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GIUSEPPE BERNERI

MEO PATACCA




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(ottave riportate: 3-4, 12, 21-23, 25-28, 31-34, 39-40, 47-50, 63-64, 66-68, 70, 75, 77-78, 80)


Dopo il discorso, Meo Patacca torna a casa per mangiare un boccone.
3 - 4

Gnente però pe' prima havea crompato 1
Da sbattere col dente 2 , se il penziero
Era tutto alle guerre rivoltato 3 ,
e in casa c'era sol zero via zero 4 .
Trovò doppo d'havé rimuscinato 5 ,
Un tozzo secco, e non gli paré vero,
Si messe 6 poi, pe' non magnallo 7 asciutto,
A rosicàne un osso di presciutto.


1. - prima però non aveva comprato nulla
2. - da mettere sotto i denti
3. - rivolto
4. - proprio niente
5. - cercato, rimestato
6. - mise
7. - mangiarlo

Ma, tra ch'era salato e pizzichente 1 ,
Tra, che lui si scalmò 2 per parlà tanto,
Tra 'l Sole, che fu troppo impertinente
In tel fagli provà caldo tamanto,
Era così assetato, che pe' gnente
Havuto havria de beve giusto 3 , quanto
Fà un cacciator che rotta la bottiglia
Girò, senza mai bevere, più miglia.


1. - piccante
2. - agitò, scalmanò
3. - non avrebbe mai bevuto con moderazione


Infine si assopisce, e fa uno strano sogno, il cui significato non riesce a comprendere.
Vicino a lui vive una vecchia di nome Calfurnia, che si spaccia per indovina.
12

C'era una ciospa 1 , un po' gobbetta e lusca 2 ,
Longa di naso e corta assai di vista,
Crespa in fronte e di faccia alquanto brusca 3 ,
Si spacciava una brava gabbalista 4 ;
Annava spesso di merlotti in busca 5 ,
Che d'una volpe veccia era più trista 6 ;
I sogni ad altri interpretare ardiva,
E lei manco sapeva, s'era viva.

1. - vecchia
1. - cupa, losca
2. - torva
3. - cabalista, esoterista
4. - alla ricerca di ingenui
5. - astuta

Meo la invita a casa,e le racconta del sogno, affinché glie lo spieghi.
21 - 23

« Me pareva de sta' nel mezzo a un campo,
Che poi me diventava horto e giardino,
Ed ecco allora da lontano allampo 1
Fiorite piante, et io più m'avvicino.
In t'uno sterpo all'improvviso inciampo,
E quasi cascà volzi a capo chino 2 ,
Mi ritengo, e m'accorgio, e fo' stupori 3 ,
Ch'eran quei, ch'io vedei, cavoli fiori.


1. - noto, vedo
2. - quasi caddi a faccia avanti
3. - riesco ad evitarlo, e mi accorgo
      e mi stupisco

Ci ho gusto 1 a 'sta comparza, e ce n'è uno,
Che pare tra li cavoli un gigante;
Nisciun di questi al paragon, nisciuno
Ce n'è, che non sia cavolo birbante 2 .
Voglia me viè d'haverne chalcheduno 3 ,
Ma sopra tutti, questo più scialante 4 ;
In giù, pe' sradicallo el braccio io slongo 5 ,
E all'improvviso me diventa un fongo 6 .


1. - mi piace, ho piacere
2. - di modeste dimensioni, di minor valore
3. - qualcuno
4. - bello, grande, lussureggiante
5. - allungo
6. - fungo

Così fan tutti l'altri, e si rannicchia
Ogni cavolo in fongo, e giù s'appiatta 1 ;
Allora la vendetta al cor mi picchia,
E vuò, che sia la fongarìa 2 disfatta.
El sangue in te le vene me salticchia 3 ,
E pe' sfongar la cavolesca schiatta,
Al ferro 4 , che sta' al fianco, dò de piglio
Voglio taglià; ma intanto, ecco mi sviglio ».


1. - si abbassa
2. - fungaia
3. - mi batte, mi pulsa
4. - per eliminare la razza dei funghi
5. - spada


Calfurnia ritiene che le varie trasformazioni nel sogno di Meo rivelino che egli sia una persona incostante, le cui azioni non danno affidamento.
La reazione di Meo è terribile.
25 - 28

« Figlio! per te c'è 'na cattiva nova 1 ,
E ti sarà, in sentirla, dolorosa;
Dir vuò, il campo, ch'in horto si rinova,
Ch'una ne penzi, e poi fai 'n'altra cosa;
Senti questo di più, ch'ogni tua prova
T'habbia da riuscì pericolosa,
È segno certo, e assai però m'accora 2 ,
Quell'inciampà, che tu facesti allora.


1. - nuova, notizia
2. - mi preoccupa, mi rattrista

I cavoli che scambiano apparenza 1 ,
E fanno in fonghi subbito mutanza,
Dimostrano per dirla in confidenza,
C'hanno i negozii 2 tui gran incostanza;
Che mentre assai, da te acquistà 3 si penza,
Alfin poi ci sarà poca sustanza,
E cercanno verdura, e ricche piante,
Troverai solo robba da birbante.


1. - cambiano aspetto
2. - azioni
3. - ricevere

Mi spiego meglio. Tu ci sei cascato
A fa' l'amor con qualche brighinella 1 ,
E ti sei nella mente figurato,
Perché vista non l'hai, ch'assai sia bella;
Per esserne poi meglio assicurato,
Tu vuoi far viaggio, e andar verso di quella;
La stimi un sole, e dirtelo bisogna,
Sarà una schifosissima carogna ».


1. - ragazzetta da poco

Più dir volea, ma te glie dà un urtone 1
Meo, ch'allora con impeto s'arrizza 2 ,
E poco manca, non glie dia un sgrugnone 3 ,
E che del naso non ne faccia pizza.
In tel sentì già gli venì el foione 4 ,
E dice tutto rabbia, e tutto stizza:
« Ah razza indegna fra le razze sporche!
Va in malora se vuoi, va su le forche.


1. - le dà uno spintone
2. - si solleva in piedi
3. - forte colpo sul viso
4. - ira, grande stizza

31 - 34

Più non pozzo havé flemma 1 , già me sale
La mosca al naso e tu qui incocci ancora 2 ?
Te dò 'no sganassone sul guanciale 3 ,
Te fo' schizzà quei pochi denti fora 4 .
Và, che se no, te butto pe' le scale,
E d'ubbidì te verrà voglia allora.»
Lei non se move, e fa di piagner finta
E lui de posta 5 te glie dà una spinta.


1. - non posso più trattenermi
2. - sei ancora qui
3. - una sberla in faccia
4. - fuori
5. - improvvisamente

Bello stolzà 1 fece la ciospa allora
Da quella sedia in dove assisa 2 stava.
Schioppò in terra de fatto 3 , e peggio ancora
Poteva havé, se via non scivolava.
Fece a zompi 4 le scale, e mezza fora,
E mezza drento 5 della porta stava,
Perch'era un po' socchiusa; alfin poi scappa,
con furia, e in tell'uscir, tutta si strappa.


1. - fece un bel salto
2. - seduta
3. - piombò dritta in terra
4. - a balzi
5. - mezza dentro

S'accorge allor, ch'è un pianellon 1 restato
A mezze scale, e che cammina zoppa;
Vorria 2 tornà a pigliallo, ma infoiato
Vede Patacca, ch'all'in giù galoppa;
Vorria strillà, ma non glie serve el fiato,
E Meo la mira addrizza in su la groppa 3 ,
Mentre dice: « Tò, piglia, vecchia becca ».
Con la pianella in su la gobba azzecca 4 .


1. - grossa pianella, zoccolo
2. - vorrebbe
3. - sulla schiena
4. - centra, colpisce

Fà uno strillo Calfurnia così orrenno 1
Che s'affacciano tutti li vicini,
Porta in man le pantofole currenno,
E non se cura d'imbrattà i scarpini;
Se n'entra in casa sua, sempre temenno,
Che Patacca glie dia novi grostini 2 .
Perché dubbio di ciò non glie rimanga,
Serrò la porta, e ce metté la stanga.


1. - orrendo
2. - colpi, percosse


Meo si calma, e tenta di dare una sua propria interpretazione allo strano sogno.
39-40

Laùt 1 al campo, è ver che c'inciampai,
Ma però l'onor mio non ce perdei,
Perché in piede assai lesto ce restai,
Gnente per questo già m'intrattenei 2 .
Altro che Turchi non ponn'esser 3 mai
I fonghi, che già cavoli vedei,
E l'osservalli sol, prova è bastante,
Perché il fongo è un Turchetto col turbante.


1. - là
2. - non rimasi lì a lungo per questo
3. - non possono essere

Quel cavolo, che l'altri alla statura
Fa' parer regazzini 1 , e lui pedante 2 ,
Giusto del gran Vissir è la figura,
Che delli Turcaccioli è il commannante.
Non voglio altro sapé, ciò m'assicura,
Che là in guerra farò prove tamante 3 ,
S'a trincià fonghi in sogno hebb'io penziero 4 ,
Questo co' i Turchi io poi farò da vero.


1. - piccoli
2. - importante
3. - grandi cose
4. - se in sogno immaginai di trinciare funghi

Nel frattempo, si sparge la voce che Meo vuole difendere Vienna, e anche la ragazza che di lui è innamorata, Nuccia, lo viene a sapere. È preoccupata delle intenzioni di Meo, così decide di andargli a far visita, per appurare se ciò corrisponda al vero.
47-50

D'annar a trovà Meo s'è risoluta 1 ,
Che vuò sapé, se è vera la partenza,
Perché ha spirito granne, et è braguta 2 ,
Va per non dargli di partir licenza.
La donna d'accompagno 3 è già venuta,
Tuzia se ciama 4 e non ne va mai senza;
Zerbina 5 è Nuccia, ma se l'altra vedi,
T'accorgerai, che non ha scarpe in piedi.


1. - decisa
2. - è di carattere, sa il fatto suo
3. - dama di compagnia
4. - si chiama
5. - elegante

Spesso in città se fanno de 'ste scene:
Comparisce un'amazzone vestita
Con drappi marlettati 1 , con catene,
Con perle, e gioje, e tutta ingalantita 2 .
Co' sfarzo alla damesca se ne viene,
Glie va dereto 3 , lacera, e scuscita,
Ciospa, che penne cenci 4 , e ogni perzona
S'accorge ch'una guitta 5 è la patrona.


1. - merlettati
2. - impreziosita
3. - dietro
4. - una vecchia cenciosa
5. - plebea

Così Nuccia ce fa la squarcioncella 1 ,
Ma poi si sa ch'è rancichetta e sbriscia 2 .
Pur cammina alla moda, e ce sverzella 3 ,
E pe' serva, menà se vuò la griscia 4 .
Pe' soprannome è detta Nuccia bella.
Come se picca, e come entra in valiscia 5 ,
Se così non la ciamano le genti
Guai a lor, se l'havesse tra li denti.


1. - fa un po' la vanitosa
2. - umile, di modeste condizioni
3. - si dà delle arie
4. - vuol condurre seco la vecchia come serva
5. - come va su di giri

Ha vintott'anni, e dirlo non si cura,
Che fa' la pupa 1 tra le giovanette.
Benché li mostri al viso e alla statura,
Non ne confessa più che diciassette;
Alta è di vita, e stretta di centura,
Brunettina, ha le guancie un po' roscette 2 ,
Riccio e bruno è il capello, il viso allegro,
Assai bianchi li denti, e l'occhio negro.


1. - bambina
2. - rosee, colore dell'incarnato


Le due donne raggiungono la casa di Meo, e qui Nuccia gli esterna le sue preoccupazioni.
63 - 64

Voltasi Nuccia allora a Meo Patacca,
Così gli parla: « Embè che nova è questa,
Che di te sento dir così bislacca,
Ch'a questo cor saria troppo molesta 1 ?
Dimmi, s'è avviso vero, o nova stracca 2 ,
Ch'a te un crapiccio 3 sia saltato in testa,
D'andar senza raggion, senza consiglio,
Ad incontrare in guerra il tuo periglio.»


1. - per il mio cuore sarebbe troppo dolorosa
2. - se è notizia vera oppure una voce priva
      di fondamento
3. - capriccio

« E che? Forzi non ho raggion da vennere 1 »,
Rispose Meo, « e non s'havrà a commattere
Contro del Turco infame, che pretennere
Ce vuò, de piglià Vienna 2 , e i nostri abbattere?
Giuro a Baccone 3 che ne voglio stennere 4 ,
Quanti con io 5 là se verranno a imbattere.
Patacca non sarò, non sarò quello,
Se de frabutti non ne fò un macello 6 ».


1. - ragione da vendere
2. - ha l'ardire di prendere Vienna
3. - Bacco
4. - stendere, uccidere
5. - con me
6. - se non faccio una strage di farabutti


Nuccia e Tuzia tentano di convincerlo ad abbandonare il suo proposito.
66 - 68

« Da capo a' piedi io già stremir 1 mi sento,
E già i spasimi al cor mi son venuti,
Pensando, che vuoi far combattimento
Con quella razza d'asini forzuti.
E a chi non metteriano 2 spavento
Quei brutti ceffi d'homini baffuti?
In vederli dipinti il cor mi salta,
Per la paura, e allor tremo tant'alta 3 . »


1. - rabbrividire dalla paura
2. - metterebbero, incuterebbero
3. - tanto così

« Pur troppo è verità!» da fianco scappa 1
La ciospa, e dice: «Eh! Date orecchio, o figlio
Alla signora Nuccia che non sfrappa 2 ,
Ma vi dà con giudizio un bon consiglio;
Scuro 3 quel poveraccio che c'incappa...».
Più seguità non può perché un sbaviglio 4 ,
Che fece longo longo l'impedisce;
Poi cominza a tossì, né mai finisce.


1. - si inserisce
2. - non esagera, non dice una balla
3. - povero, meschino
4. - sbadiglio

Ripiglia 1 intanto Meo: « Non più parole!
Ciarlate proprio come sarapiche 2 .
Un par mio non dà retta a donnicciole,
Che son di grolia e di valor nemiche.
Sì, che ci voglio annà 3 , (dica chi vuole),
In guerra a sbaraglià squadre nemiche:
Tu parli per amor, (vorria scusarte) 4 ,
Ma quest'amor, bigna 5 che ceda a Marte ».


1. - riprende il discorso
2. - come zanzare, insetti molesti
3. - andare
4. - vorrei scusarti
5. - bisogna, deve proprio

70

« Me la merito sì, me sta pur bene
Questa, ch'al cor mi dài si cruda stretta 1 ,
Et il gran gusto ch'hai delle mie pene,
Se troppo nell'amarti io corzi in fretta.
Ma senti quel ch'a te operar conviene 2 ,
Prima d'andar de i Turchi a far vendetta:
Tu di te stesso vendicar ti dei,
Se con Nuccia, che t'ama, un Turco sei ».


1. - una tal fitta che dai al mio cuore
2. - quel ch'è meglio che tu faccia

75

« Quietati, - dice, - Nuccia, perché hai torto,
A fà con me tante frollosarìe 1 .
Vuoi sol della partenza il disconforto 2 ,
E gnente penzi alle vittorie mie,
E non sai ch'alla guerra io farò 'l morto 3 ,
E buscherò delle galantarie 4 ?
Sappi che i Turchi, (a me già par d'haverle),
A iosa nei turbanti hanno le perle ».


1. - tante smancerie
2. - ti preoccupi solo della partenza
3. - bottino
4. - cose eleganti, da signori

77 - 78

« S'altri doni non ho, - risponne Nuccia, -
Di quei che tu mi porti, io starò fresca 1 !
O ritorni appoggiato a una cannuccia 2 ,
Quanno 3 salvà la vita ti riesca,
O pur, se ricco venghi 4 , una fettuccia
Manco mi donaresti, e non t'incresca,
Ch'il dica 5 , perché sò, dal duol trafitta,
Che più nel libro tuo non ci sto scritta.


1. - poveretta me!
2. - bastone, stampella, gruccia
3. - premesso che, sempre che
4. - vieni, torni
5. - che io dica questo

Se fuor della città un sol passo dài 1 ,
Allor di me, tu subbito ti scordi,
Come se vista non m'havessi mai,
E più del mio dolor non ti ricordi,
E mentre il sodo 2 et il guerrier ci fai,
Forse con altra a far l'amor t'accordi.
Sarà di me più bella, io posso dirti,
Ma non di me più pronta nel servirti. »


1. - fai un sol passo, esci appena
2. - il duro, il coraggioso

80

Piagneva intanto Nuccia, et il singhiozzo
Gli annava intrattenenno 1 li sospiri,
E puro chalchedun glie n'esce smozzo 2
Tra l'affannati e languidi respiri.
Questi, (tacer la verità non pozzo 3 )
Son della donna soliti riggiri 4 ,
Se vuò, ch'in cor d'un'homo amor rinasca,
Fa quattro lagrimucce, e il gonzo casca.


1. - trattenendo, frenando
2. - qualcuno ne esce rotto
3. - posso
4. - raggiri, trucchi


Le due donne se ne vanno; Meo Patacca continua a fare sfoggio del suo orgoglio, ma le parole di Nuccia lo hanno toccato.



Canto I torna a  LA LINGUA E LA POESIA Canto III


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