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Memorandum historiae


Il Revisionismo
Fascismo e antifascismo
di Leonardo Sacchetti e Giambattista Scirè

"OCi sembra doveroso provare a chiarire alcuni concetti storiografici di non poco conto per provare almeno a districarsi nei meandri di un tema così interessante e scottante come “Fascismo e Antifascismo”. Abbiamo preso come riferimento il testo omonimo diDe Luna - Revelli ed in particolare il saggio di Revelli “Le idee”.
Cosa si intende, dunque, per “antifascismo”? Vi sono varie definizioni legate al senso in cui lo si intende.
Si può dare di esso una definizione di tipo politico-militare, per cui l’antifascismo è uno schieramento, realizzatosi praticamente nel Cln, di alcune forze politiche e culture, quali quella liberale, cattolica, socialista, comunista, azionista, la cui accezione è vista, in questo senso, legata al suo termine opposto, fascismo. Inteso in questo modo già la guerra fredda ne segnava la fine (1947).
Si può considerare la definizione giuridico-costituzionale : paradigma che unisce in vista del patto costituzionale tra le forze politiche, elemento a loro comune. In questo senso esso prolunga il proprio raggio di operatività almeno fino ai primi anni ’80, ovvero ai governi di solidarietà nazionale.
Infine la definizione culturale : antifascismo inteso in senso storico (il fascismo è antiprogressista),filosofico (antirazionalistico), etico (antimaterialistico), sociologico (anti- individualistico) e politico (anti-parlamentarista). In questa accezione allora l’antifascismo può essere rappresentato dai caratteri opposti del fascismo, almeno secondo Bobbio.
Ci si chiede poi se si possa parlare di antifascismo alludendo ad un eventuale sinonimo come democratico ? Non in senso stretto, ma si potrebbe dire che il paradigma antifascista è in qualche modo il paradigma democratico storicizzato, contestualizzato, potenziato di due elementi, quello culturale e quello esistenziale, adeguato all’epoca che vede imperversare i totalitarismi e le dittature di masse. Questo, si.
Antifascismo-antifascismi. Tuttavia sarebbe un errore parlare di un solo antifascismo e non cogliere le sue articolazioni interne, proprio tenendo conto del lavoro di storicizzazione. Schematizzando occorre distinguerne almeno tre : in opposizione al fascismo inteso o come parentesi, o come reazione, o come rivelazione. Il primo impone un breve durata del suo opposto antifascismo, mentre gli altri due sono di lunga durata e radicati e profondi nella formazione economico-sociale dela società italiana. Esaminiamoli uno alla volta .
Fascismo come parentesi, ovvero antifascismo intellettuale. Rifacendosi alla definizione del Croce, “una parentesi di venti anni nella nostra storia”. Questi si univa a un filone della cultura europea di stampo conservatore e aristocratico, ostile alle forme di modernizzazione. Su questa linea di critica aristocratica della società di massa e del capitalismo si poneva Gasset, poi Meinecke. Il rifiuto intellettuale, per certi versi estetico, prima che politico o sociale del fascismo, è inteso come critica moderata del cattivo presente (il fascismo) in nome del passato.
Fascismo classista, ovvero antifascismo sociale. La teoria del fascismo come reazione di classe tende ad esprimere invece una critica radicale in nome del futuro, espressa talvolta in modo contraddittorio, tuttavia importante. Lasciamo stare la sterile formula della vulgata internazionalista come dittatura degli elementi reazionari imperialisti del capitale finanziario (che non interessa). E’ interessante invece l’analisi attenta di Gramsci sulla base sociale di massa del nuovo regime, con la caratteristica di debolezza intrinseca del capitale italiano, in cui l’industrialismo è forma minoritaria ; poi quella di Togliatti del fascismo come partito nuovo della borghesia italiana, forzando la lettura data dall’internazionale. L’analisi diventava non più intellettuale ma pratica, ovvero quella dell’antifascismo sociale. E’ in questa istanza che l’antifascismo trapassò nella Costituzione.
Fascismo come rivelazione, ovvero antifascismo etico. E’ il filone di analisi e critica gobettiana. Quello che vede il fascismo come un male antico nella storia d’Italia, che coglie in esso “l’autobiografia della nazione”. Gobetti fu il primo a parlare di antifascismi (quello della normalizzazione e quello dell’intransigenza). L’antifascismo etico di Gobettiè nell’entusiasmo per la lotta, per il conflitto, per la partecipazione politica.
Fascismo-fascismi. A questo punto occorre parlare del fascismo, o meglio dei fascismi, rifacendosi alle diversificazioni adoperate per trattare l’antifascismo. Per tornare a Bobbio, si individuano tre forme di fascismo : uno conservatore (proveniente della destra storica e dal nazionalismo), che aveva come nemico il bolscevismo, uno rivoluzionario (nell’idea dell’impero e non dello stato, di espansione più che di ordine) o eversivo, che aveva come antitesi il liberalismo ideale della tradizione europea, ed uno mediatore, (conformistico ed unanimistico dei ceti medi, della piccola industria), che aveva come nemico tanto la democrazia, tanto il liberalismo quanto il socialismo, si contrapponeva all’idea di conflitto in generale.
Ognuna di questa anime ha avuto un peso nell’esperienza storica del fascismo; il fascismo eversivo ha un ruolo più contingente. E’ espressione di ciò che Defelice ha definito il fascismo-movimento. Diverso peso ebbero le altre due componenti (conservatrice e mediatrice). Esse furono le vere anime del fascismo-regime (definizione defeliciana). Soprattutto la seconda incarnò l’essenza del modello politico, sociale, esistenziale del fascismo, almeno secondo l’impressione di Revelli. 1