Un pettirosso da combattimento
ROSSO
 
La Bertè voleva vincere all'Antoniano senza fare i conti con frati e bambini
Lo Zecchino non fa per te: fatona turchina ti bocciamo
 
Loredana ha presentato un rap intitolato "Rosso": "Troppo di sinistra", per alcuni giurati, "Incomprensibile e violento", per altri - "Non hanno capito nulla", replica la diva - Abbiamo scoperto che il suo pezzo stava per farcela, ma poi qualcuno ha detto: "Fermatela!"
 
Milano, luglio
Si è presentata a Sanremo col finto pancione da partoriente, ha urlato al mondo: "Non sono una signora", ha cantata Che Guevara alla festa di Allenaza Nazionale. Preceduta da questa fama, Loredana Bertè è andata a bussare alla porta dei frati dell'Antoniano, i padri del morigerato Zecchino d'oro. Per intenderci, quelli che cacciarono la "fatina" Eleonora Brigliadori, "colpevole" di essere apparsa poco vestita (ma non nuda) in un film, e che l'anno scorso hanno replicato la "scomunica" con Anna Falchi, salvo "perdonarla" all'ultimo minuto.
La diva della mille provocazioni però, anche se adesso gira con una parrucca turchina, non si è proposta per fare la fatina, ma ha presentato una canzone: arrabbiata e ribelle, com'è nel suo stile, ovvio. E' un rap duro, a "effetto martello", che grida contro lo sfruttamento dei bambini. Titolo: Rosso. Apriti cielo! Ve li vedete i fraticelli usi a melodiosi motivetti su cammelli e pinguini, su Babbi Natale e Gesù bambini, storditi da un pulsante ritornello che scandisce: "Rosso... Rosso... Laika!?! Rosso Rosso Rosso"? Per carità: cantabile, e piacevole, diciamo così: "illuminato". "Un gran pezzo", per esempio, a giudizio di uno dei critici musicali della giuria dello Zecchino, che preferisce restare anonimo, e che nota: "il rapporto tra testo e musica è perfetto". E ci mancherebbe! Lo spartito è di Gianfranco Fasano, il musichiere di Mi manchi, Ti lascerò e di altri successi di Fausto Leali e Anna Oxa, oltre che di due canzoncine che, al contrario di Rosso, la selezione per lo Zecchino '98 l'hanno passata. Una, Batti cinque, è la prima tra le finaliste.
Anche Rosso sembrava lanciata verso una facile scalata. In tre tornate di votazioni ha sbaragliato quasi tutti: quando le 243 canzoni ai nastri di partenza sono diventate 14, la canzone della Bertè era sostenuta da una discreta pattuglia dei trenta giurati. Si trattava quindi di selezionare le sette che sarebbero arrivate sul palco dello Zecchino. Ma qui succede qualcosa. I giurati stanno riascoltando le cassette registrate quando padre Berardo Rossi, il direttore dell'Antoniano e presidente della giuria, ferma l'hi-fi su Rosso e chiede: "Mi piacerebbe che qualcuno mi spiegasse cosa significa questo testo". Già, cosa vorrà dire "Rosso, rosso...". Sarà mica un inno comunista? (Il quesito inquieta: i comunisti non erano quelli che mangiavano i bambini?) Si discute per tre quarti d'ora, e animatamente. Conclusione: ai voti, Rosso arriva al decimo e non passa il giro decisivo. "Macchè canzone politica! I frati non hanno capito nulla. Ho scritto la storia di un bambino che esiste davvero: si chiama Rosso e avrà sei anni nel Duemila, com'è scritto nella canzone, tutto qui", spiega Loredana. Rosso è in realtà il figlio di Vauro, il vignettista più "rosso" che ci sia in circolazione, di sinistra almeno quanto papà Bertè: quando Loredana era piccola, in casa, la domenica c'era spesso a pranzo Pietro Nenni, allora il papà issava sulla sedia lei e la sorellina Mimì e ordinava di cantare Bandiera rossa. Nessuna reminiscenza dei tempi di allora, giura però Loredana: "Visto che non vincerò mai Sanremo, volevo vincere lo Zecchino. Anche perchè a sette anni partecipai alla selezione e fui respinta. Tutto qui. "Ma ora gliela farò vedere ai frati: la canzone la pubblico in allegato al settimanale satirico Boxer".Il rospo della bocciatura proprio non le è andato giù, come non le va di disfarsi della capigliatura turchina in omaggio agli Azzurri per i Mondiali e che forse contava di portare in trionfo fino all'uscita del suo prossimo disco, il 20 settembre: una raccolta di vecchi brani più un inedito, che uscirà con l'ultimo live della sorella Mia Martini."Non dico che la canzone fosse politica. Semplicemente non la capisco e se non la capisco io, non può capirla nemmeno un bambino", chiarisce padre Berardo Rossi. "Per noi le parole sono determinanti, più della musica. A me questa è sembrata una protesta generica e aspra verso gli adulti. Il testo non ha una struttura: c'è qualche concetto, ma sparso".
Ma leggiamo anche noi almeno i passaggi più "forti": "Io sono la generazione che vuole essere di colore. [...] Rosso. Come punto di partenza per combattere l'indifferenza. Per quei bambini meno fortunati. Troppo spesso maltrattati, sfruttati, presi a calci in faccia che il mondo guarda come una minaccia. Cari fratelli adesso basta! [...] Risponderemo a tono. Alzando forte la nostra voce. Per ogni bambino che hanno messo in croce. Boom Boom... Boom...". Boom... Boom... Tanto rumore per nulla? Ma voi, ai vostri figli, la fareste cantare una canzone così?
 
Candida Morvillo
"Loredana, io ti ho dato 10. Ma poi..."
Un giornalista di "Oggi" era nella giuria che ha eliminato la Bertè
 
Cara Loredana, perdonami. Prima ti ho dato un bel 10 tondo, ormai raro sulle pagelle dei nostri figli, ma alla fine non ti ho più votato, contribuendo anch'io alla tua "bocciatura". Non son pentito, credo di aver fatto la cosa giusta. Ma voglio spiegare a te e ai miei lettori perchè ho cambiato idea. Ecco com'è andata. Conosco da anni il mondo dello Zecchino, ma non m'era mai capitato d'essere uno dei giurati che scelgono le 7 canzoni italiane finaliste (per le 7 straniere esiste un altro maccanismo di selezione). Perciò ho accettato volentieri l'invito dell'Antoniano. Eravamo trenta: giornalisti, insegnanti ed esperti di musica, mamme, tre bambini, l'inaffondabile Mago Zurlì e persino una simpaticissima nonna. Si vota per gradi. C'è una prima scelta fatta direttamente dai frati: si scartano i brani scopiazzati, brutti, penosi. Poi entra in ballo la giuria: noi dovevamo giudicare 94 canzoni, cioè scartarne 87. Compito arduo. La canzone di cui hai scritto le parole, Rosso, ha superato il primo turno, il secondo, e anche il terzo: è stato proprio in queste fasi preliminari che ti ho dato 10, Loredana, perchè avevo colto in molti giurati un dissenso che si esprimeva in voti bassi. Io e altri "spingevamo" invece perchè il tuo testo passasse: ci sembrava importante che ci fosse in finale una canzone come la tua, "firmata", un po' diversa dalle solite su toni buoni, anzi buonisti, pinguini che ballano e semafori parlanti. Ma a questo punto qualcuno s'è chiesto: che vuol dire questa canzone? C'è forse un significato politico? E' un puro invito a ribellarsi, senza un messaggio positivo? Decisivo il commento di uno dei bambini in giuria: "Fa schifo!". Allora mi sono adeguato... avanti i dromedari e le tigri. Ma non ti crucciare: il giorno che ti abbiamo eliminata, hanno pure eliminato l'Italia dai Mondiali. E sicuramente adesso Cesare Maldini sta peggio di te.
 
Vincenzo Sansonetti

["Oggi" 22 luglio 1998 - n. 29]

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