A
bassa voce

 

Io come voi sono stata sorpresa / mentre rubavo la vita /buttata fuori dal mio desiderio d'amore / Io come voi non sono stata ascoltata / e ho visto le sbarre del silenzio /crescermi intorno e strapparmi i capelli / Io come voi ho pianto / ho riso e ho sperato /Io come voi mi sono sentita togliere / i vestiti di dosso / e quando mi hanno dato in mano / la mia vergogna / ho mangiato vergogna ogni giorno /Io come voi ho soccorso il nemico / ho avuto fede nei miei poveri panni / e ho domandato cosa sia il Signore / poi dall'idea della sua esistenza / ho tratto forza per sentire il martirio / volarmi intorno come colomba viva / Io come voi ho consumato l'amore da sola / lontana persino dal Cristo risorto / Ma io come voi sono tornata alla scienza / del dolore dell'uomo, che è la scienza mia. 
Alda Merini, da "Ballate non pagate" 1989 - 1993

Un'antologia ben fatta è un completo dispensario di medicine
per le più comuni sofferenze
della psiche, e può essere usata
sia per la prevenzione,
sia per la cura. Robert Graves

 

prefazione

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

"A bassa voce" è una raccolta di scritti dal e sull'ospedale psichiatrico di Racconigi, aperto nel 1871 e chiuso, o meglio superato, nel 1997 - nonostante la legge 180 ne avesse già  decretato la chiusura nel 1978.
Si tratta di poesie e di racconti, produzione artistica per lo più spontanea, talvolta guidata nel corso di atelier curati da volontari o infermieri, raramente da medici.  Narrazioni formulate "a bassa voce", piccole gemme, manoscritti ingialliti e preziosi, riportati alla luce grazie all'opera di chi li ha  estratti dai tristi incartamenti ufficiali dell'istituzione.


La "scienza del dolore dell'uomo" è la poesia, per sua natura una chiave data all'uomo per accedere, sulle orme del poeta, ai segreti territori dell'esistenza. Immagine riflessa, si avvale di uno specchio di cui ci dà solo la cornice, perché ciò che vi si vede è, pur nella sua identità, continuamente diverso nè mai assolutamente uniforme; magia capace di trasformare la realtà quotidiana in apparenza, e viceversa, la poesia diviene un modo per risvegliarci alla verità. Così, le parole degli autori di questi scritti sembrano dedicate a tutti coloro che, come "la pazza della porta accanto" (titolo di una raccolta di Alda Merini), hanno visto "le sbarre del silenzio". Ma il voi a cui queste poesie si rivolgono siamo tutti noi, persone qualunque come quelle che la poetessa ha ricominciato ad incontrare, dopo il suo ritorno da un ospedale psichiatrico pugliese, ed alle quali ha dedicato le sue "ballate non pagate".

Questa è un'antologia e, come tale, nella sua quasi costituzionale arbitrarietà, costituisce un diario, sia pure collettivo, nel quale ciascuno di noi può riconoscersi per quel tanto e quel niente di autobiografismo che la vita altrui, e non solo quella in versi, ad ognuno concede. Ci sono in questa antologia poeti sconosciuti, uomini e donne, e c'è la realtà concentrazionaria del manicomio, "vigilata e scandita dalla scienza psichiatrica con il labirinto delle sue classificazioni: contadini, giornalieri, cucitrici, servi di campagna, stallieri, donne di casa, vengono tradotti in frenastenici, psicotici, caratteriali,  con tutta la miriade di sottocasi e di specificazioni. La miseria/povertà che urla nel delirio è incasellata nel Panopticon della ragione psichiatrica come evento morboso e diventa occasione di esercizio diagnostico, di compiaciuta reificazione di una soggettività negata, ridotta a dato organicistico abissalmente lontano da ogni considerazione per il corso storico, il mondo dei bisogni." (Fulvio Romano)

Infatti, dal titolo di questa rassegna va tolto tutto quanto  di casuale e vago il termine "voce" porta con sé. Questi scritti sono altrettanti piccoli biglietti affidati a noi, nel silenzio dell'isolamento da cui provengono, affinché abbiano una opportunità di diffusione, un attimo prima che i loro autori tornino ad esercitare la "loro" scienza nel mondo là fuori.  Ma sono soprattutto narrazioni sicure, parole cercate sempre e con decisione oltre i confini, anche se abitano nel lampo istintivo ed immediato, e dentro gesti e pensieri che rispondono ad un grande desiderio di amore, qualche volta raccolto nei dintorni dell'indifferenza, là dove è ancora più assente che nel rifiuto.

introduzione a Segni - quaderni di psichiatria

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

prefazione

Raccolta di scritti di persone ricoverate in un
ospedale psichiatrico negli anni settanta, con una prefazione


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poesie
racconti
il manicomio

Da qualche parte, dentro di noi,
siamo sempre insieme. Erik Lindegren

Nulla so. Un nulla che duole. Fernando Pessoa

Ad alcuni piace la poesia -  di Wislawa Szymborska

Ad alcuni - cioè non a tutti. E neppure alla maggioranza, ma alla minoranza. Senza contare le scuole, dove è un obbligo, e i poeti stessi, ce ne saranno forse due su mille. Piace - ma piace anche la pasta in brodo, piacciono i complimenti e il colore  azzurro, piace una vecchia sciarpa, piace averla vinta, piace accarezzare un cane. La poesia - cos'è mai la poesia? Più di una risposta incerta è stata già data in proposito. Ma io non lo so, non lo so e mi aggrappo a questo come alla salvezza di un corrimano.

(da Wislawa Szymborska 25 poesie, traduzione di Pietro Marchesani, Miti Mondadori)

 

Si ringraziano i curatori della versione cartacea della raccolta - Rodolfo Allasia, Cetta Bernardo, Bruno Crippa, Alessandro Mantelli,  Luciano Fico, Anna Simonetti; i redattori e gli editori della rivista "Il Mosaico",  che raccolsero e custodirono la maggior parte del materiale qui riprodotto; gli autori delle poesie e dei racconti, ai quali vanno il nostro affettuoso ricordo ed una sentita dedica - in particolare, a C.M., "la più bellissima donna del mondo", autrice del disegno utilizzato come logo.
alessandro vallarino, 1999
www.geocities.com/alevalla.geo
Homepage e e-mail sono raggiungibili da qui.

sommario dei quaderni di psichiatria

 

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