SCENA IV
(siamo nel negozio dei Wiesel: Shlomo sta mostrando alcuni tipi di ceci essiccati ad un uomo, che appare perplesso. Elie sta dando una mano, mentre alcuni clienti si aggirano osservando barattoli ed altri generi alimentari)
Wiesel: <<Allora? Sono buoni, no?>>
Ferenc Horwat: <<Mah, non lo so.>>
Wiesel: <<Ma tua moglie, come li vuole?>>
Ferenc:<<Non so, non ne ho idea; deve preparare un piatto speciale per la cena di stasera.>>
Wiesel:<<Ah già, per il fidanzamento di Ula. Allora le avete trovato un marito, finalmente!>>
(entra nel negozio Batia Reich, un parente di Wiesel)
Batia:<<Buongiorno, Shlomo! Ehi, Ferenc, che succede? Ti vedo preoccupato...>>
Wiesel:<<Eh, mio caro cugino, sua moglie lo fa lavorare troppo...e poi c'è un matrimonio in vista... soldi da spendere e da spandere... eh non è uno scherzo!>>
Batia: (tra il serio e lo scherzoso) <<Uhh, allora sì che son dolori! Ferenc, amico mio, dai... beviamoci un goccio e tiriamoci su...>>
Ferenc: <<Fosse solo per quello... non farei che ridere e ballare. In fondo mia figlia si sposa bene... un gran bravo giovane... un buon lavoratore...>>
Wiesel: <<Allora?>>
Ferenc:<<Ma non avete ascoltato la radio?>>
Wiesel:<<Sì, e cosa c'è di preoccupante?>>
Ferenc:<<Non vi dice niente il fatto che il capo del partito Nyila abbia preso il potere? Io con Miklos Horty mi sentivo più tranquillo. Ora con i fascisti al governo ci troveremo i tedeschi in casa!>>
Batia:<<Ma che dici? Dai... i tedeschi hanno troppa paura dei russi! Cosa ha detto ieri sera Radio Londra, eh?>>
Wiesel:<<Ssst, abbassa la voce, siamo tra amici, ma non si sa mai... Oh signora Schächter, benvenuta, in che cosa posso servirla?>>
Signora:<<Shlomo, ho bisogno di tante buone cose per un pranzo di quasi nozze.>>
Batia: <<Complimenti, signora, abbiamo saputo che anche sua figlia si sposa... Eh, la primavera, stagione di matrimoni.>>
Wiesel: <<E' uno che conosciamo?>>
Signora:<<No è di Praga...>>
(Ferenc rimane in disparte sempre scuro in volto e non partecipa alla conversazione)
Batia:<<Di Praga? Ma il detto "marito e buoi dei paesi tuoi", non vale più?>>
Signora:<<Sì, sì, anche mio marito all'inizio era un po' contrariato, ma poi nostro genero è un bravo giovane, di buona famiglia e anche benestante. E poi... e poi mia figlia ne è innamorata.>>
Wiesel: <<Eh, questi giovani... potessi tornare indietro...>>
Batia:<<Ricordi, Shlomo, quando io, tu e le nostre fidanzate andavamo a ballare vicino al fiume? Eravamo poveri, ma tanto spensierati. Ricordi?>>
(Irrompe nel negozio Moshè lo Shammash, zoppicante e vestito di stracci)
Moshè:<<Ascoltatemi, figli di Israele, salvatevi finché siete in tempo!>>
(la signora esce con un gesto di stizza)
Batia:<<Dai Moshè, smettila, chi vuoi convincere con le tue storie!>>
Moshè:<<Ma lo dico per voi! Ascoltatemi o ve ne pentirete.>>
(si dirige verso Elie)
Moshè:<<Elie, ti prego, dammi retta! Salvati almeno tu! Vai via, presto>>
Madre di Elie: (compare da dietro una porta) <<Elie, per favore, dì al tuo amico di andarsene e di smettere di importunare i nostri clienti e intanto torna al tuo lavoro che c'è un gran daffare!>>
Elie:<<Fa' come ti dice la mamma, Moshè!>>
Moshè:<<Elie, mettiti in salvo...>
(si dirige verso la porta dove si ferma)
Elie:<<Sì, va bene. Mamma, ti ho detto della lettera di Davide che vive in Palestina?>>
Madre:<<Per favore, Elie, lascia stare i sionisti e le loro manie. Torna a lavorare, ti ho detto!>>
Wiesel:<<Suvvia, Moshè, vai e torna un altro momento>>
Madre:<<Cosa? Un altro momento?>> (ed esce irritata, mentre Elie torna a spolverare barattoli)
Batia:<<Ma non se ne può più! Passa di casa in casa a qualsiasi ora del giorno e della notte. Vuol raccontare a tutti la sua storia... spaventa i bambini.>>
Wiesel:<<Lasciamolo stare, poveretto, è pazzo...>>
Ferenc:<<E' pazzo, è pazzo, non sapete dire altro! E se quello che dice fosse vero?>>
Batia:<<Dai, Ferenc, come si può credere a certe storie.>>
Berkovitz: (che è entrato mentre Moshè usciva e si era fermato a guardare alcuni generi alimentari) <<Io, come dice Ferenc, starei molto attento. Sono stato a Budapest la settimana scorsa; lì ho visto continui atti di antisemitismo. E spesso sono proprio le forze dell'ordine a saccheggiare negozi e sinagoghe: si ha paura di essere ebrei.>>
Batia:<<Che dici!? I tedeschi non arriveranno mai fin qui. Hanno troppa paura dei russi. Lo senti il cannone di notte? I russi saranno a trenta chilometri da qui>>
Berkovitz:<<Ma io ti sto parlando della polizia ungherese!>>
Batia:<<Beh, tedeschi o ungheresi cosa mai potrebbero farci?>>
Wiesel:<<Sì, cosa mai potrebbero farci? Ammesso che abbiano voglia di venire fin quaggiù>>
(La sala si oscura mentre si sente, ripetuta come un'eco, la frase "cosa mai potrebbero farci"...)
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