Anno 2001 In questa sezione vi aggiornerò quotidianamente circa gli sviluppi, le conseguenze, le reazioni, che la pubblicazione di questo memoriale produrrà. A mo' di diario vi racconterò tutte le cose che accadranno, le cose che verranno dette e le cose che verranno fatte. Il tutto accompagnato da un commento che potrà assumere la forma di osservazione, di semplice rettifica, oppure di smentita, oppure ancora di denuncia, se sarà il caso. 6 aprile 2001 Vi riporto di seguito ed in fila le interrogazioni parlamentari inoltrate dal deputato PS Bill Arigoni, uno dei pochi ad essersi interessato della questione Demetra e delle vergognose responsabilità istituzionali in essa implicate.
INTERROGAZIONE In questo periodo natalizio, dove tutti cercano
di essere più buoni e tutti i discorsi sono impregnati di
falsa solidarietà, con immagini di famiglie felici, con bambini
sani al centro della loro vita, mi sono ricordato dei bambini maltrattati
e abusati sessualmente che vivono qui da noi, in Ticino. 1) Ma come, il magistrato dei minorenni non dovrebbe essere preoccupato che dopo la chiusura attuata troppo in fretta del centro Demetra, sfruttando una campagna denigratoria, nessuno trova il coraggio di denunciare situazioni che si sa esistono? 2) I vari funzionari e la direttrice del DOS non
devono sentirsi preoccupati e Opposizione al Centro Demetra e chiusura Demetra presentò, nel maggio 1996, il proprio
progetto di Centro di pronta e temporanea accoglienza e di presa
a carico globale del minore maltrattato agli allora Consiglieri
di Stato Alex Pedrazzini e Pietro Martinelli (non era ancora definito
quale dipartimento avrebbe gestito la materia) i quali, dopo attenta
lettura e sulla base di una serie di dati raccolti da Demetra, che
indicavano l'esistenza di una massa critica sufficiente a giustificare
la realizzazione di un Centro di quel tipo in Ticino, diedero il
loro assenso per la realizzazione di massima del progetto. Piatti
forti di questo progetto erano la descrizione di un processo d'intervento
(chi fa cosa, quando e perché), che teneva principalmente
e finalmente conto dello stato e dei bisogni delle piccole vittime
di violenza, e la creazione di un Centro di pronta accoglienza quale
luogo per la protezione e la cura di questi bambini. La prima educatrice venne assegnata pochi giorni
prima dell'arrivo di un
4) Perché, sapendo che i bambini maltrattati non erano pochi, non si è preparata una équipe di educatrici pronte a svolgere il loro lavoro prima che arrivassero i bambini? 5) Perché si puntò più sul
risparmio finanziario che sull'aiuto ai bambini
A Mezzovico c'era una famiglia (dico c'era perché adesso è scappata a Losanna) che negli anni é riuscita ad adottare 6 bambini, tutti di colore e con problemi fisici. Una con un solo rene, un altro poliomelitico sulla sedia a rotelle, un altro con una malattia alle ossa, un altro con problemi al cuore e l'ultima ceca. 8) Come ha potuto questa famiglia ottenere tutte
queste adozioni ? 12) Quali erano i motivi delle sue opposizioni? 13) Non tutta la commissione era d'accordo con le adozioni, quali erano le motivazioni delle opposizioni? All'inizio del 1999 la famiglia X è in crisi
totale nella gestione dei bambini adottati e la delegazione tutoria
(DT) segnala il caso al ministero pubblico per violazione del dovere
di assistenza e di educazione. In seguito uno dei bambini viene
accolto d'urgenza al Centro Demetra. La DT si è mossa dopo
una serie di segnalazioni da parte dei docenti, dei vicini, dopo
vari rapporti e lettere risalenti al 1998 che denunciavano atti
di maltrattamento molto gravi su tutti i bambini. 14) Quando il Dr. Bianchi ha visitato il bambino?
Che giorno? A che ora? 15) Ci sono testimoni che hanno partecipato alla visita? 16) Se in questa famiglia non c'erano problemi come
mai è stato dato il 17) I maltrattamenti se li sono inventati la Delegazione Tutoria, i docenti, i vicini? 18) Mania di protagonismo? Devono essere messi tutti in analisi? La famiglia, senza avvisare nessuno, scappa a Losanna e il Dr. Bianchi penso faccia molta fatica a sostenere ed aiutare questa famiglia e a proteggere i sei bambini. 19) Il servizio sociale, il famoso cognato psicoterapeuta, il Dr. Bianchi e anche i funzionari del DOS come possono sostenere la famiglia e controllare che i bambini non continuino ad essere gravemente maltrattati se questi vivono a Losanna? 20) Qualcuno ha avvisato la delegazione tutoria e le strutture sociali di quella città? In novembre da Losanna i genitori denunciano, alla magistratura dei minorenni, due bambine di 7 e 11 anni che avrebbero abusato sessualmente del loro figlio quando era ricoverato al centro Demetra. Il bambino ha 9 anni e secondo i docenti era molto aggressivo (probabile reazione ai gravi maltrattamenti subiti in famiglia) e minacciava anche le educatrici. Questa denuncia dà un'opportunità inaspettata (ma già nel preventivo 2000 era stato levato il contributo al centro) alla direttrice del DOS e ai suoi funzionari di chiudere il centro prima del tempo stabilito, senza fare una analisi seria del lavoro svolto, ma cavalcando il clamore suscitato nel cantone dalla vicenda dei presunti abusi tra bambini. Eppure c'erano testimonianze di diverse delegazioni tutorie, dell'istituto Paolo Toriani, del servizio psico-sociale di Bellinzona, dell'ufficio di vigilianza sulle tutele, Bellinzona, della Magistratura dei Minorenni, Lugano, che esprimevano elogi al lavoro svolto al Centro Demetra. 21) E' stata fatta un'analisi seria del lavoro svolto al centro Demetra? 22) Se si da chi? 23) Dai funzionari contrari al progetto? 24) Dal momento che era un progetto pilota a livello Svizzero è stata coinvolta la confederazione nella decisione di chiusura? 25) Come mai a 14 mesi dalla denuncia il magistrato dei minorenni non si esprime ancora? 26) E' normale che due bambine piccole restino sotto inchiesta con l'accusa di violenza sessuale per un periodo così lungo? 27) Si sta forse aspettando che i genitori di quei sei bambini maltrattati lascino la Svizzera? 28) Che tipo di preparazione ricevono i procuratori che devono trattare le violenze sessuali su bambini? 29) Devono passare da un'inchiesta sulla mafia a un abuso sessuale fatto a una bambina o a un bambino di 3 anni con la stessa disponibilità e preparazione? Adesso che il centro Demetra è chiuso i bambini vengono portati all'unità ..... di pronta accoglienza e poi riconsegnate alle famiglie secondo il motto "meglio una cattiva famiglia che un istituto". Anche su questo bisognerebbe mettersi d'accordo! Cosa vuole dire cattiva famiglia? Perché se c'è un padre che abusa di un figlio o di una figlia di 4 o 5 anni, il termine "cattiva" mi sembra molto riduttivo. In tutti i casi adesso, secondo le nuove strategie, i bambini che non possono ritornare a casa verranno collocati presso famiglie affidatarie. 30) Quante ce ne sono in Ticino di famiglie disposte ad accogliere questi bambini? 31) Come vengono preparate a dover convivere con bambini che si portano addosso dei traumi tremendi e possono essere violenti con gli altri e con se stessi? 32) Chi segue queste famiglie, gli stessi che hanno
lasciato scappare i Chiedo quindi al CdS di rispondere alle domande sollevate in questa mia interrogazione invitandolo ad evitare però che le risposte vengano fornite da chi è coinvolto in questa brutta storia. Ritengo sia necessario nominare una commissione di periti esterni, possibilmente che arrivino da fuori cantone, per svolgere un' inchiesta seria che tenga conto degli interessi dei bambini e non dell'apparato. Magliaso, 4 gennaio 2001 Giuseppe Bill Arigoni
INTERROGAZIONE
Sono passati 70 giorni dall'inoltro della mia interrogazione
sugli abusi sessuali nei confronti dei bambini corredata da 57 domande
e, da parte del CdS, c'è un silenzio assoluto. Eppure la
legge sul Gran Consiglio e rapporti con il CdS è chiara:
l'articolo 58 cpv. 3 dice: Chiedo quindi al CdS se non pensa di dover rispondere alla mia interrogazione d'inizio gennaio, relativa agli abusi sessuali su minori, coinvolgendo persone estranee alla gestione attuale di questa problematica e in tempi brevi . Magliaso, 15 marzo 2001 Giuseppe Bill Arigoni
INTERROGAZIONE
Dopo l'entrata in vigore della nuova legge federale
sull'aiuto alle vittime di reati (LAV) è stata istituita
una commissione permanente di coordinamento con i seguenti compiti: La legge richiede anche la nomina di un delegato per i problemi dei maltrattamenti e se, in un primo momento, la commissione aveva pensato alla nomina di una persona a tempo pieno che svolgesse questo ruolo, ha però poi optato per dare l'incarico ancora allo stesso funzionario, capoufficio del servizio sociale cantonale. I compiti del delegato sono: - allestire le linee generali d'intervento e il
preventivo annuale di spesa, preavvisare le - organizzare, su proposta della Commissione, la
formazione specifica (art. 3 cpv. 3 lett. C) e l'attività
di prevenzione, sensibilizzazione e informazione (art. 3 cpv. 3
lett. D) in - fungere da punto di riferimento e mantiene regolari
contatti con le autorità e gli altri enti - rappresentare il Cantone nei consessi federali e intercantonali preposti all'aiuto alle vittime. Sempre la stessa legge prevede la creazione di consultori
per l'aiuto alle vittime di reati che sono le Unità di intervento
regionali (UIR). In Ticino ne abbiamo quattro, una per regione e
sono composte da quattro operatori sociali e più precisamente;
un assistente sociale, un tutore ufficiale, uno psicologo ed uno
psichiatra. Questi professionisti attivi in differenti servizi dello
Stato, e quindi occupati al 100%, svolgono questa funzione in aggiunta
alla funzione principale. I compiti delle UIR e del delegato sono:
aiuto immediato, consulenza sociale, medica, giuridica, psicologica;
la protezione delle vittime e la tutela dei loro diritti nell'ambito
del procedimento penale; l'aiuto finanziario, garantito sussidiariamente
sotto forma di indennizzo o riparazione morale per le conseguenze
subite dalle vittime di reati. Queste persone sono avvisate all'ultimo
momento e devono trovare il tempo tra la loro attività e
la nuova sollecitazione (questo anche in caso di bambini abusati
sessualmente). Riassumendo, il funzionario in questione svolge le seguenti mansioni: · capoufficio del servizio sociale cantonale
Mi chiedo quante ore settimanali usa questo funzionario per poter svolgere bene tutti questi compiti che lo portano ad essere un tuttologo che riesce fare sia il boia che l'impiccato. Spero che la voce che indica in lui la persona incaricata di preparare la risposta del CdS sia sbagliata. Chiedo quindi al governo se non pensa di dover rispondere alla mia interrogazione d'inizio gennaio, relativa agli abusi sessuali su minori, (oltre 1000 minori aspettano) coinvolgendo persone estranee alla gestione attuale di questa problematica e in tempi brevi . Magliaso, 1 aprile 2001 Giuseppe Bill Arigoni
A queste interrogazioni il Consiglio di Stato non ha dato a tutt'oggi alcuna risposta e a tutt'oggi non sapiamo l'esito della pseudo-inchiesta condotta dalla Magistratura dei minorenni.
7 aprile Così scrive il Corriere del Ticino nell'odierna
edizione in merito all'incontro tenutosi a Bellinzona tra Pesenti
ed il cosiddetto "parlamentino dei giovani": Tutto ciò che lei non è mai stata in grado di esprimere. Come potrà offrire tali strumenti a quei giovani? Quanta vuota retorica da politicante, quanta ipocrisia signora Pesenti!
18 maggio In data odierna il Consiglio di Stato ha dato risposta all'interrogazione di Bill Arigoni del 3 gennaio 2001. Chilometrica l'interrogazione, altrettanto chilometrica la risposta del, si fa per dire, Consiglio di Stato. In realtà la risposta è quanto è stato elaborato in sede dipartimentale dai principali responsabili dei disfunzionamenti denunciati con l'interrogazione e cioè da Pesenti e Sandrinelli. Per cui non poteva che venirne fuori un'impressionante sequela di menzogne e di non-risposte. L'ennesimo tentativo di dipengere una realtà presente soltanto nelle loro teste. La realtà, quella vera ovviamente, è ciò che qualunque persona, cittadino, operatore sociale, rappresentante istituzionale, non invischiato nel sistema di omertà cantonale che tutto tace e tutto copre, può constatare da sè. Ora mi prenderò il tempo di rispondere punto per punto al documento "sovietico" prodotto dal DOS e non ci metterò sicuramente 5 mesi (tanti sono serviti a Sandrinelli) per farlo. Per ora consentitemi soltanto un appunto riguardante il finale del testo governativo (a pagina 14). Vi si scrive: Non vorremmo concludere senza rilevare che il presente atto parlamentare contiene informazioni che ledono la sfera privata delle persone coinvolte, ma soprattutto configurano una grave violazione del segreto d'ufficio e/o del segreto professionale da parte di chi ha fornito le informazioni all'interrogante". Il signor Arigoni si prepari, forse dovrà essere condannato anche lui ad una multa per non aver svelato le fonti delle sue informazioni. Comunque ciò che mi preme dire è che il messaggio inviato agli informatori o all'informatore di Arigoni è chiarissimo: attenti che adesso magari ve la facciamo pagare! Questi è un tipico messaggio mafioso e che sia un Consiglio di Stato a pronunciarlo non cambia la sostanza della cosa. Questo è l'atteggiamento che in Ticino tutela ogni malfunzionamento e le cattive coscienze di chi ne è responsabile. Il segreto d'ufficio è in questi casi null'altro che una raffinata forma legale di omertà coatta a cui è costretto chi vorrebbe reagire e segnalare quei malfunzionamenti. Diviene così quasi impossibile criticare, denunciare o solo semplicemente far osservare qualcosa che non va o che non funziona. Questa è la cultura dei codardi che non avendo altri argomenti da spendere per giustificare il proprio cattivo agire si affidano al vile strumento della minaccia. Se lo scopo è quello di chiudere qualche bocca, mi auguro vivamente non ci riescano, anzi, mi auguro che anche altri prendano il coraggio di denunciare il caos e il cialtronismo esistente nelle istituzioni che a vario titolo si occupano del problema dei maltrattamenti all'infanzia.
25 maggio Ho pubblicato preso il mio sito web personale la risposta del Consiglio di Stato all'interrogazione Arigoni del 3 gennaio. A molte delle risposte date - vere e proprie menzogne di stato - ho fatto seguire un mio commento. Per consultare il documento clicca qui.
1 giugno Dopo i due articoli
del giornale-fogna domenicale leghista, in cui si attaccava duramente
il deputato in parlamento Bill Arigoni e mia moglie Daniela D'Ottavio-Del
Priore, l'unica domanda che vale la pena porsi è: ma perché
sono stati pubblicati in forma anonima? La risposta è semplice:
perché chi li ha scritti è la stessa persona che ha
presentato l'interpellanza che ha dato il via all'azione di demolizione
dell'esperienza del Centro Demetra e dei suoi promotori. Trattasi
del deputato leghista, parlamentare, Paolo Buzzi. Fu imbeccato per
l'interpellanza del 1999 dal padre di un piccolo ospite del Centro
Demetra, anch'egli leghista, che presentò denuncia contro
due bambine del Centro. Viene forse imbeccato ora dalla Magistrata
dei minorenni, Silvia Torricelli, anch'essa leghista, furente per
le critiche mossele con le interrogazioni Arigoni?
Anno 2002 4 luglio A giorni verrà pubblicato sul periodico l'Inchiesta un articolo sul Centro Demetra e sulla situazione dei bambini vittime di violenza in Ticino. Interessante è sapere quanta agitazione abbia suscitato la prospettiva di un simile articolo nei personaggi responsabili delle infamie e dei disfunzionamenti denunciati col mio memoriale. Interessante è sapere ad esempio che Pesenti in un primo momento non voleva rispondere o replicare alle domande del giornalista, poi ha ceduto finendo, come al solito, a mentire: ha affermato che il Centro Demetra è stato chiuso per decisione della Fondazione Demetra. Ma il fatto più divertente è l'e-mail con il quale smentisce di essere mai stata allieva di Luigi Del Priore affermando di aver fatto il liceo a Zurigo. Purtroppo non può però smentire di aver avuto dei forti attriti con il professore, nonché direttore del liceo di Locarno, e di essersela legata al dito e nasconde la propria coda di paglia dietro la classica foglia di fico di una probabile inesattezza spazio-temporale. Poi nella stessa e-mail ecco ancora un po' di fango sui suoi fatidiosi nemici. Purtroppo fa ancora una mostruosa gaffe e accusa erroneamente il giornalista Francesco Del Priore di averla ingiuriata per iscritto. Quindi si coregge e corregge il tiro affermando che ad averla ingiuriata è stato - brutto e cattivo - il signor Bruno D'Ottavio. Che pietoso teatrino signora Pesenti! Meglio avrebbero fatto i suoi consiglieri a consigliarla, per una volta, di starsene in silenzio, si sarebbe risparmiata l'ennesima ridicola figuraccia.
17 ottobre Pesenti concorre per il Consiglio federale. Il Ticino è in fibrillazione e a quanto pare anche i personaggi più insospettati si sono messi in coda per spingere - a suon d'improbabili complimenti ed incredibili giudizi positivi sul suo operato - a Berna la direttrice del DSS . Sicuramente uno di questi è il presidente di Demetra, Alex Pedrazzni, che scrivendo a La Regione afferma di aver visto in TV una Pesenti intelligente e competente, che la vicenda Demetra è acqua passata e che ricordarvi le responsabilità di Pesenti è come incolparla di essersi messa le dita nel naso quando andava all'asilo. Non ho voglia di aggiungere altro, vi faccio soltanto leggere la sua relazione fatta all'assemblea (deserta) dell'associazione Demetra nel 2001. Relazione presidenziale 2001 Assemblea ordinaria dell'associazione Demetra Giugno 2000 - giugno 2001 : cosa è successo ? cosa avete fatto ? ma ci siete ancora voi di Demetra? dove mettete i bambini adesso ? ma cosa è capitato a Rovio ? Queste le domande che a scadenze più o meno regolari amici, conoscenti o semplici incontri casuali mi ( e sicuramente vi) hanno posto in questi ultimi 12 mesi. Lo scorso anno aprivo la mia relazione affermando
che era stato un anno particolarmente intenso. Ed oggi ? quale sentimento anima il vostro Presidente
? uno spirito agrodolce, più agro che dolce. Agro dicevo : già perchè allorchè
il 10 febbraio 2000 ci pemettemmo di rivolgerci all'on Torricelli
chiedendole di evadere in tempi ragionevolmente brevi la denuncia
penale che era stata presentata alla fine del 1999 dai genitori
d'un bambino ospite di Rovio non immaginavamo certo che per conoscere
l'epilogo di questa storia avremmo dovuto attendere maggio 2001.
Secondo elemento chiave : l'interminabile procedura
per lo scioglimento della Fondazione. Proprio settimana scorsa siamo
giunti all'epilogo. Carissimi, io credo che i Presidenti di Associazioni
come la nostra, ma anche i Presidenti in generale, desiderino -
all'assemblea generale - snocciolare le attività svolte,
i successi riportati, i riconoscimenti ricevuti per il tempo e le
energie messe benevolmente a disposizione. L'attività è stata ridotta, il che
non significa, vi prego di credermi, che il vostro Comitato abbia
poltrito, anzi.
E qui però ci ritroviamo a dubitare del DOS
e del Governo e questo non è bello. Ma è difficile
non farlo. Le potrei snocciolare ad una ad una. Ma quale sarebbe
il risultato? Il rilancio della polemica che già tante forze
ha assorbito in questi mesi ! l'idea del comitato sarebbe - ma il
vostro parere ci guiderà - di limitarsi alla via "interna":
Vi parlavo di motivi di speranza . Permettetemi di terminare con un augurio : che l'anno prossimo la mia relazione sia caratterizzata da serenità ed entusiasmo, quello che abbiamo ancora nel cuore ma che è difficile esprimere a parole dopo un anno come questo.
Anno 2003 9 dicembre Noto che il contatore degli accessi a questa pagina non ha smesso di funzionare per quanto la vicenda Demetra sia ormai divenuta "storia del passato" o almeno così credevo anch'io. Invece la storia ha continuato il suo incredibile percorso e ripropone oggi, come ieri, il solito ingrediente: l'assurdo. Non riproporrò i fatti, ne hanno parlato, seppur male, ancora una volta, i media. Basta la sostanza: la macchina infangatrice ha ripreso (semmai avesse smesso, cosa di cui ho ragione di dubitare) il suo lavoro con il chiaro intento di far fuori una volta per tutte e in tutti i sensi (forse, eccetto quello fisico) gli eretici, i reietti, coloro che ieri come oggi continuano a rappresentare un grande problema per Patrizia Pesenti, Roberto Sandrinelli e i molti altri di cui non starò a ripetere i nomi. Cambiano i tempi, cambia qualche persona e pochi ingredienti, la tecnica rimane la stessa, lo squilibrio dell'azione e del pensiero, segno che non manca il rancore, ma la fantasia a questi signori fa enormemente difetto. L'Ufficio di sanità del DSS (Direttrice: Patrizia Pesenti) dopo aver inviato segnali di chiaro stampo mafioso nel 2000, quando muoveva i suoi primi passi il Centro Prisma di Massagno, oggi ripropone la sua fedele azione sanzionando Daniela D'Ottavio-Del Priore perché avrebbe operato come psicoterapeuta senza esserne autorizzata. Soprassiederò in questa sede sul discorso del manifesto fascismo corporativo della lobby degli psicologi e degli psicoterapeuti che puntella la decisione del DSS. Mi limiterò a segnalare che la misura intrapresa con fulminea rapidità dall'Ufficio del DSS è stata fortemente voluta da due avvocati luganesi (Maja Respini e Yasar Ravi) difensori legali di due persone coinvolte in inchieste su presunti abusi sessuali commessi su di alcuni bambini. Inutile dire che nelle procedure penali è coinvolta anche Daniela D'Ottavio-Del Priore, la cui testimonianza è stata importante durante l'inchiesta e lo sarà ancor di più in sede processuale. Uno dei legali (Ravi) è poi all'origine del tentativo, in parte abortito, di muovere una campagna diffamatoria sui media a cui si è comunque prestato Teleticino e La Regione. Vedremo poi più in là come mai questi due organi d'informazione si sono prestati a questo sporco gioco. L'azione dell'Ufficio di Sanità ha subito fatto scattare la penna del parlamentare Bill Arigoni che interroga il Consiglio di Stato sull'azione mafiosa del DSS. Questi i punti salienti: "Nei giorni scorsi ero già stato contattato
da alcuni giornalisti che chiedevano il mio parere su questo attacco
all’attività della Signora Del Priore e non avevo voluto
commentare questa azione perché mi sembrava che tutto dovesse
essere ancora esaminato dall’Ufficio Sanità. Ora mi
accorgo che questo attacco frontale scatenato da alcuni avvocati
difensori di presunti abusanti di bambini, è la risposta
al documento, delle 7 mamme di 17 minori abusati, che criticava
le strutture pubbliche (e non certo la Dott. Del Priore). Il tentativo
palese, di uno degli avvocati che difende una persona coinvolta
nel procedimento per presunti abusi sessuali a danno di minori,
è di screditare la Dottoressa teste in diverse procedure
penali e probabilmente in alcuni prossimi processi. Purtroppo a
questo gioco sembra stia partecipando alla grande anche la Sezione
sanitaria e in particolar modo l’Ufficio Sanità che
non ha ancora preso nessuna misura definitiva ma si è limitato
ad aprire una procedura di contravvenzione nei suoi confronti (quindi
la procedura è ancora pendente). Chiedo quindi al CdS: - che ruolo ha avuto la Sezione sanitaria in questo ingiustificato
attacco alla Dott.ssa Del Priore ? Ora quello che è bene che si sappia è che l'Ufficio di sanità, prima di prendere la sua decisione (un avviso di contravvenzione con diffida) ha intrattenuto con gli avvocati segnalanti una fitta serie di contatti telefonici e corrispondenze e ciò senza che l'interessata fosse stata avvertita o interpellata. Lo stesso Ufficio scriveva a Ravi preannunciandogli la decisione che l'Ufficio avrebbe preso nei confronti di D'Ottavio-Del Priore prima ancora che l'interessata fosse stata avvisata. Insomma la decisione dell'Ufficio di sanità è stata presa in spregio ai più elementari diritti sanciti per legge e non poteva essere diversamente visto che fu verosimilmente voluta, fortemente voluta, oltre che dagli avvocati citati, anche dalla stessa direttrice del DSS. Nuovi elementi stanno emergendo ed emergeranno sicuramente. Vi terrò informati. Presso il sito web Infopino.ch troverete altri riferimenti a questa vicenda.
23 dicembre Le ultime chicche dal DSS. Ovviamente l'incontro, per quanto richiesto ed annunciato non ha avuto luogo, almeno fino ad oggi. Per chi conosce bene le bizze di Pesenti questo fatto non apparirà per nulla strano. Ma un altro fatto importante è accaduto in questi giorni. L'Ufficio di sanità - quello che si è prestato volentieri al giochetto degli avvocati Ravi e Respini per "far fuori" definitivamente D'Ottavio-Del Priore ed ha emesso nel giro di poco tempo un'infamante intimazione di contravvenzione per un presunto (da "loro" fortemente voluto) abuso della professione di psicoterapeuta - è stato contattato dalla rappresentante legale della signora D'Ottavio. Motivo della telefonata: in poche parole e parafrasando "c'avete messo poco a decidere per manifestare l'intenzione di sanzionare, ora ci mettete tanto per decidere sul ricorso e sulle imbarazzanti osservazioni inviate in sede di ricorso, volete darvi una mossa?" Risposta del funzionario di turno: "ma le cose purtroppo non sono bianche e non sono nere (traduzione: l'Ufficio di sanità è in difficoltà; vorrebbe fortemente confermare la multa - questo è quanto chiedono i molti "committenti" - ma purtroppo gli elementi sui quali hanno fondato la decisione sono incredibilmente deboli, la procedura svolta per decidere stucchevolmente arbitraria e gli elementi del ricorso fastidiosamente forti, pertinenti e fondati), quindi ci vuole del tempo per valutare". Il potere ha sempre servi efficienti, straordinariamente fedeli e a volte molto stupidi. La rappresentante legale chiede allora quando verrà presa una decisione e si augura che per gennaio (2004) la faccenda abbia una conclusione. Risposta ironica del fedele funzionario: "Signora, nel gennaio di che anno?". I servi possono essere stupidi e pure arroganti! Anno 2004 4 febbraio Hanno fatto in fretta i funzionari della sezione sanitaria a decidere per un avviso di contravvenzione per mettere in difficoltà la titolare del Centro Prisma e permettere così che le venisse gettato, a mezzo stampa e televisione, fango da avvocati e giornalisti senza scrupoli nè coscienza. Non hanno invece fretta a decidere sulle osservazioni inviate da quest'ultima a dimostrazione dell'infondatezza dei motivi che avrebbero (il condizionale è d'obbligo) suggerito la misura. Anzi, sembra siano addirittura disposti a fare "carte false" per raggiungere lo scopo. Al sollecito dell'avvocata Paola Masoni di rispondere entro la fine di gennaio alle osservazioni inoltrate - in caso contrario si sarebbe proceduto ad una denuncia in Consiglio di Stato per "denegata giustizia" - l'Ufficio di sanità rispondeva di avere inviato una lettera il 19 di gennaio in cui chiedevano ancora tempo perché il dossier era stato completato soltanto pochi giorni prima, quando cioè arrivarono le ultime osservazioni fatte a complemento del dossier già inviato al 10 di novembre 2003. Stranamente questa lettera non era affatto arrivata e fu quindi spedita per fax. Arrivò soltanto il 29 di gennaio, ovviamente senza alcun timbro postale che potesse dire quando era stata imbucata. Quindi, da Bellinzona a Lugano, per posta prioritaria, in 11 giorni! La cosa che scandalizza è che le osservazioni complementari inviate furono sempre accompagnate dalla raccomandazione di non considerarle se la loro assunzione agli atti avesse significato un ritardi nella decisione. Ma di questo, evidentemente, non hanno voluto tener conto. Quindi abbiamo da una parte un Ufficio che cerca ogni modo ed espediente per prendere tempo (chissà perché?) e dall'altro una cittadina che vuole invece una decisione celere che le permetta 1) in caso di decisione positiva, di essere riabilitata pubblicamente 2) in caso di decisione negativa (perché è lì che vorrebbero comunque arrivare la sezione sanitaria, la signora Pesenti, il signor Sandrinelli, l'avv. Ravi e diversi altri squallidi personaggi di questo ancor più quallido teatrino) di poter ricorrere celermente all'istanza superiore, certi come siamo che un'autorità degna di questo nome tratterebbe con la dovuta serietà, oggettività ed equidistanza, il ricorso in quel caso interposto. Ieri 3 febbraio, visto che nessuna risposta alle osservazioni è arrivata, abbiamo fatto ricorso al Consiglio di Stato chiedendo la ricusa della Consigliera di Stato Patrizia Pesenti. Ricordo che dall'invio delle osservazioni fatte dalla Commissione psicologi e psicoterapeuti (il fascismo corporativo ha sempre i suoi strumenti di potere e di controllo!!!) sull'operato di Daniela D'Ottavio sono bastate all'Ufficio di sanità 2 settimane per inoltrare l'avviso di contravvenzione. Per rispondere alle nostre osservazioni non sono sufficienti 2 mesi! Anche questo è uno dei tanti aspetti dell'abuso di potere!
24 febbraio L'Ufficio di sanità, a quasi tre mesi dalla presentazione delle osservazioni da parte della legale di Daniela D'Ottavio, messo sotto pressione dalla denuncia al Consiglio di Stato per il tempo infruttuoso trascorso, ha deciso per la conferma della contravvenzione. Zero motivazioni, zero considerazione delle osservazioni e del materiale prodotto, zero elementi oggettivi che comprovino l'accusa mossa. Totale invece la volontà di vessare e mandare nel contempo un forte segnale intimidatorio. Ora è finalmente possibile ricorrere ad un'istanza superiore in grado di esprimere, speriamo, un vero giudizio. Aspettando le nuove palate di letame dell'allegra congrega di "simpatici" giornalisti e avvocati....
10 marzo Bene! Abbiamo toccato il fondo di questa ennesima vicenda: l'Ufficio d'Insanità non trova più 30 dei 32 documenti inviati assieme alle osservazioni che contestavano i motivi dell'intimazione di contravvenzione. Scomparsi nel nulla! Quindi vi è motivo di pensare che le osservazioni e il materiale documentario a corredo non siano stati presi in considerazione in sede di riesame del dossier da parte della Commissione preposta al compito. Lo immaginavo, adesso ne ho pure la prova. Ci sarà un limite all'arroganza e alla stupidità di chi ha condotto questa vergognosa operazione?
16 agosto Si conclude la vicenda giudiziaria che ha coinvolto verso la fine del 2003 Daniela D'Ottavio Del-Priore. Fallimento su tutta la linea per il DSS (Pesenti, Sandrinelli, Domenighetti, Bertini, Guidotti, ecc.) e per i due avvocati all'origine della vicenda. Tutto bene quello che finisce bene? Staremo a vedere, ma vista la problematicità di alcuni degli attori citati ne dubito fortemente. Prove d'appello per questa storia comunque non ce ne saranno visto che la decisione della pretura penale è inappellabile. Quindi questa questione è chiusa (a meno che Pesenti non voglia però ricorrere alla Corte europea di giustizia :-) Scherzi a parte questa storia è comunque costata molto tempo, molto denaro e ha logorato ben bene i nervi. L'amara costatazione è che se anche la vicenda è terminata nell'unico modo in cui poteva terminare, chi l'ha prodotta e alimentata ad arte non dovrà versosimilmente assumersi alcuna responsabilità per il danno causato. Accontentiamoci quindi della vittoria morale. Questo è il comunicato stampa inviato ai media e a questo riguardo non ho potuto non constatare la fatica che il quotidiano La Regione e l'emittente televisiva Teleticino hanno fatto nel dare la notizia. Teleticino l'ha relegata, stringata al massimo, in penultima posizione del suo notiziario, La Regione vi ha dedicato un paio di colonne, erano 6 quando titolarono "D'OttavioDel Priore nella bufera" . Anche qui... meglio accontentarsi. Comunicato stampa: Daniela D’Ottavio-Del Priore scagionata e libera da ogni addebito penale, annullata anche la multa inflittale dalla Sezione Sanitaria. Come i lettori ricorderanno, la stampa ha già parlato di questo caso: la procedura di contravvenzione dell’Ufficio Sanità (n.d.r. per un presunto abuso della professione di psicoterapeuta) era stata avviata a seguito della segnalazione da parte di due legali difensori di persone indagate per presunti abusi sessuali su bambini, nei cui procedimenti penali la Dott.ssa Del Priore è teste. Contro la decisione della Sezione sanitaria, l’interessata aveva interposto ricorso alla Pretura penale. La pretura penale ha ora accolto, con decisione 8 agosto 2004,
il ricorso dell’interessata contro la decisione 17 febbraio 2004 della
Sezione sanitaria di infliggerle una sanzione amministrativa: la sanzione è
pertanto annullata, in quanto carente sia dal profilo formale che dal profilo
materiale: “A ragione l’insorgente lamenta quindi una violazione
insanabile del suo diritto di essere sentita (…) Il querelato giudizio
non resisterebbe del resto neppure a un esame di merito” (decisione citata,
4, pag. 3). Ma anche sul fronte degli asseriti addebiti penali la Dott.ssa
è già stata prosciolta integralmente, con decisione del procuratore
pubblico 3 marzo 2004 di non luogo a procedere. La Dott.ssa D’Ottavio Del Priore è quindi totalmente libera da ogni addebito penale e integra è la sua posizione professionale. Avv. Paola Masoni Il commento di Daniela D’Ottavio Del Priore Restano a questo punto da chiarire i motivi e le esatte circostanze
che hanno portato l’Ufficio di Sanità a prendere, con straordinaria
reattività e determinazione, una simile, grave, decisione. Da parte di
chi è stato, a torto, oggetto e bersaglio (pesante il pregiudizio personale
e professionale che ne è derivato) di un così grossolano e inspiegabile
“errore” resta l’amara constatazione di quanto difficile e
insidioso possa essere ancora il lavoro concreto in favore dei bambini vittime
di violenza. Daniela D’Ottavio-Del Priore
16 ottobre 2004 Un nuovo immondo capitolo s’aggiunge alla ancor più immonda storia
che da qualche anno vado per raccontarvi. Questa volta il fognaiolo è un
altro giornalista, Daniele Fontana, de La Regione. Un giornale che, intendiamoci,
ha sempre avuto le idee in chiaro su che parte schierarsi. Pesenti lì è
vista un po’ come una Santa Maria Goretti e in quanto tale è intoccabile
e intoccabili sono molti di coloro che muovono le fila del loro livore dall’interno
di uffici amministrativi (Sandrinelli) e servizi dello Stato. 17 ottobre 2004 Ho segnalato a Fontana e a Caratti (il direttore de La Regione) la presenza del testo di risposta al loro articolo-spazzatura. Pubblico il testo inviato poiché memore dell'esperienza fatta a suo tempo con Pesenti non vorrei che andassero poi a dire o a scrivere che li ho minacciati o cose del genere. La prudenza non è mei troppa... visti i personaggi! Questo il testo: Constatato che avete deciso di riprendere "alla grande", probabilmente
dopo la frustrazione data dall'esito della vicenda con l'Ufficio di sanità,
la campagna denigratoria nei confronti di mia moglie Daniela, mi sono preso
il tempo per dare all'articolo-spazzatura (spazzatura perché si fonda
volutamente su una lettura di parte, parziale e manipolata dei fatti) del signor
Fontana un prima risposta interlocutoria sul portale InfoPINO. Bruno D'Ottavio
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