HOME
GALACTIC
EVENTS
HOLONET
STORIES
Ian Coog
Travis Denial
Duncan De
Vries
Minn D'Hriftin
Lyla Halet
Keruac
Gothar
Palpatine
Oderisi
Pendragon
Etain Rueel
Garad Shitzgul
Gary Tranc
Vexena
Trelune
CRONOLOGIA
LINK
GRAZIE A...
NEWS |
di Federica Proni
La Uru, piccola navicella dalla
forma arrotondata, lascia il naviporto di M’aheli con a bordo due passeggeri:
Vexena Trelune e Roger Aque. Riuscire a raggiungere la navetta con 10.000
crediti e l’ufficiale capo del contingente Imperiale ferito è stato
possibile grazie alle energie mentali rimaste a Vex e alla conoscenza della
base da parte di Aque.
Una volta uscita dall’orbita
del pianeta la Uru si lancia nell’iperspazio dileguandosi in un bagliore.
Per tutto il viaggio Aque è
rimasto muto a guardare le stelle. Vex sa bene quanto sia affascinante
quello spettacolo, quanto aiuti a far spaziare la mente, quanto sia facile
perdersi. Guardando l’ufficiale ne sente la tristezza, il senso della perdita
e una strana sensazione di paura e malinconia. Vorrebbe accarezzare la
sua mente per farlo dormire ma ha paura che lui se ne accorga.
“Tra poco saremo a destinazione.”
gli comunica, ma sembra non sentire. Presa dallo sconforto Vex sospira,
risvegliando l’attenzione dell’imperiale che si volta verso di lei. La
ragazza abbozza un sorriso mentre lui le chiede: “Perché mi hai
salvato?”
Per nulla meravigliata dalla brusca domanda gli
risponde con sicurezza: “Perché in te ci sono capacità e
possibilità che non conosci. Perché meriti una opportunità,
credo che tu possa fare tanto per questa galassia.”
“Pensavo odiassi gli Imperiali.”
Vex ride, con dolcezza.
“Quando veniste ad occupare
Saracas, c’eri anche tu, promisi odio e vendetta verso tutti gli imperiali.
Ma quando la rabbia iniziale iniziò a scemare mi tornò in
mente la prima regola di un nostro sport: rispetta l’avversario. Iniziai
a guar-darvi, a studiarvi, da un nuovo punto di vista e mi accorsi che
accanto a coloro che pensano solo ai loro affari ci sono uomini d’onore,
che riescono a convivere grazie alla disciplina militare e alla influenza
dell’Imperatore. Non odio gli imperlai ma solo ciò che l’Impero
rappresenta, la sua arroganza.”
Lui alza improvvisamente il
capo e la fissa con sguardo deciso, pronto a difendere gli ideali che l’hanno
cresciuto; ma poi gli vengono alla mente personaggi come De Vries, l’ordine
di relegarlo a compiti di routine perché non approvava le violenze
gratuite sui civili di Saracas mentre ora va di moda la legge marziale.
Gli si rabbuia lo sguardo mentre sente salire lacrime di rabbia per ciò
che potrebbe essere e non è. A salvarlo un’altra volta dallo sconforto
e a riportarlo alla freddezza che deve essere di un’imperiale tornano le
parole di suo padre: “Noi siamo troppo piccoli e insignificanti per capire
e giudicare l’Imperatore e i suoi uomini. Devi avere fiducia nell’Impero,
i dubbi ti allontanano dal tuo dovere.”
Occupiamoci delle cose più
pratiche e urgenti: “E le persone che volevano uccidermi?”
“Loro non dovrebbero essere
un grosso problema se sparisci dalla scena potrebbero lasciare perdere.
Naturalmente dovrai cambiare identità.”
“Non ne ho intenzione. Sono
un Aque e un imperiale e non mi nasconderò dietro nomi falsi.”
Vex lo squadra con aria interrogativa:
“Hai appena disertato!”
Questa volta non ci possono
essere parole che riescano a ridargli freddezza.
“In futuro potresti essere
reintegrato presentando le prove d’illeciti da parte di De Vries o in virtù
delle tue capacità.” sulle ultime parole la voce le manca.
“Quali capacità!” urla
esasperato Aque.
Vex lo guarda poi i suoi occhi
diventano vacui e il suo pensiero bussa alla mente di Roger che, spaventato
dal cambiamento della ragazza, rifiuta il contatto e scaccia la lieve pressione
che sente dentro la testa.
Gli occhi di Vex tornano animati:
“Mi hai sentito?”
Lui sembra non capire. “Cosa
ti è successo, cosa mi è successo?”
“Ho cercato un contatto telepatico
ma tu mi hai rifiutata. Abbiamo entrambi poteri mentali ma in te si stanno
risvegliando solo ora.”
Aque è confuso sente
che Vex ha ragione, che una parte di lui si sta risvegliando.
“Siamo diretti a Kha’mar,
una stazione orbitante attorno al quinto pianeta del mio sistema solare..”
“Ma lì ci sono gli
imperiali!”
“Non dappertutto” ammicca
Vex “Ti porterò da uno dei miei maestri. Devi scoprire la natura
dei tuoi poteri ed imparare ad usarli prima che ti facciano impazzire.”
“Potrei essere uno Jedi.”
La sua stessa affermazione lo spaventa.
“Non lo so Non sono granché
esperta di queste cose.”
La Uru si posa dolcemente su
una delle piste del piccolo naviporto senza incontrare nessun problema.
Kha’mar è l’unico luogo
del sistema ad essere privo di un distanziamento imperiale. Qui vengono
addestrati tutti coloro che ancora presentano poteri mentali, per questo
le famiglie più potenti del sistema promettono pace agli imperiali
in cambio della loro lontananza dalla stazione orbitante.
Nel punto più alto della
stazione si trova il Tempio, luogo di meditazione, studio e pratica. Tutt’intorno
all’imponente costruzione, dalle linnee morbide e leggere, ci sono le case
di studenti e maestri.
Sagh’gez accoglie i
due visitatori in una piccola ed accogliente stanza del Tempio. Attraverso
un legame telepatico di pochi minuti Vex comunica al suo maestro tutto
ciò che riguarda Aque.
Sagh’gez rivolge poi la sua
attenzione verso il giovane ex ufficiale: “Permettimi di sondarti la mente,
sono curioso di scoprire da dove vengono le tue capacità. Non spaventarti
non toccherò i tuoi pensieri segreti.”
Aque non ha molta scelta deve
fidarsi. Il maestro gli poggia una mano sulla fronte ed entra cauto nella
sua mente. Sente un’altra mente nella sua, è una sensazione
indefinita un tocco leggero come quello delle zampette di una coccinella
sulla pelle. Il contatto dura qualche minuto poi Sagh’gez parla: “Sei un
mutante ragazzo.”
“Cosa significa?”
“Ciò non deve spaventarti,
lo sono anch’io e godo di ottima salute. I tuoi geni hanno subito un cambiamento,
una mutazione appunto, di che genere e portata lo potranno dire solo esami
medici. Il cambiamento che ciò può portare nella tua vita
potrai deciderlo solo tu. Io posso solo insegnarti a convivere con questo
nuovo te stesso, se vorrai accettare i miei insegnamenti.”
Aque sente gli occhi e i pensieri
del maestro e di Vex su di lui, lo sta prendendo un senso di panico e incertezza,
sta iniziando a rendersi conto di quanto la sua vita sta cambiando.
“Ora è confuso maestro,
penso sia meglio andare a riposare.” suggerisce Vex che sente la confusione
del giovane.
“Certo, vi accompagnerò
alle vostre stanze. Roger io non posso obbligarti a restare qui o a seguire
i miei insegnamenti, te li offro sta a te accettarli.”
L’aria della sera è
fresca, i passi di Vex e Roger sono attutiti da un manto di erba ben curata.
“Questo non è un posto
per me” protesta l’ex ufficiale “ io sono un imperiale, non voglio diventare
ribelle, rinnegare tutto ciò che ho fatto fino ad oggi.”
“Non è questo che ti
chiediamo. Portandoti qui ho solo voluto offrirti un aiuto. Devi accettare
l’idea che la tua vita è cambiata, che un comando di mercenari ti
sta cercando per ucciderti e che è stato Annyd ad ordinarglielo.
Hai dei nemici nell’Impero.”
“Non posso credere che Annyd
abbia fatto ciò che dici. E’ così assurdo che gli imperiali
si ammazzino a vicenda. Devo ammettere, però, che entra nella logica
di De Vries l’eliminazione di qualsiasi testimone.”
“Qui nessuno ti obbligherà
a fare ciò in cui non credi, questi sono metodi imperiali! Il tuo
futuro è solo tuo, fino a pochi giorni fa era tutto deciso: la tua
carriera il tuo schieramento politico. Ora tutto è diverso,
nessuno ti dirà in cosa credere e cosa odiare, è venuto il
momento che sia tu a scegliere.”
“Resterò non vedo altre
vie.”
“Sarai tu stesso a creartele
vedrai.”
  
|