Una piccola esposizione di
opere d'arte realizzate da persone afferenti ai servizi psichiatrici

 Psichiatria e Arte - una esposizione
 
Prima sala | Seconda sala
Terza sala | Quarta sala
La merlettaia
First Street Gallery Art Center   Palagonia
Wölfli | Hauser | Gironella
L'arte su Internet? | Links | Un intervento autorevole

IMPORTANTE

La visita richiede pazienza: i tempi di download dei venti files che compongono l'esposizione potrebbero essere un pò lunghi - al massimo un minuto e mezzo per pagina - poiché si è cercato di prediligere files immagine di alta qualità. Così, l'intera visita on line dura venti minuti, poco più di cinquecento lire, con le tariffe attuali, pagate alla Telecom - un prezzo basso, per un evento così importante, non credete? Quindi vi consiglio di scaricare l'intero catalogo pagina per pagina e poi esaminarlo con calma off-line. Alla fine avrete dedicato un'ora ad una delle più intense esperienze dell'animo umano!

Leggetevi con attenzione questa colonna: vi troverete un'illustrazione del contenuto di queste pagine.

 

 


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Alessandro Vallarino, 1999 geocities.com/Athens/Styx/7684
Quaderni in Rete di uno psichiatra

Homepage | Mappa del sito
Psichiatria
Un ringraziamento
ai curatori del sito Art-on-line, dal quale è tratta
l' immagine di questa copertina

Un messaggio del visitatore
sul libro degli ospiti è molto gradito.

 

libro degli ospiti

 

 

 

 

L'immagine di copertina riproduce il quadro "La cura della follia", olio su tavola dipinto, tra il 1475 ed il 1480, dal pittore fiammingo Hieronymus Van Aken, detto Hieronymus Bosch,  e custodito al Museo del Prado di Madrid (dimensioni reali cm.48 x 35)

 

La seconda di copertina del catalogo contiene alcune immagini citate in questa introduzione:

riproduzioni della Gioconda di Leonardo, del Mosè di Michelangelo e dell'ultimo autoritratto di Van Gogh

Albrecht Dürer, Melancolia I
incisione, 1514

Alain Chartier, La Melancolia e l'Intelletto, ca.1530

 

Cliccate qui se volete vederla

 

 

 

Le prime due sale ospitano alcuni lavori della Netherlands Art & Psychiatry Foundation

La terza sala - divisa in due pannelli - è dedicata agli artisti della Very Special Artists Foundation

La quarta sala ospita lavori realizzati presso  Dipartimenti di Salute Mentale italiani e distribuiti su quattro pannelli

La quinta sala accoglie le riproduzioni di un merletto realizzato da una paziente del St. Elizabeth's Hospital, con un commento

La sesta sala contiene le opere del First Street Gallery Art Center

L'esposizione termina con posters contenenti:

un articolo sul Duca di Palagonia e la sua villa di Bagheria, Palermo

la presentazione di tre dei più noti rappresentanti della Collection de l'Art Brut di Losanna - Adolf Wolfli, Johan Hauser e Joaquim Gironella

un breve intervento di Michael Jon Spencer sulla fruizione dell'arte dal vivo - dovuto contrappunto alla presunzione di immettere opere d'arte in una esposizione virtuale come questa

una recente relazione di Raffaello Vizioli e Lucia Orazi sui rapporti tra psicopatologia e creatività

una piccola raccolta di aforismi di Emile Cioràn

gli immancabili rinvii alle fonti originali di questo lavoro e ad una serie di siti che trattano l'argomento dell'arteterapia

 

Buona visita!

 

 

 

Segni - quaderni di Psichiatria

 

 

I quaderni di Segni contengono un'altra galleria di immagini inerenti in qualche modo   la psichiatria: andate a cercarla nel sommario cliccando sul logo qui sopra.

 

 

 

 


É conoscenza comune che l'arte e le questioni della psiche abbiano reciproche connessioni: il testo di Robert Volmat "L'art psychopathologique" (1956) enumera oltre 700 saggi sui rapporti tra l'Arte e la Psichiatria.E già nel 1888, Max Simon pubblicava il suo "Etude sur les écrits et les dessins des aliénés". Perfino Lombroso, nello scritto "Genio e follia" del 1882, sottolineava lo
La cura della follia - seconda di copertinastretto rapporto tra follia ed arte, ed iniziava quella che da alcuni è considerata la più importante raccolta ufficiale di opere d'arte di pazienti psichiatrici in Italia, custodita al museo Lombroso dell'Istituto di Medicina Legale di Torino. In campo psicoanalitico, poi, a partire da Freud e Jung, sono a disposizione non soltanto evasioni colte nell'ambito della critica delle arti figurative, quanto una vasta produzione scientifica di ricerca sui rapporti tra arte e opportunità di intervento terapeutico sulla psicosi, a partire da un esame approfondito di certi aspetti dell'operare artistico, considerati nella loro motivazione psicologica, sociale e biografica ed interpretati alla luce del sistema di ipotesi che costituisce il patrimonio della psicoanalisi. Pertanto, non c'è nulla di nuovo e, men che meno, "alla moda" in queste scarne pagine web che si occupano di opere d'arte realizzate da persone afferenti ai servizi psichiatrici. D'altra parte, in questa fine millennio di  neopositivismo prevalente in Psichiatria, molti segnali suggeriscono l'ipotesi di un certo disinvestimento da parte degli specialisti nei confronti di questo argomento (fatto salvo il lavoro di Kay Redfield Jamison sul legame tra substrato maniaco-depressivo e temperamento artisitico), i cui sviluppi invece continuano a stimolare l'interesse del pubblico e possono costituire un'occasione preziosa di servizio in favore degli utenti.
                                   
Ma: che cosa è l'Arte e che cosa è la Psichiatria?

Le complesse attività umane che vanno sotto questi nomi sono state descritte e definite in svariate maniere, non di rado contraddittorie.
                                                                                                                                      
Ciò significa che non abbiamo a disposizione una risposta definitiva a chi chiede una definizione dell'arte e della psichiatria. Si può dire, al massimo, che entrambe hanno a che vedere con le esperienze emotive. Pertanto, il modo migliore per introdurre questa esposizione è, probabilmente, quello di suggerire al suo fruitore alcune immagini ed alcune considerazioni, ovviamente suscettibili di essere ulteriormente integrate (è a disposizione, come in ogni mostra, un libro degli ospiti):

  • Monna Lisa: qualcuno ha detto che la sua bellezza riflette il suo stato d'animo e le sue afflizioni
  • il Mosè di Michelangelo, che esprime in maniera sublime la relazione tra le energie fisiche e quelle spirituali
  • gli ultimi autoritratti di Van Gogh, dipinti pochi mesi prima del decesso dell'autore.

Oppure, si può andare con la memoria alla "Collection de l'Art Brut" di Losanna, che accoglie più di cinquemila opere d'arte realizzate da quasi cinquecento persone, compresi Adolf Wölfli e Johan Hauser.

A questo punto, si può entrare nelle sale espositive!

entra nella mostra


Ma prima, ancora un momento di attenzione.

Leonardo da Vinci, Michelangelo e Van Gogh ci introducono nel problema dei rapporti tra un capolavoro e la biografia dell'artista. Nel suo controverso e rimarchevole studio "Eine Kindheitserinnerung des Leonardo da Vinci" 1910), Freud tenta di ricostruire un dettagliato resoconto sia della vita emotiva di Leonardo, a partire dagli anni della sua formazione, sia del conflitto tra le sue inclinazioni artistiche e scientifiche. Lo scritto presenta una discussione più generale sulla natura e sul funzionamento della mente dell'artista creativo. In "Der Moses des Michelangelo" (1914), Freud tenta di esplorare il significato ed il contenuto di ciò che è rappresentato in un'opera d'arte ed attraverso essa. Il fondatore della psicoanalisi scrive: "A mio parere, ciò che attrae così intensamente la nostra attenzione può essere solo l'intenzione dell'artista, nella misura in cui egli riesce ad esprimerla e a farcela capire. Sono dell'idea che non sia semplicemente una questione di comprensione intellettuale; ciò a cui egli mira è risvegliare in noi la stessa esperienza emotiva, la stessa costellazione mentale che in lui produsse l'impeto creativo".
Parlare di Van Gogh comporta riflettere più sulla sua vita che sugli aspetti di storia dell'arte della sua opera, ad  esempio se essa segni o no il passaggio dall'impressionismo all'espressionismo. Si tratta piuttosto di valutare la sua biografia, espressa in termini psicologici, l'influenza che essa ha sulle sue opere, il passaggio da questa alla psicopatografia, l'impatto che la lotta dell'artista contro il suo dèmone ha avuto nella sua produzione.
La "Collection de l'Art Brut" solleva la questione se l'arte dei "folli" sia "arte folle". L'estetica si è concentrata sui classici valori della Grecia antica, su stili e composizioni riconoscibili. In questa luce, i disegni dei bambini sono uno stadio preliminare, l'arte folclorica è piuttosto incompleta, l'arte dei primitivi appare una deformazione irrazionale dei criteri di produzione artistica di una società avanzata. L'attività artistica delle persone definite come utenti dei servizi psichiatrici è stata a lungo stigmatizzata come "lunatica" ed "aberrante", e le loro realizzazioni artistiche non sono state riconosciute come tali nè tantomeno, quindi, apprezzate. L'Art Brut, questa "arte posta fra l'ingenuità e l'insanità" (Jean Dubuffet), fa chiedere perché, per esempio, Johan Hauser potesse creare arte fuori dai suoi periodi di depressione o di mania, mentre gli altri suoi compagni di sventura non ne erano capaci.
Infine, una collezione di opere di pazienti psichiatrici pone una ulteriore variazione sul tema "arte e psichiatria": perché il loro rapporto è di così grande importanza per le persone? Le persone in trattamento psichiatrico spesso manifestano dei problemi nella capacità di esaminare la realtà. Il loro personale modo di esprimersi non trova più corrispondenza con la realtà come è vista dagli altri. Nel processo creativo, invece, è possibile esprimere le differenze, l'originalità. L'artista può lavorare senza condizionamenti - ars gratia artis - su di un documento di sé, per quanto possa lavorare su commissione o puntare ad un altro obiettivo. É dovere del terapeuta offrire al paziente modi per esprimere se stesso. L'alleanza terapeutica, dalla parte del curante, per il quale è "servizio", implica una forma di trattamento che aiuti il paziente a superare i suoi blocchi e ad affrontare i suoi irrisolti problemi intrapsichici allo scopo di riconquistare la propria individualità. Le terapie non-verbali - ad esempio la terapia creativa - sono molto utili in questo processo.
Nel suo scritto "Creativity, the magic synthesis" (1976), Silvano Arieti scrive: "La creatività è uno dei mezzi principali attraverso i quali l'essere umano libera se stesso dalle catene non solo delle proprie  risposte condizionate, ma anche delle proprie scelte abituali. Tuttavia, la creatività non è semplicemente originalità ed incondizionata libertà. Essa costituisce molto di più di questo. La creatività impone anche delle restrizioni. Quando essa utilizza metodi differenti da quelli del pensiero ordinario, non deve essere in contrasto con questo - o, piuttosto, deve raggiungere qualcosa che, prima o poi, il pensiero ordinario capirà, accetterà ed apprezzerà".
Nella classica "Allgemeine psychopathologie" (1913) Jaspers scrive: "Un'arte psicotica - come vera espressione della vita psichica del paziente e come immagine del mondo spirituale della psicosi - può nascere quando esistono una capacità ed una certa istruzione tecnica e quando le caratteristiche psicotiche non soffocano, per così dire, l'intero quadro. Una sua descrizione trova contenuti caratteristici: rappresentazioni di esseri favolosi e creature deformi, ma soprattutto la tendenza a dare la rappresentazione di un insieme del mondo, dell'essenza delle cose. Dal punto di vista della forma, troviamo: tendenza alla ripetitività, all'ordine, all'ornamento, unita al bisogno di effetti esagerati, di simbolismi e fantastici arricchimenti, ed alla fissione stereotipata su alcune linee curve o angolose, che conferiscono a tutti i disegni dello stesso soggetto una curiosa somiglianza". Il filosofo-psichiatra tedesco non nega comunque che le opere di alcuni pazienti possiedano la capacità di impressionare e cita ad esempio lavori originali come le sculture del duca di Palagonia e la casa Junker a Lemgo.
A partire dai primi ateliers di pittura realizzati al Boston State Hospital ed al Saint Elizabeth Hospital negli anni quaranta, l'utilizzo di attività artistiche visuali come mezzi terapeutici ha percorso molta strada, in parte sostenuta dalla psicologia psicoanalitica dell'Io o dalle psicologie umanistiche, in parte relegata al ruolo secondario di intrattenimento. In ogni caso, la caratteristica più importante dell'arte-terapia sembra quella di poter essere integrata con altri trattamenti utilizzati nella cura delle psicosi.

Per concludere.

Abbiamo tracciato alcune semplici vie di accesso ad un fenomeno complesso ed intrigante. L'arte e la psichiatria hanno ciascuna il suo proprio dominio. Una vera comprensione del loro reciproco incontro può essere raggiunta solo attraverso un atteggiamento a mente aperta, nel quale si manifesta il desiderio di scoprire la propria relazione con l'arte, il mondo delle immagini, delle parole e dei suoni, e la propria relazione con le persone che si servono dei trattamenti psichiatrici, i loro comportamenti ed i modi in cui esse si esprimono. La psichiatria e l'arte, come i mondi che ci sono estranei, le culture esotiche, i miti e le leggende che riguardano persone lontane nel tempo o nello spazio, la stessa Rete telematica, ci offrono nuove esperienze e ci spingono a mettere in discussione noi stessi.

 

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