A bassa voce
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Io come
voi sono stata sorpresa / mentre rubavo la vita /buttata fuori dal mio desiderio d'amore /
Io come voi non sono stata ascoltata / e ho visto le sbarre del silenzio /crescermi
intorno e strapparmi i capelli / Io come voi ho pianto / ho riso e ho sperato /Io come voi
mi sono sentita togliere / i vestiti di dosso / e quando mi hanno dato in mano / la mia
vergogna / ho mangiato vergogna ogni giorno /Io come voi ho soccorso il nemico / ho avuto
fede nei miei poveri panni / e ho domandato cosa sia il Signore / poi dall'idea della sua
esistenza / ho tratto forza per sentire il martirio / volarmi intorno come colomba viva /
Io come voi ho consumato l'amore da sola / lontana persino dal Cristo risorto / Ma io come
voi sono tornata alla scienza / del dolore dell'uomo, che è la scienza mia.
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Un'antologia ben fatta è un completo dispensario di medicine per le più comuni sofferenze della psiche, e può essere usata sia per la prevenzione, sia per la cura. Robert Graves
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"A
bassa voce" è una raccolta di scritti dal e sull'ospedale psichiatrico di Racconigi,
aperto nel 1871 e chiuso, o meglio superato, nel 1997 - nonostante la legge 180 ne avesse
già decretato la chiusura nel 1978. Si tratta di poesie e di racconti, produzione artistica per lo più spontanea, talvolta guidata nel corso di atelier curati da volontari o infermieri, raramente da medici. Narrazioni formulate "a bassa voce", piccole gemme, manoscritti ingialliti e preziosi, riportati alla luce grazie all'opera di chi li ha estratti dai tristi incartamenti ufficiali dell'istituzione.
Questa è un'antologia e, come tale, nella sua quasi costituzionale arbitrarietà, costituisce un diario, sia pure collettivo, nel quale ciascuno di noi può riconoscersi per quel tanto e quel niente di autobiografismo che la vita altrui, e non solo quella in versi, ad ognuno concede. Ci sono in questa antologia poeti sconosciuti, uomini e donne, e c'è la realtà concentrazionaria del manicomio, "vigilata e scandita dalla scienza psichiatrica con il labirinto delle sue classificazioni: contadini, giornalieri, cucitrici, servi di campagna, stallieri, donne di casa, vengono tradotti in frenastenici, psicotici, caratteriali, con tutta la miriade di sottocasi e di specificazioni. La miseria/povertà che urla nel delirio è incasellata nel Panopticon della ragione psichiatrica come evento morboso e diventa occasione di esercizio diagnostico, di compiaciuta reificazione di una soggettività negata, ridotta a dato organicistico abissalmente lontano da ogni considerazione per il corso storico, il mondo dei bisogni." (Fulvio Romano) Infatti, dal titolo di questa rassegna va tolto tutto quanto di casuale e vago il termine "voce" porta con sé. Questi scritti sono altrettanti piccoli biglietti affidati a noi, nel silenzio dell'isolamento da cui provengono, affinché abbiano una opportunità di diffusione, un attimo prima che i loro autori tornino ad esercitare la "loro" scienza nel mondo là fuori. Ma sono soprattutto narrazioni sicure, parole cercate sempre e con decisione oltre i confini, anche se abitano nel lampo istintivo ed immediato, e dentro gesti e pensieri che rispondono ad un grande desiderio di amore, qualche volta raccolto nei dintorni dell'indifferenza, là dove è ancora più assente che nel rifiuto.
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Raccolta di scritti di persone ricoverate in un
Da qualche parte, dentro di noi, Ad alcuni piace la poesia - di Wislawa Szymborska Ad alcuni - cioè non a tutti. E neppure alla maggioranza, ma alla minoranza. Senza contare le scuole, dove è un obbligo, e i poeti stessi, ce ne saranno forse due su mille. Piace - ma piace anche la pasta in brodo, piacciono i complimenti e il colore azzurro, piace una vecchia sciarpa, piace averla vinta, piace accarezzare un cane. La poesia - cos'è mai la poesia? Più di una risposta incerta è stata già data in proposito. Ma io non lo so, non lo so e mi aggrappo a questo come alla salvezza di un corrimano. (da Wislawa Szymborska 25 poesie, traduzione di Pietro Marchesani, Miti Mondadori)
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Si ringraziano i curatori della versione cartacea della raccolta - Rodolfo Allasia, Cetta Bernardo, Bruno Crippa, Alessandro Mantelli, Luciano Fico, Anna Simonetti; i redattori e gli editori della rivista "Il Mosaico", che raccolsero e custodirono la maggior parte del materiale qui riprodotto; gli autori delle poesie e dei racconti, ai quali vanno il nostro affettuoso ricordo ed una sentita dedica - in particolare, a C.M., "la più bellissima donna del mondo", autrice del disegno utilizzato come logo.alessandro vallarino, 1999
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