L’utilizzo dei film come fonte storiografica è stata teorizzata dalla scuola delle “Annales”, come ampliamento del
documento storico, specialmente la fiction, mentre in precedenza venivano studiati solo i film di esplicita propaganda
politica. Da allora la storia si interessa al genere cinematografico inteso come “fonte”, la quale parlando del passato
esprime giudizi e critiche sul presente, ma anche come “scrittura”, ovvero strumento del montaggio, come “agente
storico”, nell’influenzare l’immaginario collettivo, e infine come “raccolta e conservazione di documenti che fanno storia”.
Solo recentemente ci si è accorti dunque che il film costituisce una sorta di archivio non solo quando svolge la funzione di
documentario dell’attualità, ovvero parte dall’analisi politica per filmare il reale e farlo vedere (si pensi a documentario sulla
Cina di Antonioni), ma anche quando fa fiction (si pensi a “Ladri di biciclette” di De Sica). Il film storico, almeno
dopo gli studi delle “Annales” è inteso come una ricostruzione dei rapporti sociali che, col pretesto del passato,
riorganizza il presente (Sorlin).
Purtuttavia il rapporto che sussiste tra film e storia è stato troppo spesso
sottovalutato. Il film dunque, interviene nella storia, tanto più quanto lo stato che controlla la sua
produzione vuole imprimere ad esso significati ideologici (più o meno accentuati). I film di propaganda sono
un esempio emblematico. I nazisti, ancor più che i fascisti, sono stati controllori instancabili di copioni,
sceneggiature, riprese, attori, introducendo la pratica delle proiezioni gratuite (si pensi a “Suss, l’ebreo”).
Anche i bolscevichi non hanno mica scherzato su questo punto e avevano intuito la futura funzione di
massa che avrebbe assolto
il cinema; ma, nonostante tutto, essi si limitarono a controllarne il soggetto (il
messaggio ideologico). Per questo i grandi registi russi seppero produrre film non totalmente allineati al
regime (eccetto quelli dell’epoca di Stalin).
Ma non furono solo gli stati dittatoriali ad imporre una linea
cinematografica netta : anche la beneamata democrazia “made in Usa” ha prodotto esempi di cinema
allineato: non ad un famigerato e riconosciuto regime ma, si badi bene cosa forse ancor più dannosa
perchè trascende l’esistenza dello stato totalitario stesso, ad un modello di vita, quello dell’ “american way
of life” (basta citare “Perché combattiamo” nel 1941 di F.Capra). Questo perchè come ha puntualmente
affermato J.Le Goff - “davanti al grande schermo la gente ha fiducia, crede nelle scene che vede e nei fatti
narrati”. E allora ecco che gli stati si lanciano nella riproduzione della storia tramite il cinema, capace di
attrarre le masse. E mentre nei primi tempi gli Usa si identificavano nei film che ritraevano il selvaggio
West, l’Europa optava per il genere mitologico (antecedente “Cabiria” di D’Annunzio), legato ai vari Maciste
ed Ercole.
Intanto la cinematografia faceva passi da gigante fino a proporre i primi veri capolavori di film
storici, “i Nibelunghi”, “La corazzata Potemkin”, “Ottobre” (entrambi del russo Eisestein), “Giovanna
D’Arco”(il francese Dreyer), per citare solo i più noti. Tra il 1927 ed il 1939 l’attività diventava sempre più
frenetica e di gran
qualità : “Novji Vavilon” (sulla Comune parigina), “Cleopatra”, fino a “Via col vento”.
Durante la guerra anche la cinematografia si schierava e i film storici riscoprivano il loro ruolo di mezzi
propagandistici con“Ivan il terribile” (Eisenstein), “Enrico V”(Olivier). Dopo la
seconda guerra troviamo i vari “Quo vadis ? (LeRoy)” e “La tunica” (Koster). Con l’acuirsi delle rivalità tra i due
blocchi contrapposti, memori delle affermazioni esasperate di Mussolini e di Goebbels sul ruolo del cinema,Usa e Urss trasformavano i film in
mezzi espliciti per lanciare messaggi ideologici. Sono di questo periodo “I dieci comandamenti”, “Ben Hur” (Wyler),
“Guerra e pace”(Vidor), “Spartacus” (Kubrick), “Exodus” (Preminger) sulla nascita dello stato di Israele. Dopo di chè il film
storico inizia il suo declino, anche se non mancano esempi di film storici di notevole successo anche in anni più recenti
(per guardare solo al passato più recente basta citare “Terra e libertà” di Loach e l’ultimo “La tregua”).
Infine una curiosità:
non sempre i registi che si sono cimentati in film storici sono stati autorevoli come il tema che hanno trattato.Abbiamo vari
esempi di anacronismi che hanno dell’eclatante, come i festini a base di arance(e va be’),susine e ananas (questo è
troppo) in film come “Quo vadis ?” o Cleopatra, o l’orologio da polso di una comparsa nel film Spartacus,con cavalli
modernamente bardati,con tanto di staffe, e zoccoli ferrati; popolani capaci di leggere pergamene antiche, e via errando.