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GRAZIE A...
NEWS |
di Filippo Rossi
Nessun rumore, nessun percettibile
movimento. Le tre lune di Daallya si confondevano nella luce spettrale
del lontano sole, con le tre minacciose sagome degli Star Destroyer Imperiali.
Le enormi macchine da guerra erano in orbita, in paziente attesa… Come
statue di antichi cavalieri pronte ad animerai e a sguainare le lunghe
spade. Il tenente Red Annyd, ufficiale di rotta del mostruoso Star
Destroyer Fearless, era in piedi, rigido, sulla plancia di comando
della nave. Come sempre il capitano Zeedove teneva per ultimi gli ordini
riservati a lui. Il vecchio capitano era a conoscenza dell’ amicizia
tra Annyd e il comandante De Vries… La conosceva e la disprezzava.
Come poteva un valido e fedele soldato dell’esercito imperiale come Red
Annyd sprecare il suo talento al servizio di un presuntuoso ed inetto pallone
gonfiato? Zeedove non sopportava quel Duncan De Vries, e ancor meno
sopportava l’inspiegabile legame di fedeltà e collaborazione che
esisteva fra quei due. Al contrario ammirava Annyd e non perdeva
occasione per rimproverargli velatamente lo “spreco di potenzialità”.
All’inteno dell’astronave oramai l’intero equipaggio conosceva e sopportava
queste schermaglie tra i due militari più ammirati e rispettati
dell’intera flotta stellare.
“Gli ordini per lei tenente
sono chiari.” Finalmente Zeedove si voltò verso l’immobile
ufficiale e parlò.
“Si rimanga in orbita su Daallya,
a distanza standard dagli Star Destroyer Violator e Merciless. Nessuno
deve lasciare il sistema planetario e penetrare lo spazio aereo senza un
permesso esplicito della Sicurezza Imperiale. Esegua tenente.”
“Agli ordini, Signore” Annyd
salutò e si mosse per eseguire i soliti ordini imperiali, stringati
e immotivati…troppo misteriosi per il curioso Annyd.
“Strana questa concentrazione
di Star Destroyer per presidiare un sistema senza importanza e periferico
come Daallya, signore. “ Annyd era curioso e furbo: non era questa la prima
volta che faceva leva sulla nota ammirazione del vecchio capitano
nei suoi confronti per estorcere garbatamente preziose informazioni. E
nuovamente Zeedove cadde nella rete.
“Ordini dell’Imperatore in
persona, tenente Annyd. La delicata operazione di sorveglianza per
la quale ci siamo mossi in forze è un termine che suona falso anche
a me.”
“Che sia, in realtà,
un attacco a sorpresa contro un qualche insediamento militare nemico?”
“Annyd, lei è pieno
di risorse. Questo è il mio sospetto; ma mi raccomando, che rimanga
tra noi. Ora vada…”
“Come desidera.”
Un sorriso compiaciuto si
dipinse sul volto di Zeedove, mentre osservava l’alta figura di Annyd che
si allontanava. Annyd affrontò con decisione i gradini di freddo
metallo nero che lo separavano dalle postazioni dei capo-piloti. Nell’ombra
un sorriso di ghiaccio, per un attimo, gli lampeggiò negli occhi:
Duncan avrebbe sicuramente trovato interessanti quelle notizie riservate.
Abbaiò qualche ordine all’ufficiale di servizio, tremante come sempre
in sua presenza, e si diresse verso i quartieri della Sicurezza Interna.
De Vries lo ricevette subito. De Vries era di spalle, davanti ad un enorme
specchio, grande quanto la sua massiccia figura. Un forte profumo di spezie
circondava la stanza, e il comandante canticchiava un raffinato motivo
dell’ultimo festival canoro di Coruscant.
“Ti piace, Annyd? Lo hanno
appena portato gli inservienti dalla stiva. E’ un omaggio del Generale
Omayadd. ‘Felicitazioni per il suo ultimo successo editoriale, Comandante
De Vries. Un autografo sulla copia in mio possesso del suo ultimo saggio,
Il
bombardamento di particelle-effetti sulla stabilità dell’equilibrio
planetario, sarebbe un sogno realizzato’… Così recitava il biglietto
di accompagnamento. Ahr, ahr, ahr!”
Una risata cavernosa accompagnò
i gesti frenetici delle mani tempestate di anelli.
“Ecco, un po’ più stretto
qui, e il colletto meno rigido… ed è perfetto. Omayadd si
è rivelato un ammiratore del taglio classico dello stilista ARFEET.
Che piacevole sorpresa!”
“Ehm, Comandante, ho delle
novità che meritano la sua attenzione.”
“Parla Annyd, ti ascolto,”
fece De Vries, lanciando uno sguardo monco all’immagine riflessa dell’alto
e baffuto tenente.
“Comandante pare che l’operazione
che il Fearless sta conducendo su Daallya si rivelerà una missione
militare nei confronti di una base… ribelle insediata nel sistema.”
Alla parola ribelle
una smorfia di disgusto incrinò l’aura di efficienza e impassibilità
di Annyd.
“Lo stesso Capitano Zeedove
me l’ha confidato.”
“Interessante,” De Vries aveva
notato quel lampo di odio e disprezzo, “questo Zeedove è fastidioso…
Ma è abile e ragionevole. Deve avere senz’altro ragione. Molto interessante…”
Lo sguardo per metà
inespressivo del suo viso semi paralizzato si perse nel vuoto, fantasticando:
“Che non ci possa scappare un’occasione per mettersi in evidenza agli occhi
dell’equipe Imperiale, con una mossa violenta e precisa?”
“Mi scusi, Comandante se si
dovrà attaccare la base nemica potrà presentarsi dal Capitano
Zeedove e dai Capitani degli altri due Star Destroyer con una tattica d’attacco
già studiata…Del resto le conoscenze in materia…”
“Non mi mancano!” completò
il pensiero De Vries. Rise: “Mi sovviene giusta appunto quel capitolo
del saggio pubblicato l’altr’anno a proposito dell’attacco a sorpresa tramite
un falso cargo civile minato con cariche al carbonio neutronico…”
“Ottima idea!” Annyd ammirava
la cultura apparentemente sconfinata di De Vries riguardo massacri e stermini
di razze… E ammirava inoltre l’istinto politico e l’innata ferocia. Va
bene tutto questo veniva bilanciato da una certa inettitudine nelle questioni
più pratiche … Del resto l’esperienza comune sulla fregata Rhotten
IV, alquanto sfortunata, o il famigerato (e breve) periodo al servizio
dello stesso Darth Vader (dalle conseguenze piuttosto vistose per il povero
Duncan) ne erano la testimonianza certo… Ma alla fine, pensava Annyd, nessuno
è perfetto… Ed era consapevole che la loro alleanza e amicizia era
senz’altro fertile.
“Bene bene, Annyd…Gli eventi
ci sono favorevoli.” De Vries gongolava lisciandosi le pieghe del vezzoso
(e costoso) giaccone di vera pelle di Rodhr. La testa tozza e calva si
spostava a sinistra e a destra porgendo ora un profilo ora l’altro (De
Vries preferiva, a ragione, il destro). Ogni suo movimento lasciava trasparire
un’allegra soddisfazione.
Poi d’improvviso: “Notizie
da Cassayne di Technoforce? Hanno beccato quello schifo di Gothar Palpatine?”
“Non ancora, Comandante, ma
credo che sia questione di ore.”
“Benissimo, Annyd. Questa
mossa potrà regalarci rispetto e ammirazione da parte dei vertici
di Technoforce. E Technoforce è direttamente collegata all’Imperatore,
ricordatelo Red…Non a Darth Vader” Nel pronunciare il nome dell’Oscuro
Signore dei Sith, un brivido percorse le schiene dei due uomini, per differenti
ragioni.
“E per quanto riguarda il
tuo contatto su M’aheli, a proposito della questione Grigor?” Riprese dopo
un momento De Vries.
“Comandante mi sono informato,
il mio amico e collega al quale avevo pensato è ancora di stanza
in quel sistema. Il tenente Roger Aque è fidato e abbastanza influente
su M’aheli, potrà esserci utile.”
“Grigor è molto pericoloso
per me, politicamente s’intende…” De Vries pensava a voce alta.
“Le informazioni di Gothar
Palpatine, quell’inutile scherzo di natura, quello sciocco fesso e fallito,
potranno darmi una mano…” un occhio brillante (il destro) e uno spento
(il sinistro) si posarono lentamente sul riflesso di Annyd, in piedi, impassibile,
alle spalle del Comandante: “Questo Roger Aque potrà verificare
di persona? Potrà spiare Grigor e darmi le prove dei suoi loschi
traffici?”
“Aque è una mia antica
conoscenza. Puoi fidarti Duncan. Siamo vecchi amici Roger ed io.”
“Ottimo.” De Vries ritornò
ad ammirare, totalmente rapito, i riflessi ambrati del suo pregiato capo
di vestiario.
“E poi, Red, il tuo caro amico
Tenente Aque dovrà sparire dalla faccia della Galassia… Nessun testimone,
naturalmente.” E stavolta badò bene a non esprimere ad alta voce
il suo oscuro pensiero.

Per
seguire le vicende di Aque dovete tenere d'occhio Vexena Trelune nel racconto: |
Incontri
a Boonta |
di Filippo Rossi
La folla affluiva scomposta
dalle enormi entrate ad arco laterali, riempiendo l’arena che ormai era
gremita da più di due milioni di persone. La gara di velocità
di Boonta era l’evento sportivo dell’anno nella galassia, e il sistema
che lo ospitava era visitato ad ogni edizione da miliardi di esseri
viventi, animati naturalmente dalle più disparate motivazioni:
quelle prettamente sportive si univano a quelle più veniali, come
intrighi, complotti, complotti politici e attentati assassini. Il tenente
Imperiale Red Annyd, altero ed impassibile era ovviamente mosso da quest’ultimi
obiettivi. La sua scorta di truppe d’assalto, nelle lucide armature bianche,
fendeva la moltitudine variopinta e vociante, senza nemmeno il bisogno
di minacce. I volti di mercanti, scommettitori, e prostitute si allontanavano
atterriti al passare del corteo, respinti più che dalle armi
spianate dalla rigida determinazione di occhi gelidi e di elmi impenetrabili.
La mente agile di Annyd lavorava incessantemente mentre la sua alta e veloce
figura spiccava tra i venti soldati immacolati. Era strano che il Capitano
Zeedove gli avesse concesso il permesso per quella veloce visita a Boonta.
Annyd, come ufficiale di rotta del suo Star Destroyer, durante una missione
speciale della nave avrebbe dovuto essere disponibile 24 ore su 24… E il
raggruppamento di Star Destroyers su Daallya era senz’altro da considerarsi
“missione speciale”. “Duncan ha subito approfittato della improvvisa disponibilità
del nostro Capitano. La mia presenza su Boonta è preziosa per i
nostri attuali piani: devo essere presente per gli affari Tion e
Grigor. Spero che su Daallya la situazione non precipiti.” Red Annyd era
assorto nelle sue preoccupazioni e camminava spedito verso il suo appuntamento
con l’esimio Lord Tion per discutere, per conto di Duncan De Vries, dell’accordo
sulla proclamazione della Legge Marziale e del “Club per lo sterminio legale”.
I fidati soldati delle truppe d’assalto, personalmente scelti dal Tenente
Annyd, avevano ormai a non discutere il temuto ufficiale Imperiale in quei
momenti di nervoso silenzio. Un uomo internamente inquieto, ma (come al
solito) di aspetto imperturbabile e micidiale. Raggiunsero il punto di
contatto, la cantina di Mastro Rennedi, appena di fronte all’arena delle
corse, presidiata dalla scorta personale di Lord Tion: uno dei consiglieri
personali dell’Imperatore. I civili erano tenuti a distanza di sicurezza,
e le truppe della guardia di Tion bevevano e scherzavano con le cameriere
ai tavoli. Annyd dentro di sé si imbestialì cercando di non
darlo a vedere ai suoi uomini.
Fu lui il primo ad avvertire
il trambusto di una rissa di fronte alla cantina, e fu l’unico a notare,
dalla parte opposta, nell’ombra, una insignificante sagoma semi-umana armata
di un blaster di precisione…Era una ovvia tattica, elementare e prevedibile.
La scorta di Tion si alzò dai tavoli esterni della cantina e si
lanciò a sedare il tumulto, falso come lo splendore di un Rank di
piombo, lasciando indifeso l’alto dignitario di corte che sorseggiava tranquillo
una Elettrovodka.
Annyd, fulmineo alzò
il suo blaster tascabile e tagliò in due la testa dell’essere all’ombra,
distante una trentina di metri. Il blaster di precisione cadde da
un tentacolo insanguinato (sangue azzurro, notò Annyd), e un corpo
vagamente antropoide rotolò pesantemente nella polvere, attirando
l’attenzione di tutti gli Imperiali presenti. Annyd tranquillo parlò
alla sua squadra, stretta attorno a lui. Nella confusione generale di ordino
Imperiali contrastanti e tentativi di fuga da parte dei ribelli catturati
nella falsa rissa, la voce del Tenente risuonò come un megafono:
“Tutto a posto, ragazzi. HRY-3001, tu recati dall’ufficiale in capo della
scorta di Tion ed aiutalo ad organizzare l’arresto di quella feccia ribelle,
THJ-7899, preleva il cadavere dell’attentatore; dieci di voi rastrellino
la zona per un raggio di 50 metri; gli altri con me. Eseguire.”
“Sì, Signore.”
Lord Tion si era rovesciato
l’elettrovodka sulla tunica nuova di zecca, prendendo una scossa
di varie decine di volts. Quando Annyd giunse per porgere i suoi umili
omaggi, il capo della sua guardia personale, un vecchio ufficiale tarchiato
e calvo cercava affannosamente una spiegazione per l’inconcepibile accaduto,
pulendogli con una salvietta la macchia sul corsetto e pettinandogli i
capelli biondicci. “Duncan, speriamo che quest’inetto sia veramente
di una qualche utilità per le tue ambizioni…” pensò Red Annyd,
fulminando con uno sguardo dieci militari, tre ufficiali dell’esercito
e un Consigliere Imperiale.
Duncan De Vries giocherellava
nervosamente con gli anelli che tempestavano le dita delle sue mani.
Solo nei suoi appartamenti
privati poteva permettersi di indossarli, la rigida etichetta militare
lo impediva e il vanitoso Comandante era costretto ad agghindarsi secondo
il suo innato, raffinato gusto esclusivamente in quei momenti intimi. Ma
erano altri motivi di inquietudine stavolta.
De Vries era contrariato,
come sempre succedeva quando il suo fidato braccio destro Red Annyd era
lontano in missione. E quella missione era questa volta particolarmente
importante. C’era inoltre la questione Daallya. Se quel maledetto Capitano
Zeedove aveva concesso al suo ufficiale di rotta un permesso temporaneo
per la missione (privata) su Boonta, lì su Daallya la missione era
meno urgente e più complicata del previsto. Non sapeva che cosa
pensare, e questa incertezza lo rendeva furioso. L’impossibilità
di organizzare piani, toglieva a Duncan De Vries l’arma più tagliente
a sua disposizione. L’ora prefissata con Annyd era giunta e De Vries avviò
la procedura per il contatto olovideo con il suo amico e complice. Ne era
sicuro: almeno Red gli avrebbe fornito finalmente buone notizie.
“Qui Red Annyd da Boonta.
Duncan, mi ricevi?”
“Tutto a posto, Red, ho inserito
la trasmissione pre-registrata di copertura: al sistema di sorveglianza
dello Star Destroyer ( che gestisco io) sembrerà che stiamo parlando
delle mie scommesse sul pilota Corelliano Jim Guardon e della sua famosa
nave Meteor Striker. Allora, cosa mi dici?”
“Buone notizie, Duncan.”
L’immagine tridimensionale
del fido Annyd tremolava, ma ne riportava perfettamente la moderata soddisfazione.
“All’appuntamento con Lord
Tion ho salvato l’esimio dignitario da un attentato Ribelle. Naturalmente
Tion ha successivamente ascoltato con maggiore attenzione le nostre proposte
di collaborazione e reciproco appoggio. Si metterà in contatto personale
con te al più presto, dopo le gare di Boonta.”
“Ottimo Red.” De Vries già
si stava calmando, la metà non paralizzata del suo volto cominciò
a rilassarsi. “E l’affare Grigor?”
“Ho contattato quell’ufficiale
di cui ti parlavo, Roger Aque. Come avevo previsto, era in licenza su Boonta
per le gare di velocità e si è dimostrato disponibile. Siamo
vecchi amici, io e Roger, e l’accordo è stato raggiunto.”
“Come ti è apparso
questo Aque?” De Vries era ancora sospettoso riguardo questa delicata collaborazione
con uno sconosciuto ufficiale di un sistema periferico. Troppo dipendeva
dall’affidabilità di Aque, e sebbene Annyd appariva fiducioso, qualcosa
lo inquietava.
Annyd parve per un attimo
incerto: “Duncan, il tipo è a posto…Garantisco io.”
C’era qualcosa di strano in Red. Era così
inusuale quell’indecisione. De Vries concluse che la sua impressione era
da attribuire al tremolio della trasmissione olovideo. Annyd continuò:
“Gli ho già affidato gli indizi sulle operazioni di Grigor di M’aheli.
Ci fornirà le prove della sua corruzione al più presto e
così ti sarai liberato di uno scomodo rivale politico…”
“Bene, bene…” De Vries si
tormentava gli anelli. Era giunto il momento. Non poteva più rimandare
quegli ordini per Red. Sapeva di ferire gli alti sentimenti di lealtà,
Aque era un suo buon amico. E non era certo per delicatezza che De Vries
indugiava… “Red devi organizzare l’assassinio del Tenente Roger Aque. Dopo
che le prove mi saranno state fornite, un commando suicida mercenario dovrà
eliminare il nostro agente.”
Annyd rimase immobile. Nemmeno
un movimento dei suoi muscoli, dei nervi del suo viso…Che contrasto con
il continuo tremolio dell’immagine! “D’accordo Duncan, me lo immaginavo.
Sapevo che sarebbe finita così. Naturalmente…Naturalmente hai ragione
tu, Roger Aque deve morire.”
Un momento di silenzio. “Organizzerò
un agguato su M’aheli.” De Vries tirò un sospiro di sollievo. Red
aveva capito, Red Annyd e Duncan De Vries erano compari da molto tempo,
e il Comandante conosceva molto bene il Tenente. Ne conosceva il disprezzo
per il tradimento dei legami di lealtà e amicizia. Ne conosceva
la durezza di giudizio. Ne temeva la spietatezza.
“Duncan devo concludere la
trasmissione, credo di essere spiato.” De Vries fu bruscamente interrotto
nei suoi pensieri: “Ci rivedremo sul Fearless. Passo e chiudo.” Poi si
abbandonò sulla sua poltrona imbottita e ammirò con un (unico)
occhio critico i veroritratti sospesi alla parete. Volti di antichi condottieri
e statisti della Vecchia Repubblica. Opere artistiche di inestimabile valore
che iniziarono dei rapidissimi impercettibili movimenti involontari dei
volti programmati dal pittore. In questo modo i veroritratti rispecchiavano
l’essenza delle personalità riprodotte. Lo sguardo monco si perse
nei tic di un Senatore della Repubblica vecchio di 350 anni. La calma e
la fiducia nei propri mezzi era ritornata. “Ora rimane Daallya…” E un sorriso
sinistro gli deformò il volto già mostruoso.

di Filippo Rossi
Red Annyd aggrottò il
sopracciglio destro, mentre ripensava alle parole di Duncan De Vries: "Red,
devi organizzare l'assassinio del Tenente Roger Aque. "E Roger era lì
ora, davanti a lui, anche se migliaia di anni luce li separavano. L'oloimmagine
tremava, come tremava la coscienza di Annyd. Servirsi di un amico e poi
tradirlo non era esattamente quella che lui considerava una regola di vita.
Roger era un suo vero amico, dopo i molti anni passati al servizio dell'Accademia
Imperiale. La voce di Aque risuonava nel lussuoso appartamento
su Boonta City.
"Caro Red, tutto a posto.
Questo Grigor di M'aheli è una vera carogna. Sono individui così
a rovinare l'Impero...Un esponente politico di tale importanza impegolato
nel traffico clandestino di Sinto-prostitute targassiane. E poi ci si lamenta
degli smacchi subiti, come quello di Yavin."
"Hai ragione," disse Annyd
assente "ho appena ricevuto le prove della corruzione di Grigor, registrate
su olodisco, ti ringrazio."
"In gamba, Red. E salutami
il tuo famoso amico Duncan De Vries. Che gli siano utili quelle prove,
e che rovini quel maiale di Grigor!"
"Sta bene. Addio."
Il bruno volto di Roger Aque,
dall'espressione franca e solidale, si illuminò in un sorriso di
saluto e svanì con un ronzio.
Una voce di basso intervenne:
"Quello è Roger Aque. Ho memorizzato i lineamenti. Partirò
subito per M'aheli."
Dall'ombra, dietro Red Annyd,
sbucò un individuo straordinario. Alto e massiccio, rinchiuso in
una lucente corazza di osso di coleottero cannibale, che incorniciava anche
il volto, umanoide ma di un insostenibile colore giallo, gli occhi, due
fessure maligne. Era bardate da decine di coltelli e pugnali, fissati agli
arti ed al tronco. Una lunga coda di cavallo corvina gli ricadeva sulla
schiena.
"Che sia un'azione pulita
e per lui indolore, Razzorro" Annyd, da seduto squadrò gelido e
sprezzante la belva assetata di sangue e di denaro.
"Uccidere un Tenente Imperiale
non è un'impresa facile né a buon mercato. E non sono solo,
saremo in quattro. Un comando in piena regola."
"Sei il miglior mercenario
della Galassia, Razzorro. Sarai pagato il giusto se sarai all'altezza della
tua fama" lo zittì Annyd.
"Tu, Red Annyd, hai fatto
la scelta giusta incaricando me" il gigante corazzato si voltò,
e con passo elastico imboccò l'uscita per lo spazioporto, velocemente
come era entrato. Annyd lo seguì con lo sguardo. Roger Aque era
già un uomo morto. Tutto avrebbe pensato, tranne scendere a patti
con la feccia dell'universo per tradire un commilitone, un Imperiale, un
amico. Ma del resto...Roger Aque lo aveva sempre inquietato. Un leale suddito
dell'Impero, ma troppo idealista, troppo puro di cuore. E forse troppo
bravo come Stello-pilota. Qualcosa gli era sempre sfuggito sul suo conto.
E Annyd non sopportava di avere dubbi sulle persone di cui si circondava.
Scacciò quei foschi pensieri e si concentrò su Duncan. Le
prove erano tutto ciò che importava. Nessun scomodi testimone su
M'aheli, e Duncan De Vries avrebbe potuto eliminare un nemico politico
molto potente come Grigor, in maniera pulita. Si rilassò sulla comoda
poltrona. La trasmissione era automaticamente partita per lo Star Destroyer
Fearless, non appena giunta da M'aheli. La missione su Boonta era conclusa
con successo. Lord Tion salvato da un attentato Ribelle e consultato per
conto di Duncan nell'ottica di coinvolgerlo nel progetto del "Club per
lo Sterminio Legale"; l'affare Grigor/Aque risolto brillantemente. Ora
doveva solo attendere di essere richiamato dal Capitano Zeedove sul Fearless.
Stava già rimuginando sulla situazione di Daallya, e ai relativi
piani di Duncan, quando successe qualcosa di inaspettato. Venne annunciato
un ufficiale Imperiale in visita, scortato da uno squadrone di militi delle
Truppe d'Assalto.
"Lord Darth Vader, il Comandante
in Capo della Flotta Imperiale, è presente su Boonta. La saluta
e la convoca ufficialmente per un meeting con tutti gli ufficiali presenti
sul pianeta."
Il rigido attendente era cortese,
ma deciso. Più che un invito era un ordine. Red Annyd non aveva
mai avuto l'onere di conoscere il leggendario Darth Vader; lo aveva visto
soltanto una volta da lontano durante una parata militare su Coruscant.
Non aveva più dimenticato quell'apparizione sul palco Imperiale,
anche a centinaia di metri di distanza l'Oscuro Signore dei Sith imponeva
la sua presenza e il suo potere. Naturalmente sapeva ciò che il
Comandante Duncan De Vries diceva di lui: "un viscido e vile serpente",
ma era anche a conoscenza dei motivi per i quali Duncan aveva una tale
opinione del potentissimo Lord Imperiale. Motivi sicuramente validi...Per
quanto lo riguardava, Annyd ne ammirava la certa fedeltà all'Imperatore,
e il provato valore di guerriero. E quelle dicerie su un suo oscuro passato
di Jedi, di un'antica dannazione, di un'inimmaginabile Forza che tutto
controlla...Beh...Erano veramente importanti?
Il meeting fu fissato per
due ore dopo nella sala consiliare di Boonta City, nei Quartieri Governativi,
Annyd si presentò impeccabile, fiero nella sua uniforme di ordinanza,
accompagnato da alcuni dei più famosi e validi Imperiali in servizio
dell'esercito. Del resto su Boonta era in corso l'avvenimento sportivo
dell'anno, e tra vacanze, permessi ufficiali e missioni ufficiali l'Impero
era ben rappresentato nel Sistema.
Si schierarono silenziosi
sul lato più lungo dell'enorme sala. All'annuncio dell'arrivo di
Vader, Annyd notò subito il brivido di paura che percosse il volto
di alcuni dei sudditi Imperiali di più antica fedeltà. Paura!
Non emozione, ammirazione, nervosismo, reverenza. aura! Il Generale Drovaari,
in permesso per le scommesse sulle gare; il Comandante in capo Heek, in
visita presso i bordelli più alla moda della galassia; il Contrammiraglio
D'Arby, di sicuro venuto a confrontarsi coi giocatori d'azzardo di Boonta.
Questi e molti altri rispettati papaveri avevano una paura folle della
figura che si presentò ai loro occhi sbarrati. Prima un sibilo roco,
meccanico, stentato. Poi l'impressione di guardare diritto in un pozzo
senza fondo. Un mantello enorme, svolazzante, una maschera dai riflessi
più oscuri del buio, una placca elettronica dai tasti colorati piazzata
sul...petto? della creatura, che stonava totalmente col colore dominante:
il nero. Poi il mostro parlò, e fu allora che Annyd capì
il perché di quella insensata paura, di quel pazzo terrore. La voce...Ma
era una voce quella? O erano le urla dell'Inferno?
"Ufficiali, Boonta è
infesta. L'Imperatore in persona mi ha incaricato di ripulire il sistema,
arrestare rinnegati e criminali, e soprattutto eliminare ogni esponente
Ribelle presente. Boonta dovrà quindi essere sterilizzata. L'Imperatore
è molto adirato per il recente attentato subito dal suo consigliere
Lord Tion."
L'inconcepibile creatura camminava
avanti e indietro con lentezza studiata, mentre dall'alto dei suoi due
metri ciò che poteva essere definito con molta fantasia una bocca
emetteva altri stridenti suoni.
"Procederete al progrom, coordinato
dal mio servizio segreto personale. Vi saranno forniti nomi e recapiti
di ogni sospetto. Non dovrete avere nessuna pietà."
Si voltò verso la schiera
silenziosa. E Red Annyd lo affrontò (tre giorni dopo sul Fearless
ancora si chiedeva, per la millesima volta, dove diavolo aveva trovato
il coraggio, anzi l'audacia, per compiere un gesto così assurdo).
Fece un passo avanti.
"Milord, se dovessimo imbatterci
in possibili prede dotate della...Forza?"
Un macigno metaforico cadde
nella sala. Vader trattenne il respiro (?) per un decimo di secondo.
Quindi si rivolse all'assemblea
ignorando Annyd. "Nel caso dovrete segnalare la presenza di esseri viventi
dotati della Forza direttamente a me."
Silenzio.
"Ora potete andare tutti tranne
il Tenente che mi ha posto la domanda."
Due secondi dopo Annyd era
solo con Vader, l'elmo nero che scrutava il volto baffuto dell'ufficiale.
"Una domanda intelligente...E
inaspettata. Qual è il suo nome?"
"Tenente Red Annyd, Ufficiale
di Rotta dello Star Destroyer Fearless, attualmente in orbita su Daallya,
Milord."
Annyd continuava a chiedersi
nei recessi del suo cervello come riusciva a resistere, fermo di fronte
ad una tale manifestazione di orrore.
"Ah, Red Annyd. Colui che
ha salvato valorosamente il consigliere Lord Tion. Colui che è amico
della mia vecchia conoscenza, il Comandante De Vries."
Annyd intuì un barlume
di sarcasmo in quella voce irrealmente distorta. Rispose con il "Sì,
Milord" più controllato e calmo della sua carriera. Fece il
suo effetto.
"Vada, Tenente. Ma mi ricorderò
di lei e del suo coraggio. Non mi deluda."
Il gesto brusco di una (almeno
all'apparenza) mano guantata di nero e grossa quanto la sua testa lo congedò.
Poco dopo, nella splendente toilette riservata del Palazzo Governativo
di Boonta, Red Annyd, l'impassibile e letale soldato Imperiale, vomitò
l'anima per una mezz'ora buona.
"E questi sono gli ultimi."
Le Truppe d'Assalto del Tenente
Red Annyd portarono via il manipolo di Ribelli catturato nel quartiere
a luci rosse dei sobborghi di Boonta City. Le due giornate di caccia sul
pianeta erano state generose. Mentre si puliva il polsino dell'uniforme
dal sangue del capo dei Ribelli, naturalmente pestato ben bene prima della
sua consegna alla sicurezza. Annyd di rivolse moderatamente compiaciuto
al suo secondo: "Bene HRY-3001, molto bene. Lord Vader non potrà
che essere soddisfatto: 15 ricercati, 47 rinnegati vari e 108 esponenti
della Ribellione consegnati alla giustizia."
"105 Signore" lo corresse
il bianco soldato "3 dei Ribelli feriti gravi sono deceduti proprio dieci
minuti fa."
Lo Storm Trooper digitava
freneticamente i tasti dell'elaboratore tascabile di dotazione: "E le ricordo
che altri 17 sono in pericolo di vita."
"Meglio così. Mi raccomando
che le cure mediche per quei sudici Ribelli non siano troppo amorevoli,
Caporale."
"Come desidera."
Annyd passò in rassegna
la sua efficientissima schiera di soldati scelti. E squadrando dall'alto
in basso ciascun guerriero, controllando scrupolosamente che armi, elmi
ed armature fossero in perfetto ordine, pensò con inquietudine al
suo primo vero e proprio contatto con quella famosa Forza di cui tanto
si parlava nella Galassia. Infatti tra i Ribelli a lui assegnati da Vader
per la cattura, ve ne erano stati due che avevano manifestato in maniera
a dir poco sorprendente straordinarie capacità...che lui non era
stato capace di spiegare razionalmente. Aveva subito rinunciato alla cattura,
secondo gli ordini, e comunicato il rapporto sulla localizzazione alla
guardia personale di Vader...Con quel minimi di rabbia che deriva dalla
sua umana impotenza in casi del genere. La giovane Ribelle Minn D'Hriftin,
che aveva scatenato un pandemonio al mercato del pesce, per difendere il
suo compagno Ribelle biondo e insignificante (che gli pareva di aver già
visto da qualche parte...) Accidenti! Annyd non aveva mai visto tante trote
romulane e cozze Ador volare e librarsi in aria. E poi quella strana ragazza
di nome Lyla Halet, che non appena bloccata, identificata ed arrestata,
aveva ridotto all'impotenza con un solo gesto della mano tre suoi Storm
Troopers ed era sfuggita con l'aiuto di un gigante nero sbucato da chissà
dove. All'Inferno! Che se ne occupasse Vader con i suoi specialisti. Annyd
conosceva i propri limiti. C'erano anche per lui compiti non eseguibili.
Un ronzio del suo comlink lo fece tornare bruscamente alla realtà.
Affidata ad HTY-3001 la rassegna della squadra, si assentò temporaneamente
per comunicare con il Fearless e con Duncan De Vries.
"Ho ricevuto la trasmissione
delle prove, Red. Buon Lavoro. Hai incaricato un mercenario per l'assassinio
di Aque... Non ti avevo raccomandato un commando suicida?"
"Razzorro è il migliore.
E' affidabile e il suo gruppo potrà tornarci utile nuovamente in
futuro. Quella feccia bada soltanto ai soldi."
"Hai ragione, vecchio mio.
Io di soldi ne ho abbastanza eh eh!"
Duncan era preoccupato. Più
del solito. Annyd indovinò immediatamente le successive parole del
compare: "Devi tornare sul Fearless. Zeedove mi ha incaricato di richiamarti.
Qui su Daallya le cose si complicano, Red. Accidenti! Ho bisogno del tuo
aiuto."

di Filippo Rossi
La navetta di classe lambda
si stava avvicinando lentamente all’enorme sagoma del Distruttore Stellare.
Red Annyd, di ritorno sul Fearless dopo la missione lampo su Boonta, rimase
per l’ennesima volta affascinato per l’aspetto ad un tempo spaventoso ed
efficiente della nave da guerra. Quello era un orgoglioso simbolo della
potenza dell’Impero che Annyd si onorava di servire. Il Fearless era in
orbita nell’atmosfera di Daallya, il cupo pianeta che dava il nome al sistema
stellare, affiancato da altri due Distruttori più piccoli, il Violator
e il Merciless.
“Come può quella feccia
Ribelle anche solo sperare di poter sconfiggere un tale potere militare?”
si chiedeva il Tenente Red Annyd, rapito dallo spettacolo imponente della
nave di cui lui era Ufficiale di Rotta. Il ciclopico hangar centrale si
aprì e la navetta si infilò agile al suo interno, muovendosi
fluida e sicura fra le torri di controllo e i cannoni laser. Si appoggiò
silenziosamente sul ponte di atterraggio e Annyd ne discese, seguito dalla
sua squadra personale di Storm Trooper. Il Tenente Imperiale cercò
subito con un sorriso appena accennato l’attendente che il Capitano Zeedove
gli aveva sicuramente assegnato per accompagnarlo nei quartieri di comando.
Come volevasi dimostrare:
il giovane Caporale era di fronte a lui, a poche decine di metri, che si
stava affrettando nella sua direzione.
“Tenente Annyd sono…”
“So già tutto, ufficiale.
Lei è stato incaricato di scortarmi dal Capitano Zeedove. Ma come
vede ho già la mia scorta.” E camminando velocemente verso i turboascensori
indicò con un gesto della mano gli otto minacciosi Storm Troopers
alle sue spalle, con i fucili laser spianati e i visori fissi sulla sua
schiena.
“Tenente, da questa parte,
pre…”
“Conosco la strada, non si
preoccupi” , fece Annyd, trattenendosi a stento dal prendersela con quel
povero attendente. Del resto seguiva solo gli ordini. Zeedove era sempre
più prevedibile, e queste inutili smancerie e accoglienze cerimoniose
Annyd non le aveva mai sopportate. Entrò a passo di marcia nella
sala delle riunioni del Distruttore, e si trovò di fronte tutto
il personale responsabile del funzionamento della nave in assemblea straordinaria.
Individuò con un solo rapido sguardo la sagoma rigida del Capitano
Stern Zeedove, circondato dai tattici Imperiali; e, dal lato opposto della
sala, il più possibile lontano dal Capitano, Duncan De Vries, che
gli fece un cenno d’intesa. Impassibile, Annyd si diresse verso il Capitano
del Distruttore, e De Vries gli si accodò subito. Il Comandanre
De Vries e il Capitano Zeedove non si sopportavano, e il Tenente Annyd
sapeva di essere l’unica persona a bordo della nave (e forse l’unico essere
vivente della Galassia) in grado di permettere a quelle due importanti
personalità di parlarsi civilmente, senza saltarsi alla gola l’un
l’altro.
“Ah, Tenente Annyd, ben arrivato.
L’attendevamo con ansia. Com’è andato il suo soggiorno a Boonta…fruttuoso?”
Zeedove non riuscì
a nascondere alle attente orecchie di Red Annyd una nota di sarcasmo mista
a curiosità. Da giorni si stava chiedendo quali fossero mai gli
affari di Annyd e De Vries su quel pianeta.
“Tutto secondo le mie attese,
Signore.”
Annyd ne sostenne lo sguardo
inquisitore, e Zeedove non poté aggiungere altro. Ignorando ostentatamente
De Vries, Zeedove radunò attorno a sé tutti gli altri ufficiali
sul ponte di comando e diede ordine ai responsabili delle comunicazioni
di convocare via olovideo i Capitani dei due Destroyers che affiancavano
il Fearless. Annyd si ritirò correttamente dietro il Comandante
De Vries, silenzioso e pronto a cogliere ogni minimo particolare di quella
che sapeva sarebbe stata una riunione straordinaria: Zeedove stava per
svelare i piani dell’Imperatore su Daallya. Zeedove si schiarì la
voce e, non appena le figure trasparenti dei Capitani Rosenberg del Violator
e Muflone del Merciless apparvero con un ronzio, iniziò senza indugi
l’assemblea.
“Finalmente siamo tutti presenti,
e ora possiamo comunicare agli equipaggi dei tre Star Destroyers qual è
il destino del pianeta Daallya. L’Imperatore in persona mi ha appena inviato
i particolari della nostra missione.”
De Vries tese l’occhio destro
(il sinistro era praticamente inservibile).
“Ciò che vi dirò
ora riguardo la questione Daallya dovrà rimanere strettamente confidenziale.
Se dovessero verificarsi fughe di informazioni, i primi ad essere perseguitati
in termini di legge marziale sarebbero tutti i presenti…”
La pausa che Zeedove fece
seguire non lasciava dubbi sul significato della minaccia: tortura dell’Inquisizione
Imperiale.
“Daallya è uno dei
Pianeti Prigione segreti dell’Imperatore. Sul pianeta nell’orbita del quale
ci troviamo, le condizioni di vita sono proibitive. Il piano consiste nel
popolarlo di prigionieri politici e militari, degli esiliati, dei rinnegati
e dei Prelevati del Sistema di reclutamento forzato, e costringere quella
feccia a vivere, o meglio sopravvivere, in quell’inferno. L’obiettivo è
di selezionare e ottenere in un periodo di tempo breve una genia di potenziali
“Super Storm Troopers”, che abbiano sviluppato in quell’ambiente naturale
tremendo capacità sovrumane ed una fedeltà fanatica totale
all’Imperatore. Sui Pianeti Prigione Imperiali le condizioni di vita hanno
coefficiente 10: vale a dire che sopravvive in media solo il 10% della
popolazione umana sotto i 15 anni.”
De Vries non credeva al proprio
orecchio: il progetto del Pianeta Prigione e la relativa teoria erano il
frutto della sua mente malata e geniale. Lo ricordava bene: uno dei suoi
primi successi editoriali, il saggio best-seller ‘La creazione di una Razza
superiore- Come ottenere la fedeltà assoluta’…Pubblicato diversi
anni prima. L’Imperatore in persona si era ispirato alle sue intuizioni?
Si sentì più alto di una decina di centimetri, e si voltò
tutto compiaciuto verso Annyd, che dimostrò di aver capito con un
rispettoso lampo negli occhi di ghiaccio.
Zeedove intanto continuava,
rivolto all’intera assemblea: “Daallya è stato uno dei primi Pianeti
Prigione Imperiali. È stato popolato da 30.000 individui 20 anni
fa, e da allora il monitoraggio delle condizioni di vita degli indigeni,
da parte di una squadra di esperti, è stato continuo. Da circa un
mese ogni contatto con la squadra governativa si è misteriosamente
interrotto. Si sospetta che gli indigeni-cavia abbiano sviluppato poteri
extrasensoriali del tutto inaspettati, si siano ribellati al potere Imperiale,
e abbiano imprigionato la squadra di tecnici di stanza sul pianeta. L’Imperatore
ha deciso di cancellare ogni traccia del proprio…fallimento.” (Zeedove
deglutì vistosamente, terrorizzato dal dover usare quella parola
riguardo ad un piano Imperiale).
“La nostra missione consiste
nel distruggere la minaccia rappresentata dalla razza che l’Imperatore
sta ‘costruendo’ laggiù.”
Zeedove fece scorrere gli occhi azzurri lentamente
sulla schiera dei volti che lo fronteggiava, come per saggiarne l’affidabilità,
e per valutare le reazioni alle sue parole rivelatrici. Poi, dopo un significativo
respiro, riprese per esporre la parte più delicata del discorso.
“Esiste comunque una missione
alternativa a quella che ho appena esposto. L’Imperatore sospetta che gli
indigeni del Pianeta Prigione Daallya, o perlomeno alcuni di essi, siano
sopravvissuti al programma di selezione naturale e abbiano dimostrato quelle
(presunte) capacità extrasensoriali, grazie ad una latente apertura
alla
Forza. Nel caso che una tale ipotesi risultasse comprovata, il nostro dovere
è di segnalare solamente la presenza di esseri viventi dotati della
Forza, e, una volta che essi siano stati prelevati dagli specialisti Imperiali,
in ogni caso sterminare la rimanente popolazione di Daallya.”
De Vries lanciò un’occhiata
monca a preoccupata ad Annyd. Duncan era agitato, ora, e Red Annyd ne capì
subito il motivo: la parola “Forza” e il riferimento al manipolo di Specialisti
Imperiali implicava un intervento di Darth Vader in persona.
De Vries cominciò con
nervosismo a massaggiarsi, con la mano grassoccia e curatissima, la parte
sinistra del volto: quel lato destinato a rimanere paralizzato per sempre
a causa dell’antica arrabbiatura del Signore Nero dei Sith, ricordo perpetuo
per Duncan De Vries del potere e dell’iracondia di Vader, Comandante in
capo delle Forze Armate Imperiali e misterioso Jedi Oscuro.
Zeedove concluse nel frattempo
l’incontro e si mise subito al lavoro coi tattici per organizzare la squadra
di esploratori che doveva sbarcare sul pianeta e sincerarsi della presenza
di indigeni dotati della Forza. De Vries si ritirò secondo l’etichetta
seguito dai rimanenti ufficiali e dal fedele Tenente Annyd. Una volta usciti
dalla sala delle riunioni e rimasti soli, De Vries prese a discutere animatamente,
come suo solito, gesticolando e alzando la voce, mentre Annyd lo guardava
in silenzio.
“Non ci voleva, se verrà
coinvolto Vader, sarà impossibile per me approfittare di questa
insperata fortuna…Non ci voleva…Diamine!”
Camminava pesantemente avanti
e indietro, al contempo nervoso e spaventato.
“Questa di Daallya è
un’opportunità troppo ghiotta per me, Red. Un’occasione per mettermi
in evidenza agli occhi dell’Imperatore, proponendo la soluzione più
adatta al problema dello sterminio di quella super-razza di indigeni, e
per di più…” De Vries si fermò e cominciò a contemplare
con un solo occhio il soffitto grigio di plastacciaio. “…Il fatto
che il progetto dei Pianeti Prigione sia basato su una mia idea… Bé,
ciò sta a significare che nei piani alti la mia attività
di saggista è tenuta in considerazione…”
Poi lanciò un pugno
violento verso l’anonima parete che aveva di fronte, sconvolto da una rabbia
improvvisa: “E quell’infame di Vader mi è sempre intorno, che un
buco nero se lo prenda! Sempre a rovinare tutto, lurida serpe…”
Mentre De Vries si massaggiava le nocche indolenzite
dal pugno (“forse un po’ troppo forte” pensava mugolando dal dolore), Annyd
intervenne: “Comandante, Darth Vader interverrà soltanto in caso
di una presenza provata della Forza su Daallya, e anche in questo caso…Si
dovrà comunque sterminare la popolazione normale del pianeta.”
“Ma Vader mi odia…”
“Non si preoccupi. Ho incontrato
Vader su Boonta, pochi giorni fa. Credo di avergli fatto proprio una buona
impressione. Se lo permettete, me ne occuperò personalmente.”
Si avviarono verso il Ponte di Comando del Fearless,
e De Vries era un po’ più tranquillo, ora…Anche se una certa irrequietezza
ancora lo disturbava. Tra gli sguardi spaventati e rispettosi dei soldati
e degli ufficiali che incrociavano sul loro cammino, De Vries aggiornò
il compare sugli ultimi avvenimenti che li riguardavano.
“Lord Tion è tornato
su Coruscant e ha fatto proclamare lo stato di Legge Marziale. L’Imperatore
lo appoggia e, grazie a te, amico mio, Tion è ora in debito con
noi due. Tra poco lo contatterò per discutere finalmente nei dettagli
della costituzione del ‘Club per lo sterminio legale’, non potrà
rifiutare la collaborazione.”
“Grigor di M’aheli?” chiese
Annyd.
“Lui è stato arrestato
proprio ieri dalla polizia Imperiale. Lo scandalo è enorme: incriminato
per corruzione e contrabbando.”
Una risata volgare e sguaiata echeggiò
per il corridoio.
“Quel bastardo è fuori
gioco. Ora non ho più ostacoli. Posso aspirare al comando del Partito
Social-Dittatoriale dell’Impero.”
“Bene Comandante, e…” Annyd
esitò “…e Aque?”
si voltò verso la figura massiccia di
De Vries: “Notizie dal comando di mercenari?”
“Ancora nessuna notizia, Red.”
Proprio in quel momento un ronzio del comlink personale di Red Annyd li
interruppe. Il baffuto Tenente regolò la ricezione sul canale privato
(adeguatamente schermato) di De Vries, e si portò all’orecchio il
microfono. Bastarono pochi secondi perché il volto abitualmente
inespressivo di Annyd s’incupisse, e Duncan De Vries, preoccupato
per l’insolita reazione dell’amico, si affrettò a chiedere spiegazioni.
Red Annyd era incredulo: “Duncan,
è Razzorro: il suo comando di mercenari ha fallito. Roger Aque e
ancora vivo!”


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