Sulle tracce di Leonardo sistemeranno i Renai

(Da "La Nazione" del 14 febbraio 1990)
Servizio di Nereo Liverani

Domani alle 11, nella sala degli Allori della Provincia, sarà presentato ai rappresentanti degli sport del canottaggio e della canoa il progetto che la Fondazione "Giovanni Michelucci" ha elaborato per il futuro Parco dei Renai, vicino all'Arno, nell'angolo della pianura fiorentina prossimo a Signa. Questo territorio, prima palude e poi cava di rena e ghiaia, potrà ospitare un impianto per il canottaggio, la canoa, la vela, il surf, la pesca, il tempo libero. Può lasciare perplessi, con certe polemiche in corso, la proposta, proprio ora, di un altro progetto per un impianto sportivo, ma in questo caso, dicono i promotori dell'idea, lo sport serve a trasformare un territorio fortemente degradato in un parco con laghi, prati, alberi. La spesa, aggiungono canottieri e canoisti, per i lavori più complessi può essere rinviata o frazionata nel tempo, come avviene già a San Miniato, in provincia di Pisa, dove si trasformano vecchie cave di sabbia in un campo di regata. Per avviare l'attività sportiva basta poco: soprattutto occorre difendere dall'inquinamento gli stagni che si formano nelle cave non più in uso. Canoa, canottaggio e surf non richiedono vaste tribune né grandiose costruzioni, chiedono solo acqua pulita, dicono rematori e canoisti. Storia, sport, urbanistica, si intrecciano ai Renai in una lunga storia che parte curiosamente da lontano. All'origine c'è il più toscano tra i geni di ogni tempo: proprio Leonardo da Vinci. Ci ha lasciato una mappa, ora conservata in Inghilterra nel castello di Windsor, disegnata intorno al 1505, con il primo progetto di bonifica di questo terreno . Allora l'Arno compiva larghi giri nella pianura: Leonardo propose un percorso rettilineo, costruito due secoli dopo. Le tracce dei vecchi percorsi del fiume sono state riconosciute qualche anno fa da due geologi esperti nella interpretazione delle foto aeree, Carlo Conedera e Alessandro Ercoli. Uno dei due scienziati. Conedera, è anche canoista e dirigente della Canottieri Comunali. La mappa di Leonardo fu attentamente osservata da una studente che ne ricavò il tema per una tesi di laurea e anche il motivo per cercare luoghi adatti al suo sport preferito, il canottaggio. L'idea di un impianto per la piccola nautica già era stata proposta dopo l'alluvione, nel quadro della regimazione dell'Arno, ma il progetto si era impaludato tra tante difficoltà. II disegno era stato elaborato da un ex canottiere fiorentino, Maurizio Clerici. II terreno indicato era prossimo ai Renai ma dall'altra parte dell'Arno, fra Badia a Settimo e Lastra a Signa. Erano gli inizi degli anni Settanta. (...) All'inizio degli anni Ottanta un gruppo di ragazzi che praticano la canoa, il canottaggio e il surf ha cominciato ha frequentare i grandi laghi formati dall'acqua sorgente dal terreno nelle cave di rena tra Signa, Campi, San Donnino, con un accordo con i proprietari dei terreni. Da anni, per propagandare l'idea di un parco dei Renai destinato allo sport, sono state indette nel mese di giugno gare di propaganda, regionali, nel tratto dell'Arno più vicino ai Renai. Intanto anche le amministrazioni pubbliche si impegnavano nella procedura per dare un assetto definitivo a questo territorio, molto meno semplice, tuttavia, di quanto possano immaginare i non addetti ai lavori. I Renai hanno avuto quindici giorni di fama quando la loro acqua purissima è servita a scongiurare la sete di Firenze nel settembre della grande siccità. Aveva ragione Leonardo: qua un tempo scorreva in lenti giri l'Arno. Leonardo non immaginava però, che la sua mappa sarebbe stata utile per ritrovare di nuovo, in caso di bisogno, l'acqua che per vie sotterranee, continuava a scorrere nel sottosuolo, lungo gli antichi alvei. I giovani che lavorano nella fondazione Michelucci già parlano con entusiasmo della possibilità di recupero di questo territorio.


  



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