GIUSEPPE BERNERI MEO PATACCA |
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Dopo il discorso, Meo Patacca torna a casa per mangiare un boccone.
Gnente però pe' prima havea crompato 1 Da sbattere col dente 2 , se il penziero Era tutto alle guerre rivoltato 3 , e in casa c'era sol zero via zero 4 . Trovò doppo d'havé rimuscinato 5 , Un tozzo secco, e non gli paré vero, Si messe 6 poi, pe' non magnallo 7 asciutto, A rosicàne un osso di presciutto. |
1. - prima però non aveva comprato nulla 2. - da mettere sotto i denti 3. - rivolto 4. - proprio niente 5. - cercato, rimestato 6. - mise 7. - mangiarlo |
Ma, tra ch'era salato e pizzichente 1 , Tra, che lui si scalmò 2 per parlà tanto, Tra 'l Sole, che fu troppo impertinente In tel fagli provà caldo tamanto, Era così assetato, che pe' gnente Havuto havria de beve giusto 3 , quanto Fà un cacciator che rotta la bottiglia Girò, senza mai bevere, più miglia. |
1. - piccante 2. - agitò, scalmanò 3. - non avrebbe mai bevuto con moderazione |
Infine si assopisce, e fa uno strano sogno, il cui significato non riesce a comprendere.
Vicino a lui vive una vecchia di nome Calfurnia, che si spaccia per indovina.
C'era una ciospa 1 , un po' gobbetta e lusca 2 , Longa di naso e corta assai di vista, Crespa in fronte e di faccia alquanto brusca 3 , Si spacciava una brava gabbalista 4 ; Annava spesso di merlotti in busca 5 , Che d'una volpe veccia era più trista 6 ; I sogni ad altri interpretare ardiva, E lei manco sapeva, s'era viva. |
1. - vecchia 1. - cupa, losca 2. - torva 3. - cabalista, esoterista 4. - alla ricerca di ingenui 5. - astuta |
Meo la invita a casa,e le racconta del sogno, affinché glie lo spieghi.
« Me pareva de sta' nel mezzo a un campo, Che poi me diventava horto e giardino, Ed ecco allora da lontano allampo 1 Fiorite piante, et io più m'avvicino. In t'uno sterpo all'improvviso inciampo, E quasi cascà volzi a capo chino 2 , Mi ritengo, e m'accorgio, e fo' stupori 3 , Ch'eran quei, ch'io vedei, cavoli fiori. |
1. - noto, vedo 2. - quasi caddi a faccia avanti 3. - riesco ad evitarlo, e mi accorgo e mi stupisco |
Ci ho gusto 1 a 'sta comparza, e ce n'è uno, Che pare tra li cavoli un gigante; Nisciun di questi al paragon, nisciuno Ce n'è, che non sia cavolo birbante 2 . Voglia me viè d'haverne chalcheduno 3 , Ma sopra tutti, questo più scialante 4 ; In giù, pe' sradicallo el braccio io slongo 5 , E all'improvviso me diventa un fongo 6 . |
1. - mi piace, ho piacere 2. - di modeste dimensioni, di minor valore 3. - qualcuno 4. - bello, grande, lussureggiante 5. - allungo 6. - fungo |
Così fan tutti l'altri, e si rannicchia Ogni cavolo in fongo, e giù s'appiatta 1 ; Allora la vendetta al cor mi picchia, E vuò, che sia la fongarìa 2 disfatta. El sangue in te le vene me salticchia 3 , E pe' sfongar la cavolesca schiatta, Al ferro 4 , che sta' al fianco, dò de piglio Voglio taglià; ma intanto, ecco mi sviglio ». |
1. - si abbassa 2. - fungaia 3. - mi batte, mi pulsa 4. - per eliminare la razza dei funghi 5. - spada |
Calfurnia ritiene che le varie trasformazioni nel sogno di Meo rivelino che egli sia una persona incostante, le cui azioni non danno affidamento.
La reazione di Meo è terribile.
« Figlio! per te c'è 'na cattiva nova 1 , E ti sarà, in sentirla, dolorosa; Dir vuò, il campo, ch'in horto si rinova, Ch'una ne penzi, e poi fai 'n'altra cosa; Senti questo di più, ch'ogni tua prova T'habbia da riuscì pericolosa, È segno certo, e assai però m'accora 2 , Quell'inciampà, che tu facesti allora. | 1. - nuova, notizia 2. - mi preoccupa, mi rattrista |
I cavoli che scambiano apparenza 1 , E fanno in fonghi subbito mutanza, Dimostrano per dirla in confidenza, C'hanno i negozii 2 tui gran incostanza; Che mentre assai, da te acquistà 3 si penza, Alfin poi ci sarà poca sustanza, E cercanno verdura, e ricche piante, Troverai solo robba da birbante. |
1. - cambiano aspetto 2. - azioni 3. - ricevere |
Mi spiego meglio. Tu ci sei cascato A fa' l'amor con qualche brighinella 1 , E ti sei nella mente figurato, Perché vista non l'hai, ch'assai sia bella; Per esserne poi meglio assicurato, Tu vuoi far viaggio, e andar verso di quella; La stimi un sole, e dirtelo bisogna, Sarà una schifosissima carogna ». |
1. - ragazzetta da poco |
Più dir volea, ma te glie dà un urtone 1 Meo, ch'allora con impeto s'arrizza 2 , E poco manca, non glie dia un sgrugnone 3 , E che del naso non ne faccia pizza. In tel sentì già gli venì el foione 4 , E dice tutto rabbia, e tutto stizza: « Ah razza indegna fra le razze sporche! Va in malora se vuoi, va su le forche. |
1. - le dà uno spintone 2. - si solleva in piedi 3. - forte colpo sul viso 4. - ira, grande stizza |
Più non pozzo havé flemma 1 , già me sale La mosca al naso e tu qui incocci ancora 2 ? Te dò 'no sganassone sul guanciale 3 , Te fo' schizzà quei pochi denti fora 4 . Và, che se no, te butto pe' le scale, E d'ubbidì te verrà voglia allora.» Lei non se move, e fa di piagner finta E lui de posta 5 te glie dà una spinta. |
1. - non posso più trattenermi 2. - sei ancora qui 3. - una sberla in faccia 4. - fuori 5. - improvvisamente |
Bello stolzà 1 fece la ciospa allora Da quella sedia in dove assisa 2 stava. Schioppò in terra de fatto 3 , e peggio ancora Poteva havé, se via non scivolava. Fece a zompi 4 le scale, e mezza fora, E mezza drento 5 della porta stava, Perch'era un po' socchiusa; alfin poi scappa, con furia, e in tell'uscir, tutta si strappa. |
1. - fece un bel salto 2. - seduta 3. - piombò dritta in terra 4. - a balzi 5. - mezza dentro |
S'accorge allor, ch'è un pianellon 1 restato A mezze scale, e che cammina zoppa; Vorria 2 tornà a pigliallo, ma infoiato Vede Patacca, ch'all'in giù galoppa; Vorria strillà, ma non glie serve el fiato, E Meo la mira addrizza in su la groppa 3 , Mentre dice: « Tò, piglia, vecchia becca ». Con la pianella in su la gobba azzecca 4 . |
1. - grossa pianella, zoccolo 2. - vorrebbe 3. - sulla schiena 4. - centra, colpisce |
Fà uno strillo Calfurnia così orrenno 1 Che s'affacciano tutti li vicini, Porta in man le pantofole currenno, E non se cura d'imbrattà i scarpini; Se n'entra in casa sua, sempre temenno, Che Patacca glie dia novi grostini 2 . Perché dubbio di ciò non glie rimanga, Serrò la porta, e ce metté la stanga. |
1. - orrendo 2. - colpi, percosse |
Meo si calma, e tenta di dare una sua propria interpretazione allo strano sogno.
Laùt 1 al campo, è ver che c'inciampai, Ma però l'onor mio non ce perdei, Perché in piede assai lesto ce restai, Gnente per questo già m'intrattenei 2 . Altro che Turchi non ponn'esser 3 mai I fonghi, che già cavoli vedei, E l'osservalli sol, prova è bastante, Perché il fongo è un Turchetto col turbante. |
1. - là 2. - non rimasi lì a lungo per questo 3. - non possono essere |
Quel cavolo, che l'altri alla statura Fa' parer regazzini 1 , e lui pedante 2 , Giusto del gran Vissir è la figura, Che delli Turcaccioli è il commannante. Non voglio altro sapé, ciò m'assicura, Che là in guerra farò prove tamante 3 , S'a trincià fonghi in sogno hebb'io penziero 4 , Questo co' i Turchi io poi farò da vero. |
1. - piccoli 2. - importante 3. - grandi cose 4. - se in sogno immaginai di trinciare funghi |
Nel frattempo, si sparge la voce che Meo vuole difendere Vienna, e anche la ragazza che di lui è innamorata, Nuccia, lo viene a sapere. È preoccupata delle intenzioni di Meo, così decide di andargli a far visita, per appurare se ciò corrisponda al vero.
D'annar a trovà Meo s'è risoluta 1 , Che vuò sapé, se è vera la partenza, Perché ha spirito granne, et è braguta 2 , Va per non dargli di partir licenza. La donna d'accompagno 3 è già venuta, Tuzia se ciama 4 e non ne va mai senza; Zerbina 5 è Nuccia, ma se l'altra vedi, T'accorgerai, che non ha scarpe in piedi. |
1. - decisa 2. - è di carattere, sa il fatto suo 3. - dama di compagnia 4. - si chiama 5. - elegante |
Spesso in città se fanno de 'ste scene: Comparisce un'amazzone vestita Con drappi marlettati 1 , con catene, Con perle, e gioje, e tutta ingalantita 2 . Co' sfarzo alla damesca se ne viene, Glie va dereto 3 , lacera, e scuscita, Ciospa, che penne cenci 4 , e ogni perzona S'accorge ch'una guitta 5 è la patrona. |
1. - merlettati 2. - impreziosita 3. - dietro 4. - una vecchia cenciosa 5. - plebea |
Così Nuccia ce fa la squarcioncella 1 , Ma poi si sa ch'è rancichetta e sbriscia 2 . Pur cammina alla moda, e ce sverzella 3 , E pe' serva, menà se vuò la griscia 4 . Pe' soprannome è detta Nuccia bella. Come se picca, e come entra in valiscia 5 , Se così non la ciamano le genti Guai a lor, se l'havesse tra li denti. |
1. - fa un po' la vanitosa 2. - umile, di modeste condizioni 3. - si dà delle arie 4. - vuol condurre seco la vecchia come serva 5. - come va su di giri |
Ha vintott'anni, e dirlo non si cura, Che fa' la pupa 1 tra le giovanette. Benché li mostri al viso e alla statura, Non ne confessa più che diciassette; Alta è di vita, e stretta di centura, Brunettina, ha le guancie un po' roscette 2 , Riccio e bruno è il capello, il viso allegro, Assai bianchi li denti, e l'occhio negro. |
1. - bambina 2. - rosee, colore dell'incarnato |
Le due donne raggiungono la casa di Meo, e qui Nuccia gli esterna le sue preoccupazioni.
Voltasi Nuccia allora a Meo Patacca, Così gli parla: « Embè che nova è questa, Che di te sento dir così bislacca, Ch'a questo cor saria troppo molesta 1 ? Dimmi, s'è avviso vero, o nova stracca 2 , Ch'a te un crapiccio 3 sia saltato in testa, D'andar senza raggion, senza consiglio, Ad incontrare in guerra il tuo periglio.» |
1. - per il mio cuore sarebbe troppo dolorosa 2. - se è notizia vera oppure una voce priva di fondamento 3. - capriccio |
« E che? Forzi non ho raggion da vennere 1 », Rispose Meo, « e non s'havrà a commattere Contro del Turco infame, che pretennere Ce vuò, de piglià Vienna 2 , e i nostri abbattere? Giuro a Baccone 3 che ne voglio stennere 4 , Quanti con io 5 là se verranno a imbattere. Patacca non sarò, non sarò quello, Se de frabutti non ne fò un macello 6 ». |
1. - ragione da vendere 2. - ha l'ardire di prendere Vienna 3. - Bacco 4. - stendere, uccidere 5. - con me 6. - se non faccio una strage di farabutti |
Nuccia e Tuzia tentano di convincerlo ad abbandonare il suo proposito.
« Da capo a' piedi io già stremir 1 mi sento, E già i spasimi al cor mi son venuti, Pensando, che vuoi far combattimento Con quella razza d'asini forzuti. E a chi non metteriano 2 spavento Quei brutti ceffi d'homini baffuti? In vederli dipinti il cor mi salta, Per la paura, e allor tremo tant'alta 3 . » |
1. - rabbrividire dalla paura 2. - metterebbero, incuterebbero 3. - tanto così |
« Pur troppo è verità!» da fianco scappa 1 La ciospa, e dice: «Eh! Date orecchio, o figlio Alla signora Nuccia che non sfrappa 2 , Ma vi dà con giudizio un bon consiglio; Scuro 3 quel poveraccio che c'incappa...». Più seguità non può perché un sbaviglio 4 , Che fece longo longo l'impedisce; Poi cominza a tossì, né mai finisce. |
1. - si inserisce 2. - non esagera, non dice una balla 3. - povero, meschino 4. - sbadiglio |
Ripiglia 1 intanto Meo: « Non più parole! Ciarlate proprio come sarapiche 2 . Un par mio non dà retta a donnicciole, Che son di grolia e di valor nemiche. Sì, che ci voglio annà 3 , (dica chi vuole), In guerra a sbaraglià squadre nemiche: Tu parli per amor, (vorria scusarte) 4 , Ma quest'amor, bigna 5 che ceda a Marte ». |
1. - riprende il discorso 2. - come zanzare, insetti molesti 3. - andare 4. - vorrei scusarti 5. - bisogna, deve proprio |
« Me la merito sì, me sta pur bene Questa, ch'al cor mi dài si cruda stretta 1 , Et il gran gusto ch'hai delle mie pene, Se troppo nell'amarti io corzi in fretta. Ma senti quel ch'a te operar conviene 2 , Prima d'andar de i Turchi a far vendetta: Tu di te stesso vendicar ti dei, Se con Nuccia, che t'ama, un Turco sei ». |
1. - una tal fitta che dai al mio cuore 2. - quel ch'è meglio che tu faccia |
« Quietati, - dice, - Nuccia, perché hai torto, A fà con me tante frollosarìe 1 . Vuoi sol della partenza il disconforto 2 , E gnente penzi alle vittorie mie, E non sai ch'alla guerra io farò 'l morto 3 , E buscherò delle galantarie 4 ? Sappi che i Turchi, (a me già par d'haverle), A iosa nei turbanti hanno le perle ». |
1. - tante smancerie 2. - ti preoccupi solo della partenza 3. - bottino 4. - cose eleganti, da signori |
« S'altri doni non ho, - risponne Nuccia, - Di quei che tu mi porti, io starò fresca 1 ! O ritorni appoggiato a una cannuccia 2 , Quanno 3 salvà la vita ti riesca, O pur, se ricco venghi 4 , una fettuccia Manco mi donaresti, e non t'incresca, Ch'il dica 5 , perché sò, dal duol trafitta, Che più nel libro tuo non ci sto scritta. |
1. - poveretta me! 2. - bastone, stampella, gruccia 3. - premesso che, sempre che 4. - vieni, torni 5. - che io dica questo |
Se fuor della città un sol passo dài 1 , Allor di me, tu subbito ti scordi, Come se vista non m'havessi mai, E più del mio dolor non ti ricordi, E mentre il sodo 2 et il guerrier ci fai, Forse con altra a far l'amor t'accordi. Sarà di me più bella, io posso dirti, Ma non di me più pronta nel servirti. » |
1. - fai un sol passo, esci appena 2. - il duro, il coraggioso |
Piagneva intanto Nuccia, et il singhiozzo Gli annava intrattenenno 1 li sospiri, E puro chalchedun glie n'esce smozzo 2 Tra l'affannati e languidi respiri. Questi, (tacer la verità non pozzo 3 ) Son della donna soliti riggiri 4 , Se vuò, ch'in cor d'un'homo amor rinasca, Fa quattro lagrimucce, e il gonzo casca. |
1. - trattenendo, frenando 2. - qualcuno ne esce rotto 3. - posso 4. - raggiri, trucchi |
Le due donne se ne vanno; Meo Patacca continua a fare sfoggio del suo orgoglio, ma le parole di Nuccia lo hanno toccato.