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Le lettere

     
    Lettera Nº 54: Il ricatto dei magistrati 
    Ivrea il 15/07/1994

    Mi viene spontaneo domandarmi il senso delle dimissioni dei PM di Milano (Di Pietro e compagnia). Il decreto del Governo tende ad evitare certi abusi, indicati da moltissimi come tali; non è un colpo di spugna, non cancella nè i reati nè le pene e consente di evitare che il nome di persone, magari innocenti, venga infangato sulla stampa da certi giornalisti, seguiti a ruota da tutti i membri della categoria che, in regime di concorrenza, non possono permettersi di non dare agli assetati di scandali notizie che altri danno. E' vero che la gente forse non gradirà il decreto, ma fra la gente ci sono e numerosi proprio gli assetati di scandali, che non chiedono di meglio, per dissetarsi, che trasformare in colpevolezza un sospetto: sono quelli che non gradiranno il decreto. Io personalmente temo assai di più un innocente in galera e col nome infangato che un colpevole in libertà ed è anche per questo che sono pienamente d'accordo con il governo. Quanto ai sostituti procuratori, mi sembra inutile che facciano la lotta al governo: sono loro che hanno abusato della carcerazione preventiva costringendolo ad intervenire e d'altra parte non si capisce perchè si arrabbiano se è vero, come è vero, che il Governo ha tolto loro soltanto un'arma che usavano in modo illegittimo. I procuratori la smettano dunque di usare la loro funzione per fare politica: essi sono pagati per applicare le leggi, si limitino dunque a fare il loro lavoro scrupolosamente.
     

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