SCENA II

(la preghiera con cui si apre la scena seconda è al buio, poi le luci illuminano sullo sfondo l'interno della sinagoga di Sighet. Moshè e Elie sono nella sinagoga. Si sente una preghiera in sottofondo.)

Moshè: <<Perché piangi mentre preghi?>> (breve pausa durante la quale i due si fissano negli occhi)

Elie: <<Non lo so...>> (a disagio)

Moshè: <<Perché preghi?>>

Elie: <<Non lo so...>>

Moshè: <<Vedi, Eliezer, l'uomo si eleva verso Dio per mezzo delle domande che Gli pone e questo è il vero dialogo: l'uomo interroga e Dio risponde. Ma le sue risposte non si comprendono perché vengono dal fondo dell'anima e lì vi rimangono fino alla morte. Sei tu che le devi trovare in te.>>

Elie: <<Come parli bene, Moshè! Anch'io vorrei avventurarmi nel mondo del misticismo... Vuoi diventare il mio maestro? Mi vuoi guidare nello studio della Cabalà? Mio padre dice che sono troppo giovane e Maimonide ha parlato chiaro: non si può imparare la Cabalà prima dei trent'anni! Ma io...>>

Moshè: <<Ed è così, Eliezer! Ci sono mille e una porta per penetrare nel frutteto della verità mistica, ma tu non devi sbagliare porta, sarebbe pericoloso per te... Su prendi lo Zohar e incominciamo il nostro cammino.>>

Elie: <<Moshè, Moshè, scusami ma... ora no! Il sole sta tramontando e devo correre a casa: tra poco inizieranno i festeggiamenti per lo Shabbat ed io, come al solito, sono in ritardo!>>

Moshè: <<Vai, piccolo, parleremo domenica, così capirai se hai trovato la tua porta.>>

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