Anno 2001

In questa sezione vi aggiornerò quotidianamente circa gli sviluppi, le conseguenze, le reazioni, che la pubblicazione di questo memoriale produrrà. A mo' di diario vi racconterò tutte le cose che accadranno, le cose che verranno dette e le cose che verranno fatte. Il tutto accompagnato da un commento che potrà assumere la forma di osservazione, di semplice rettifica, oppure di smentita, oppure ancora di denuncia, se sarà il caso.

6 aprile 2001

Vi riporto di seguito ed in fila le interrogazioni parlamentari inoltrate dal deputato PS Bill Arigoni, uno dei pochi ad essersi interessato della questione Demetra e delle vergognose responsabilità istituzionali in essa implicate.

 

INTERROGAZIONE

In questo periodo natalizio, dove tutti cercano di essere più buoni e tutti i discorsi sono impregnati di falsa solidarietà, con immagini di famiglie felici, con bambini sani al centro della loro vita, mi sono ricordato dei bambini maltrattati e abusati sessualmente che vivono qui da noi, in Ticino.
Secondo le statistiche non sono pochi, già la Signora Pesenti, quando era ancora magistrato dei minorenni, in un articolo del 13 aprile 1993 scriveva: " In Ticino abbiamo una sessantina di denunce all'anno e recenti studi appurano che le situazioni denunciate sono circa il 5% dei reati consumati". In poche parole voleva dire che in Ticino era possibile ci fossero circa 1200 bambini maltrattati e non da extraterrestri ma dai propri genitori o parenti (dal papà, dalla mamma, dal fratello, dal nonno). E questo succedeva e succede anche in famiglie ticinesi. Era un discorso che si portava avanti da alcuni anni attraverso i media per cercare di sensibilizzare e informare la popolazione in funzione preventiva, per cercare di evitare le violenze e gli abusi sui bambini. Non c'era però una strategia d'aiuto alle vittime che subivano queste violenze. Come sempre, qualcuno cantava fuori dal coro e in un articolo del 1996 il Dott. Ferruccio Bianchi diceva di non drammatizzare la situazione e alla domanda: " Ci sono medici specialisti che si battono affinché l'incesto venga denunciato. Fanno anche loro del terrorismo?" rispondeva: "Penso che stiano esagerando".
In tutti i casi in quel periodo c'era una forte preoccupazione nei confronti di questo fenomeno di violenza famigliare che adesso, dopo la chiusura del centro Demetra, sembra sparita assieme ai bambini maltrattati. Anche il magistrato dei minorenni Silvia Torricelli, nel suo lavoro finale per il corso di perfezionamento universitario "L'abuso all'infanzia" dicembre 2000 , scrive:
"Sino ad oggi il centro (unità generalista di pronta accoglienza collocato c/o Istituto Torriani Mendrisio) non ha fortunatamente ancora dovuto accogliere minori vittime di maltrattamenti o abusi sessuali".

1) Ma come, il magistrato dei minorenni non dovrebbe essere preoccupato che dopo la chiusura attuata troppo in fretta del centro Demetra, sfruttando una campagna denigratoria, nessuno trova il coraggio di denunciare situazioni che si sa esistono?

2) I vari funzionari e la direttrice del DOS non devono sentirsi preoccupati e
forse non al loro posto per questo anomalo silenzio?

Opposizione al Centro Demetra e chiusura

Demetra presentò, nel maggio 1996, il proprio progetto di Centro di pronta e temporanea accoglienza e di presa a carico globale del minore maltrattato agli allora Consiglieri di Stato Alex Pedrazzini e Pietro Martinelli (non era ancora definito quale dipartimento avrebbe gestito la materia) i quali, dopo attenta lettura e sulla base di una serie di dati raccolti da Demetra, che indicavano l'esistenza di una massa critica sufficiente a giustificare la realizzazione di un Centro di quel tipo in Ticino, diedero il loro assenso per la realizzazione di massima del progetto. Piatti forti di questo progetto erano la descrizione di un processo d'intervento (chi fa cosa, quando e perché), che teneva principalmente e finalmente conto dello stato e dei bisogni delle piccole vittime di violenza, e la creazione di un Centro di pronta accoglienza quale luogo per la protezione e la cura di questi bambini.
Un progetto pilota riconosciuto a livello Svizzero anche dall' on. Dreifuss che diede un finanziamento di 30.000 franchi e che prendeva esempio da due centri di Milano (Centro del Bambino Maltrattato e per la cura della crisi familiare (CBM) ed il CAF (Centro Aiuto al bambino maltrattato e alla Famiglia in crisi) riconosciuti a livello europeo. In questi centri vi lavorano dei professionisti le cui pubblicazioni scientifiche rappresentano dei riferimenti importantissimi per tutti coloro che si occupano del tema della violenza sui minori. La dr.ssa Malacrea del CBM è stata scelta per questo motivo come supervisora del Centro Demetra e ha svolto, con la dott.ssa De Marco sempre di Milano, le psicodiagnosi sui bambini. Se i due consiglieri di Stato erano favorevoli al progetto non così i funzionari che cercarono in ogni modo di frenare questa esperienza. Rompeva il solito lavoro di routine svolto allo stesso modo negli anni.
La "scelta" del personale è stata difficile, proprio a causa della precarietà che caratterizzava l'esperienza del Centro , prima diedero un termine di 2 anni, poi volevano (Commissione Lav e funzionari del DOS) tirare le somme dopo soli 3/6 mesi.
Assunsero, per un certo periodo, personale ad ore, ponendo un primo termine per la fine del progetto ad 1 anno ma con la possibilità, se tutto avesse funzionato, di una seconda fase di un altro anno, e così è stato.
Scaduto il secondo anno, ci fu il caos più totale, il personale rimase senza datore di lavoro perché la Fondazione Casa S. Felice si rifiutò di continuare il rapporto contrattuale, non sapeva fino a quando avrebbe lavorato, prima si disse agosto 2000, poi improvvisamente fine 1999 (lavoravano senza alcuna copertura assicurativa COME E' POSSIBILE?) tutto in una situazione di totale precarietà nelle assunzioni (assunzioni ad ore, contratti a termine, lavoro su chiamata, un po' come fanno per il personale avventizio nei grandi magazzini).
E' chiaro che a queste condizioni, che si sono protratte per tutto il periodo di apertura del centro, era difficile trovare candidati/e idonei con una solida esperienza professionale e di studio.

La prima educatrice venne assegnata pochi giorni prima dell'arrivo di un
bambino e solo perché il collocamento, in via eccezionale, poté essere
preventivato; era Natale '98 e si dovette cercare qualcuno disponibile ad
iniziare una nuova attività professionale a partire dal 6 gennaio '99. Si trovò solo
una giovane alla prima esperienza professionale.


3) Perché non fu messa in campo tutta la disponibilità finanziaria e logistica possibile perché questo progetto pilota a livello svizzero funzionasse?

4) Perché, sapendo che i bambini maltrattati non erano pochi, non si è preparata una équipe di educatrici pronte a svolgere il loro lavoro prima che arrivassero i bambini?

5) Perché si puntò più sul risparmio finanziario che sull'aiuto ai bambini
abusati?

6) Chi era contrario a questo progetto?

7) Perché?


Caso del bambino X

A Mezzovico c'era una famiglia (dico c'era perché adesso è scappata a Losanna) che negli anni é riuscita ad adottare 6 bambini, tutti di colore e con problemi fisici. Una con un solo rene, un altro poliomelitico sulla sedia a rotelle, un altro con una malattia alle ossa, un altro con problemi al cuore e l'ultima ceca.

8) Come ha potuto questa famiglia ottenere tutte queste adozioni ?

9) Un membro della commissione adozioni è un parente della famiglia in discussione (cognata), quanto ha influenzato la sua presenza sulle scelte fatte?

10) E' lei che ha dato le garanzie sulla serietà di questa famiglia?

11) Come mai le ultime adozioni sono state concesse con il parere contrario del tutore cantonale?

12) Quali erano i motivi delle sue opposizioni?

13) Non tutta la commissione era d'accordo con le adozioni, quali erano le motivazioni delle opposizioni?

All'inizio del 1999 la famiglia X è in crisi totale nella gestione dei bambini adottati e la delegazione tutoria (DT) segnala il caso al ministero pubblico per violazione del dovere di assistenza e di educazione. In seguito uno dei bambini viene accolto d'urgenza al Centro Demetra. La DT si è mossa dopo una serie di segnalazioni da parte dei docenti, dei vicini, dopo vari rapporti e lettere risalenti al 1998 che denunciavano atti di maltrattamento molto gravi su tutti i bambini.
Il bambino portato al Centro Demetra era stato prelevato dalla polizia direttamente in classe, durante le lezioni, e questa azione, difficilmente attuata in Ticino, documentava perfettamente la gravità della situazione (il 22 dicembre 2000 il Tribunale d'Appello ha respinto il ricorso dei genitori contro l'allontanamento del figlio). Per difendere i docenti dall'aggressività del genitore, un poliziotto della cantonale, ha dovuto stazionare per 15 giorni fuori dalla scuola.
Al Centro Demetra il bambino viene visitato dal pediatra che nota lesioni cutanee soprattutto alla cosce. Il segretario della magistratura dei minorenni sente in audizione il bambino che conferma i maltrattamenti subiti. Nello stesso tempo si cerca di stabilire una strategia per il ricupero del bambino e dei genitori che, secondo le diverse testimonianze raccolte, maltrattavano anche gli altri bambini. Il bambino conferma anche durante un'audizione con la polizia tutta una serie di maltrattamenti e percosse subite dai genitori, riconfermando così quanto aveva già detto ai docenti. All'Unità d'Intervento Regionale (UIR) di Lugano è dato l'incarico di effettuare una valutazione del nucleo famigliare del bambino, in questa unità è presente la cognata dei genitori adottivi. In realtà però l'incarico viene dato al Dr. Bianchi che non è membro dell'UIR ma ha già svolto altri rapporti di valutazione di idoneità sui genitori per le adozioni dei sei figli. E' difficile che smentisca sue precedenti perizie che stabilivano l'idoneità di questa famiglia. La vicenda si trascina per alcuni mesi con i genitori che minacciano i docenti e fanno pressione sugli operatori del centro Demetra insistendo per riavere il bambino, richiesta in seguito fatta anche dal noto psicoterapeuta, cognato dei genitori, il quale insiste perché il Dr. Bianchi possa occuparsi del bambino. Alla fine il Dr. Bianchi senza mai aver visto il bambino, afferma che è pre-psicotico se non psicotico e deve essere consegnato ai genitori che, forse, sono solo un po' troppo rigidi (le testimonianze dei vicini e dei docenti descrivevano gravissimi maltrattamenti). Il bambino più volte esprime la sua paura a rientrare a casa, ma a metà aprile viene riconsegnato alla famiglia.
Il compito di seguire questo bambino e sostenere psicologicamente la famiglia viene affidato al Dr. Bianchi mentre la sorveglianza educativa al servizio sociale.

14) Quando il Dr. Bianchi ha visitato il bambino? Che giorno? A che ora?
Dove?

15) Ci sono testimoni che hanno partecipato alla visita?

16) Se in questa famiglia non c'erano problemi come mai è stato dato il
sostegno psicologico?

17) I maltrattamenti se li sono inventati la Delegazione Tutoria, i docenti, i vicini?

18) Mania di protagonismo? Devono essere messi tutti in analisi?

La famiglia, senza avvisare nessuno, scappa a Losanna e il Dr. Bianchi penso faccia molta fatica a sostenere ed aiutare questa famiglia e a proteggere i sei bambini.

19) Il servizio sociale, il famoso cognato psicoterapeuta, il Dr. Bianchi e anche i funzionari del DOS come possono sostenere la famiglia e controllare che i bambini non continuino ad essere gravemente maltrattati se questi vivono a Losanna?

20) Qualcuno ha avvisato la delegazione tutoria e le strutture sociali di quella città?

In novembre da Losanna i genitori denunciano, alla magistratura dei minorenni, due bambine di 7 e 11 anni che avrebbero abusato sessualmente del loro figlio quando era ricoverato al centro Demetra. Il bambino ha 9 anni e secondo i docenti era molto aggressivo (probabile reazione ai gravi maltrattamenti subiti in famiglia) e minacciava anche le educatrici. Questa denuncia dà un'opportunità inaspettata (ma già nel preventivo 2000 era stato levato il contributo al centro) alla direttrice del DOS e ai suoi funzionari di chiudere il centro prima del tempo stabilito, senza fare una analisi seria del lavoro svolto, ma cavalcando il clamore suscitato nel cantone dalla vicenda dei presunti abusi tra bambini. Eppure c'erano testimonianze di diverse delegazioni tutorie, dell'istituto Paolo Toriani, del servizio psico-sociale di Bellinzona, dell'ufficio di vigilianza sulle tutele, Bellinzona, della Magistratura dei Minorenni, Lugano, che esprimevano elogi al lavoro svolto al Centro Demetra.

21) E' stata fatta un'analisi seria del lavoro svolto al centro Demetra?

22) Se si da chi?

23) Dai funzionari contrari al progetto?

24) Dal momento che era un progetto pilota a livello Svizzero è stata coinvolta la confederazione nella decisione di chiusura?

25) Come mai a 14 mesi dalla denuncia il magistrato dei minorenni non si esprime ancora?

26) E' normale che due bambine piccole restino sotto inchiesta con l'accusa di violenza sessuale per un periodo così lungo?

27) Si sta forse aspettando che i genitori di quei sei bambini maltrattati lascino la Svizzera?

28) Che tipo di preparazione ricevono i procuratori che devono trattare le violenze sessuali su bambini?

29) Devono passare da un'inchiesta sulla mafia a un abuso sessuale fatto a una bambina o a un bambino di 3 anni con la stessa disponibilità e preparazione?

Adesso che il centro Demetra è chiuso i bambini vengono portati all'unità ..... di pronta accoglienza e poi riconsegnate alle famiglie secondo il motto "meglio una cattiva famiglia che un istituto". Anche su questo bisognerebbe mettersi d'accordo! Cosa vuole dire cattiva famiglia? Perché se c'è un padre che abusa di un figlio o di una figlia di 4 o 5 anni, il termine "cattiva" mi sembra molto riduttivo. In tutti i casi adesso, secondo le nuove strategie, i bambini che non possono ritornare a casa verranno collocati presso famiglie affidatarie.

30) Quante ce ne sono in Ticino di famiglie disposte ad accogliere questi bambini?

31) Come vengono preparate a dover convivere con bambini che si portano addosso dei traumi tremendi e possono essere violenti con gli altri e con se stessi?

32) Chi segue queste famiglie, gli stessi che hanno lasciato scappare i
genitori dei sei bambini adottivi?

Chiedo quindi al CdS di rispondere alle domande sollevate in questa mia interrogazione invitandolo ad evitare però che le risposte vengano fornite da chi è coinvolto in questa brutta storia. Ritengo sia necessario nominare una commissione di periti esterni, possibilmente che arrivino da fuori cantone, per svolgere un' inchiesta seria che tenga conto degli interessi dei bambini e non dell'apparato.

Magliaso, 4 gennaio 2001 Giuseppe Bill Arigoni

 

INTERROGAZIONE


Il silenzio sugli innocenti

Sono passati 70 giorni dall'inoltro della mia interrogazione sugli abusi sessuali nei confronti dei bambini corredata da 57 domande e, da parte del CdS, c'è un silenzio assoluto. Eppure la legge sul Gran Consiglio e rapporti con il CdS è chiara: l'articolo 58 cpv. 3 dice:
"Il CdS risponde all'interrogazione per scritto entro 60 giorni......"
Ma a volte è molto più veloce! Vedi ad esempio la risposta data in due giorni, violando anche il segreto d'ufficio, all'interrogazione sulla commissione d'inchiesta.
Questo silenzio può far sorgere dei dubbi sulla volontà di rispondere al bisogno d'aiuto degli oltre 1000 bambini che vivono in solitudine i drammi familiari.
Questi bambini esistono; uno studio reso noto recentemente dall'università di Losanna, condotto in quella regione su un arco di tre mesi nel 1999 e tenendo conto di criteri molto selettivi, ha portato alla segnalazione di 709 casi. Una cifra enorme. E in Ticino silenzio!!
Se questo silenzio è dato dal fatto che ci si sta preparando seriamente a dare una risposta, con l'aiuto di periti esterni e non coinvolgendo in prima persona chi é probabilmente parte in causa, va bene anche un attesa così lunga; se invece é solo un tentativo per prendere tempo e proteggere persone che non sono al loro posto, sperando che tutto torni nel grande silenzio complice dell'attuale situazione, non va assolutamente bene. Se si pensa di attuare la seconda ipotesi si sta facendo un grande errore perché, periodicamente, tornerò sull'argomento rompendo il silenzio con la speranza che altre voci si alzino con me.

Chiedo quindi al CdS se non pensa di dover rispondere alla mia interrogazione d'inizio gennaio, relativa agli abusi sessuali su minori, coinvolgendo persone estranee alla gestione attuale di questa problematica e in tempi brevi .

Magliaso, 15 marzo 2001 Giuseppe Bill Arigoni

 

INTERROGAZIONE


Il silenzio sugli innocenti continua !
Sono passati 84 giorni dall'inoltro della mia interrogazione sugli abusi sessuali nei confronti dei bambini corredata da 57 domande e, da parte del CdS, c'è un silenzio assoluto. Eppure la legge sul Gran Consiglio e rapporti con il CdS è chiara: l'articolo 58 cpv. 3 dice:
"Il CdS risponde all'interrogazione per scritto entro 60 giorni......"
In Ticino ci sono cittadini di serie A e serie B e sono quest'ultimi che devono rispettare la legge gli altri la possono interpretare.
Speravo che il lungo tempo d'attesa fosse causato dal fatto che la risposta alla interrogazione é stata delegata a dei periti esterni, invece non è così perché voci che mi arrivano dal Palazzo mi dicono che la sta preparando un nostro funzionario, capo ufficio del servizio sociale cantonale. Il servizio sociale è organizzato sulle sedi di Lugano, Bellinzona, Locarno, Mendrisio e Biasca con diverse decine di operatori e assistenti sociali da coordinare.

Dopo l'entrata in vigore della nuova legge federale sull'aiuto alle vittime di reati (LAV) è stata istituita una commissione permanente di coordinamento con i seguenti compiti:
- vigilare sulla corretta e uniforme applicazione della legislazione federale e cantonale in
materia
- allestire annualmente un rendiconto sulla propria attività all'indirizzo del Consiglio di
Stato
- proporre l'organizzazione, d'intesa con la confederazione e con gli enti pubblici e privati
competenti, della formazione specifica delle persone incaricate dell'aiuto alle vittime
- promuovere, direttamente o d'intesa con altri enti pubblici o privati, la prevenzione, la
sensibilizzazione e l'informazione sui problemi della violenza e dei maltrattamenti in
generale e sui minori in particolare
- esaminare le linee generali d'intervento, esprimersi sul preventivo annuale di spesa e
formulare il proprio preavviso su eventuali istanze di sussidio e su proposte di modifiche
della legislazione in materia
Il nostro funzionario è segretario di questa commissione.

La legge richiede anche la nomina di un delegato per i problemi dei maltrattamenti e se, in un primo momento, la commissione aveva pensato alla nomina di una persona a tempo pieno che svolgesse questo ruolo, ha però poi optato per dare l'incarico ancora allo stesso funzionario, capoufficio del servizio sociale cantonale.

I compiti del delegato sono:
- assicurare direttamente e vigilare affinché alle vittime sia garantito in ogni momento l'aiuto immediato, la consulenza e, se del caso, una presa a carico a lungo termine attraverso un'azione coordinata dei servizi coinvolti;

- allestire le linee generali d'intervento e il preventivo annuale di spesa, preavvisare le
istanze d'indennizzo e riparazione morale e gestire il fondo per le necessità immediate
delle vittime;

- organizzare, su proposta della Commissione, la formazione specifica (art. 3 cpv. 3 lett. C) e l'attività di prevenzione, sensibilizzazione e informazione (art. 3 cpv. 3 lett. D) in
questo campo;

- fungere da punto di riferimento e mantiene regolari contatti con le autorità e gli altri enti
pubblici e privati che si occupano delle vittime;

- rappresentare il Cantone nei consessi federali e intercantonali preposti all'aiuto alle vittime.

Sempre la stessa legge prevede la creazione di consultori per l'aiuto alle vittime di reati che sono le Unità di intervento regionali (UIR). In Ticino ne abbiamo quattro, una per regione e sono composte da quattro operatori sociali e più precisamente; un assistente sociale, un tutore ufficiale, uno psicologo ed uno psichiatra. Questi professionisti attivi in differenti servizi dello Stato, e quindi occupati al 100%, svolgono questa funzione in aggiunta alla funzione principale. I compiti delle UIR e del delegato sono: aiuto immediato, consulenza sociale, medica, giuridica, psicologica; la protezione delle vittime e la tutela dei loro diritti nell'ambito del procedimento penale; l'aiuto finanziario, garantito sussidiariamente sotto forma di indennizzo o riparazione morale per le conseguenze subite dalle vittime di reati. Queste persone sono avvisate all'ultimo momento e devono trovare il tempo tra la loro attività e la nuova sollecitazione (questo anche in caso di bambini abusati sessualmente).
Il coordinatore delle UIR è sempre il funzionario in questione.

Riassumendo, il funzionario in questione svolge le seguenti mansioni:

· capoufficio del servizio sociale cantonale
· segretario Commissione federale sull'aiuto alle vittime di reati ( LAV)
· delegato per i problemi del maltrattamento.
· coordinatore UIR
· membro del Consiglio di Fondazione Torriani che gestisce (ed è quindi anche il datore di lavoro degli educatori) sia dell'istituto Torriani che del PAO (Unico centro di pronto intervento in Ticino che però non è attrezzato per trattare casi di bambini abusati sessualmente)
· delegato per il DOS nelle trattative con i giovani del Molino
· responsabile della gestione del Fondo lotteria cantonale e della relativa erogazione o non erogazione di contributi a vari enti o associazioni
· membro della Com . per le questioni femminili
· membro del Gruppo di lavoro di valutazione sull'applicazione, a livello del Cantone Ticino, delle pari opportunità.

Mi chiedo quante ore settimanali usa questo funzionario per poter svolgere bene tutti questi compiti che lo portano ad essere un tuttologo che riesce fare sia il boia che l'impiccato. Spero che la voce che indica in lui la persona incaricata di preparare la risposta del CdS sia sbagliata. Chiedo quindi al governo se non pensa di dover rispondere alla mia interrogazione d'inizio gennaio, relativa agli abusi sessuali su minori, (oltre 1000 minori aspettano) coinvolgendo persone estranee alla gestione attuale di questa problematica e in tempi brevi .

Magliaso, 1 aprile 2001 Giuseppe Bill Arigoni

 

A queste interrogazioni il Consiglio di Stato non ha dato a tutt'oggi alcuna risposta e a tutt'oggi non sapiamo l'esito della pseudo-inchiesta condotta dalla Magistratura dei minorenni.


7 aprile

Così scrive il Corriere del Ticino nell'odierna edizione in merito all'incontro tenutosi a Bellinzona tra Pesenti ed il cosiddetto "parlamentino dei giovani":
La direttrice del Dipartimento delle opere sociali Patrizia Pesenti ha messo l'accento sul significato della politica come «luogo della mediazione». In questo senso «il mondo degli adulti» deve offrire ai giovani gli strumenti adatti: l'abitudine al pensiero critico (per superare conformismi, banalizzazioni e pregiudizi); la capacità di gestire conflitti (promuovere la tolleranza come presupposto della libertà); il senso del diritto e della legalità (per non scadere nella legge della giungla);

Tutto ciò che lei non è mai stata in grado di esprimere. Come potrà offrire tali strumenti a quei giovani? Quanta vuota retorica da politicante, quanta ipocrisia signora Pesenti!

 

18 maggio

In data odierna il Consiglio di Stato ha dato risposta all'interrogazione di Bill Arigoni del 3 gennaio 2001. Chilometrica l'interrogazione, altrettanto chilometrica la risposta del, si fa per dire, Consiglio di Stato. In realtà la risposta è quanto è stato elaborato in sede dipartimentale dai principali responsabili dei disfunzionamenti denunciati con l'interrogazione e cioè da Pesenti e Sandrinelli. Per cui non poteva che venirne fuori un'impressionante sequela di menzogne e di non-risposte. L'ennesimo tentativo di dipengere una realtà presente soltanto nelle loro teste. La realtà, quella vera ovviamente, è ciò che qualunque persona, cittadino, operatore sociale, rappresentante istituzionale, non invischiato nel sistema di omertà cantonale che tutto tace e tutto copre, può constatare da sè. Ora mi prenderò il tempo di rispondere punto per punto al documento "sovietico" prodotto dal DOS e non ci metterò sicuramente 5 mesi (tanti sono serviti a Sandrinelli) per farlo. Per ora consentitemi soltanto un appunto riguardante il finale del testo governativo (a pagina 14).

Vi si scrive: Non vorremmo concludere senza rilevare che il presente atto parlamentare contiene informazioni che ledono la sfera privata delle persone coinvolte, ma soprattutto configurano una grave violazione del segreto d'ufficio e/o del segreto professionale da parte di chi ha fornito le informazioni all'interrogante".

Il signor Arigoni si prepari, forse dovrà essere condannato anche lui ad una multa per non aver svelato le fonti delle sue informazioni. Comunque ciò che mi preme dire è che il messaggio inviato agli informatori o all'informatore di Arigoni è chiarissimo: attenti che adesso magari ve la facciamo pagare! Questi è un tipico messaggio mafioso e che sia un Consiglio di Stato a pronunciarlo non cambia la sostanza della cosa. Questo è l'atteggiamento che in Ticino tutela ogni malfunzionamento e le cattive coscienze di chi ne è responsabile. Il segreto d'ufficio è in questi casi null'altro che una raffinata forma legale di omertà coatta a cui è costretto chi vorrebbe reagire e segnalare quei malfunzionamenti. Diviene così quasi impossibile criticare, denunciare o solo semplicemente far osservare qualcosa che non va o che non funziona. Questa è la cultura dei codardi che non avendo altri argomenti da spendere per giustificare il proprio cattivo agire si affidano al vile strumento della minaccia. Se lo scopo è quello di chiudere qualche bocca, mi auguro vivamente non ci riescano, anzi, mi auguro che anche altri prendano il coraggio di denunciare il caos e il cialtronismo esistente nelle istituzioni che a vario titolo si occupano del problema dei maltrattamenti all'infanzia.

 

25 maggio

Ho pubblicato preso il mio sito web personale la risposta del Consiglio di Stato all'interrogazione Arigoni del 3 gennaio. A molte delle risposte date - vere e proprie menzogne di stato - ho fatto seguire un mio commento. Per consultare il documento clicca qui.

 

1 giugno

Dopo i due articoli del giornale-fogna domenicale leghista, in cui si attaccava duramente il deputato in parlamento Bill Arigoni e mia moglie Daniela D'Ottavio-Del Priore, l'unica domanda che vale la pena porsi è: ma perché sono stati pubblicati in forma anonima? La risposta è semplice: perché chi li ha scritti è la stessa persona che ha presentato l'interpellanza che ha dato il via all'azione di demolizione dell'esperienza del Centro Demetra e dei suoi promotori. Trattasi del deputato leghista, parlamentare, Paolo Buzzi. Fu imbeccato per l'interpellanza del 1999 dal padre di un piccolo ospite del Centro Demetra, anch'egli leghista, che presentò denuncia contro due bambine del Centro. Viene forse imbeccato ora dalla Magistrata dei minorenni, Silvia Torricelli, anch'essa leghista, furente per le critiche mossele con le interrogazioni Arigoni?
Così il cerchio si chiude!

 

Anno 2002

4 luglio

A giorni verrà pubblicato sul periodico l'Inchiesta un articolo sul Centro Demetra e sulla situazione dei bambini vittime di violenza in Ticino. Interessante è sapere quanta agitazione abbia suscitato la prospettiva di un simile articolo nei personaggi responsabili delle infamie e dei disfunzionamenti denunciati col mio memoriale. Interessante è sapere ad esempio che Pesenti in un primo momento non voleva rispondere o replicare alle domande del giornalista, poi ha ceduto finendo, come al solito, a mentire: ha affermato che il Centro Demetra è stato chiuso per decisione della Fondazione Demetra. Ma il fatto più divertente è l'e-mail con il quale smentisce di essere mai stata allieva di Luigi Del Priore affermando di aver fatto il liceo a Zurigo. Purtroppo non può però smentire di aver avuto dei forti attriti con il professore, nonché direttore del liceo di Locarno, e di essersela legata al dito e nasconde la propria coda di paglia dietro la classica foglia di fico di una probabile inesattezza spazio-temporale. Poi nella stessa e-mail ecco ancora un po' di fango sui suoi fatidiosi nemici. Purtroppo fa ancora una mostruosa gaffe e accusa erroneamente il giornalista Francesco Del Priore di averla ingiuriata per iscritto. Quindi si coregge e corregge il tiro affermando che ad averla ingiuriata è stato - brutto e cattivo - il signor Bruno D'Ottavio. Che pietoso teatrino signora Pesenti! Meglio avrebbero fatto i suoi consiglieri a consigliarla, per una volta, di starsene in silenzio, si sarebbe risparmiata l'ennesima ridicola figuraccia.

 

17 ottobre

Pesenti concorre per il Consiglio federale. Il Ticino è in fibrillazione e a quanto pare anche i personaggi più insospettati si sono messi in coda per spingere - a suon d'improbabili complimenti ed incredibili giudizi positivi sul suo operato - a Berna la direttrice del DSS . Sicuramente uno di questi è il presidente di Demetra, Alex Pedrazzni, che scrivendo a La Regione afferma di aver visto in TV una Pesenti intelligente e competente, che la vicenda Demetra è acqua passata e che ricordarvi le responsabilità di Pesenti è come incolparla di essersi messa le dita nel naso quando andava all'asilo. Non ho voglia di aggiungere altro, vi faccio soltanto leggere la sua relazione fatta all'assemblea (deserta) dell'associazione Demetra nel 2001.

Relazione presidenziale 2001

Assemblea ordinaria dell'associazione Demetra
11 giugno 2001

Giugno 2000 - giugno 2001 : cosa è successo ? cosa avete fatto ? ma ci siete ancora voi di Demetra? dove mettete i bambini adesso ? ma cosa è capitato a Rovio ? Queste le domande che a scadenze più o meno regolari amici, conoscenti o semplici incontri casuali mi ( e sicuramente vi) hanno posto in questi ultimi 12 mesi.

Lo scorso anno aprivo la mia relazione affermando che era stato un anno particolarmente intenso.
Ricordavo poi quattro periodi :
quello dell'entusiasmo iniziale,
seguito da quello del dubbio,
poi dal fango
ed in fine dell'attesa.
Traettoria che aveva caratterizzato fatti e stati d'animo di noi tutti.

Ed oggi ? quale sentimento anima il vostro Presidente ? uno spirito agrodolce, più agro che dolce.
Ma - come sentirete - con accenti di speranza.

Agro dicevo : già perchè allorchè il 10 febbraio 2000 ci pemettemmo di rivolgerci all'on Torricelli chiedendole di evadere in tempi ragionevolmente brevi la denuncia penale che era stata presentata alla fine del 1999 dai genitori d'un bambino ospite di Rovio non immaginavamo certo che per conoscere l'epilogo di questa storia avremmo dovuto attendere maggio 2001.
E poi con che genere di risposta (ma vi tornerò).
Avevamo scritto che quella denuncia costituiva per noi pesante ipoteca che frenava la nostra attività.
E questa ipoteca, come un macinio, ce la siamo portata sulle spalle sino ad oggi. È difficile disfarcene perchè sembra ci sia chi desidera riesumarlo ogniqualvolta pare sepolto.

Secondo elemento chiave : l'interminabile procedura per lo scioglimento della Fondazione. Proprio settimana scorsa siamo giunti all'epilogo.
E con questo vorremmo fosse girata una pagina di cui non abbiamo assolutamente di che vergognarci ma che dobbiamo ora consegnare al passato, nell'interesse di tutti, specialmente dei bambini.

Carissimi, io credo che i Presidenti di Associazioni come la nostra, ma anche i Presidenti in generale, desiderino - all'assemblea generale - snocciolare le attività svolte, i successi riportati, i riconoscimenti ricevuti per il tempo e le energie messe benevolmente a disposizione.
Difficile imboccare per me questa strada nel 2001.
Vogliamo attribuirci un merito ?
è quello di continuare ad esistere, è quello d'aver resistito a quelle forze - e non sono poche nè di secondo piano - che avrebbero voluto vederci scomparire.
Ma dire che ci siamo potuti impegnare a fondo per la promozione di progetti significherebbe mentire a noi stessi.
Già proposi un parallelo : se abbiamo tenuto botta è perchè crediamo di avere conosciuto un po' la sorte riservata ai bambini che sono al centro della nostra attenzione : si vorrebbe che non esistessero, che le loro grida non disturbassero le nostre orecchie, che ci parlassero d'altro che non delle loro imbarazzanti (per noi) sofferenze. Gettare la spugna ? l'avremmo fatto da tempo se la causa non fosse stata così importante.

L'attività è stata ridotta, il che non significa, vi prego di credermi, che il vostro Comitato abbia poltrito, anzi.
Ci siamo ritrovati da una a due volte al mese.
Spesso e volentieri purtroppo al centro delle nostre attenzioni vi era però l'ultima polemica e non tanto un programma per i bambini.
Abbiamo partecipato (come in passato) a serate organizzate da società di servizi (a Lugano, a Locarno); a trasmissioni televisive; abbiamo rilasciato interviste; abbiamo anche promosso alcune manifestazioni : così il 28 giugno : Concerto Galassi alla Swissminiature (e produzione disco) e il (concerto Unifida : distribuzione nostro materiale informativo , 12 gennaio 2001 Palacongressi).


Abbiamo avuto ed abbiamo anche contatti diretti : moglie di un preteso abusante, madre di due bambini abusati, scritti @mail ma non solo.
Ed un obiettivo, in parte per lo meno, l'abbiamo raggiunto : far gradatamente riconoscere che i casi di abuso e maltrattamento tra le mura di casa anche in Ticino sono di gran lunga superiori a quelli considerati inizialmente.
Ricordate i 40'000 a lungo contestati (anche se già ritenuti tali nel 1993 dall'allora Magistrato dei minorenni Patrizia Pesenti) si sono trasformati in "uno per classe" di Sandrinelli (recente intervista a La Regione) : non è nulla !
Il problema è : adesso che l'Autorità sa che esistono, cosa fare per scoprirli e poi per occuparsi convenientemente di loro ?
Che risposte concrete - e non virtuali - dare ?al PAO non è stato ammesso nessun bambino nuovo da sei mesi a questa parte.
Ci si dice che la rete funziona : vogliamo crederci. Ne saremmo ancora più convinti se ci venissero all'orecchio concreti casi abbracciati.
Ci si dice che è più opportuno allontanare il padre : benissimo, ma su che basi e quando questo è davvero capitato ?
Ci si dice che si punta sulle famiglie SOS. Stupendo ! ma ci sono ? sono in grado di prendere a carico quei casi pesanti che accoglievamo a Rovio ? lo vorremmo tanto !

E qui però ci ritroviamo a dubitare del DOS e del Governo e questo non è bello. Ma è difficile non farlo.
Perchè Demetra è stata al centro di più atti parlamentari, atti che noi non abbiamo nè ispirato nè diretto, ma ai quali il CdSt ha dato risposte che non solo non ci potevano dare soddisfazione ma che anzi rilanciavano basse polemiche. Giuseppe Arigoni ha sollecitato spesso il Governo a prendere posizione su questo tema : una delle ultime volte con l'interrogazione detta "il silenzio degli innocenti".
Ebbene la risposta del CdSt contiene un numero preoccupante di mezze verità e di bugie intere. Basti ricordare - ma sarà l'unico esempio che farò ma non è nemmeno il più eclatante - che nella risposta ad Arigoni si ricorda un rapporto intermedio della Comm per l'aiuto alle vittime che emetteva qualche critica sull'esperienza Demetra ma che si dimentica di citare il rapporto finale che era favorevole alla continuazione dell'esperienza del Centro.

Le potrei snocciolare ad una ad una. Ma quale sarebbe il risultato? Il rilancio della polemica che già tante forze ha assorbito in questi mesi ! l'idea del comitato sarebbe - ma il vostro parere ci guiderà - di limitarsi alla via "interna":
L'Associazione scriverà al CdSt (ed a chi ha introdotto l'interrogazione) rettificando tutto quanto di sbagliato è stato affermato.
Perchè non vogliamo rilanciare e continuare così un altro anno.
Vorremmo tanto che questo costituisse il punto finale e che si potesse lavorare assieme. "Pro bono pacis" ed anche magari a scapito della verità : è un sacrificio che siamo pronti a fare.

Vi parlavo di motivi di speranza .
Tre ne vedo : il primo questa nostra disponibilità al dialogo che costringe più di uno di noi a far violenza al suo carattere.
Il secondo : l'impegno stoico di chi per mesi ha accettato di tirare il carro quando la strada diveniva sempre più in salita. A loro va il nostro grazie ed il mio personale.
Il terzo : l'avere trovato persone di qualità pronte ad affiancarci ed il mio grazie va a chi avete poc'anzi eletto in comitato.
E poi c'è una ragione ancora : il vostro attaccamento, che fa bene al cuore.

Permettetemi di terminare con un augurio : che l'anno prossimo la mia relazione sia caratterizzata da serenità ed entusiasmo, quello che abbiamo ancora nel cuore ma che è difficile esprimere a parole dopo un anno come questo.

 

Anno 2003

9 dicembre

Noto che il contatore degli accessi a questa pagina non ha smesso di funzionare per quanto la vicenda Demetra sia ormai divenuta "storia del passato" o almeno così credevo anch'io. Invece la storia ha continuato il suo incredibile percorso e ripropone oggi, come ieri, il solito ingrediente: l'assurdo.

Non riproporrò i fatti, ne hanno parlato, seppur male, ancora una volta, i media. Basta la sostanza: la macchina infangatrice ha ripreso (semmai avesse smesso, cosa di cui ho ragione di dubitare) il suo lavoro con il chiaro intento di far fuori una volta per tutte e in tutti i sensi (forse, eccetto quello fisico) gli eretici, i reietti, coloro che ieri come oggi continuano a rappresentare un grande problema per Patrizia Pesenti, Roberto Sandrinelli e i molti altri di cui non starò a ripetere i nomi.

Cambiano i tempi, cambia qualche persona e pochi ingredienti, la tecnica rimane la stessa, lo squilibrio dell'azione e del pensiero, segno che non manca il rancore, ma la fantasia a questi signori fa enormemente difetto.

L'Ufficio di sanità del DSS (Direttrice: Patrizia Pesenti) dopo aver inviato segnali di chiaro stampo mafioso nel 2000, quando muoveva i suoi primi passi il Centro Prisma di Massagno, oggi ripropone la sua fedele azione sanzionando Daniela D'Ottavio-Del Priore perché avrebbe operato come psicoterapeuta senza esserne autorizzata. Soprassiederò in questa sede sul discorso del manifesto fascismo corporativo della lobby degli psicologi e degli psicoterapeuti che puntella la decisione del DSS. Mi limiterò a segnalare che la misura intrapresa con fulminea rapidità dall'Ufficio del DSS è stata fortemente voluta da due avvocati luganesi (Maja Respini e Yasar Ravi) difensori legali di due persone coinvolte in inchieste su presunti abusi sessuali commessi su di alcuni bambini. Inutile dire che nelle procedure penali è coinvolta anche Daniela D'Ottavio-Del Priore, la cui testimonianza è stata importante durante l'inchiesta e lo sarà ancor di più in sede processuale.

Uno dei legali (Ravi) è poi all'origine del tentativo, in parte abortito, di muovere una campagna diffamatoria sui media a cui si è comunque prestato Teleticino e La Regione. Vedremo poi più in là come mai questi due organi d'informazione si sono prestati a questo sporco gioco. L'azione dell'Ufficio di Sanità ha subito fatto scattare la penna del parlamentare Bill Arigoni che interroga il Consiglio di Stato sull'azione mafiosa del DSS. Questi i punti salienti:

"Nei giorni scorsi ero già stato contattato da alcuni giornalisti che chiedevano il mio parere su questo attacco all’attività della Signora Del Priore e non avevo voluto commentare questa azione perché mi sembrava che tutto dovesse essere ancora esaminato dall’Ufficio Sanità. Ora mi accorgo che questo attacco frontale scatenato da alcuni avvocati difensori di presunti abusanti di bambini, è la risposta al documento, delle 7 mamme di 17 minori abusati, che criticava le strutture pubbliche (e non certo la Dott. Del Priore). Il tentativo palese, di uno degli avvocati che difende una persona coinvolta nel procedimento per presunti abusi sessuali a danno di minori, è di screditare la Dottoressa teste in diverse procedure penali e probabilmente in alcuni prossimi processi. Purtroppo a questo gioco sembra stia partecipando alla grande anche la Sezione sanitaria e in particolar modo l’Ufficio Sanità che non ha ancora preso nessuna misura definitiva ma si è limitato ad aprire una procedura di contravvenzione nei suoi confronti (quindi la procedura è ancora pendente).
Inoltre, dalla documentazione sembra che l’Avvocato in questione sia stato consigliato a sporgere la denuncia all’Ufficio Sanità dal Delegato per i problemi delle vittime ( quest’ultimo criticato più di una volta da diversi genitori sulla carenza del suo operato in difesa dei minori abusati). Risulta per lo meno molto strano che questo Ufficio non sia intervenuto velocemente per altri casi (ad esempio: dr. Pelloni, pediatra Catti, ex capo dell’organizzazione socio-psichiatrica Daguet, Dr. Donati) e mi chiedo anche come mai non sia intervenuto nei confronti di alcuni terapeuti e medici che durante il processo penale, a cui ho ultimamente assistito, hanno ammesso di non aver rispettato l’art. 68 Legge Sanitaria non avendo denunciato per anni alcuni casi di abusi su minori.

Chiedo quindi al CdS:

- che ruolo ha avuto la Sezione sanitaria in questo ingiustificato attacco alla Dott.ssa Del Priore ?
- non era il caso di adottare maggior discrezione dal momento che si va a toccare dei procedimenti penali che coinvolgono bambini presunti vittime di abusi sessuali ?
- come mai l’ufficio Sanità in questo caso si è mosso così celermente?
- come mai l’Ufficio di Sanità ha costantemente e puntualmente informato i legali dei passi intrapresi nei confronti della dott.ssa Del Priore?
- come mai uno dei legali viene informato per lettera (nello stesso giorno dell’intimazione della contravvenzione) ?
- non si tratta di violazione del segreto d’ufficio ?
- la dott.ssa Del Priore è stata sentita dall’Ufficio di sanità prima d’intimarle una contravvenzione?
- se così non fosse è sempre questa la prassi che viene adottata ?
- è normale che l’ufficio Sanità dia immediatamente ascolto a legali che difendono persone indagate in procedure per abusi sessuali e che stanno cercando con tutti i modi di screditare l’accusa?
- la testimonianza di 7 mamme che scrivono in modo positivo dell’unico aiuto avuto in Ticino, che è quello del Centro Prisma, e che non vogliono che quanto è capitato a loro e ai loro figli succeda ancora non ha nessun peso?
- quali garanzie hanno le persone che si espongono in questo genere di procedure delicate ?
- chi si esporrà in futuro in difesa dei molti minori abusati se poi si viene silurati sul piano professionale e morale?"

Ora quello che è bene che si sappia è che l'Ufficio di sanità, prima di prendere la sua decisione (un avviso di contravvenzione con diffida) ha intrattenuto con gli avvocati segnalanti una fitta serie di contatti telefonici e corrispondenze e ciò senza che l'interessata fosse stata avvertita o interpellata. Lo stesso Ufficio scriveva a Ravi preannunciandogli la decisione che l'Ufficio avrebbe preso nei confronti di D'Ottavio-Del Priore prima ancora che l'interessata fosse stata avvisata. Insomma la decisione dell'Ufficio di sanità è stata presa in spregio ai più elementari diritti sanciti per legge e non poteva essere diversamente visto che fu verosimilmente voluta, fortemente voluta, oltre che dagli avvocati citati, anche dalla stessa direttrice del DSS.

Nuovi elementi stanno emergendo ed emergeranno sicuramente. Vi terrò informati.

Presso il sito web Infopino.ch troverete altri riferimenti a questa vicenda.

 

23 dicembre

Le ultime chicche dal DSS.
Nei giorni scorsi si è tenuto presso il Gran Consiglio l'importante dibattito sul preventivo 2004. Pochi giorni prima la Consigliera di Stato Pesenti contattava il deputato socialista Bill Arigoni. Era forse preoccupata del dibattito che si sarebbe tenuto in parlamento? Cercava forse consigli ed appoggi dai suoi correligionari visto che sarebbe stata verosimilmenteoggetto di duri attacchi da parte della maggioranza politica del parlamento? Nulla di tutto questo! La preoccupazione primaria di Pesenti era, è e resterà, per il resto dei suoi giorni, il caso "Del Priore". Ad Arigoni chiese infatti un incontro da tenersi, ai margini dei lavori parlamentari riguardanti il preventivo - con lei e alcuni funzionari del DSS " -, per discutere del caso Del Priore".

Ovviamente l'incontro, per quanto richiesto ed annunciato non ha avuto luogo, almeno fino ad oggi. Per chi conosce bene le bizze di Pesenti questo fatto non apparirà per nulla strano.

Ma un altro fatto importante è accaduto in questi giorni. L'Ufficio di sanità - quello che si è prestato volentieri al giochetto degli avvocati Ravi e Respini per "far fuori" definitivamente D'Ottavio-Del Priore ed ha emesso nel giro di poco tempo un'infamante intimazione di contravvenzione per un presunto (da "loro" fortemente voluto) abuso della professione di psicoterapeuta - è stato contattato dalla rappresentante legale della signora D'Ottavio. Motivo della telefonata: in poche parole e parafrasando "c'avete messo poco a decidere per manifestare l'intenzione di sanzionare, ora ci mettete tanto per decidere sul ricorso e sulle imbarazzanti osservazioni inviate in sede di ricorso, volete darvi una mossa?"

Risposta del funzionario di turno: "ma le cose purtroppo non sono bianche e non sono nere (traduzione: l'Ufficio di sanità è in difficoltà; vorrebbe fortemente confermare la multa - questo è quanto chiedono i molti "committenti" - ma purtroppo gli elementi sui quali hanno fondato la decisione sono incredibilmente deboli, la procedura svolta per decidere stucchevolmente arbitraria e gli elementi del ricorso fastidiosamente forti, pertinenti e fondati), quindi ci vuole del tempo per valutare".

Il potere ha sempre servi efficienti, straordinariamente fedeli e a volte molto stupidi.

La rappresentante legale chiede allora quando verrà presa una decisione e si augura che per gennaio (2004) la faccenda abbia una conclusione. Risposta ironica del fedele funzionario: "Signora, nel gennaio di che anno?".

I servi possono essere stupidi e pure arroganti!

Anno 2004

4 febbraio

Hanno fatto in fretta i funzionari della sezione sanitaria a decidere per un avviso di contravvenzione per mettere in difficoltà la titolare del Centro Prisma e permettere così che le venisse gettato, a mezzo stampa e televisione, fango da avvocati e giornalisti senza scrupoli nè coscienza. Non hanno invece fretta a decidere sulle osservazioni inviate da quest'ultima a dimostrazione dell'infondatezza dei motivi che avrebbero (il condizionale è d'obbligo) suggerito la misura. Anzi, sembra siano addirittura disposti a fare "carte false" per raggiungere lo scopo.

Al sollecito dell'avvocata Paola Masoni di rispondere entro la fine di gennaio alle osservazioni inoltrate - in caso contrario si sarebbe proceduto ad una denuncia in Consiglio di Stato per "denegata giustizia" - l'Ufficio di sanità rispondeva di avere inviato una lettera il 19 di gennaio in cui chiedevano ancora tempo perché il dossier era stato completato soltanto pochi giorni prima, quando cioè arrivarono le ultime osservazioni fatte a complemento del dossier già inviato al 10 di novembre 2003.

Stranamente questa lettera non era affatto arrivata e fu quindi spedita per fax. Arrivò soltanto il 29 di gennaio, ovviamente senza alcun timbro postale che potesse dire quando era stata imbucata. Quindi, da Bellinzona a Lugano, per posta prioritaria, in 11 giorni!

La cosa che scandalizza è che le osservazioni complementari inviate furono sempre accompagnate dalla raccomandazione di non considerarle se la loro assunzione agli atti avesse significato un ritardi nella decisione. Ma di questo, evidentemente, non hanno voluto tener conto.

Quindi abbiamo da una parte un Ufficio che cerca ogni modo ed espediente per prendere tempo (chissà perché?) e dall'altro una cittadina che vuole invece una decisione celere che le permetta 1) in caso di decisione positiva, di essere riabilitata pubblicamente 2) in caso di decisione negativa (perché è lì che vorrebbero comunque arrivare la sezione sanitaria, la signora Pesenti, il signor Sandrinelli, l'avv. Ravi e diversi altri squallidi personaggi di questo ancor più quallido teatrino) di poter ricorrere celermente all'istanza superiore, certi come siamo che un'autorità degna di questo nome tratterebbe con la dovuta serietà, oggettività ed equidistanza, il ricorso in quel caso interposto.

Ieri 3 febbraio, visto che nessuna risposta alle osservazioni è arrivata, abbiamo fatto ricorso al Consiglio di Stato chiedendo la ricusa della Consigliera di Stato Patrizia Pesenti.

Ricordo che dall'invio delle osservazioni fatte dalla Commissione psicologi e psicoterapeuti (il fascismo corporativo ha sempre i suoi strumenti di potere e di controllo!!!) sull'operato di Daniela D'Ottavio sono bastate all'Ufficio di sanità 2 settimane per inoltrare l'avviso di contravvenzione. Per rispondere alle nostre osservazioni non sono sufficienti 2 mesi!

Anche questo è uno dei tanti aspetti dell'abuso di potere!

 

24 febbraio

L'Ufficio di sanità, a quasi tre mesi dalla presentazione delle osservazioni da parte della legale di Daniela D'Ottavio, messo sotto pressione dalla denuncia al Consiglio di Stato per il tempo infruttuoso trascorso, ha deciso per la conferma della contravvenzione. Zero motivazioni, zero considerazione delle osservazioni e del materiale prodotto, zero elementi oggettivi che comprovino l'accusa mossa. Totale invece la volontà di vessare e mandare nel contempo un forte segnale intimidatorio.

Ora è finalmente possibile ricorrere ad un'istanza superiore in grado di esprimere, speriamo, un vero giudizio. Aspettando le nuove palate di letame dell'allegra congrega di "simpatici" giornalisti e avvocati....

 

10 marzo

Bene! Abbiamo toccato il fondo di questa ennesima vicenda: l'Ufficio d'Insanità non trova più 30 dei 32 documenti inviati assieme alle osservazioni che contestavano i motivi dell'intimazione di contravvenzione. Scomparsi nel nulla! Quindi vi è motivo di pensare che le osservazioni e il materiale documentario a corredo non siano stati presi in considerazione in sede di riesame del dossier da parte della Commissione preposta al compito. Lo immaginavo, adesso ne ho pure la prova.

Ci sarà un limite all'arroganza e alla stupidità di chi ha condotto questa vergognosa operazione?

 

16 agosto

Si conclude la vicenda giudiziaria che ha coinvolto verso la fine del 2003 Daniela D'Ottavio Del-Priore. Fallimento su tutta la linea per il DSS (Pesenti, Sandrinelli, Domenighetti, Bertini, Guidotti, ecc.) e per i due avvocati all'origine della vicenda. Tutto bene quello che finisce bene? Staremo a vedere, ma vista la problematicità di alcuni degli attori citati ne dubito fortemente. Prove d'appello per questa storia comunque non ce ne saranno visto che la decisione della pretura penale è inappellabile. Quindi questa questione è chiusa (a meno che Pesenti non voglia però ricorrere alla Corte europea di giustizia :-)

Scherzi a parte questa storia è comunque costata molto tempo, molto denaro e ha logorato ben bene i nervi. L'amara costatazione è che se anche la vicenda è terminata nell'unico modo in cui poteva terminare, chi l'ha prodotta e alimentata ad arte non dovrà versosimilmente assumersi alcuna responsabilità per il danno causato. Accontentiamoci quindi della vittoria morale.

Questo è il comunicato stampa inviato ai media e a questo riguardo non ho potuto non constatare la fatica che il quotidiano La Regione e l'emittente televisiva Teleticino hanno fatto nel dare la notizia. Teleticino l'ha relegata, stringata al massimo, in penultima posizione del suo notiziario, La Regione vi ha dedicato un paio di colonne, erano 6 quando titolarono "D'OttavioDel Priore nella bufera" . Anche qui... meglio accontentarsi.

Comunicato stampa: Daniela D’Ottavio-Del Priore scagionata e libera da ogni addebito penale, annullata anche la multa inflittale dalla Sezione Sanitaria.

Come i lettori ricorderanno, la stampa ha già parlato di questo caso: la procedura di contravvenzione dell’Ufficio Sanità (n.d.r. per un presunto abuso della professione di psicoterapeuta) era stata avviata a seguito della segnalazione da parte di due legali difensori di persone indagate per presunti abusi sessuali su bambini, nei cui procedimenti penali la Dott.ssa Del Priore è teste. Contro la decisione della Sezione sanitaria, l’interessata aveva interposto ricorso alla Pretura penale.

La pretura penale ha ora accolto, con decisione 8 agosto 2004, il ricorso dell’interessata contro la decisione 17 febbraio 2004 della Sezione sanitaria di infliggerle una sanzione amministrativa: la sanzione è pertanto annullata, in quanto carente sia dal profilo formale che dal profilo materiale: “A ragione l’insorgente lamenta quindi una violazione insanabile del suo diritto di essere sentita (…) Il querelato giudizio non resisterebbe del resto neppure a un esame di merito” (decisione citata, 4, pag. 3).
La Dott.ssa Daniela D’Ottavio-Del Priore non ha dunque agito al di là dalle sue competenze.

Ma anche sul fronte degli asseriti addebiti penali la Dott.ssa è già stata prosciolta integralmente, con decisione del procuratore pubblico 3 marzo 2004 di non luogo a procedere.
I lettori ricorderanno che la denuncia penale contro la Dott.ssa D’Ottavio Del Priore era stata sporta dalla madre di due bambini, il cui fratello (zio dei bambini) è indagato per presunti abusi sessuali sui suoi nipoti (la Dott.ssa Del Priore, terapeuta dei bambini, è teste in tale procedimento penale); la madre dei bambini è indagata per presunta violazione dei doveri di educazione e assistenza nel procedimento avviato contro suo fratello (zio dei bambini) presunto abusante.

La Dott.ssa D’Ottavio Del Priore è quindi totalmente libera da ogni addebito penale e integra è la sua posizione professionale.

Avv. Paola Masoni
(rappresentante della Dottoressa D’Ottavio-Del Priore)

Il commento di Daniela D’Ottavio Del Priore

Restano a questo punto da chiarire i motivi e le esatte circostanze che hanno portato l’Ufficio di Sanità a prendere, con straordinaria reattività e determinazione, una simile, grave, decisione. Da parte di chi è stato, a torto, oggetto e bersaglio (pesante il pregiudizio personale e professionale che ne è derivato) di un così grossolano e inspiegabile “errore” resta l’amara constatazione di quanto difficile e insidioso possa essere ancora il lavoro concreto in favore dei bambini vittime di violenza.
Se sono prevedibili gli attacchi provenienti dai presunti abusanti e dai loro rappresentanti legali, risultano per contro inspiegabili quelli che giungono dall’interno delle istituzioni stesse.

Daniela D’Ottavio-Del Priore

 

16 ottobre 2004

Un nuovo immondo capitolo s’aggiunge alla ancor più immonda storia che da qualche anno vado per raccontarvi. Questa volta il fognaiolo è un altro giornalista, Daniele Fontana, de La Regione. Un giornale che, intendiamoci, ha sempre avuto le idee in chiaro su che parte schierarsi. Pesenti lì è vista un po’ come una Santa Maria Goretti e in quanto tale è intoccabile e intoccabili sono molti di coloro che muovono le fila del loro livore dall’interno di uffici amministrativi (Sandrinelli) e servizi dello Stato.
Dev’essere che comunque nelle settimane passate in diversi hanno masticato amaro. Penso alla Magistratura dei minorenni che s’è vista tolta la responsabilità delle audizioni dei minorenni nei casi di abusi sessuali e/o maltrattamenti (incazzata nera è la sostituta Magistrato, Avv. Delcò. Penso al Delegato che rischia di vedersi tolta la responsabilità (si fa per dire visto il modo vergognoso in cui l’ha assunto da quasi un decennio a questa parte) dei bambini vittime di violenza dal Gran Consiglio la cui Commissione delle petizioni ha accettato il principio della creazione di un figura indipendente che si occupi di questi bambini. La Commissione Legge aiuto alle vittime (Lav) che si era opposta a questa decisione e aveva inviato alla Commissione delle petizioni un rapporto sul delegato considerato all’interno della Commissione delle petizioni stessa del tutto squilibrato visto i toni eccessivamente incensatori che vi si consumavano in favore del loro segretario (Sandrinelli è, tra le tante e troppe cose che (non) fa, anche segretario della Commissione Lav). Penso alla signora Pesenti, pizza come una mina per come è finita la storia della multa del suo Ufficio di (in)sanità. Penso un po’ a tutti quando hanno letto del cospicuo riconoscimento pecuniario devoluto al Centro Prisma - di cui Daniela D’Ottavio ed io siamo titolari - per il suo impegno in favore dei bambini. Questa de La Regione è l’ennesima rappresaglia, l’ennesimo capitolo di quella campagna denigratoria ormai in atto da anni. Del resto occuparsi degli schifosi appetiti di alcuni adulti, magari anche influenti, in questo cantone (ma è la stessa cosa nel resto del mondo) è operazione non del tutto priva di rischi e i colpi di coda sono inevitabili. Ciò che stupisce – ma forse neppure più di quel tanto – è chi siano gli insperati alleati di questi squallidi individui. C’è di tutto, dai giornalisti, ai rappresentanti di governo, dagli alti funzionari, agli psi-chiatri/cologi/coterapeuti.
Al giornalaio Fontana ho dedicato per l’occasione alcuni pensieri su InfoPINO. Qui potete consultare l’articolo http://www.infopino.ch/modules.php?name=News&file=article&sid=295

17 ottobre 2004

Ho segnalato a Fontana e a Caratti (il direttore de La Regione) la presenza del testo di risposta al loro articolo-spazzatura. Pubblico il testo inviato poiché memore dell'esperienza fatta a suo tempo con Pesenti non vorrei che andassero poi a dire o a scrivere che li ho minacciati o cose del genere. La prudenza non è mei troppa... visti i personaggi!

Questo il testo:

Constatato che avete deciso di riprendere "alla grande", probabilmente dopo la frustrazione data dall'esito della vicenda con l'Ufficio di sanità, la campagna denigratoria nei confronti di mia moglie Daniela, mi sono preso il tempo per dare all'articolo-spazzatura (spazzatura perché si fonda volutamente su una lettura di parte, parziale e manipolata dei fatti) del signor Fontana un prima risposta interlocutoria sul portale InfoPINO.
Vi pongo alcuni quesiti e questioni che sarebbe interessante consideraste. Posto ovviamente che la struttura di pregiudizio (oltre ai pettegolezzi, alle maldicenze interessate) cui fate costantemente riferimento ve lo permetta.
http://www.infopino.ch/modules.php?name=News&file=article&sid=295
Affaire a suivre comunque!

Bruno D'Ottavio

 

 

 

 

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