51. Platone, Fedone
Testo greco a fronte
Il Fedone rientra fra le poche opere che trascendono non solo la storia spirituale del loro autore, ma perfino la loro epoca. Esso costituisce un tappa miliare del pensiero occidentale. Platone fonda e giustifica qui in modo sistematico il concetto di "anima", creato da Socrate, inteso come capacita' di intendere e di volere e come vera e propria natura dell'uomo. Si tratta davvero di un concetto epocale, in quanto dalla sua accettazione o dalla sua negazione dipende, sotto un certo aspetto, il senso che l'uomo e' disposto a dare a se stesso e alla sua esistenza. Epilogo drammaturgico della trilogia socratica che si apre con l'Apologia e prosegue con il Critone, il Fedone prende come spunto l'ultima giornata di vita di Socrate che si conclude, appunto, con la sua morte, dopo aver bevuto la cicuta. La scena si svolge in una cella del carcere di Atene, nella primavera del 399 a.C. La composizione del dialogo si colloca dopo il 387 a.C., nel primo periodo di tempo dopo la fondazione dell'Accademia. Il Fedone non e' una sorta di trattato monografico sull'immortalita' dell'anima in senso moderno. In verita', in connessione con il problema dell'immortalita' e delle questioni escatologiche a esso inerenti, Platone tratta altri due grandi temi: quello metafisico della teoria delle Idee ("seconda navigazione"), che costituisce il fondamento ontologico della dottrina dell'immortalita', e quello dei valori etici supremi e dell'autentica vita morale, che ne e' la conseguenza.
L'edizione e' curata da Giovanni Reale, grande studioso di Platone, impegnato da piu' di un lustro sui temi specifici del Fedone. Il suo saggio introduttivo ripercorre tutte le problematiche del dialogo con chiarezza e profondita', mettendo in evidenza anche le ragioni teoriche del valore conoscitivo del mito, che Platone intende come una forma di "pensare per immagini". La moderna e precisa traduzione scandisce le varie parti del dialogo con nuove ed esplicative intitolazioni. Seguono le note al testo, le parole-chiave e lo schema del contenuto del Fedone. In appendice una assai ricca bibliografia riporta gli studi sul dialogo nel XX secolo. Il volume accoglie, in novita' assoluta, un inserto iconografico che riproduce tre gessi del Canova raffiguranti le scene cruciali del Fedone, presentate nel loro insieme e nei particolari da Giovanni Reale. Il testo greco a fronte riproduce l'edizione critica di J. Burnet (Oxford), oggi di riferimento, conservandone struttura di riga e numerazione.
52. M. Weber, La scienza come professione
Testo tedesco a fronte
La scienza come professione e' il piu' immediato, il piu' affascinante e, per molti aspetti, anche il piu' attuale degli scritti di Weber. Si tratta di una conferenza che egli tenne a Monaco nel 1917 e in cui fece confluire tutti i principali risultati da lui raggiunti nell'arco di una vita a proposito del significato e dell'utilita' della ricerca scientifica nel campo delle scienze dello spirito. Perche' dedicarsi alla scienza e alla ricerca, magari con fatica e sacrificio, anziche' alla produzione di un reddito? Perche' continuare a studiare per tutta la vita? E qual e' il compito dell'uomo di scienza? Che dignita' ha il suo sapere? Sono queste le domande, sempre vive e sempre attuali, che Weber si pone e a cui trova risposte mai banali. L'onesta' intellettuale, secondo Weber, e' la qualita' che fa il vero uomo di scienza, distinguendolo dai tanti "profeti della cattedra". E la chiarificazione e' il servizio che egli offre all'umanita', facendo luce sui motivi e sulle conseguenze ovunque l'uomo sia chiamato a prendere una decisione nella propria vita.
L'edizione e' stata curata da Paolo Volonte', attento studioso del pensiero e dell'opera di Weber. L'introduzione illustra il contesto teorico in cui e' nato questo scritto, permettendo cosi' di apprezzarne tutti i presupposti e i risvolti filosofici. Le note al testo rispondono all'obiettivo di chiarire i molti riferimenti, spesso impliciti, fatti dall'autore a persone, teorie, fatti accaduti. Un'aggiornata bibliografia e' dedicata espressamente alla letteratura specifica su quest'opera. La traduzione vuole coniugare la scorrevolezza della lettura con la fedelta' all'originale e al significato da esso trasmesso. Essa si basa sul testo curato da W.J. Mommsen e W. Schluchter per l'edizione critica delle opere di Weber, e qui riprodotto a fronte.
53. F.W.J. Schelling, Sistema dell'idealismo trascendentale
Testo tedesco a fronte
"Fine marzo 1800": cosi' data la prefazione del Sistema dell'idealismo trascendentale, opera con cui Schelling giunge a una prima "sintesi" della sua problematica teoretica composta di filosofia dell'Io e filosofia della natura. La prima e' la speculazione che, muovendo dall'elemento soggettivo del sapere, l'Io appunto, si pone come fine la spiegazione dell'oggettivo; la seconda, viceversa, e' l'indagine che muove dall'oggettivo per giungere al soggettivo. Il sistema di tutto il sapere, cioe' il sapere che articola l'insopprimibile opposizione e complementarieta' di questi due itinerari filosofici, e' appunto l'"idealismo trascendentale", nel cui svolgimento viene ripercorsa per "epoche" la "storia dell'autocoscienza". Solo mantenendo l'antitetico concorso, l'unione e la reciprocita' di filosofia trascendentale e filosofia della natura il filosofo puo' cogliere il fondamento ultimo dell'armonia di soggettivo e oggettivo, quell'"assolutamente Identico" di cui si vieta la rappresentazione nei termini di un essere sostanziale o personale. La filosofia abbisogna pero' dell'arte, "chiave di volta del sistema", per comunicare l'unione e l'identita' originarie di "soggettivo" e "oggettivo" al di fuori dell'astrattezza riflessiva dei propri concetti. L'"intuizione estetica" coglie infatti nell'opera artistica, seppure istantaneamente e imprevedibilmente, quel fondamento ontologico in cui "spirituale" e "naturale" sono l'Uno-Tutto originario. Ecco perche' il Sistema si chiude solo dopo aver posto i capisaldi di un'autentica "filosofia dell'arte". Un'opera che costituisce una pietra miliare per la comprensione dell'Idealismo.
L'edizione e' curata da Guido Boffi, studioso della filosofia classica tedesca. La sua introduzione ricostruisce il contesto storico-filosofico del Romanticismo di Jena, entro il cui alveo il Sistema venne concepito, e traccia una sintesi dell'itinerario speculativo dell'opera. Le essenziali note al testo esplicitano i riferimenti assunti e discussi dal discorso schellinghiano, assecondate dalle parole -chiave che focalizzano i termini propri delle argomentazioni. La bibliografia propone titoli mirati alla comprensione e all'interpretazione dell'intero Sistema o di alcuni suoi motivi privilegiati. Il testo tedesco a fronte della traduzione e' quello a cura di H.D. Brandt e P. Muller, stabilito sulla base della prima edizione dell'opera (1800).
54. F. Bacone, La Nuova Atlantide
Testo inglese a fronte
La Nuova Atlantide e' un'opera minore di Francesco Bacone, ma non per questo meno rappresentativa del pensiero di uno dei padri della moderna mentalita' scientifica. Essa costituisce, a ben vedere, la materializzazione letteraria del sogno baconiano di una cittadella delle scienze. Perfettamente inscritta nell'atmosfera culturale dell'Inghilterra del diciassettesimo secolo, la Nuova Atlantide entra, assieme
L'edizione offre, insieme al testo originale inglese, anche la versione latina, approntata da Bacone stesso allo scopo di avvicinare la sua opera al maggior numero di lettori. La traduzione italiana e' stata curata da Paolo Guglielmoni, studioso di filosofia moderna e contemporanea. La presente edizione riproduce il testo latino della Nova Atlantis pubblicato ad Amsterdam nel 1661, con alcune variazioni. Il testo inglese a fronte della traduzione italiana, invece, e' quello pubblicato nel 1859 nell'edizione The Works of Francis Bacon, collected and edited by J. Spedding, R.L. Ellis, D.D. Heath, London.
55. Agostino, Musica
Testo latino a fronte
385 d.C.: un retore africano si ritira con alcuni compagni nella villa di un amico. Ha appena lasciato una brillante carriera di corte, ha da poco deciso di convertirsi al cristianesimo del vescovo Ambrogio. Mentre si prepara al battesimo, progetta di scrivere un'"enciclopedia delle arti liberali", di cui stende per intero solo i cinque libri sulla prima sezione della musica, dedicata al rhythmus. Tornato in Africa, nel 390 Agostino conclude l'opera con un sesto libro di grande valore filosofico nel quale e' presentata un'acuta analisi della conoscenza sensibile, della conoscenza intellettuale, della memoria. La musica, che nei templi milanesi lo commuoveva "fino alle lacrime", diventa strumento di indagine e metafora privilegiata per dire di un mondo ordinato, dove l'incorporeo e' superiore al corporeo ma non lo annulla ne' lo combatte. La griglia concettuale neoplatonica e neopitagorica consente ad Agostino di dare a ogni cosa il suo posto, ma la sensibilita' artistica, la cultura retorica, la rinnovata fede cristiana gli consentono di presentare un universo fondato sui numeri, dove pero' numerus e', oltre all'ente matematico, anche il ritmo musicale, la memoria sensibile e insieme il numero ideale che sta in Dio. Sappia il lettore affrontare con serieta' i giochi pitagorici del primo libro del De musica, sensa lasciarsi sfuggire le definizioni di arte e scienza e dei loro rapporti; superare con leggerezza le scansioni metriche dei libri centrali, pur sempre specchio dei "numeri di Dio"; e godere poi della ricchezza del sesto libro, dove si seguono le tracce che la musica ha lasciato "uscendo dai suoi segretissimi penetrali".
La presente opera e' curata da Maria Bettetini, nota studiosa dello sviluppo di queste tematiche nel pensiero tardo-antico. L'introduzione guida a una lettura profonda e chiara del testo e non e' priva di riferimenti ad altri momenti della storia del pensiero; la traduzione (condotta sul testo dell'edizione dei Maurini, qui riprodotto a fronte) rispetta, in un italiano chiaro ed elegante, il ritmo e la sonorita' della prosa agostiniana; le parole chiave illuminano il lettore sui temi fondamentali del dialogo.
56. Agostino, La vera religione
Testo latino a fronte
Con il De vera religione si conclude il periodo delle opere giovanili di Agostino e inizia la riflessione matura e sistematica sulla natura del cristianesimo e, piu' in generale, sulla verita' della religione contro ogni forma di superstizione e di idolatria. Composta a Tagaste intorno al 390, prima di divenire sacerdote, l'opera e' indirizzata all'amico Romaniano, cui Agostino aveva da tempo promesso di far sapere i propri pensieri sulla religione, ed e' decisamente rivolta contro il manicheismo, qui confutato nei suoi principi e nelle sua pretese razionali, e contro ogni forma di dualismo, sia filosofico sia religioso. Nel cristianesimo Agostino aveva trovato non un culto o una dottrina morale, ma il compimento delle umane attese razionali e la scoperta della natura autentica della fede. Sicche', nel comune riferimento alla "verita'", l'una, la filosofia, trova sostanziale accordo con l'altra, la religione, superando la malcelata opposizione tra "culto" e "scuola" del mondo greco e rimanendo tuttavia entrambe vere nel loro campo. La duplice via della "ragione" e della "autorita'", cui Agostino aveva gia' dedicato grande attenzione nei Dialoghi, trova cosi', in quest'opera, la sua piu' chiara formulazione, nel sempre richiamato contesto di una dottrina dell'Uno che, se indubbie influenze plotiniane e porfiriane ebbe, tuttavia, nella centralita' della figura del Verbo incarnato, si presenta originale e innovativa. Molti altri scritti (apologetici, polemici, sistematici) Agostino dedico' in seguito alla "vera religione" nel costante impegno di chiarire agli uomini, del suo e di ogni tempo, la positivita' del cristianesimo, liberandoli da forme e pratiche di vita contrarie alla loro natura, fino a quel De civitate Dei che, dell'opera qui presentata, costituisce lo sviluppo e il completamento.
Quest'edizione, curata da Onorato Grassi, attento studioso di Agostino, offre una traduzione agile e fedele al testo latino. L'introduzione, le note al testo e gli indici forniscono al lettore gli strumenti per collocare l'opera nel suo contesto e per comprenderne l'articolazione e i passi fondamentali. Il testo latino a fronte riproduce l'edizione critica del Corpus Christianorum (Series Lahna), vol. XXXII, con alcuni cambiamenti ortografici che ne facilitano la lettura.
57. J. Milton, Areopagitica
Testo inglese a fronte
Areepagitica e' il maggiore scritto in prosa di John Milton e il primo testo della letteratura europea dedicato interamente al tema della liberta' di stampa e di pensiero. Scritta a Londra nel 1644, durante la presa di potere del Parlamento inglese dopo i lunghi anni di monarchia assoluta del re Carlo I, costituisce un accorato appello alle forze parlamentari e protestanti in cui Milton credeva, e dalla cui parte si era gia' pubblicamente schierato. Il Parlamento, impaurito dall'ondata di pubblicazione di oposcoli e di scritti polemici di ogni genere che aveva seguito la caduta nel 1640 dell'intera impalcatura della legislazione approvata dal monarca, aveva di nuovo imposto controlli alla stampa che minacciavano, tra l'altro, di colpire gli scritti in favore del divorzio dello stesso Milton. Tuttavia il suo testo supera una dimensione personale per muoversi in un ampio spazio storico e ideale, arrivando a offrire una nuova e ardita definizione delle liberta' individuali che sottendono una societa' libera e moderna.
Questtedizione e' stata curata insieme da Mariano Gatti e da Hilary Gatti (Universita' di Roma "La Sapienza") che si occupa della filosofia e della letteratura del Rinascimento. Il commento al testo e' stato articolato in modo da offrire, da una parte, una spiegazione semplice e chiara delle caratteristiche linguistiche della prosa di Milton (nota dei curatori, parole chiave), e, dall'altra, un'interpretazione storico-critica, sia del testo nel suo insieme sia dei singoli punti piu' problematici. Una particolare attenzione e' stata prestata alle fonti storiche e letterarie utilizzate da Milton, e in particolare all'uso della Bibbia che appare una costante ispirazione di fondo. Nella presentazione di questo testo a un pubblico italiano, tuttavia, si e' voluto sottolineare, con particolare rilievo, anche la radice umanistica di un pensatore tra i piu' colti e raffinati della tradizione inglese. Il testo originale a fronte e' basato su diverse copie della prima edizione, consultate personalmente dai curatori e controllate sull'edizione curata da E. Sirluck (Yale University Press, 1959).
58. Platone, Protagora
Testo greco a fronte
Il Protagora e' sicuramente uno dei capolavori letterari di Platone, la cui bellezza formale e poetica risulta talmente evidente da trasfondersi in una lettura gustosissima, ricca di effetti scenografici e drammaturgici e dinamicizzata da frequenti cambi di scena, di tema e di stile. Questa edizione intende mettere in rilievo anche la densita' del contenuto filosofico del dialogo, sottostimata dalla critica. In realta', nel Protagora Platone pone una questione per lui filosoficamente essenziale: chi e' il vero educatore della gioventu' ateniese richiesto dal mutamento socio-culturale in atto nella Atene del V-IV secolo a.C.? Il lettore e' invitato a identificarsi nel giovane Ippocrate, l'aspirante allievo, e ad ascoltare le parole di Socrate e i discorsi di Protagora, di Ippia e di Prodico; sara', cosi', in grado di scegliere quale educatore seguire. Con sua grande sorpresa, constatera' che, se i Sofisti, e Protagora in primis, appaiono essere questi educatori cosi' attesi, lo scontro dialettico con Socrate dimostra che e' quest'ultimo il vero educatore, in quanto egli solo ha la "scienza" del Bene, che gli permette di fondare la propria tavola delle virtu' e i principi etici, cosi' da renderli insegnabili anche agli altri.
L'edizione e' curata da Giovanni Reale, studioso di Platone di fama internazionale. Il suo saggio introduttivo ripercorre la struttura drammaturgica del dialogo, disvelando come la sua ricca articolazione serva a introdurre tutti quegli elementi filosofici che delineano, nel finale, la concezione della virtu', dell'etica e della paideia di Socrate-Platone. La traduzione, fresca, precisa e moderna, aiuta la lettura scandendo il testo con titoli e sottotitoli. Seguono le note al testo, che si configurano come un vero e proprio commento, lo schema del contenuto del Protagora e l'indice analitico del saggio introduttivo. In appendice, si trova anche una vasta bibliografia sulla letteratura critica del XX secolo concernente il dialogo. Il testo greco a fronte riproduce l'edizione critica, ormai classica, di J. Burnet, Platonis Opera ("Scriptorum Classicorum Bibliotheca Oxoniensis").
59. Platone, Gorgia
Testo greco a fronte
A seconda della prospettiva a cui si da' rilievo, il Gorgia puo' apparire un dialogo sull'oratoria antica, sull'etica o sulla politica. In realta', il Gorgia, come dice lo stesso Socrate, riguarda alcuni dei temi fondamentali per l'uomo. Infatti, chiedersi se sia meglio subire che compiere ingiustizia significa domandarsi se un'etica fondata sulla ricerca della verita' debba essere "ingrediente" essenziale e imprescindibile dell'azione politica o se basti, invece, saper parlare persuasivamente, saper propagandare bene le proprie tesi, anche dannose per il popolo, accarezzandone le passioni, pur di conquistarsene il favore. Per Platone, l'etica e' perseguimento del bene proprio e altrui, e questo Bene e' fondamento ontologico dei valori e della verita' stessa. Ecco perche' la filosofia, in quanto ricerca del vero, e' di ausilio alla politica, che viene concepita come "servizio" finalizzato al miglioramento morale dei concittadini. Solo comprendendo questo, non si resta sorpresi di fronte a tali paradossali affermazioni di Socrate: felice e' colui che non commette ingiustizia e piuttosto subisce ogni danno pur di non commetterla; felice e' anche chi, avendo commesso ingiustizia, sconta la pena; infatti, felice e' solo chi consegue il bene dell'anima, che e' il vivere secondo giustizia e libera dalle colpe (come suggella il mito escatologico conclusivo).
L'edizione e' curata da Giovanni Reale, studioso di Platone di fama internazionale. Il suo saggio introduttivo mette in luce con grande chiarezza e precisione il significato storico-filosofico dell'opera all'interno della vita e del pensiero di Platone, nonche' la trama concettuale che la sorregge e la sua attualita'. La traduzione, puntuale e moderna, rende piu' agevole la lettura grazie alle intitolazioni e alle precisazioni apportate dalle note al testo, che rappresentano un vero e proprio commento. Seguono lo schema del contenuto del Gorgia e un'appendice bibliografica sulla letteratura critica del XX secolo concernente il dialogo. Il testo greco a fronte riproduce l'edizione critica, ormai classica, di J. Burnet, Platonis Opera ("Scriptorum Classicorum Bibliotheca Oxoniensis").
60. Platone, Eutifrone
Testo greco a fronte
L'Eutifrone si presenta come uno dei cosiddetti "dialoghi aporetici", perche' in essi Platone pone un problema filosofico - in questo caso: la definizione del "santo" - e, in apparenza, non ne tematizza compiutamente la soluzione. In realta', l'Eutifrone mette a nudo la poverta' e la carenza strutturale del supporto teologico della "religione olimpica", incarnata dal sacerdote Eutifrone, e, tramite Socrate, mostra l'esigenza di una concezione religiosa totalmente rivoluzionaria e fondata sulla ricerca dialetticofilosofica del vero. E le conseguenze di tale "rivoluzione" sono enormi: anche se in via solo allusiva, Platone rivela infatti di ricercare in questo modo un nuovo rapporto tra l'uomo e il divino, un rapporto svincolato da quel "commercio" fatto di scambi tra richieste e sacrifici propiziatori (do ut des), a cui spesso si riduceva la religione greca tradizionale. Introdurre questo nuovo rapporto significa allora comprendere che dal divino viene all'uomo solo il bene e non il male, e che percio' il servizio che l'uomo contraccambia alla divinita' dev'essere finalizzato non ad arricchire dio, che e' gia' autosufficiente, bensi' a contribuire alla realizzazione del bene nel mondo. Platone indica questo innovativo modo di concepire il santo a Eutifrone, il quale pero' non lo comprende perche' si rivela incapace di svincolarsi dal suo modo quasi "morboso" di concepire la religione.
L'edizione e' curata da Giovanni Reale, uno dei massimi studiosi di Platone di fama internazionale. Nel suo saggio introduttivo presenta una densa e ricca analisi di tutte le tematiche e le problematiche del dialogo. La sua traduzione, chiara e moderna, e' scandita da intitolazioni che ne rendono molto piu' agevole la lettura. Seguono: le note al testo, ricche di puntualizzazioni che facilitano la comprensione dei passaggi testuali, lo schema del contenuto dell'Eutifrone, nonche' un'appendice bibliografica che raccoglie gran parte della letteratura critica del XX secolo concernente il dialogo. Il testo greco a fronte riproduce l'edizione critica, ormai classica, di J. Burnet, Platonis opera ("Scriptorum Classicorum Bibliotheca Oxoniensis").
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