Le leggi del movimento.
LEGGE I
Ciascun corpo persevera nel proprio stato di quiete o di moto
rettilineo uniforme, salvo che sia costretto a mutare quello
stato da forze impresse.
I proiettili perseverano nei propri moti salvo che siano
rallentati dalla resistenza dellaria, e sono spinti verso
il basso dalla forza di gravità. Un cerchio, le cui parti, a
causa della coesione, di continuo si deviano lun
laltra dal movimento rettilineo, non cessa di ruotare,
salvo che venga rallentato dalla resistenza dellaria. I
corpi più grandi dei pianeti e delle comete conservano più a
lungo i propri moti sia progressivi che circolari effettuati in
spazi meno resistenti.
LEGGE II
Il cambiamento di moto è proporzionale alla forza motrice
impressa, ed avviene lungo la linea retta secondo la quale la
forza è stata impressa.
Posto che una qualche forza generi un movimento qualsiasi, una
forza doppia ne produrrà uno doppio, e una tripla uno triplo,
sia che sia stata impressa di colpo e in una sola volta, sia
gradatamente ed in tempi successivi. E questo moto (poiché è
sempre determinato lungo lo stesso piano della forza generatrice)
se è concorde e se il corpo era già mosso, viene aggiunto al
moto di quello; sottratto se contrario, oppure aggiunto solo
obliquamente se obliquo, e si compone con esso secondo la
determinazione di entrambi.
LEGGE III
Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria:
ossia, le azioni di due corpi sono sempre uguali fra loro e
dirette verso parti opposte.
Qualunque cosa pressi o tiri unaltra cosa, è pressata e
tirata da essa nella stessa misura. Se qualcuno preme una pietra
col dito, anche il suo dito viene premuto dalla pietra. Se un
cavallo tira una pietra legata ad una fune, anche il cavallo è
tirato ugualmente (se così posso dire) verso la pietra: infatti
la fune distesa tra le due parti, per lo stesso tentativo di
allentarsi, spingerà il cavallo verso la pietra e la pietra
verso il cavallo; e di tanto impedirà lavanzare
delluno di quanto promuoverà lavanzare
dellaltro. Se un qualche corpo, urtando in un altro corpo,
in qualche modo avrà mutato con la sua forza il moto
dellaltro, a sua volta, a causa della forza contraria
subirà un medesimo mutamento del proprio moto in senso opposto
(ciò a causa della eguaglianza della mutua pressione).
Principi matematici della filosofia naturale, Assiomi o leggi
del movimento, pp. 117-20.