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Melanie Klein
(1882-1960)
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Il buon oggetto interiorizzato è una delle condizioni preliminari per un IO integrato e stabile e per i buoni rapporti oggettuali. (Sull'identificazione, 1955) |
Melanie Klein |
Ha studiato la modalità psichica da lei chiamata posizione schizo-paranoide (tappa normale dello sviluppo psichico). Con la maturità tale posizione viene superata, ma non scompare del tutto. La violenza (e l'istituto della violenza chiamato guerra) non è che la conseguenza di una una destrutturazione psichica che fa riemergere la posizione paranoide.
Il movimento di depositare in
un altro, esterno, le proprie emozioni, di "mettere fuori", lo
chiamiamo proiezione. Ma ogni proiezione, come un boomerang, torna
indietro, e il
movimento della proiezione e dell'introiezione (cioè il ritorno delle
emozioni all'interno del bambino) somiglia un po' al ritmo del respiro:
espirazione e inspirazione. Tornano dentro tanto le emozioni buone che quelle
cattive: noi psicologi chiamiamo "paranoia" la proiezione con
conseguente ritorno delle emozioni cattive.
In un buono sviluppo umano non si può continuare a funzionare secondo
meccanismi schizo-paranoici ma si dovrebbe passare a una nuova tappa, che
Melanie Klein ha chiamato posizione depressiva la quale, a sua volta, va
superata per raggiungere la maturità.
In che cosa consiste la posizione depressiva? Il bambino, a questo livello,
raggiunge una maturità sufficiente da poter capire che se in un impeto di
rabbia fa cadere per terra un giocattolo, quello si rompe e lui non ce l' ha più;
e pensa che lo stesso può avvenire per la madre: quando il bambino reagisce con
la propria rabbia a un comportamento della madre che ritiene cattivo,
proietta a sua volta sulla madre le propria cattiveria; e se la madre si
arrabbia, egli può temere di averla irrimediabilmente danneggiata e anche
perduta.
Questo timore della perdita, che il bambino non aveva prima, genera un nuovo
tipo di angoscia che dagli psicologi viene chiamata angoscia depressiva.
Le angosce depressive sono cariche di senso di colpa: "E' perché sono
stato cattivo che la mamma mi lascia".
Di fronte alle angosce si può rispondere in un modo positivo (mantenere fiducia
nell'amore della madre: sentire che la madre cattiva non ha distrutto la madre
buona - il che significa che anche noi siamo fatti di parti buone e cattive), oppure
in un modo negativo: con la disperazione, o con la regressione alla posizione
schizo-paranoide.
In quest'ultimo caso
viene negato il proprio senso di colpa e di perdita, che può apparire
insopportabile nella sua irreparabilità e tutte le colpe vengono proiettate, cioè
addossate, agli altri. E' un fenomeno che succede spesso nelle famiglie e
succede anche fra i popoli.
(Fornari: elaborazione paranoica del lutto: la guerra è tale perché i popoli
si addossano a vicenda le colpe di ogni tipo di sofferenza che deriva da un
lutto).
In una terapia psicoanalitica le angosce depressive sono segno di un buon
progresso a patto che esse conducano all' integrazione, ossia alla capacità
di cucire dentro di noi le parti positive e quelle negative (che ci danno sensi
di vergogna e sensi di pericolo).
Come la maturità implica il superamento degli atteggiamenti di dipendenza e
l'impegno per una costruzione di rapporti relazionali alla pari con i fratelli,
gli amici, il partner, così il superamento della guerra fra stati implica una
elaborazione del lutto non paranoica, per cui ogni stato rifletta sulle proprie responsabilità
nello scatenamento della guerra.
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(sunto da Elisabetta Donini, Riflessioni sulla guerra, Foglio
di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo nbawac@tin.it,
2002, nr. 450 del 19 dicembre).
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