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Conoscenze altolocate
di Sonia Delle Rupi

    Si era risvegliata trovandosi davanti un uomo che la guardava con un'espressione attenta sul volto
pallido.
    - Va meglio?- Chiese.
    Gli ultimi ricordi erano di un inquisitore in nero e soldati imperiali in una baia d'attracco... nulla riconducibile alla cabina di un’astronave di qualità superiore alla media o al tizio vestito di bianco.
    Cercò di riordinare le idee, mentre scopriva di non aver riportato seri danni. Intanto l'altro aveva ripreso a parlare:
    - Si, va meglio, ora, vedo. Il mio nome è Genesis e siamo a bordo della mia nave, lontani da Boonta. Non avete più nulla da temere dall'Impero. Tra poco potrete alzarvi , è stato solo uno svenimento, ma ora dovrebbe...-
    - Mi avete portato via dagli imperiali?-
    L'altro sorrise appena.
    - Con loro non è difficile, basta convincere chi li comanda... ora, come vi ho detto, siete al sicuro.-
    Parlando si era seduto sulla poltroncina poco distante, anche lei si sedette sulla cuccetta, lisciandosi la parte superiore della tuta che indossava, sporca e spiegazzata specialmente a confronto con il bianco immacolato di lui.
    - Io vi ringrazio, signor Genesis... sono Lyla Halet, gli imperiali mi avevano preso... ma voi siete loro nemico?-
    - Più che loro nemico sono amico di tutti quelli aperti alla forza... vedete, mio padre è una persona che tiene molto in conto tutti quelli come lei, specialmente se ancora non ..corrotti... dall'Impero.-
    - Allora forse vostro padre è un maestro. E' da molto tempo che sto cercando qualcuno più esperto che possa insegnarmi, ma non c'è nessuno.. L'Impero ha ucciso tutti, è per questo che sono entrata nella ribellione, loro hanno cercato di aiutarmi e almeno mi hanno protetto, ma neanche lì ho mai trovato qualcuno..- Si interruppe chiedendosi se non stesse parlando troppo, in fondo Genesis era uno sconosciuto...sì, c'era in lui qualcosa che metteva a proprio agio, sembrava naturale parlare con lui, ma.. sbirciò l'altro per vedere la sua espressione , ma lui si era voltato un attimo verso un comparto della cabina ed ora le porgeva con la solita espressione noncurante e leggermente distaccata un bicchiere con qualcosa, poi ne prese uno per sé. - Un maestro?- disse riprendendo la conversazione - Più che un maestro uno storico, un collezionista, lui non si occupa assolutamente di politica, è una persona estremamente riservata, presa dalla sua missione...il suo più grande desiderio è che tutti quelli come noi possano sviluppare liberamente i propri poteri, così com'è stato dai tempi più antichi, sapete, da sempre il lato chiaro e il lato oscuro hanno avuto avvicendamenti alterni, ai suoi occhi anche l'attuale situazione è solo un'oscillazione del pendolo della storia, uno come l'Imperatore , incapace di vedersi tra passato e futuro non può sperare di scrivere qualcosa di definitivo nel tempo. Ma io non dovrei stancarvi con questi discorsi- disse alzandosi dalla poltroncina- Voi dovete riposare, il viaggio è lungo.
    - No, no, io sto bene - cercò di fermarlo- Non ho mai avuto modo di parlare di queste cose con qualcuno come voi... gli unici che ho conosciuto erano imperiali e volevano catturarmi, non so quasi niente del passato, è un miracolo che voi e vostro padre siate vivi, è una grande fortuna per tutti noi...sarei felicissima di poter conoscere anche lui, un giorno.-
    -Perchè no, sarà possibile, in futuro. Riposate, avremo modo di parlare ancora.-
    Lei si era stesa di nuovo. Trovare qualcuno esperto nella Forza che non volesse ucciderla era una rarità, ancor più una rarità che volesse aiutarla, insegnarle qualcosa, tanto più che l'aura che percepiva era enigmatica, indefinibile. Senza di lui ora sarebbe stata nelle mani dell'impero, ma doveva credere a tutto quello che le aveva detto? Poi pensò che forse per una volta le cose potevano anche andar bene..dopotutto chi aveva conosciuto, se non imperiali'? Su questi pensieri si addormentò: ora Boonta era lontana, lontani Gothar, Xivan, Spirador.

    Il resto del viaggio Lyla lo passò ascoltando storie di cavalieri Jedi, di maestri, conversioni e tradimenti, costruzioni di spade laser e antichi artefatti. Il suo nuovo amico le insegnò una tecnica di meditazione "che suo padre raccomandava molto", aveva detto, che consisteva nel liberarsi di tutti i pensieri esterni ed ottenere il vuoto per essere ricettivi al massimo della Forza. Poi le aveva spiegato la destinazione e lo scopo del viaggio: su Nar Shaddaa si trovava Elaine Derran, una Jedi che avrebbe avuto molte cose da insegnare a una giovane apprendista. Poco prima dell'atterraggio, insieme alle ultime indicazioni, Genesis diede alla ragazza una spada-laser, "proveniente dalla collezione di suo padre", disse.
    -Non posso accettare una cosa simile- Lyla non aveva mai avuto nulla del genere ed era frastornata a dir poco- non potrò mai sdebitarmi con voi e vostro padre-
    - A noi basterà sapere che voi crescete e imparate a difendervi. Lui spera solo di vedere il giorno in cui tutti noi possiamo tornare ad occupare il posto che ci spetta nella Galassia.-
    Con queste parole si erano salutati, la ragazza era sbarcata e aveva iniziato la sua ricerca sul pianeta.
    Genesis era ripartito e una volta nello spazio era entrato in una stanza dove si era formata un'immagine al centro di un cristallo.
    -Tutto si è svolto come previsto.- disse all'immagine scura illuminata dal bagliore degli occhi rossi.
    - C'è qualche cambiamento nei piani?-
    -Rientra, Genesis. La tua presenza occorre qui, ho altri incarichi da affidarti.-
 
 


 



 
 
 
 
 
 

       

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