Io e il mondo

(Manifesto Vizioso)



di Massileo





Il terzo millennio aprirà una nuova epoca: finalmente il concetto di realtà subirà notevoli e drammatiche rivoluzioni, e con esso i concetti di esperienza, soggetto e oggetto. Si apriranno nuovi scenari nei quali la nostra identità dovrà affrontare lotte ben più acerrime di quelle alle quali siamo stati abituati ed educati.

Cosa resterà dell’ Io? Ma forse è meglio domandarsi cosaresterà di quell’Io sicuro e obiettivo che la tradizione ci ha consegnato e dal quale anche noi non ci separeremo tanto facilmente: è un cordone ombelicale difficile da lacerare. Chi sono io? Chi sei tu? Chi siamo noi? Cos’è il mondo per noi? Le verità della scienza, credo, non sono le nostre verità, o almeno non sono le nostre uniche verità. Io mi sento unico e non calcolabile o razionalizzabile, ma non so più chi sono. Ora mi sembra di essere immerso in un nuovo mare aperto nel quale la mia identità, la mia realtà e la mia esperienza così come le ho sempre intese stanno pericolosamente vacillando. Ma vedo che non sono il solo naufrago.

Cosa fare allora? Forse prima di conoscere noi stessi dovremmo cercare di essere noi stessi e nessun altro. Immergerci in questo nuovo mare aperto, viverlo, cambiarlo e poi magari comprenderlo. Indipendentemente da quello che abbiamo ereditato, è venuto il momento di affermare un nuovo io, più sincero e meno sacralizzato, più sensuale e meno razionale, più immerso nella nuova realtà a venire e meno estraneo e supponente, meno orgoglioso e più conviviale.

So benissimo che molto di quanto ho detto è stato già detto! Ma ciò non mi turba affatto: la verità che ho espresso è mia. Se anche appartenesse a migliaia di altri uomini, essa sarebbe comunque mia. Quello che racconto sono io e il mio mondo.

E questo è il mio messaggio: non facciamo in modo che la nostra vita cominci con le virgolette e finisca in virgolette. Abbiamo un compito arduo: traghettare il nuovo millennio verso un mondo che sembra ancora più folle di questo. Ma potremo farlo solo se saremo noi stessi, come infiniti soggetti, con la lettera minuscola, ma pur sempre soggetti vivi e in grado di dialogare con la storia; allora il mare aperto sarà una ricca avventura. Ecco cosa dobbiamo fare: vivere e raccontarci.

In che modo? Io ho comunicato una mia sensazione senza voler dare nessuna validità assoluta a quanto andavo dicendo, perché l’unico modo di essere se stessi, quindi sinceramente e onestamente, è provare ad esprimere quello che crediamo sia vero, che sentiamo sia vero. E’ questo che dobbiamo raccontarci.



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