61. Platone, Ione
Testo greco a fronte
Lo Ione e' stato a lungo considerato dalla critica come un dialogo "minore" all'interno della produzione letterario-filosofica di Platone. Questa edizione ribalta tali giudizi e mette in evidenza la rilevanza filosofica del dialogo, il cui "nucleo tematico" consiste nel dimostrare che l'attivita' del rapsodo e la stessa poesia non sono frutto di conoscenza (ne' tecnica ne' filosofica), ma sono il risultato di una ispirazione divina. Questa tesi si riallaccia sia all'atteggiamento che Platone riserva ai poeti in altre opere (dall'Apologia al Fedro, alla Repubblica) sia alla teoria della "retta opinione", come ispirazione sostitutiva della scienza politica, tematizzata nel Menone. Ancora, la peculiarita' della posizione platonica viene chiarificata ponendola sullo sfondo della rivoluzione culturale in atto a quell'epoca: la poesia, soprattutto tramite l'arte rapsodica, costituiva l'educazione tradizionale dei Greci. Platone, negando la scientificita' dell'arte rapsodica, basata sulla oralita', non contraddice il primato dell'oralita' sulla scrittura tematizzato nel Fedro. L'obiettivo della critica platonica concerne invece il tipo di oralita' del rapsodo, che si puo' definire oralita' "mimetica" e che corrompe gli animi facendoli partecipi delle passioni espresse poeticamente, mentre lascia intatto e, anzi, riafferma per contrasto il valore educativo dell'oralita' dialettica, basata sulla ricerca filosofica del vero.
L'edizione e' curata da Giovanni Reale, studioso di Platone di fama internazionale, che presenta una interpretazione radicale e innovativa del dialogo. Il suo saggio introduttivo mette in luce, in forma davvero chiara e precisa, il significato storico-filosofico dello Ione. La traduzione, puntuale e moderna, rende piu' agevole la lettura, grazie alle intitolazioni e alle precisazioni apportate dalle note al testo. Seguono lo schema del contenuto dello Ione e il sommario analitico del saggio introduttivo. Completa il tutto un'appendice bibliografica sulla letteratura critica del XX secolo concernente il dialogo. Il testo greco a fronte riproduce l'edizione critica, orinai classica, di J. Burnet, Platonis opera ("Scriptorum Classicorum Bibliotheca Oxoniensis").
62. Platone, Liside
Testo greco a fronte
Il Liside, dialogo platonico sull'"amicizia", e' stato spesso sottovalutato dalla critica, ma in realta' presenta una problematica molto ricca. In esso Platone fa il punto sulla questione dell'amicizia come era stata affrontata dal pensiero greco anteriore. Una delle novita' piu' rilevanti del testo e' costituita dal fatto che, per la prima volta nella storia del pensiero, il tema dell'amicizia e' posto su un piano speculativamente corretto e approfondito. Nonostante l'esito aporetico, che e' pero' tale solo in apparenza, il dialogo indica il Principio del Bene come condizione di ogni amicizia: il Bene e' il Primo Amico, per il quale tutto e' amato, e solo esso e' in grado di liberare dal Male. L'amicizia risulta dunque come una forza che - a livello sia umano sia cosmico - crea unita' fra gli esseri, spingendoli ad allontanarsi dal Male per raggiungere quel Bene che e' loro proprio e affine. Concetti come quello di parousia e di intermedio; distinzioni tra cio' che e' realta' e cio' che e' solo apparenza e immagine, cosi' come precisazioni sulle differenze tra amicizia e amore, sono presentati in queste pagine con molta chiarezza. Ma il Liside e' anche uno tra i primi dialoghi in cui Platone mette a tema esplicitamente il concetto di filosofia e il significato della parola "filosofo". Inoltre, qui sono gia' operanti - e non solo in controluce - i Principi primi e supremi del Bene e dei Male.
Maria Lualdi e' una collaboratrice del professor Giovanni Reale ed e' un'attenta studiosa del Liside. Ha pubblicato il volume Il problema della philia e il Liside platonico, con una bibliograria ragionata di tutta la letteratura critica sul dialogo. Hans Krämer, dell'Universita' di Tubinga, e' il noto leader filosofico della nuova interpretazione di Platone. Il suo saggio introduttivo al Liside e' stato composto appositamente per questa edizione. Il testo greco a fronte riproduce l'edizione critica, ormai classica, di J. Burnet, Platonis Opera ("Scriptorum Classicorum Bibliotheca Oxoniensis").
63. Francesco Bacone, Nuovo Organo
Testo latino a fronte
Il 12 ottobre 1620, a Londra, Francesco Bacone (1561-1626) pubblica i due Libri del Novum Organum, seconda parte, per quanto incompiuta, di un progetto ben piu' ampio, l'Instauratio Magna, che avrebbe dovuto gettare un nuovo fondamento all'edificio del sapere. Il Novum Organum e' infatti preceduto da quattro brevi scritti di ordine generale: un Preambolo, o Proemio, una Lettera dedicatoria al re d'Inghilterra Giacomo I, la Prefazione all'Instauratio Magna e la Distributio operis, un vero e proprio piano dell'opera, che tracciano le linee della riforma baconiana del sistema delle scienze, fondata sul "vero e legittimo matrimonio fra la facolta' empirica e quella razionale". Gli aforismi del Novum Organum, da Bacone rivisti piu' volte nell'inesauribile ricerca della chiarezza piu' nitida, sono il frutto di un lungo processo di stratificazione e di fusione di materiali, in parte originali, in parte provenienti da annotazioni, appunti, altre opere incompiute o in corso di stesura, o anche gia' scritte in forma definitiva. Percio' nel Novum Organum, che Bacone considerava il suo scritto piu' riuscito, si possono riconoscere le tracce dei quattro grandi progetti che lo studioso Fulton H. Anderson individua nel suo pensiero: la sostituzione delle dottrine della tradizione platonica e aristotelica con quelle ispirate al naturalismo e al materialismo di impronta democritea; l'elaborazione e l'esposizione di un nuovo metodo di indagine sulla natura; la compilazione di un'ampia e articolata storia naturale; la confutazione dei metodi e delle dottrine appartenenti al tradizionale sistema del sapere.
La presente edizione e' curata da Michele Marchetto, attento studioso di Bacone. La sua introduzione, chiara e precisa, traccia il quadro di riferimento dell'opera, chiarendone i contenuti fondamentali. La traduzione, pur scorrevole, si mantiene fedele alla lettera baconiana, restituendone la nitidezza e l'efficacia espositiva. La notizia biografica, le parole chiave e gli indici analitici concludono l'opera, arricchita dalla piu' completa bibliografia degli scritti su Francesco Bacone pubblicati in questo secolo. Il testo latino a fronte riproduce l'edizione critica di riferimento a cura di J. Spedding, R.L. Ellis e D.D. Heath (1858), confrontata con quella altrettanto autorevole di Thomas Fowler (1878, 1889).
64. Friedrich Schiller, L'educazione estetica dell'uomo
Testo tedesco a fronte
La Rivoluzione francese influenzo' essenzialmente la letteratura e la riflessione tedesche posteriori al 1789. A una prima fase di entusiasmo segui' pero' il disincanto e poi persino l'avversione dichiarata nei confronti di un movimento che, nato e identificato inizialmente come una lotta per i diritti e le liberta' civili, giunse a tradire i propri ideali con l'epilogo del Terrore. A questo travagliato percorso spirituale appartiene radicalmente la "serie di lettere" occasionalmente scritte da Schiller nel 1793 per ringraziare il principe Friedrich Christian von Schleswig-Holstein-Augustenburg, dal quale era stato economicamente sostenuto in un momento di grave difficolta'. Quella prima serie di lettere ando' disgraziatamente distrutta. Cio' costrinse Schiller a riscriverle, arricchendole della sua ulteriore meditazione estetica, e a pubblicarle infine sulla propria rivista "Die Horen" (1795). E' questa la definitiva stesura de L'educazione estetica dell'uomo, che oggi possiamo leggere come uno dei massimi capolavori dell'estetica di fine Settecento, al pari dell'altro grande saggio schilleriano Sulla poesia ingenua e sentimentale pubblicato nel medesimo anno. L'educazione estetica profila il disegno utopico di una rigenerazione dell'umanita', da determinare mediante una "educazione" della sfera sentimentale appunto tramite l'arte. I prodotti artistici sono "forme viventi" in cui la bellezza svela l'armoniosa realizzazione della liberta' etica.
Quest'edizione e' curata da Guido Boffi, studioso della filosofia classica tedesca particolarmente attento alle problematiche estetologiche. Il suo saggio introduttivo ricostruisce il contesto storico-genetico dell'opera e ne discute i problemi fondamentali. Le note al testo illuminano puntualmente singoli passi e riferimenti talora solo impliciti. Le parole chiave focalizzano i termini concettuali delle argomentazioni su cui si costruisce l'intera opera. La bibliografia propone un'ampia scelta di titoli, indispensabili per la comprensione del capolavoro schilleriano e per un suo piu' ampio inquadramento. Il testo tedesco a fronte e' quello dell'edizione canonica di riferimento Schillers Werke, Nationalausgabe, Böhlau, Weimar 1943, vol. XX.
65. Cartesio, Meditazioni metafisiche
Testo latino a fronte. Versione francese in appendice
Le Meditazioni Metafisiche sono il pilastro filosofico su cui Cartesio appoggia quella riforma di tutto il sapere che segna l'inizio dell'epoca moderna. Abbandonato il paradigma della filosofia scolastica, dominante per secoli nel pensiero occidentale, Cartesio offre ai suoi contemporanei un nuovo modello di pensiero. Forte dei successi ottenuti sia in scienze teoriche, quali la geometria e l'algebra, sia in discipline sperimentali, come la fisica, egli si presenta come un innovatore radicale anche in metafisica. Parte da una costatazione che qualunque osservatore colto e attento non poteva non condividere: non c'e' argomento filosofico che non sia oggetto di discussione e fonte di disaccordo tra i filosofi. Per riparare a un tale stato di confusione, e' necessario fondare la filosofia su qualcosa di altrettanto coerente e consistente quanto le scienze. Il primo passo consiste nell'eliminare, con l'esercizio di un dubbio universale e sistematico, tutti gli errori e i pregiudizi a cui la mente e' attaccata. Il filosofo conquista cosi', con un percorso di purificazione intellettuale, l'unica certezza che risulta inattaccabile al dubbio: potrebbe non esistere nulla di quanto i sensi testimoniano, ma deve necessariamente esistere quell'anima che pensa tali cose. Tenendo come fondamento il cogito, cioe' il soggetto nella sua purezza di pensiero, e' successivamente possibile procedere a dimostrare l'esistenza di Dio; Cartesio vi giunge con argomentazioni serrate di grande originalita' e rigore metafisico. L'impresa cartesiana e' conclusa con la riconquista della corporeita' e dei dati sensoriali sacrificati in precedenza al dubbio. Cosi', una volta dimostrata per via introspettiva e argomentativa la spiritualita' dell'anima e l'esistenza di Dio, e' possibile procedere a provare l'unione dell'anima con il corpo, ricostituendo l'unita' fisico-spirituale del soggetto umano.
Quest'edizione e' curata da Lucia Urbani Ulivi, competente studiosa di filosofia moderna e contemporanea. Ricco e puntuale risulta il suo saggio introduttivo; le note al testo, le parole chiave e la bibliografia aggiornata completano il volume. Il testo latino a fronte riproduce esattamente l'edizione di riferimento curata da Charles Adam e Paul Tannery. In appendice, la traduzione francese, rivista personalmente da Cartesio, chiude il prezioso volume.
66. Platone, Ippia Maggiore
Testo greco a fronte
L'Ippia Maggiore e' uno dei dialoghi di Platone meno noti al grande pubblico, anche per i dubbi, a lungo rimasti, sulla sua autenticita', sebbene Gadamer stesso ne abbia richiamato l'importanza. Il tema del dialogo e' affascinante: "Che cosa e' la bellezza?" e' l'interrogativo posto da Socrate al sofista Ippia, a cui, per tre volte, sia l'uno sia l'altro cercano di dare una risposta senza riuscire, almeno in apparenza, a trovarla. Il dialogo si conclude infatti con un'affermazione pensosa e nello stesso tempo ironica di Socrate: "Le cose belle sono difficili". In realta' la ricerca, condotta con lo stimolo e l'aiuto continuo di un misterioso qualcuno, che si rivela alla fine come l'interiorita' del filosofo, approda a risultati convincenti che il lettore, opportunamente guidato, e' in grado di cogliere. Il Bello gli si svelera' infatti come il volto sensibile e percepibile del Bene con cui costituisce una perfetta Unita'. Egli vedra' anche applicata, accanto alla tecnica maieutico-socratica, propria delle opere giovanili, il metodo dialettico di Platone, in un gioco di "dire e non dire", rivelare e poi nascondere, che ha un preciso riferimento alle "dottrine non scritte".
Quest'edizione e' curata da Hans Krämer, dell'Universita' di Tubinga, noto leader filosofico della nuova interpretazione di Platone; il suo saggio introduttivo si impone per novita' e valore filosofico. Maria Teresa Liminta, che ha studiato a lungo il dialogo, cura la traduzione, gli apparati introduttivi e finali conducendo il lettore passo passo alla piena comprensione del dialogo, opera di transizione dalle composizioni giovanili a quelle della maturita'. Il testo greco a fronte riproduce l'edizione critica, oggi di riferimento, di J. Burnet, Platonis opera ("Scriptorum Classicorum Bibliotheca Oxoniensis"), conservandone struttura di riga e numerazione.
67. Parmenide, Sulla Natura (frammenti e testimonianze)
Testo greco a fronte
"L'essere e' e non puo' non essere, il nonessere non e' ed e' impossibile che sia". Queste parole di Parmenide tematizzano per la prima volta nella storia quel principio di non-contraddizione che solo, dira' Aristotele, permette agli uomini di pensare e parlare e di non vivere come piante. Insieme all'altro principio parmenideo, secondo cui il pensiero e' sempre e solo pensiero dell'essere, principio che dal VI secolo a.C. rimarra' basilare nel pensiero occidentale e pressoche' inattaccato almeno sino all'Idealismo tedesco dei primi dell'Ottocento, e' questa la piu' cospicua eredita' di un pensatore che si puo' ben dire abbia tracciato i "binari" su cui il pensiero occidentale si sarebbe per sempre mosso. Si capisce percio' quanto Parmenide sia sempre attuale e come valga davvero la pena di accostarsi al pensiero di colui che icasticamente Platone ha definito "padre venerando e terribile" della filosofia. Partecipiamo pertanto con il poeta alla "rivelazione della Verita'", che ci porta nel cuore e nel nucleo originario della problematica dell'Essere e, insieme, dischiude un nuovo orizzonte alle nostre erronee opinioni di mortali.
L'edizione e' curata da Giovanni Reale, riconosciuto a livello internazionale anche per le sue conoscenze sugli Eleati, che studia da anni, a partire dall'aggiornamento della sezione dell'opera di Zeller concernente questi filosofi, passando per l'edizione innovativa con traduzione delle testimonianze e dei frammenti di Melisso, per giungere all'editio maior di questo libro, curata nel 1991 insieme a Luigi Ruggiu per la collana "I Classici dei Pensiero", sempre della Rusconi. L'introduzione traccia un breve ma denso quadro d'insieme della filosofia di Parmenide e della sua portata straordinaria; la traduzione, scorrevole e curata sia filologicamente sia filosoficamente, aiuta il lettore nell'impatto con il Poema parmenideo; le note e le parole chiave apportano tutti i chiarimenti concettuali necessari a una buona comprensione dell'opera. Il testo greco riproduce l'edizione critica, ormai classica, di H. Diels - W. Kranz, Die Fragmente der Vorsokratiker, con poche varianti.
68. Porfirio, Vita di Pitagora
Testo greco-arabo a fronte
La Vita di Pitagora di Porfirio costituisce una delle tre biograrie antiche che ci sono pervenute del filosofo-matematico di Samo, insieme a quelle, parallele, di Diogene Laerzio e di Giamblico. La biografia porfiriana faceva parte di una grandiosa Storia della filosofia, che ci e' giunta purtroppo in frammenti (pubblicati a parte in questa stessa collana). Il progetto generale di Porfirio era quello di analizzare la progressiva manifestazione storica della verita', da Pitagora a Platone, nell'ottica di una platonizzazione del pitagorismo: Porfirio conferisce infatti una connotazione metafisica e teologica alle dottrine che, nella scuola pitagorica, avevano una valenza matematica e ontologica.
La figura di Pitagora che emerge dal testo di Porfirio e' molto complessa: Pitagora e' presentato come l'erede delle antiche dottrine di Zarathustra, di Anassimandro, degli Egizi, dei Fenici, dei Caldei e degli Ebrei; pertanto viene visto nella sua poliedricita', come un filosofo, come un matematico, come uno scienziato, come un uomo politico della Magna Grecia, come il capo carismatico di una confraternita religiosa e, infine, come l'incarnazione di Apollo.
Questa edizione e' curata da due dei maggiori esperti di Porfirio a livello internazionale: Angelo Raffaele Sodano (che ha curato l'edizione critica di molte opere di Porfirio) e Giuseppe Girgenti (autore di numerosi saggi interpretativi su Porfirio). Quest'ultimo presenta un saggio preliminare con l'interpretazione filosofica, mentre il primo propone una monografia introduttiva con l'analisi filologica. La traduzione, con testo greco a fronte, e' completata da un accurato apparato di note, parole chiave, bibliografia e indici. Il testo greco e' tratto dall'edizione di E. Des Places, Paris 1982, ed e' arricchito dalla versione araba della Vita di Pitagora di Usaybi'a, pubblicata in appendice. Si tratta di testi poco noti, ma importantissimi, presentati per la prima volta in traduzione italiana.
69. G.W.F. Hegel, Platone
Testo tedesco a fronte
Nella gestazione del sistema filosofico avvenuta nei primi anni del periodo di Jena (1801-1803), l'influenza di Platone sul pensiero di Hegel e' stata determinante su tutti i fronti, consentendogli di andare oltre il criticismo di Kant e di "emanciparsi" progressivamente dall'idealismo trascendentale di Schelling. Di esplicita derivazione dal Timeo platonico e' innanzitutto il famoso principio dell'Identita' speculativa, con cui Hegel, nella Differenza tra il sistema filosofico di Fichte e quello di Schelling (1801), esprime la fisionomia peculiare e paradigmatica del Dio cristiano, sviluppatata poi nelle grandi opere a partire dalla Fenomenologia dello Spirito: "L'Assoluto e' l'Identita' dell'Identita' e della Nonldentita'". L'impatto decisivo delle letture platoniche sulla riflessione filosofica del "giovane" Hegel si estende inoltre al versante dialettico (con il Parmenide), a quello filosorico-naturale (ancora col Timeo) e a quello etico-politico del sistema (con il Politico e la Repubblica).
Questa edizione e' curata da Vincenzo Cicero, che di Hegel ha gia' tradotto in italiano per questa collana la Fenomenologia dello Spirito, la Filosofia del Diritto e l'Enciclopedia delle scienze filosofiche (1830), e che vanta inoltre una serie di importanti studi su Platone. Il testo tedesco riprodotto a fronte e' basato - ma con una sistematica revisione critica - sul Plato della lª ed. Michelet delle hegeliane Vorlesungen über die Geschichte der Philosophie (1833), mai tradotta in italiano; la veste redazionale e un ricco apparato critico consentono inoltre un confronto pressoche' completo con il Plato dell'edizione critica Garniron-Jaeschke di queste Vorlesungen, pubblicata nel 1996 presso l'editore Meiner di Amburgo. Un'autentica novita' nel panorama filosofico internazionale.
70. Novalis, I discepoli di Sais
Testo tedesco a fronte
I Discepoli di Sais sono un romanzo filosofico composto da Novalis fra il 1798 e il 1799 e mai completato. Si tratta tuttavia di un frammento che non e' paragonabile al "torso" di una statua, ma costituisce un testo a suo modo compiuto. Le impennate, i salti improvvisi e certe interruzioni non solo non disturbano, ma esprimono quel gioco d'incanto tipico della poesia di Novalis: un gioco d'incanto simile, a suo dire, a quello di un bambino il quale mediante la fantasia gioca con la bacchetta magica del padre (nel nostro caso il padre e' Fichte, e in larga misura anche Schelling).
L'edizione e' curata da Alberto Reale, esperto di germanistica, che, in questa collana, di Novalis ha gia' curato Cristianita' o Europa. Il saggio introduttivo e' una vera e propria monograria; in esso vengono esaminati tutti i concetti fondanti dello scritto e se ne studiano il significato e le fonti. La bibliografia abbraccia l'intera produzione di Novalis. La traduzione e' presentata con opportuni titoletti che scandiscono non solo le varie scene ma anche le loro complesse articolazioni e aiutano il lettore. Il testo tedesco a fronte e' quello di H.J. Mähl e R. Saumel: Werke, Tagebücher und Briefe.
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Numeri 1-10
A cura di Giovanni Reale
A cura di Hans Krämer e Maria Lualdi
A cura di Michele Marchetto
A cura di Guido Boffi
A cura di Lucia Urbani Ulivi
A cura di Hans Krämer e Maria Teresa Liminta
A cura di Giovanni Reale
A cura di Angelo Raffaele Sodano e Giuseppe Girgenti
Porfirio illustra quindi le dottrine scientifiche della scuola (i mathemata), che comprendevano l'aritmetica, la geometria, l'astronomia e la musica, poi i precetti pratici della "vita pitagorica" (gli acusmata o symbola), tra i quali il ben noto divieto di mangiare le fave, che viene accuratamente argomentato, e, infine, le credenze religiose, come l'immortalita' dell'anima e la metempsicosi.
A cura di Vincenzo Cicero
Questa influenza ha naturalmente avuto importanti ripercussioni sui successivi corsi universitari hegeliani su Platone, tenuti tra il 1805 e il 1830 nel contesto delle lezioni sulla storia della Filosoria: per il pensatore tedesco si e' trattato di ripercorrere il circuito speculativo che piu' di ogni altro gli era stato d'aiuto per gettare le fondamenta dei proprio sistema scientifico. Percio' le lezioni su Platone costituiscono un documento filosofico davvero unico che merita di essere riproposto in un'edizione a se stante, anche senza la cornice generale delle Lezioni sulla storia della Filosofia, cui pur appartiene.
A cura di Alberto Reale
Ecco alcune precise affermazioni di Novalis rivelatrici della natura di questo suo stile: "Si rimprovera ai poeti di esagerare e si considera il loro linguaggio improprio e immaginifico quasi solo per giustiricarli; addirittura ci si accontenta, senza approfondire, di attribuire alla loro fantasia quella natura sorprendente che vede e sente qualcosa che altri non vedono e non sentono e che, in una mirabile follia, fa e disfa il mondo reale come le aggrada; ma a me sembra che i poeti siano ben lontani dall'esagerare quanto invece occorrerebbe, che essi percepiscano non solo oscuramente l'incanto di quella lingua e che giochino con la fantasia come un bambino con la bacchetta magica del padre".
Ne I Discepoli di Sais traspaiono in forma altamente poetica idee-chiave della filosofia romantica sull'uomo e sulla natura. Maeterlinck ha dato di questo romanzo il giudizio piu' pertinente: "Ci sono poche opere piu' misteriose, piu' serene e piu' belle".
dal 15 maggio 1999
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Il pensiero occidentale