Copertina del
26-1-2000
IN BUONA COMPAGNIA
Pagina a cura di Massimo Martinucci

Siti consigliati e presentati con riquadri di anteprima che riproducono le caratteristiche delle pagine alle quali rimandano

Chiesa Cattolica
- La Santa Sede
- Magistero pontificio
- Congregazione per il Clero
- Totus tuus
- Servizio Accoglienza alla Vita di Ferrara
- Centro Culturale Cattolico Carlo Caffarra
- Insegnamenti su Matrimonio e Famiglia dell'arcivescovo Carlo Caffarra
- Associazione Medici Cattolici Italiani - Ferrara
- Centro Culturale San Francesco d'Assisi

Dottrina sociale naturale e cristiana
- Armeria
- In difesa della libertà di educazione
- Per una politica dei valori
- Per la verità storica
- Cronache della Contro-Rivoluzione e Recensioni librarie
- Istituto per la Dottrina e l'Informazione Sociale
- Cesnur (Il Centro Studi sulle Nuove Religioni)
- Alleanza Cattolica
- Alleanza Cattolica in Crotone
- Societas Sancti Gregorii
- Istituto per la Storia delle Insorgenze
- Scuola di Educazione Civile
- L'urlo silenzioso
- Una voce grida...!
- Le pagine di Eugenio Corti
- Arbil. Apostando por los valores

Pubblicazioni
- Cristianità, mensile di Alleanza Cattolica
- Il timone, bimestrale di formazione e informazione apologetica
- Percorsi di politica, cultura, economia

Altri siti sono compresi in queste due "enciclopedie":
- Siti Cattolici Italiani (l'elenco pił completo)
- Polo per le Libertą (elenco completo anche se non condivisibile in toto)

Mailing list e Newsgroup moderati
- Newsgroup "it.politica.cattolici": pubbliche discussioni inerenti la politica e i valori cattolici
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- Mailing list "Piccolo gregge": lista cattolica moderata
Dalla mailing list politica_cattolici
30/12/1999
Francia - "Soluzione finale" contro i "culti" e le "sette"?
Il Senato approva una legge draconiana (16 dicembre 1999)

Sintesi di un intervento di Massimo Introvigne
7/1/2000

Belgio: iniziativa per legalizzare l'eutanasia

(Agenzia ZENIT)

Dalla mailing list: "Una voce grida...!"
9/1/2000
Internet: scoperto un falso sito del Vaticano
da: "la Repubblica on-line"
17/1/2000
Indonesia, musulmani incendiano una chiesa
da "Il Resto del Carlino"

From: AvvList@avvenire.it

Droga: sul crinale dei valori la distanza cresce
[sintesi]
In un suo libro profetico, intitolato Il suicidio della rivoluzione, Augusto del Noce aveva previsto che, a forza di contestare i valori, la rivoluzione marxista avrebbe finito col distruggere anche quelli sui cui essa stessa si fondava e col precipitare in un vago nichilismo. La previsione sembra essersi avverata. Il problema sta tutto nel modo di interpretare la libertà degli individui nei confronti della comunità. Davanti allo spettacolo della spaventosa violazione dei più elementari diritti della persona umana, perpetrata dai regimi socialisti in nome di un fantomatico interesse collettivo, oggi ci si getta senza riserve nella posizione antitetica, che riduce il bene comune alla semplice garanzia delle scelte dei singoli, senza altro limite che non sia quello della violenza esplicita dell'uno sull'altro. Si afferma incontrastato il mito di un individuo atomistico, unico soggetto abilitato a decidere della validità delle proprie scelte, che nessuno - e tanto meno la comunità - avrebbe il diritto di sindacare. Come se i comportamenti di ciascuno di noi riguardassero solo chi li mette in opera, e non l'intera collettività a cui egli appartiene. Anzi no: c'è un campo - uno solo - in cui questa coscienza si è fatta finalmente strada, a fatica: è quello del fumo. A chi prima rivendicava il diritto di consumare quaranta sigarette al giorno, dicendo: "sono affari miei", oggi si risponde che, poiché il fumo passivo uccide quanto quello attivo, gli "affari suoi" sono anche di tutti gli altri. Ci chiediamo quanto tempo ci si impiegherà a capire che il problema si pone in termini perfettamente analoghi in altre situazioni e che non esiste, in realtà, un solo ambito della vita umana in cui le scelte di uno non incidano - talora drammaticamente - sulle altre persone.
Il caso delle droghe, anche di quelle leggere, rientra a pieno titolo in questa riflessione. Sostenere che l'uso sempre più diffuso, che una loro legalizzazione inevitabilmente comporterà in una società dominata dalle mode e dall'imitazione, riguarda soltanto chi fa questa scelta a proprio rischio e pericolo, significa non aver mai riflettuto sui meccanismi più elementari della convivenza civile - dal traffico stradale allo svolgimento delle professioni - dove il destino di ciascuno dipende quotidianamente dalla lucidità e dal senso di responsabilità degli altri. La sobrietà del guidatore dell'auto che incrocio ad alta velocità, come quella del pilota dell'aereo sul cui viaggio, non riguarda solo loro, ma anche me. E lo stesso vale per la vita intellettuale e morale del maestro che educa mio figlio e che io ho tutto il diritto di esigere che non sia un drogato.
Certo, di fronte a queste considerazioni - che oseremmo definire di semplice buon senso - viene subito agitato lo spauracchio dello Stato etico, della repressione, etc. Ma perfino i più accaniti liberali dovranno riconoscere che lo Stato non può esser neutrale di fronte a tutti i valori. La lotta contro l'analfabetismo ha comportato anche delle forme di coercizione verso i renitenti, soprattutto nelle campagne, e aveva alle spalle la ferma convinzione che la cultura sia un valore da difendere a livello sociale e politico. Lo stesso vale per gli sforzi volti a garantire pari opportunità fra uomini e donne. Sono delle scelte di fondo, che suppongono una concezione della persona umana e ne rifiutano altre.
Ebbene, riteniamo di poter dire che fra queste scelte debba esserci quella di combattere tutto ciò che, in una logica di sfrenato consumismo, porta i più deboli a subire una cultura della droga, nel senso più ampio del termine. Siamo contro ogni prodotto che ottunde, che stordisce, che abbrutisce, e riteniamo legittimo, per una comunità lottare con tutte le sue forze per impedirne la diffusione. Questo con lo Stato etico non c'entra. Questa è la difesa, contro i meccanismi di una società massificata, della persona e della sua libertà. Perché il modo corrente di concepire quest'ultima, che la separa dalla responsabilità verso gli altri, ne è in realtà la fine. Anche la libertà, come la rivoluzione, può suicidarsi. E ci dispiace - lo diciamo sinceramente - di dover constatare che ormai siamo rimasti quasi soli a batterci per impedire questo suicidio.
Giuseppe Savagnone

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