ISAAC NEWTON

Isaac Newton nacque a Grantham nell' anno in cui morì Galileo Galilei, il 1642; non mancò certo chi volle vedere in questo un simbolo della continuità fra i due pensatori. Newton ebbe il merito di porsi di fronte alla scienza in modo, per certi lati, diverso rispetto i suoi predecessori. Egli infatti non si limitò ad influenzare il vecchio metodo elaborato da Bacone, bensì ne colse i difetti, le incompletezze e le corresse, arricchendo così il metodo induttivo fino a trasformarlo alla fine in un metodo induttivi-deduttivo. Nel secolo dei lumi, Newton fu considerato l' autore del miglior metodo per investigare la natura: "esatto, profondo, luminoso e nuovo", come lo definì d' Alembert.

Il metodo utilizzato in principio da Newton é quello induttivo baconiano, consistente nella generalizzazione delle esperienze particolari. Newton si rese però conto che tale metodo non può mai condurre a verità dimostrate. L' unico problema era quindi il dover, in mancanza di altri sistemi, attribuire all' induzione valore conoscitivo. Ma la brillante idea di Newton fu questa: "se io ho delle leggi ricavate induttivamente e le considero come vere ed immutabili, é altrettanto giusto, attraverso un procedimento inverso, riuscire a dedurre i fenomeni direttamente dalle leggi". Quindi la deduzione appare necessaria per rendere valida l' induzione che altrimenti risulterebbe incompleta. Naturalmente, per arrivare a formulare il metodo induttivo-deduttivo Newton impiegò molto tempo, tant' é che eseguiva i suoi primi studi in modo diverso.

  Con i suoi studi sulla luce Newton rovesciò la teoria di Hooke, il quale affermava che i colori derivassero dalla rifrazione su materiali diversi. Newton capì invece che il colore non era una qualità dei corpi ma della luce stessa. Così Newton operò una distinzione tra la fisiologia della percezione dei colori e la loro fisica che venne individuata dalla loro struttura matematica.

Il suo lavoro, nonostante le analogie e le differenze con i precedenti scienziati, lo aveva portato a formulare la teoria corpuscolare della luce, a seguito della quale, dopo aver ben distinto fra ipotesi provate sperimentalmente e ipotesi indimostrabili, non mancò di esprimere chiaramente delle regole capaci di aiutare ed indirizzare sulla giusta via ogni uomo che si fosse voluto cimentare nell' arduo mondo della fisica del Seicento. Questi principi, chiamati "regole del filosofare" erano la premessa del terzo libro dei Princìpi, intitolato Sistema del mondo.

Come abbiamo già visto, Newton ricorse spesso all' uso d' ipotesi distinguendo però in modo categorico tra teorie non fondate induttivamente sui fenomeni e leggi ottenute attraverso un procedimento induttivo. Questa distinzione viene sottolineata nella critica che Newton espone nella "regola del filosofare". Riferendoci ai suoi predecessori, Newton utilizzò gli esperimenti come modo per costringere la natura a rispondere alle domande dell' uomo, ma si discostò dal fine baconiano di conoscere la forma delle cose, muovendosi invece in una prospettiva galileiana fondata sulla conoscenza quantitativa. Per questo la teoria newtoniana assumerà l' aspetto di un sistema dogmatico e definitivo, perfezionabile ma non discutibile.

Grande merito di Newton fu l' unificazione della fisica celeste con quella terrestre attraverso una sistemazione della meccanica moderna ottenuta grazie alla deduzione delle leggi già elaborate da Galilei e Cartesio e dai principi di Keplero e attraverso la connessione di queste in un sistema coerente al proprio interno e in grado di interpretare in modo unitario i vari contributi particolari.

Newton formula l' ipotesi dell' esistenza di spazio e tempo assoluti inseribili in un contesto inerziale ed euclideo. Inserendo nella sua concezione del mondo questi due fattori Newton crea dei concetti non dimostrabili seguendo il suo metodo di ricerca. Infatti la loro funzione è puramente fittizia e riconducibile alla teoria teologica espressa nei trattati pubblicati solo nell' 800.

Attraverso l' induzione e gli esperimenti Newton formula la sua teoria atomica usando come riferimento critico Cartesio. L' unica cosa che però seppe dire con sicurezza, data l' impossibilità di uno studio accurato di particelle infinitesimali, dovuto alla tecnologia ancora troppo arretrata dell' simili alla gravità. globo terrestre, così l' epoca, fu che le forze che consentivano alle particelle di rimanere unite dovevano essere "Come la gravità fa sì che il mare circondi le parti più dense e più pesanti del attrazione può fare in modo che l' acido acquoso circondi le particelle più dense e compatte di terra, formando particelle di sale". Affermando in oltre che le particelle, da una certa misura in poi, potessero essere modificate meccanicamente, attribuì una dipendenza della struttura atomica a chimica e fisica e le rese riconducibili alle leggi del moto.

Il sistema di Newton fu identificato con un meccanicismo che liberava la scienza da ogni spiegazione metafisica e spiritualistica. Nonostante ciò l' idealismo tedesco condannò il pensiero di Newton come un meccanicismo cieco incapace di spiegare la spiritualità della vita, il finalismo, la storia e anche pubblicandole non rischiò di contrastare il suo stesso sistema di gli organismi viventi. Ma a dispetto della critica, Newton aveva lavorato fortuna: non ad opere alchemiche, teologiche e di esegesi biblica, non pubblicandole. In questo consiste la sua ricerca fondato unicamente sulla ragione. L' intervento di Dio, come si apprese dalle opere pubblicate postume, era molto importante per la fisica newtoniana, ma nell' arco della sua vita Isaac Newton costruì un sistema fisico basato su connessioni casuali ed esperimenti, eliminando ogni finalismo o teismo.

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