GIUSEPPE BERNERI MEO PATACCA |
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Quella notte Meo riesce a malapena a prendere sonno, col pensiero fisso al giorno dopo, quando col resto dei suoi uomini avrebbe avuto luogo la presentazione. Gli viene in mente di chiedere consiglio a qualcuno che conosce, che ha prestato servizio nell'esercito, perché gli insegni come disporre gli uomini, e altri dettagli tecnici. Appena vede spuntare l'alba, si mette in cammino.
Scappa da casa, subbito vestito, Et a quella sollecito s'invia 1 Dell'amico, e se questo fusse uscito Gli daria gran fastidio gli daria 2. Pe' bona sorte sua, non è partito, Ma su la porta sta, pe' marcià via, Per tempo assai 3, perché homo è di giudizio, Lui resce 4 a piglià fresco e a fa' esercizio. |
1. - si dirige 2. - gli darebbe 3. - con buon anticipo 4. - esce di casa |
Meo curre, e appena accosto a lui si vede, Che te glie fa riverenziate 1 a iosa, E con bel modo a lui licenza chiede, De poté supplicallo d'una cosa; Risponne quello allor: « Che vi succede? È la mia volontà desiderosa Di farvi ogni piacer; se posso niente 2, Per voi, ditelo pur liberamente ». |
1. - gli fa riverenze non appena gli è vicino 2. - se posso far qualcosa |
« Signor! Ho un non so che 1 da confidarvi », - Reprica Meo, - « ma il viaggio d'impediirvi Io non intenno 2; voglio seguitarvi 3, Se mi date licenza de servirvi. Così potrò bel bello raccontarvi Quel che m'occorre, e quello c'ho da dirvi ». « Venite - dice lui - vuò compiacervi 4, E in compagnia m'è caro assai l'havervi ». |
1. - una piccola cosa 2. - non intendo ostacolarvi 3. - venire dietro di voi 4. - prego |
Così d'accordo, inzieme a spasso vanno E Meo Patacca la famosa storia Gli va del su' squatrone raccontanno, E 'l desiderio, c'ha di buscà groria 1; Gli va dicenno poi se dove e quanno 2 S'ha da fa' la comparza, e con qual boria 3, Lo prega che gl'insegni, acciò non erri 4, A schierà in campo cinquecento sgherri. |
1. - cercare gloria 2. - gli chiede dove e quando 3. - con quale pompa 4. - affinché non commetta errori |
Quindi Meo decide di cercarsi un paggio.
D'havé pe' paggio un regazzin fa prova 1 D'uno spirito granne 2, che abbitava A lui vicino, e in te la strada il trova, Che con altri raponzoli 3 giocava. Sa c'ha la matre, e questa a venner l'ova Appunto allora in su la porta stava; Sol per quel giorno Meo glie lo richiede, Lei più che volentier, glie lo concede. |
1. - tenta di prendere per paggio un bambino 2. - uno sveglio, vispo 3. - bambini piccoli |
Patacca a casa torna, e se ne viene Assai lesto con lui quel ciumachella 1, E te gli dà da iaccolà 2 ma bene, E quello insacca e rempe 3 le budella. Meo però, che 'l penziero in altro tiene 4, Si taffia in prescia in prescia una ciammella 5; Beve una volta e presto si spedisce 6, E li vestiti subbito ammannisce 7. |
1. - quel bambinetto 2. - gli dà da mangiare 3. - manda giù e riempie 3. - ha il pensiero rivolto altrove 5. - si mangia in fretta e furia una ciambella 6. - si affretta, si sbriga 7. - prepara |
Piglia quel del ragazzo, e gliel misura, E alla vista gli pare longarello 1, Ch'è piccolo il bamboccio di statura; Ma trova che gli va giusto a pennello. Lo fa vestì con tutta attillatura 2, E quel bagarozzetto vanarello 3 Si pavoneggia, e 'l collo torce e stenne 4, Pe' vederzi ancor dreto 5, e ci pretenne 6. |
1. - lunghetto 2. - tutta eleganza 3. - mocciosetto vanitoso 4. - stende 5. - anche dietro 6. - assume delle arie |
Meo ha anche preso a nolo una carrozza, per non doversi presentare a piedi.
In un calesse, in mezzo alla grande folla, vi sono anche Nuccia e Tuzia. La giovane è riluttante a presentarsi a Meo, ben sapendo che egli è adirato con lei.
Da quel ch'il giorno innanzi inteso 1 haveva Da Cencio e Marco Pepe assai dolente, Che Meo fusse in gran collera credeva, Tanto più che sentì 2, ch'era innocente. Farzi vedé voleva e non voleva, Stava tra 'l si e tra 'l no; per accidente 3 Glie passa innanzi lui, s'impallidisce Allora Nuccia, e tutta si stremisce 4. |
1. - udito 2. - apprese 3. - per caso, per coincidenza 4. - rabbrividisce dalla paura |
S'incontra Meo nelli su' sguardi, e un atto Fece quasi di sdegno in tel vedella 1: In altra parte 2 si voltò ad un tratto, Facenno finta di non cognoscélla 3; Alfin lei si fece animo, e de fatto L'intenzione di lui volze sapella 4. Alzatasi un tantin vergognosetta, Abbassa l'occhi, e fa la bocca stretta 5. |
1. - nel vederla 2. - altrove 3. - riconoscerla 4. - volle saperla, conoscerla 5. - espressione mortificata |
Poi con voce sommessa, e tremolante, Gli dice: « Serva di Vossignoria! » Patacca allor, benché di lei sprezzante, Non volze faglie 1 affatto scortesia. Alzò 'l fongo 2 ma poco; del restante Non glie fece altro, che 'sta cortesia: Ma gnente più s'intrattené 3 lì, dove Nuccia haveva il calesse, e scurze 4 altrove. |
1. - farle 2. - cappello 3. - non rimase un istante di più 4. - si mosse, andò |
Restò attonita questa, e i sguardi tenne, E languidi, e pietosi in Meo rivolti, E di fissalli in lui mai non s'astenne 1, Speranno che di novo a lei si volti; Più d'una lagrimuccia alfin gli venne Su l'occhi, e s'accorgé ch'eran già sciolti D'amor i lacci 2, s'alle sue faccenne 3, Senza abbadà 4 più a lei, Patacca attenne 5. |
1. - non cessò 2. - i vincoli 3. - faccende, impegni 4. - badare 5. - attende, si rivolge, si dedica |
Scurre fratanto, e ne rimbomba l'aria, Un mormorio d'apprausi, e lui ne sente Un'allegrezza al cor, non ordinaria, Et appraudita ancora è la su' gente; Una sverniata 1 fa straordinaria, Perch'ogn'uno vestito è nobilmente; O prestati da amici, o presi al Ghetto, Son abbiti di vista 2, e di rispetto. |
1. - gran bella figura 2. - eleganti, da cerimonia |
A commannante alcun Meo non la cede 1; Mentr'ha i su' sgherri in ubbidillo 2 attenti, Dice allora: « Impostate », e così chiede Che l'armi volti ogn'un verzo le genti. Moverzi in aria subbito si vede Selva di cacafochi luccichenti 3; Ciasch'un s'imposta, et in dir lui « Sparate », Fischiano cinquecento archibusciate 4. |
1. - fa concorrenza a qualsiasi comandante 2. - obbedirlo 3. - archibugi sfavillanti 4. - colpi d'archibugio, schioppettate |
Mentre c'è chalched'un 1, che si rammarica, Miglianta 2 ce ne son, che ce festeggiano 3, Perché hanno vista così bella scarica, E havella fatta i sgherri assai si preggiano 4. Hor mentre ogn'un lo schioppo suo ricarica Li tamburrini fra di lor gareggiano In tel batte la cassa, e a mani stese L'alfier Fasciolo a sbandierà si mese 5. |
1. - qualcuno 2. - migliaia (enfatico) 3. - se ne rallegrano 4. - gli sgherri sono orgogliosi di averla fatta 5. - si mise |
Ma in questo mentre 1 succedette un caso 2, (A dir la verità) ridicoloso, Ch'ai sgherri stessi dette assai nel naso 3, Se 4 fu per loro, alquanto vergognoso. Nel maneggià della bandiera, a caso, Pel moto, ch'era troppo impetuoso, Si straccia un di quei fogli, ch'era stato Su l'Insegne Ortolane appiccicato. |
1. - in questo contempo 2. - accadde un episodio 3. - dette noia, non piacque affatto 4. - poiché |
De posta 1 (Oh che disgrazia!) comparisce, Una mezza cocuzza 2, ma di quelle, Che sono e tonne 3 e bianche, et assai lisce, Piegate a foggia d'arco, e longarelle 4; Restan però incollate l'altre strisce, E solo questa dette in ciampanelle 5, E causa fu, che la gentaglia sciocca, Facesse una risata a piena bocca 6. |
1. - all'improvviso 2. - mezza zucca 3. - tonde 4. - ricurve e lunghette 5. - fece le bizze, non fece il suo dovere 6. - rise forte, di gusto |
Pe' vergogna allor Meo fece la faccia Del colore d'un gammaro 1 arrostito; Ma però in testa subbito si caccia 2 Un penzier dal su' ingegno suggerito. Quella carta dipinta, che si straccia, Che l'artifizio 3 fatto ha discoprito 4, - Dice a più d'uno, mentre glie s'accostaa, - Che fu caso penzato 5, e fatto a posta. |
1. - gambero 2. - si mette in testa 3. - trucco 4. - svelato 5. - una cosa preparata |
Hebbe in sì gran disgrazia una fortuna, E lesto lui, perch'è perzona accorta Se ne serve, e inventar cosa nisciuna Potria miglior, della raggion, che porta 1. Venne giusto a formà 'na mezza luna Quella mezza cocuzza in giù ritorta 2, E fu del caso assai mirabbil opra 3, Ch'una fionna 4 dipinta ci stia sopra. |
1. - non potrebbe inventare spiegazione migliore di quella che dà 2. - incurvata verso il basso 3. - assai fortuita opera del caso 4. - fionda |
Piglia Patacca 'sto ripiego 1, e dice: « Bigna si faccia ognun di voi capace 2, Che 'sta nova comparza non disdice 3; Io far la feci, perché assai me piace. Ecco un augurio ch'è per noi felice: Mentre la copertura si disface 4, La luna s'incocuzza 5 e più non luce 6, E a sta' sotto la fionna si riduce 7. |
1. - questo espediente 2. - ognuno di voi deve rendersi conto 3. - quanto è comparso non è riprovevole 4. - si disfà, si toglie 5. - diventa una zucca 6. - non risplende 7. - cioè: la mezzaluna (dei Turchi) viene a trovarsi sottoposta alla fionda (dei romani) |
Questo vuò dir, che quanno là saremo, Dove li Turchi mò 1 piantati stanno, A fe', ch'allora a fe' li cuccaremo 2 Con le saioccolate 3, che haveranno. Molto bene vedé noi gli faremo 4, Che saperanno 5 in campo saperanno, Pe' daglie presto l'ultima sfortuna, Le nostre fionne lapidà la luna 6. |
1. - adesso, ora 2. - li batteremo 3. - sassate 4. - daremo loro una lezione 5. - poiché sapranno 6. - cioè: in campo, le nostre fionde sapranno lapidare la luna, ecc. |
Meo si rivolge quindi ai signori nobili, chiedendo loro di sostenere la spedizione con qualche donazione.
Ogni speranza mia l'ho già riposta In Lor Signori, e fo' gran capitale 1 Di chalche aiuto, ch'averò di costa 2: E qui consiste el punto principale. In viaggio così longo, e che assai costa, Senza soccorzo, se staria 3 pur male; Però la sprendidezza 4 ho in tel penziero Delli Gnori 5 de Roma, e in questa io spero ». |
1. - conto molto, sarà molto importante 2. - extra, di complemento 3. - si starebbe 4. - lo splendore, la magnificenza 5. - dei signori |
Allor molti di loro garbatissimi Stimorno 1 'sto discorzo assai lodevole, Anzi, che furno in giudicà prontissimi Quest'opera di aiuto meritevole. Alcuni de i più ricchi, e sprendidissimi, Somma offerirno 2, più che convenevole 3 D'oro, con dire a Meo, che s'impegnavano, E il dì seguente, a casa l'aspettavano. |
1. - stimarono, giudicarono 2. - offrirono 3. - più che conveniente, assai opportuna |
La manifestazione volge al termine, e ognuno va via, lasciando il luogo deserto, ma...
A poco a poco allor, la gente sfratta 1: E se ne va via scarpinanno 2 in frotta: È tempo già ch'ognuno se la sbatta 3, Perché l'aria oramai quasi s'annotta 4. Prima che tra carrozze si combatta, E da queste i calessi habbian la rotta 5, Perché in salvo 6 ciascun presto si metta, In tel fuggì, quanto più po', sgammetta 7. |
1. - sfolla, va via 2. - camminando 3. - venga via, se ne torni a casa 4. - volge all'imbrunire 5. - cioè: i calessi seguano le carrozze 6. - per non essere investiti dai veicoli 7. - corre, si affretta |
Trucchian 1 quelle pur via, tutto s'assesta 2; Si spiccia 3 il campo, e si fa piazza rasa 4, E già ogni capitan marcia alla testa Del su' squatrone, e se ne torna a casa. Solo l'Alfier con Meo Patacca resta; Tutia poi, che ci fa la ficcanasa 5, Che con Nuccia, in calesse è lì rimasta, Quanno po', azzenna a Meo, non quanto basta 6. |
1. - filano via 2. - torna tranquillo 3. - si sparecchia 4. - piazza pulita 5. - l'impicciona 6. - quando può fa cenni a Meo, ma non abbastanza (da esser notata) |
Ce fava 1, è vero, Meo dell'homo serio 2 Senza havé manco un fine immagginario Nelle zurle d'amor 3; ma refrigerio 4 Nell'armi aveva, e questo era el su' svario 5. Pur di Nuccia, osservato il piagnisterio 6, Prova in tel core affetto assai contrario 7. Gli pare, che sia cosa da non farla Da zotico partire, e lì lassarla 8. |
1. - faceva 2. - si dava un contegno severo 3. - non curandosi minimamente delle schermaglie amorose 4. - consolazione, soddisfazione 5. - l'attività che amava 6. - il pianto, le lacrime 7. - opposto, cioè a favore dell'amore 8. - andar via villanamente, lasciandola lì |
S'accosta e dice con serena faccia: « 'Sto piagnere cos'è? Signora Nuccia! » Ma lei non parla, e lo scuffin si caccia Su l'occi 1, e così fa la modestuccia. Tutia risponne, e dice: « Poveraccia Di schiattacori fiera scaramuccia Prova 2, e da questa giusto nella gola, Quanno vuo' uscì si strozza la parola 3. |
1. - si abbassa la cuffia sugli occhi 2. - si dibatte fra terribili pene 3. - quando la parola vuole uscirle, rimane strozzata in gola |
Seguita Nuccia a piagnere, e non fiata, Ma fa la gatta morta 1, e benché queta 2 Parla con i sospiri, e se ne sfiata D'havé da Meo risposta almen discreta 3. Allor lui dice: « Ho già mezz'annasata 4 La cosa, come annò: Nuccia t'acqueta 5, Che, come ho ben la verità saputa, Mi passerà la collera, c'ho avuta. |
1. - usa il suo atteggiamento con astuzia 2. - silenziosa, senza parole 3. - sospira fino a sfiatarsi per avere da Meo almeno una risposta decente 4. - ho un mezzo sospetto 5. - calmati, rilassati |
Domani, a casa a ritrovà te vengo, Perché 'st'imbroglio 1, ch'è tra noi, si strichi 2, Pe' giovane onorata io non ti tengo 3 Se come passò el caso 4 non me dichi 5. Io t'imprometto, e a fe' te lo mantengo, Ch'allora ad esser tornaremo amichi, Ma con questo però, che non ardischi 6 Dirmi ch'annà 7 alla guerra io non m'arrischi ». |
1. - questo intricato problema 2. - si districhi, si risolva 3. - reputo 4. - come andò il fatto 5. - dici, riferisci 6. - a patto che tu non ardisca 7. - che andare |
Ce semo 1 intesi, - disse Meo, - ce semo, A rivedecci, e meglio assai dimane 2 La potremo discurre 3 la potremo, Ch'adesso me ne vò, perché ho da fane 4 ». « A casa dunque noi v'aspettaremo », - Rispose Tutia -, e lui: « Bacio le manee », Nuccia che contentissima si mostra, Graziosetta gli dice « Serva vostra ». |
1. - ci siamo 2. - domani 3. - potremo discuterne 4. - da fare |