Per comprendere il testo è necessario consultare il file video! |
||
|
Intervista a Pesenti on-line | |
|
Scarica file per la consultazione off-line | |
Commento Mi chiedo come si possa definire l'azione che porta a togliere un bambino da una situazione di costante terrore, violenza e pericolo, per collocarlo in un contesto di protezione, una violenza pari a quella che subiva in famiglia. Dov'è la logica di un'affermazione del genere? Dov'è la mediazione? Ma anche, dov'è l'esperienza? Tutti sanno che normalmente le audizioni dei bambini venivano effettuate (e bene anche) dal suo segretario, il signor Berner, ma le chiedo: avrà sentito prima o poi, nella sua esperienza di magistrata, una testimonianza di violenza da parte di un bambino o di una bambina? avrà colto lo sforzo disumano che devono fare per dire poche mostruose e quasi in-credibili cose? avrà capito quale mare di sofferenza evoca il ricordare anche solo pochi fatti accaduti? avrà visto bambini che piuttosto di ricordare iniziano a dissociarsi in fantasie, frasi sconclusionate, urla, agitazione scomposta, eccetera? O no? Posto che queste cose le abbia viste e sentite le pare che togliere un/una bambino/a ai propri aguzzini (e se lo metta bene in mente: il 90% delle madri nega la situazione di violenza, non per malvagità, ma perché sono vittime esse stesse, vittime della propria impotenza psicologica e vittime di colui che compie le violenze e queste non sono fandonie ma è l'esperienza che lo insegna, sono gli studi che lo rilevano, è la statistica che lo denuncia) sia una violenza? Mi chiedo a quale genere di mediazione sottopone il suo pensiero prima di tradurlo in simili aberranti sciocchezze. Glielo ripeto ancora una volta: lei non ha capito niente! ha continuato a confondere l'ambito d'intervento di cui si occupa il progetto Demetra con i rischi di subire molestie sessuali che i bambini potrebbero correre sul tragitto casa-scuola. L'unico fanatismo che riconosco è quello della sua ignoranza. I bambini che subiscono una situazione d'incesto o di grave trascuratezza (per spiegarmi ancora bene, perché forse c'è il rischio che s'intenda che mi stai riferendo a qualche bambino che ha i calzini scompagnati o la maglietta lisa, sto' parlando di bambini che mangiano ogni tanto, che hanno fame e per risolverla si mangiano magari il cibo del cane o del gatto, parlo di bambini che a dieci anni se ne stanno in giro tutta la notte e non importa con chi e non importa cosa devono fare con quel "chi", parlo di bambini che hanno gambe e braccia segnate da cicatrici di sigarette spente o da tagli di lametta, parlo di bambini costretti a bere l'urina del genitore o ingoiare il suo sperma, parlo di bambini costretti a subire rapporti orali, anali, vaginali, parlo di bambini permanentemente terrorizzati perché sanno di poter essere picchiati in ogni momento anche quando non c'è la più assoluta, minima o apparente "ragione" per farlo), dicevo, i bambini che subiscono tali violenze non possono assolutamente sentirsi rassicurati dal fatto che non se ne parli, dal fatto che non vengano prodotti progetti che prevedono la loro protezione, dal fatto che ci sia qualcuno che pensa e dica che è meglio che stiano in famiglia. Queste sono vere e proprie assurdità! Per questi bambini è forse proprio il tragitto casa-scuola il luogo in cui si sentono più sicuri e sollevati, perché vanno via da casa e non succederanno più "brutte cose", almeno per qualche ora. Il Centro Demetra non ha portato via bambini a famiglie il cui bambino era stato molestato da un pedofilo sul tragitto casa-scuola. Si è occupato di storie pazzesche, di vite di bambini distrutte, di bambini sull'orlo della follia a causa di quanto subivano in casa. Lei era e permane tutt'oggi in piena e completa malafede e lo testimoniano la serie allucinante di sciocchezze che ha detto, pretesti per giustificare la sua scomposta, irrazionale, viscerale opposizione al progetto Demetra e soprattutto alla persona che se n'è fatto in prima persona interprete.
[La storia di Demetra] [Comunicati e ultime] [Forum di discussione] [Invia un messaggio]
|