Indietro    LA PASSIONE IN LUCA    Avanti

(24 Novembre 1997 - D. Giuseppe GHIBERTI)

 

Il nostro argomento stasera è la Passione secondo S. Luca; la Passione è la conclusione del Vangelo, mentre la Resurrezione è l’inizio del cammino successivo.

Spendiamo qualche parola sulla struttura arcaica della Passione; c’è una frase famosa, valida specialmente per il Vangelo di Marco, che dice essere il Vangelo niente altro che il racconto della Passione, preceduto da una lunga introduzione.

Questa definizione è esagerata, ma ha indubbiamente una parte di verità.

Che struttura aveva la Passione inizialmente, prima di essere inglobata nei Vangeli?

Guardando i Vangeli (o la sinossi) vediamo che la Passione comincia col racconto del tradimento di Giuda, la preparazione della cena pasquale, etc. .

Se usciamo dai sinottici e andiamo al Vangelo di Giovanni, abbiamo una sorpresa: queste stesse cose le narra molto più lontane dalla Passione.

Partendo dal fondo dei Vangeli nei sinottici si ha la Resurrezione, la Passione, il discorso escatologico e cose accadute in Gerusalemme; in Giovanni invece abbiamo la Risurrezione (ben due capitoli), la Passione e poi i discorsi di addio: nel capitolo 17 abbiamo la conclusione dei discorsi di addio con "La preghiera di Gesù" (è la sua preghiera più lunga), che ha il senso di riassumere tutto il contenuto del Vangelo (ma è anche la preghiera al Padre), più indietro troviamo le cose che Gesù vuole affidare ai discepoli e più indietro ancora l’ultima cena e cose che hanno il sapore della conclusione pur essendo a metà del Vangelo.

Dunque cose che nei sinottici sono all’inizio della Passione, per Giovanni sono molto più lontane.

Avrà un significato questo?

Si può rispondere che quello di Giovanni è il Vangelo più tardivo, che è un tratto di originalità, ma non è mica così!

Il fatto è che il Vangelo di Giovanni conserva un ricordo molto vivo di una struttura originaria, che non è quella dei sinottici.

Proponiamo questa struttura: partiamo dalla grotta del Getzemani e andiamo fino alla grotta del sepolcro.

Allora in Luca: la Resurrezione nel capitolo 24, poi in 23 e 22 la Passione (il 22 comincia col tradimento di Giuda: "Allora satana entrò in Giuda").

Nella consapevolezza che questo è un racconto un po’ gonfiato, con la Passione avviciniamoci a ciò che esso presenta.

Il racconto della Passione è la conclusione dei Vangeli.

Facciamo riferimento al più arcaico dei Vangeli, quello di Giovanni, per poi avvicinarci a Luca.

La Passione ha ispirato ed ha costituito il fondo di tutta la narrazione che lo precede.

Il Vangelo di Marco

Marco inizia col Battista, che è colui che ha vissuto nella linea di Gesù: il martirio, la sofferenza e la testimonianza; nel capitolo primo versetto 14 c’è già qualcosa di questo tipo:

"Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il Vangelo di Dio e diceva: "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo"."

In particolare si vede nel racconto della morte di Giovanni (capitolo 6) quando finisce una grande inclusione; la fine di Giovanni conclude tutto quello che è ispirato dalla presenza di Gesù che è ancora sullo sfondo.

Battista afferma la legge di Dio contro il tiranno e va incontro alla morte.

Nel capitolo 2 versetto 7 Gesù sta operando un miracolo: ""Ti sono rimessi i tuoi peccati! "."

Commento dei presenti: ""Costui bestemmia! ""; ed è proprio questa accusa di bestemmia che lo porterà alla morte.

Versetto 20: ""Verranno i giorni in cui sarà loro tolto lo sposo "."

In che modo? In modo violento, con la morte in croce!

3,6 : "Tennero consiglio contro di lui per farlo morire".

3,14-19 : "Costituì dunque i Dodici : Simone,........,Giuda Iscariota, quello che poi lo tradì."

3,22 :"" Costui è posseduto da Beelzebùl"."

Ma non è vero! Satana è presente in Giuda!

La grande accusa che stacca Gesù dal suo popolo è questa.

6,1-6 : L’insuccesso a Nazaret, che va nella direzione della uccisione di Gesù.

6,7-29 : Giovanni il Battista viene ucciso.

C’è poi una sezione, quella della Galilea, che si conclude alle porte di Gerusalemme.

E’ la sezione delle predizioni : per ben tre volte Gesù predice la sua morte: 8,31-33 ;

9,30-32 ;10,32-34 ; il contenuto delle predizioni è sempre lo stesso.

La prima volta dopo il grande exploit di Pietro che ha la intuizione della natura messianica di Gesù (Cristo può essere interpretato in vari modi e Gesù lo specifica).

Impressiona in questi tre capitoli il fatto che Gesù quello che dice di sé lo applica come criterio di discepolato: la sorte di Gesù deve essere accettata anche dal discepolo che lo segue.

Nei capitoli da 11 a 13 sino a Gerusalemme vediamo Gesù nel Tempio (c’è pure l’entrata trionfale di Gesù in Gerusalemme sull’asinello) e al versetto 18 :

"L’udirono i sommi sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire."

Questa è la sezione del Tempio, luogo delle diatribe.

C’è la parabola dei vignaioli malvagi : il padrone manda i suoi servi a riscuotere i frutti della vigna (è una specie di mezzadria), viene poi mandato anche il figlio del padrone e i vignaioli uccidono pure l’erede nell’illusione di avere loro l’eredità. Non c’è un appiglio giuridico, neppure per la legislazione dell’epoca, ma questa stoltezza è messa apposta per far capire come si operi contro Gesù.

Gesù era consapevole della sorte che lo attendeva.

Il Vangelo di Matteo

Passiamo a Matteo. Cominciamo dalla sezione 1,1-4,16 .

Pensiamo al nome di Gesù (il salvatore dai peccati); questo è il motivo per cui viene ucciso : i peccati degli uomini.

Prima ancora di dirci che c’è malvagità negli uomini, c’è una radice ben più diffusa, è il fatto che esiste il peccato.

Le tenebre sin dall’inizio invadono la scena: pensiamo ad Erode, a Gerusalemme indifferente al Messia.

Da 4,17 a 16,20 c’è la presenza di contrasti e di conflitti; termina con la grande confessione di Pietro. C’è inoltre la conferma che Gesù fa a Pietro sulla sua missione particolare.

Da 16,21 a 25,46 preannuncia la Passione in modo più duro che in Marco. In quest’ultimo c’è qualche personaggio di buona volontà. "Hai detto bene maestro." Gesù gli conferma: "Non sei lontano dal regno."

Matteo è invece pesante, grigio nella sezione gerosolimitana.

Il Vangelo di Luca

In Luca c’è l’incastro di Maria coi personaggi del Tempio: Simeone, Anna.

La spada che trafiggerà il cuore di Maria sarà il contrasto che eserciterà Gesù nella sua vita.

La funzione di contrasto avrà l’effetto di una spada che colpisce il cuore di una madre; come una madre può resistere al dolore di un figlio che muore così atrocemente?

La presentazione di Gesù al Tempio sembra una scena bucolica, idilliaca; invece è drammatica.

4,16-30 Scena di predicazione di Gesù nella sinagoga di Nazaret. C’è anche negli altri sinottici, ma in Luca c’è una luce originale: Gesù arriva da laico, non darà la benedizione finale che è riservata ai discendenti di Levi; non la darà anche perché viene portato via violentemente per precipitarlo in un burrone.

In mezzo c’è l’annuncio: ""Oggi si è adempiuta questa scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi"."

Questa predica di Gesù provoca il rigurgito esasperato espresso da Luca in modo così efficace: c’è anche stupore; se questo è uno dei nostri, come mai parla così? C’è anche invidia.

Gesù pronuncia quelle parole che rimandano alla sorte più dolorosa.

La sua patria, dice Luca, lo rifiuta.

Ai rimproveri di Gesù rispondono cercando di ucciderlo. Perché? Non si spiega, ma c’è.

Gesù comincia dai suoi, dove dovrebbe trovare gente che lo protegge e che lo copre.

Invece nel cuore della sua casa avviene il rifiuto.

Per Luca sono indicativi sia il rifiuto della Parola che il rifiuto della Persona.

(Perché Maria vale più di Marta? Perché ha ascoltato la Parola!)

Viene rifiutata la Parola, viene rifiutata la Persona.

Così Gesù va a Cafàrnao. Cosa vuole dire l’evangelista?

C’erano dei lebbrosi, delle vedove; è stato guarito un lebbroso della Siria, una vedova della Fenicia.

La linea interpretativa è quella stessa degli Atti: la salvezza è per tutti, non solo per Israele.

Gesù non viene ucciso sin dall’inizio, ma lo potrebbe essere.

Questo fatto è più evidente qui che negli altri evangelisti.

Nel passaggio tra la grande parte dedicata alla Galilea e quella dedicata al viaggio verso Gerusalemme c’è (Lc 9,51):

"Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato tolto dal mondo, si diresse decisamente verso Gerusalemme."

Questo richiamo a Gerusalemme, il luogo del sacrificio, torna più volte.

E’ un cammino di nove capitoli che non sappiamo seguire geograficamente (forse Luca non era mai stato in Palestina); è un itinerario teologico.

Arriviamo a 19,47-31,38 .

Di nuovo la dichiarazione del tentativo di farlo perire: la minaccia è così continua che Gesù va a pernottare nell’orto degli ulivi.

Sotto Pasqua la città scoppiava di persone; Gerusalemme cresceva di tre o quattro volte e quindi non tutti potevano stare in città. Ci si accontentava di stare fuori o in grotte o in boschetti.

Questa è la spiegazione storica, ma per Luca Gesù non è sicuro in Gerusalemme.

Passiamo al racconto sulla Passione.

C’è una caratteristica nel racconto della Passione.

Luca tra gli evangelisti è quello che è più attento a ciò che si può imparare e alle conseguenze di vita pratica che possano derivare dalla esperienza vissuta da Gesù.

Parenèsi: il discepolo contempla il suo Maestro ed è attratto dal suo Signore.

Anche per gli altri evangelisti è così, ma per Luca lo è più decisamente.

Chi è attento allo stile dice che Luca è lo scrittore migliore.

Non si è accontentato di segnalare le autorità religiose, quelle militari e la presenza di Erode Antìpa, altra autorità civile.

C’è un atto di viltà da parte di Pilato, che sembra un atto di cortesia: Gesù è suddito di Erode e quindi Pilato, pur essendo la massima autorità che può decretare la vita o la morte, rinvia Gesù al giudizio di chi comanda in Galilea.

Lo scrittore è il migliore anche come attenzione alla storicità.

Omette gli aspetti della sofferenza umana: soprattutto gli scherni fatti a Gesù; quello che narrano Marco e Matteo in Luca non c’è.

Il criterio seguito, la chiave interpretativa, potrebbe essere: mostrare il modello del martire cristiano.

Sono tutte chiavi incomplete, compresa la interpretazione parenetica.

Altri dicono che c’è in Luca una particolare attenzione all’aspetto bellico del racconto: Gesù combatte contro il potere delle tenebre (22,36):

""Chi non ha spada, venda il mantello e ne comperi una "."

Quello che sembra più costante è la relazione personale tra il discepolo e Gesù.

C’è una somma di particolari fatti per essere imitati, praticati.

E’ un cammino che serve a suggerire la adesione alla persona di Gesù.

Le virtù: Gesù modello di preghiera, sopportazione, unione col Padre, misericordia, etc. .

Sono tutti elementi che risaltano all’attenzione del discepolo che diventa estatico sotto la narrazione di Luca e si lascia attrarre da questa.

Più che un modello Gesù è una persona che è sempre più intima.

La Passione in Luca

Scorriamo i vari episodi della narrazione della passione di Luca.

Ci stupisce che Luca sia più breve degli altri evangelisti; in genere è più lungo, qui è più corto.

Probabilmente Luca non eccede nei particolari della umiliazione di Gesù, la sua preferenza è per la misericordia.

Primo episodio, che non è pagina di Giovanni, è il tradimento di Giuda.

Poi preparazione della cena pasquale ed istituzione della Eucaristia.

Luca è differente dagli altri evangelisti; si accoda ad una tradizione più recente, quella riportata da Paolo (1 Cor 11).

Il Vangelo di Luca è degli anni 70, ci sono quindi vent’anni dalla 1 Cor .

C’è una tradizione a riguardo della cena pasquale che è stata già assunta da Paolo e Luca lo segue.

In Luca colpisce lo spazio che dà alla istituzione della Eucaristia, perché egli vive all’interno di una comunità di cui vuole rafforzare i legami.

Il rapporto con il traditore è segnalato con toni meno drammatici, più dimessi, così la predizione del rinnegamento di Pietro in 22,34.

Ci sono due piani in parallelo: ciò che Gesù dice e ciò che gli altri capiscono.

C’è poi l’agonia al monte degli ulivi, raccontata velocemente, prima dell’arresto.

Non c’è la ripetizione di Gesù che torna più volte dai discepoli trovandoli sempre addormentati; si direbbe che Luca risparmi una brutta figura ai discepoli.

Per Luca gli apostoli sono così importanti che è meglio evitare aspetti troppo umilianti e quindi la loro debolezza va sottaciuta. Così anche per la debolezza di Pietro.

Impressiona come si modifichi, rispetto a Marco ed a Matteo, il processo.

Luca è come un ponte tra Marco e Matteo da una parte e Giovanni dall’altra.

Ci rendiamo conto che la grande struttura del processo di Gesù è per Luca secondaria.

Non prevale la figura di Pilato come in Giovanni, ma ci stiamo avviando in quella direzione.

Qual è la funzione dell’invio di Gesù ad Erode fatto da Pilato?

Gesù con la porpora e la corona lascia spazio a questo episodio.

Gli scherni che Gesù riceve presso Erode sono conclusi in modo meno pesante di quelli ricevuti nel pretorio di Pilato.

Diverso è il succedersi degli scherni negli altri evangelisti.

Mt 27,27-31 :

"Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la coorte. Spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, con una canna nella destra; poi mentre gli si inginocchiavano davanti, lo schernivano: "Salve, re dei Giudei! ". E sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo schernito, lo spogliarono del mantello, gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo."

 

Mc 15,16-20 :

"Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la coorte. Lo rivestirono di porpora e, dopo aver intrecciato una corona di spine, gliela misero sul capo. Cominciarono poi a salutarlo: "Salve, re dei Giudei! ". E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano a lui. Dopo averlo schernito, lo spogliarono della porpora e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo."

Luca è molto più delicato nei confronti di Gesù; prima viene oltraggiato all’atto della cattura e poi da Erode.

Lc 22,63-65 :

"Frattanto gli uomini che avevano in custodia Gesù lo schernivano e lo percuotevano, lo bendavano e gli dicevano: "Indovina chi ti ha colpito?". E molti altri insulti dicevano contro di Lui."

Lc 23,11 :

"Allora Erode, con i suoi soldati, lo insultò e lo schernì, poi lo rivestì di una splendida veste e lo rimandò a Pilato."

Si insiste maggiormente sulla dichiarazione di innocenza di Gesù da parte di Pilato.

23,15-16 :

""Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. Perciò dopo averlo severamente castigato, lo rilascerò"."

C’è la logica: vi do soddisfazione picchiandolo, ma gli salvo la vita.

Luca è più vicino all’autorità romana e quindi scagiona Pilato dall’omicidio di Gesù.

Barabba è come negli altri sinottici ed infine la condanna di Gesù.

Nella via crucis ci sono elementi propri di Luca 23,27 :

"Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne."

In Luca potremmo dire: donne e sensibilità delle donne nei confronti di Gesù.

Maria e Marta anche in questo caso.

C’è contrasto coi discepoli spariti.

E’ una proiezione sulla sorte di tutta l’umanità.

Vediamo i particolari della crocifissione e le parole di Gesù.

Si possono confrontare i vari evangelisti.

 

23,34 :

"Gesù diceva: "Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno".

E’ il tema della misericordia, del perdono dei nemici.

Luca non vuole descrivere Gesù troppo distrutto.

Poi i ladroni. La scena è tutta lucana. Il buon ladrone rimprovera l’altro.

23,43 :

""Oggi sarai con me nel paradiso"."

E’ l’ultimo "oggi" che sentiamo in Luca.

Ricordiamoci gli altri "oggi":

· Zaccheo

· Sinagoga di Nazaret

L’oggi è il tempo della salvezza. Luca dice ai suoi contemporanei che invece di perdere tempo ad attendere il ritorno di Cristo col criterio dei nostri tempi è meglio vivere l’oggi di salvezza.

Con la morte di Cristo il buon ladrone viene introdotto laddove non c’è più sofferenza.

Più breve è il racconto della morte di Gesù.

Viene eliminato il grido "Eloì".

Viene eliminata la spugna di aceto.

In compenso però vengono nominate le persone presenti : le donne della Galilea, i conoscenti.

La presenza delle donne è un elemento di consolazione.

Il movimento è a cinque tempi : arresto, processo, crocifissione, morte e sepoltura.

Ogni evangelista colloca i momenti della sepoltura in modo differente.

C’è un uomo (finalmente un uomo) Giuseppe di Arimatea (per Giovanni c’è anche Nicodemo) che si presenta a Pilato per richiedere il corpo di Gesù ed, avuto il permesso, lo avvolge in un lenzuolo (il termine usato è "sindòn").

In Luca il particolare della sepoltura non è evidenziato.

Nel capitolo 24 Luca ci stupirà quando presenterà Pietro che vede i "teli", termine che nei sinottici non è presente.

Collegamento con Giovanni.

Il particolare della "parasceve" è di Giovanni.

C’è il problema del calendario.

Cosa accade?

Ci sono le donne che si tengono in disparte, pur essendo le protagoniste.

Loro guardano bene dove è il sepolcro. In Luca la funzione testimoniale è molto importante.

In genere i testimoni sono due uomini, a norma di legge.

Qui ci sono le donne; esse preparano i profumi (essenze resinose in polvere messe in olio per produrre l’unguento odoroso) di sabato.

Il corpo viene tolto dalla croce per non far maledire il terreno sottostante la croce.

Il racconto si arresta in maniera più attenta degli altri due sinottici.

Per Giovanni siamo già all’inizio della esaltazione.

Gesù invece di essere gettato nella fossa dei condannati va nel sepolcro.

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