HOME

GALACTIC EVENTS

HOLONET

STORIES
Ian Coog
Travis Denial
Duncan De
    Vries
Minn D'Hriftin
Lyla Halet
Keruac
Gothar 
    Palpatine
Oderisi
    Pendragon
Etain Rueel
Garad Shitzgul
Gary Tranc
Vexena 
    Trelune

CRONOLOGIA

LINK

GRAZIE A...

NEWS

Colpi di fortuna!
di Nelly Wheeler

    Tre giorni soltanto! Tre giorni da quando erano arrivati su Boonta e quante cose erano successe!
    L'incontro con Minn e la vittoria nella corsa con lo speeder; l'incontro con Grigor, lo strano scompenso atmosferico nell'hangar e la prigione.
    Mark Todd rabbrividì al ricordo della confusione e della cupa disperazione di più di due cento persone ammucchiate in una sola cantina, che aspettavano la fine senza nessuna speranza. Il suo compagno, Zart D'Hriftin, non aveva detto una sola parola da quando le guardie imperiali li avevano trascinati via e separati da sua sorella. In effetti Minn, a pensarci bene, era molto più grintosa del fratello anche se di due anni più giovane di lui.
    Mark non era così disperato come gli altri, perché sapeva che Gothar era pieno di risorse e che sarebbe presto venuto a tirarlo fuori dal quel buco. Alcuni feriti gemevano in fondo alla cantina, mentre i loro compagni cercavano di aiutarli. Ma che aiuto potevano offrire? Tentavano soltanto di dare loro un po' di conforto nell'attesa della morte. Da parte delle poche guardie che si alternavano davanti all'unica uscita chiusa da una grata di metallo non veniva nessun segno d'interesse e neanche cibo o acqua.
    Una debole luce filtrava dalle scale dietro il cancello della cantina. Questa si era spenta lentamente, mentre la sera e poi la notte erano scese sui prigionieri. Al mattino alcuni corpi senza vita erano stati portati vicino alle sbarre. Morti durante la lunga veglia, il loro posto nell'affollato sotterraneo poteva servire ad altri.
    La guardia punzecchiò i corpi attraverso le sbarre, poi chiamò un collega su per le scale. Un ufficiale senza casco scese, osservò la scena, risalì le scale, riapparve con un altro. Dall'alto degli scalini scrutarono la folla dei prigionieri e indicarono a Mark e al suo compagno di farsi avanti.
    "Tu e tu!" fece l'ufficiale più alto con voce tagliente "Portate su quei cadaveri!"
    I due giovani si guardarono allibiti, ma ubbidirono senza esitare, anche perché i movimenti minacciosi delle arme spianate dalle guardie erano molto convincenti. La folla dei prigionieri sembrò farsi più compatta mentre arretrava lontano dal cancello.
    Portarono i corpi per le scale, uno ad uno, e li depositarono lungo il muro del casermone, sotto lo sguardo annoiato dei due ufficiali. Il cortile del quartiere militare imperiale era deserto e completamente silenzioso nel grigio del primo mattino. Adesso aspettavano, senza sapere se rallegrarsi per l'aria fresca che respiravano liberamente dopo i miasmi del sotterraneo o se dovevano già temere il ritorno in mezzo agli altri disgraziati. Mentre il suo spirito di bravo pilota gli faceva valutare ogni angolo visibile del campo e dedurre il resto, Mark sperava quasi di vedere Gothar sbucare da dietro l'angolo per portarlo via.
    Dalla direzione più ovvia, cioè dall'entrata, arrivò il mezzo mandato per raccogliere i corpi. Era ciò che di più vetusto si poteva trovare su Boonta, una specie di barca aperta, con delle ruote antidiluviane e un volante al posto del quadro elettronico di comando. Mark conosceva quel genere di veicolo perché aveva studiato la storia di ogni macchina mobile della galassia da quando aveva capito che risparmiavano forzi e tempo negli spostamenti da un punto ad un altro. Zart, invece, aveva ricevuto un esemplare simile da suo nonno per il suo decimo compleanno! Di nuovo i due si scambiarono un'occhiata meravigliata.
    C'erano due guardie imperiali, con il solito casco anonimo e l'uniforme bianca, alla guida del trabiccolo. Non si mossero dopo essersi fermati davanti alla porta della prigione.
    "Scendete a vedere se ci sono altri corpi" ordinò uno degli ufficiali. I due prigionieri fecero un passo avanti.
    "No! Non voi! Voi, caricate i corpi sulla macchina!"
    Le guardie anonime si voltarono verso gli ufficiali e aspettarono di sentire di nuovo lo strano ordine, che arrivò, secco e senza possibilità di equivoco. Ubbidirono in silenzio, manifestando la loro disapprovazione con una lentezza esagerata nei movimenti. Sparirono nel buio della scala.
    Zart e Mark sollevarono il primo corpo e si avvicinarono al mezzo con movimenti altrettanto misurati.
    Le due guardie non erano ancora riapparse. Gli ufficiali si affacciarono nell'antro buio e gridarono un richiamo verso l'interno.
    Un ultimo sguardo rapidissimo tutto intorno. Uno scatto. Senza consultarsi Mark e Zart mollarono il loro fardello e si tuffarono dentro la macchina. Con un balzo in avanti Mark lanciò il mezzo nella polvere del cortile, sollevando una nube tra loro e gli imperiali. Ma non videro quanto poco sembrava importare ai loro carcerieri. Le guardie e gli ufficiali rimasero a guardare la loro fuga con ... un'ombra di soddisfazione?
    "Gli sembrerà troppo facile" mormorò uno degli ufficiali.
    "No. Vader ha detto che sono due illusi, un moccioso e un idealista."

    "Troppo facile!" disse Zart "ma non riesco a capire perché mi dovrebbero lasciar fuggire."
    "Non guardare troppo in bocca alla Fortuna" sorrise Mark. "Ultimamente le cose mi vanno incredibilmente bene. Veramente! Mi sono trovato in situazioni proprio brutte e ne sono uscito..."
    Raccontò come il cyborg Zero è finito addosso a Trevor Cassadyne quando tutto sembrava perduto per lui e Gothar e come Minn gli aveva offerto lo speeder che gli aveva fatto vincere la corsa. Zart cominciò a sentirsi più tranquillo.
    "Forse una di quelle guardie era mio fratello Lars" disse "E' un pilota imperiale, dovrebbe essere su Boonta, ma non si è fatto vedere da quando siamo arrivati."
    "Anch'io ho un amico imperiale. E' stato molto influente un tempo e ha ancora molte conoscenze."
    Così rassicurati sulle loro possibilità di sopravvivenza, pensarono ad abbandonare il loro mezzo di salvataggio appena dietro l'angolo e a mescolarsi nella folla ancora densa come prima delle gare.
    Lì, nelle strade, erano al sicuro finché i visitatori non se ne fossero tutti andati. Mark passò davanti alla locando dove aveva preso alloggio con Gothar, ma la presenza di due guardie davanti all'ingresso gli fece capire che il suo amico non si trovava più lì. Con molti dubbi e poche speranze si recarono all'hangar dove avevano lasciato lo speeder per capire fino a che punto erano inguaiati.
    Lo speeder li aspettava proprio lì! Era solo, abbandonato in uno spazio semi distrutto e vuoto. Giaceva su un lato, un po' ammaccato, un po' più polveroso, ma ancora tutto d'un pezzo e facilmente ricuperabile.
    Sulla polverosa carlinga trovarono dei segni scarabocchiati: Siamo insieme. Vi aspettiamo dove sai.
    "Che brava ragazza! Proprio in gamba!" esclamò Mark.
    Adesso si che potevano raggiungere la chiatta nel sistema di Kardelan dove sicuramente Gothar e Minn li avevano preceduti.

    "Lord Vader, lo speeder ha lasciato l'orbita di Boonta in questo momento" disse la figura dell'ufficiale sullo schermo. "Il cacciatore di taglie è pronto a seguirlo."
    Il Lord nero spense l'apparecchio senza degnarsi di rispondere. Si adagiò sulla sua poltrona e rifletté sulle prossime decisioni da prendere. Se le notizie ricevute da Daallya erano attendibili la sua presenza sul pianeta prigione era urgente, prima che quell'inetto di De Vries ne combinasse una delle sue. Pazienza se non si recava direttamente a Coruscant per consegnare la ragazza Minn all'Imperatore. DOVEVA fare tappa a Daallya. E doveva portarsi Minn al seguito. Non si fidava a lasciarla in altre mani per il momento. Anzi, forse, poteva mettere a frutto quel ritardo nella consegna per sondare meglio il soggetto e cominciare l'opera di persuasione che l'avrebbe convinta ad abbracciare il lato oscuro con le buone. Certe volte l'Imperatore aveva metodi troppo...
    Bloccò frettolosamente il corso dei suoi pensieri!
 
 


 



 
 
 
 
 
 

       
1