Per prima cosa penso sia giusto da parte mia precisare che i contatti che ho avuto con le discipline
afferenti al corso di storia della facoltà di lettere sono legate ad un preciso intento formativo del corso di
conservazione dei beni culturali al quale sono iscritto: fornire gli strumenti essenziali volti a favorire un
inquadramento storico del panorama artistico.
La prima cosa da sapere sull’ organizzazione delle discipline
afferenti al corso di storia consiste nel fatto che esse sono essenzialmente legate a due dipartimenti diversi
e piuttosto autonomi l’uno rispetto all’altro: il Dipartimento di medievistica e quello di storia moderna e
contemporanea. Al primo fanno capo, oltre agli insegnamenti di storia medievale, altre tre tipologie di
discipline: corsi che affrontano temi di storia locale ; corsi che si occupano delle tematiche religiose; corsi
legati allo studio delle fonti scritte sia dal punto di vista paleografico che da quelli diplomatico e linguistico
-si consideri significativa in questo senso la presenza di insegnamenti sulla letteratura e la lingua latina del
medioevo.
Nel Dipartimento di storia moderna e contemporanea si trovano, oltre a quelli fondamentali, corsi di storia
di diverso genere -locale, delle relazioni internazionali, economica- e corsi legati al mondo della
biblioteconomia.
In questo panorama caratterizzato da una chiara vocazione mondiale spiccano alcuni insegnamenti come
quelli di archeologia industriale e di storia della scienza, ricchi di collegamenti con la storia dell’arte e con
la filosofia, mentre un posto tutto particolare è occupato dalle cattedre di Storia del Giappone e Lingua
giapponese.
Mi è parso di notare che il Dipartimento di storia moderna e contemporanea si giovi con frequenza di incontri con storici nazionali ed internazionali al fine di integrare la didattica con dibattiti collegati ai temi dei corsi; questo è, perlomeno, l’impressione avuta frequentando il corso di storia
contemporanea durante l’a.a. 94/95, periodo nel quale fu affrontato, da ogni corso di storia contemporanea
con un taglio particolare, il tema della Resistenza.
Un’ultima osservazione è ancora legata alla didattica
della materia storica: dopo aver frequentato tre corsi di storia ho potuto notare quanto sia difficile trovare professori disponibili ad impostare le proprie lezioni in relazione alle esigenze particolari di studenti di storia
“anomali” quali possono essere quelli di beni culturali. Non che mi senta di considerare negativi i risultati
finali dello studio di quei corsi che si sono caratterizzati per la loro impostazione tradizionale, sono stati
anzi ricchi di novità e scoperte; ad ogni modo è da considerare eccezionale l’impegno di quel docente di
storia moderna che, appoggiandosi all’idea blochiana di storia di tutti i giorni, si è sforzato di istituire
collegamenti numerosi e di diversi tipi fra i periodi storici affrontati e il coevo contesto culturale.
Si può allora concludere che gli stimoli didattici non manchino, ma che in ogni caso si realizzino più per la
personale disponibilità dei docenti, ciò vale anche per i dibattiti, che non per un impegno generale dei
dipartimenti.