Søren Aabye Kierkegaard nasce a Nytorv n° 2 (il numero nuovo oggi è il 27), Copenaghen; figlio di Michael Pedersen e di Anne Sørensdatter Lund.

Riceve il battesimo nella Chiesa luterana dello Spirito Santo di Helliggeist a Copenaghen.

Nel giro di pochi anni, tra il 1819 e il 1834, vide morire due fratelli, tre sorelle e la madre; sopravvivono solo lui, il fratello Peter Christian e il padre. Nasce da qui quel "senso" di colpa che gli farà credere che sulla famiglia gravi una maledizione divina.

Si iscrive alla scuola "Borgerdydskolen" a Copenhagen.

Riceve la cresima nella Frue Kirke di Vor dal Pastore J. P. Mynster (più tardi diverrà Vescovo).

Si iscrive all'Università di Copenhagen alla facoltà di teologia.

Viene distaccato nella 7^a Compagnia della Guardia Reale.

Viene congedato in quanto inadatto al servizio militare.

Sostiene la prima parte del secondo esame (Latino, greco, ebraico e storia, ottiene come votazione: summa cum laude; ottiene lo stesso voto anche nella prima parte dell'esame di matematica).

Completa la seconda parte dell'esame (filosofia, fisica, e matematiche: summa cum laude).

Tiene una conferenza al Circolo degli studenti sul tema: "La nostra letteratura giornalistica".

L'esteta danese J. H. Heidberg gli scrive in tono entusiastico riguardo ad un suo articolo.

Durante una visita a casa dei Rørdams in Frederiksberg, incontra per la prima volta Regine Olsen che all'epoca ha quattordici anni.

Lascia la casa paterna e va a vivere per proprio conto grazie anche ad una rendita annuale di 500 talleri passatagli dal padre.

Comincia a insegnare Latino per un trimestre nella Scuola superiore di "Borgerdydskolen".

Circa alle 10:30 di mattino, nel suo diario si trova un'annotazione che riguarda una "gioia indescrivibile".

Il padre muore alle 2:00 di notte; in sua memoria promette di impegnarsi a licenziarsi in teologia. Eredita la ragguardevole somma di 31000 talleri che gli permetteranno di condurre una vita agiata.

Il padre viene seppellito nella tomba di famiglia al Cimitero dell'Assistenz.

Presenta la sua richiesta per sostenere l'esame di laurea alla facoltà di teologia.

Si licenzia in teologia con la menzione "laudabilis".

Propone il fidanzamento con Regine Olsen.

Si fidanza ufficialmente con Regine.

Esce il primo numero de "Il Corsaro" pubblicato da M. Goldschmidt.

Si iscrive al Seminario Pastorale.

Tiene il suo primo sermone nella Holmens Kirke.

Viene accettata la dissertazione per la laurea in lettere: "Il Concetto di Ironia, con costante riferimento a Socrate".

Restituisce a Regine Olsen l'anello di fidanzamento.

Esce in stampa la sua tesi sul "Concetto di ironia".

Tra le 10 e le 14, e le 16 e le 19.30 difende la sua dissertazione ottenendo il grado di "magister" in teologia. [Tale grado corrisponde all'attuale dottorato]

Rompe definitivamente il fidanzamento con Regine Olsen.

Lascia Copenaghen per Berlino dove frequenta, da novembre a febbraio dell'anno seguente, le lezioni di Schelling. Intanto sta già lavorando alla stesura di "Enten-Eller".

Ritorna a Copenaghen.

Inizia a collaborare con il giornale "Faedrelandet" scrivendo un saggio biografico-filosofico incompiuto firmato dallo pseudonimo 'Johannes Climacus': "De omnibus dubitandum est".

Viene ordinato prete il fratello Peter Christian.

Torna a Berlino.

Viene a conoscenza del fidanzamento di Regine con Friedrich Schlegel.

Tiene un discorso nella Trinitatiskirke al termine del corso di pastorale.

Si trasferisce dal n° 230 di Nørregade (ora n° 38) al n° 2 di Nytorv, sempre a Copenaghen.

Escono "Tre dissertazioni in occasioni immaginarie".

Viaggi a Berlino.

Escono "Diciotto dissertazioni che edificano", pubblicate da S. Kierkegaard.

Primi attacchi, con articoli e caricature, del giornale satirico "Il Corsaro" su S. Kierkegaard.

Risposta, con un articolo, a Frater Taciturnus, che è lui stesso, sulla rivista "Faedrelandet".

Prende in considerazione l'idea di diventare pastore, ma ben presto abbandona il progetto.

Pubblica "Una recensione letteraria" (a un'opera di J. L. Heioberg).

È di nuovo a Berlino.

Acquisisce i libri del pastore P. Adler.

Goldschmidt si dimette come redattore della rivista "Il Corsaro".

Goldschmidt viaggia in Germania e in Italia.

Scrive il "Libro di Adler", il 'pastore visionario', che resta inedito (il manoscritto si trova nel "Papirer").

Abbozzi e saggi sulla comunicazione che non vengono pubblicati.

Predica nella Frue Kirke.

Regine Olsen si sposa Friedrich Schlegel.

Fa visita al vescovo Mynster, capo della chiesa danese e confessore di suo padre. Lo conosce sin da bambino, ma lo delude amaramente quando quest'ultimo si mostra irritato per il suo ultimo scritto.

Inizia a scrivere un saggio rimasto poi incompiuto: "La dialettica della comunicazione etica ed etico-religiosa".

Decide di vendere la casa paterna a causa della sua precaria situazione finanziaria.

Affitta gli appartamenti a Rosenborggade e Tornebuskgade 152, per Aprile sono occupati.

Esperienza pasquale: "Tutta la mia natura è trasformata…".

Incontra per strada il padre di Regine e tenta, invano, un riavvicinamento. La sua salute è sempre più cagionevole; è convinto dell'imminenza della morte. Sul "Diario" in questo periodo si trovano riflessioni varie sulla comunicazione diretta ed indiretta.

Predica nella Frue Kirke.

Fa capire al vescovo Mynster che sarebbe interessato ad un posto di insegnante presso il Seminario pastorale.

Rifiuta un'intervista con la giornalista svedese Fredrika Bremer.

Pubblica, con lo pseudonimo H. H., "Due piccole dissertazioni etico-religiose".

Visita sia Mynster, sia il ministro del culto Madvig, ma gli viene negata qualsiasi possibilità di lavoro.

Muore il Consigliere di Stato Olsen (il padre di Regine).

Scrive nel "Diario" la storia e il significato del suo fidanzamento con Regine: "Il mio rapporto con "Lei"".

Scrive a Schlegel, il marito di Regine, accludendo una lettera per "Lei", tentando una riappacificazione. Schlegel risponde restituendogli chiusa la lettera.

Si trasferisce a Nørregade al n° 43, sempre in Copenaghen.

Pubblica "Una Lettera Aperta... al Dott. Rudelbach".

Predica nella Cittadellets Kirke sull'immutabilità di Dio.

Muore il vescovo Mynster.

Nella commemorazione del defunto, Martensen, nella chiesa del Castello, definisce Mynster un "testimone della verità".

H. Martensen è nominato vescovo e successore di Mynster.

Comincia la polemica contro il vescovo Martensen con un articolo polemico pubblicato su "Faedrelandet" dal titolo: "Era il vescovo Mynster un 'testimone della verità', uno di quei 'veri testimoni della verità': è mai verità dire questo?". Martensen risponde sul "Berlingske Tidende", Kierkegaard replica ancora sul "Faedrelandet" con l'articolo: "Ecco come stanno le cose!".

Continua la polemica contro il vescovo Martensen con una serie di articoli pubblicati su "Faedrelandet".

Regine e Friedrich Schlegel partono per le Antille Danesi dove quest'ultimo è nominato governatore.

Pubblicazione di un panphlet: "Questo va detto: questo sia dunque detto".

Pubblica "Cosa pensa Cristo del cristianesimo ufficiale".

Pubblica "L'immutabilità di Dio".

Ultimo testo del "Diario": "La destinazione di questa vita secondo il cristianesimo".

È raccolto privo di sensi sulla via mentre tornava dalla banca dove aveva ritirato gli ultimi risparmi.

Viene ricoverato al Frederiks Hospital dove accetta solo le visite dell'amico d'infanzia Emil Boesen, dei nipoti e dei cognati. Prepara il n° 10 de "Il momento" che sarà pubblicato postumo nel 1881.

Muore all'età di 42 anni.