sto modo. |
1. - severo 2. - sciocchezza 3. - azioni indegne 4. - fa il duro 5. - s'imbroncia 6. - sempliciotto |
« Appena l'occi addosso io te mettei, Ch'in un subbito tutto te squatrai 1 , E così ben conoscerti sapei, Che tu stesso di te farlo non sai 2 . Già t'ho annasato, ch'un drittone sei 3 , E pe' cuccà 4 la gente il gonzo fai; Ma tu impicciala pur 5 , dì quel che vuoi, Non puoi 'sto fusto inzampognà 6 non puoi ». |
1. - ti squadrai in un istante 2. - cioè ti riconobbi per quello che sei meglio di quanto faccia tu stesso 3. - ti ho già scoperto, sei un furbone 4. - ingannare 5. - intreccia pure le tue trame 6. - non puoi ingannare il sottoscritto |
S'era Patacca molto ben accorto, Che pe' semplicità, nò pe' malizia Errò costui; ma pur lo guarda torto 1 , E minaccianno và la su' furbizia. Poi dice: « Qual villan volevi morto, Perché forzi ci havevi nimicizia 2 ; Di dir la verità ti torna conto 3 , Parlami schietto, e non ci fa' del tonto 4 ». |
1. - male, torvo 2. - forse ne eri nemico 3. - dire il vero è nel tuo interesse 4. - non fingere di essere tonto |
Ma perché fece in realtà lo sbaglio, Et operò da semplice, non muta Il su' parlà colui, bensì ha travaglio 1 , D'havé la cosa 2 del villan saputa; El penzà, che fu messa a repentaglio La vita di quest'homo, conosciuta L'innocenza di lui, gli dà sconforto, E gran dolore havria 3 , se fusse morto. |
1. - ha pena 2. - il fatto 3. - avrebbe (avuto) |
Dice Patacca a Togno: « O tu che resti Vivo, ma non so come, se passasti 1 Un risico sì granne 2 , e sorte 3 havesti, Ch'a quel colpo, de fatto, non sballasti 4 , Dimmi, se mai costui tu cognoscesti, Se mai tra voi venissivo 4 a contrasti, Che, se stati ci son de i tiritosti 5 , Io voglio ch'a costui cara gli costi. |
1. - superasti, sopravvivesti 2. - un rischio così grande 3. - fortuna 4. - veniste 5. - delle liti |
Hora sappi, - così Meo gli raggiona 1 , - Questo esser quello, che col su' schizzetto, Pigliò in mira, e colpì la tu' perzona; Ma lo fece pe' sbaglio el poveretto ». Più non volze 2 sentì quella Marcona 3 Della moglie di Togno, ch'a dispetto Della bocciaccherìa 4 , che far gliel vieta 5 , Fece un salto da terra alto tre deta 6 . |
1. - gli spiega 2. - volle 3. - donna corpulenta 4. - della grande mole 5. - impedisce 6. - dita |
Al grugno 1 di colui ecco s'allancia, E le mani rannicchia come uncini, In quest'atto che fa pare una grancia 2 , Quanno va rimenanno 3 i su' zampini: E mentre a quello e l'una e l'altra guancia Sgraffigna 4 , dice: « Ah, razza d'assassino! Traditor! che mi dài tanto cordoglio, Con queste mani mie strozzà ti voglio ». |
1. - volto 2. - femmina del granchio 3. - dimenando 4. - sgraffia |
Meo risolve il problema con entrambe le parti in causa. Ordina ai suoi uomini che trovino un alloggio per la coppia, vicino alla bottega del barbiere, e un rifugio sicuro per lo sparatore, onde evitare questioni con la polizia. Quindi se ne va.
Ma proprio allora si avvicina un personaggio. Invidioso del prestigio di Meo, prova a denigrarlo, per fargli perdere la sua autorità morale.
Partito è appena, et ecco, oh cosa strana! Un certo sgherro della Cappellina 1 , Che girava de fora 2 alla lontana, Subbito alla bottega s'avvicina. Entra, e perché c'è gente, alla villana Col gomito, dà chiotto 3 un'urtatina. De fatto si rivolta la buzzona 4 Guarda, né sa chi sia 'na tal perzona 5 . |
1. - un furbone, una vecchia volpe 2. - di fuori 3. - di soppiatto 4. - donna corpulenta 5. - quella persona |
Lui glie 1 dice pian piano: « Monna quella 2 , Di grazia non ve spiaccia l'ascoltamme, Troppo gonza voi sete e crederella 3 , Se dar volete fede a quel rasciamme 4 . Delle sfavate assai ve ne spiattella 5 Costui, che fà il riccone et il Quamquamme 6 , Sbrascia 7 nelle promesse, et è uno scrocco 8 , Né ve darà l'aiuto d'un baiocco. |
1. - le 2. - signora come-vi-chiamate 3. - credulona 4. - quel dritto, quel furbo 5. - vi racconta molte cose grandiose 6. - fanfarone, millantatore 7. - esagera, si allarga 8. - avaro, tirchio |
Chi lo cognosce, a fé che non gli crede, Sà ch'è un riggirator 1 qual sempre è stato; Mò 2 che partì di quà, chi più lo vede? Dov'è, che manco un giulio v'ha lassato 3 ? Io già sò quello, che v'ha da succede 4 : E direte, ch'appunto io ci ho azzeccato; Vi farà fa' di molte spese, e poi Toccherà certo di pagalle a voi. |
1. - truffatore 2. - ora 3. - lasciato 4. - che vi capiterà |
Famo 1 una cosa per adesso famo, Et a su' tempo un'altra ne faremo, Tutta 'sta notte de passà lassamo 2 ; Domani all'alba qui ci trovaremo. Allora vi dirò quello che tramo, E a ripescà costui ce n'anneremo 3 . Se farete a mi' modo, certo stimo 4 , Che 'sto gabbacompagni noi ciarimo 5 ». |
1. - facciamo 2. - lasciamo passare 3. - andremo alla ricerca di costui 4. - credo, ritengo 5. - daremo il fatto suo a questo traditore |
« Io, poveraccia me!, non sò che dirmi 1 , E solo posso a voi raccomandarmi », Colei rispose, « e se vorrà tradirmi, Come voi dite, io non saprò che farmi 2 . Habbiate carità di sovvenirmi 3 , E quello c'ho da fare, d'insegnarmi. Ecco ch'a voi sol tocca in cura havermi, E secondo il bisogno provedermi ». |
1. - dirvi 2. - che farci, cosa fare 3. - suggerirmi |
« Io v'ho già preso 1 », dice il Farinello 2 , « lassate pur di tutto a me 'l penziero 3 , Che col mortificà 'sto squarcioncello 4 Di Meo Patacca, io conzolarvi spero ». Così parlò costui, che contro quello Haveva un odio malignesco e fiero, Sol perché conosciutolo un poltrone 5 , Nol volze accettà Meo pel su' squatrone 6 . |
1. - (sottinteso) sotto la mia protezione 2. - furbo 3. - lasciate che mi occupi io di tutto 4. - millantatore 5. - riconosciutolo un uomo di poco valore 6. - Meo non lo volle accettare nel suo squadrone |
S'era già nella mente figurato, Perché di vendicarzi ha gran prorito 1 , Di fa' restà Patacca svergognato, Acciò più d'un l'habbia a mostrar a dito 2 . Vuò 1 che da 'sta bifolca sia trovato In chalche loco pubrico 4 , e assalito Con gran chiassate, acciò sia Meo tenuto 5 Per un busciardo 6 , e ingannator creduto. |
1. - grande voglia 2. - come vile, truffatore, ecc. 3. - vuole 4. - qualche luogo pubblico 5. - considerato, reputato 6. - bugiardo |