Ciò di cui non si può parlare; meglio tacere!

Di Rolando



Dovremmo utilizzare tale frase come colonna centrale del nostro modo primitivo d’agire e di dire il mondo: cosa conosciamo.

Uscire dagli schemi di una conoscenza ipocrita non è da tutti; forse neanche da me.

Questa Accademia delle belle parole e dei bei concetti, ha percorso tutto il nostro agire facendoci perdere la neutralità di ciò che diciamo, solo per il fatto che diciamo.

Andare contro una Filosofia del dire Comunque, significa entrare nella dimensione di una nuova ricerca dell’estremo limite, che ci conduce paradossalmente a parlare in modo così concettualmente profondo da non proferire PAROLA alcuna.

All’interno di questo articolo, per questo contraddittorio articolo (in quanto scritto e parlato), deve emergere la volontà di mantenere un silenzio che non consiste nel dire, ma anzi,nel rumoroso tentativo di lasciare emergere la Verità della nostra essenza: IL PENSIERO.

Il fine ultimo dev’essere, a mio avviso, quello di rievocare, all’interno di questo spazio e utilizzando come possibilità di espressione, quei sentimenti troppo spesso schiacciati dalla Morale linguistico accademica, tornando così alla elementarità delle nostre sensazioni, dunque al modo ingenuo, angoscioso, ma finalmente naturale, tipico dell’essere Uomo.

Il rischio di questa nuova visione non dev’essere legato alla Paura di Dire…, ma alla paura di non dire; sarà finalmente possibile giungere alla reale presenza di noi?

Buon viaggio.



1