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Le lettere

    Lettera N° 4: Ma brava Marina Ripa di Meana! # 
    (pubblicata: Le pellicce bruciate, una puzza tremenda - 11/09/93) 
     
      Ho letto su "La Stampa" di oggi che Marina Ripa di Meana ha bruciato con benzina e zolfanelli le sue pellicce nel centro di Roma. Mi sembra sensato affermare che se le ha bruciate è perchè prima le aveva comprate: sembra difficile che qualcuno bruci delle pellicce che non ha; mi pare però che la salute mentale di una persona che compra pellicce e poi le brucia sarebbe da valutare attentamente: le pellicce costano care e nessun animale riprende vita per il fatto che qualcuno le brucia.  
      Non parliamo poi dell'inquinamento: le pellicce bruciate fanno una puzza tremenda, ammorbante; chissà quanta gente si sarà dovuta turare il naso! Per quest'ultima ragione suggerisco a chiunque voglia bruciare delle pellicce di farlo in aperta campagna e non nel centro di una popolosa città e, se possibile, senza nessuno intorno (si trattasse pure di giornalisti), allo scopo di non creare fastidio a nessuno. Concludo con la considerazione che se la signora in questione avesse voluto essere sicura di fare un gesto utile e credibile nello stesso tempo, avrebbe potuto regalare le pellicce ai poveri (i poveri d'inverno debbono scaldarsi e le pellicce scaldano) e bruciare se stessa per la causa che voleva difendere: sarebbero stati assolutamente evitati i possibili dubbi sulla sua buona fede..  
      Vorrei ricordare qui Brigitte Bardot e Jane Fonda, entrambe più note di Marina Ripa di Meana ed entrambe molto più credibili nei loro sforzi per difendere certe cause. 


      Commento   

      La lettera si autospiega; è stata pubblicata, ma dalla pubblicazione è stata esclusa la parte finale

     
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