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Ho letto sulLa Stampa, nei giorni scorsi, un curioso fondo che trattava della nostra Costituzione repubblicana. Dico curioso forse soltanto per ignoranza, ma francamente nel leggerlo sono rimasto di stucco! Si leggevano, stringendo, stringendo, alcune cose un po' strane, là dove il senso del pezzo voleva essere probabilmente (è una mia interpretazione): "... andiamoci piano, ragazzi, con le modifiche alla Costituzione!". Preso il pezzo per quello che significava in Italiano in modo oggettivo, si scopriva però che la Costituzione non può essere modificata perchè è di tutti, mentre chi la modificasse sarebbe una maggioranza, privilegiata per di più perchè eletta con il sistema maggioritario, che non rappresenta in modo esattamente proporzionale tutti i cittadini. Mi sembra indispensabile dire che ai cittadini nessuno ha imposto il sistema maggioritario: lo hanno scelto loro e, stando all'espressione di voto, non hanno detto di volere una correzione proporzionale, che invece c'è stata. In ogni caso l'affermazione che queste camere commetterebbero un atto logicamente lesivo delle minoranze nel modificare la Costituzione porta con sè tre alternative: 1) tornare al sistema proporzionale sbeffeggiando
i cittadini che non lo vogliono
Già qui mi pare che una testa capace di
ragionare dovrebbe cominciare a preoccuparsi, giacchè l'unica sensata
è la terza alternativa che forse non è venuta in mente a
chi scriveva e questo pare rendere vano l'articolo, quanto sarebbe vano
domandarsi se fa bene o male un neonato a vagire. Mi sembra che occorra
anche dire, stando al senso oggettivo dell'articolo, che forse anche con
un sistema proporzionale è poi sempre una maggioranza quella che
fa una Costituzione, che una volta fatta è poi è di tutti;
chi fa una Costituzione viola dunque una minoranza che non la vuole. Secondo
l'articolo è dunque bene non fare le Costituzioni e, una volta non
fatte, guardarsi bene dal cambiarle mentre secondo me, incompetente in
materia di Costituzione, ma capace di leggere, sarebbe bene meditare un
attimo prima di scrivere sulla prima pagina di un quotidiano ad alta tiratura
cose magari stupende che però contraddicono il buon senso.
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