Lettera Nº 14: Le pornodive
di Perugia
Ivrea il 25/09/93
In questo momento a Perugia c'è aria di
dramma per qualche ragazza che ha partecipato alla produzione di cassette
pornografiche e per una ragazza che non lo ha fatto ma che "si dice" che
lo abbia fatto (La Stampa 25/09/93).
Non capisco il punto di vista delle ragazze che
hanno partecipato ai "lavori", studentesse maggiorenni e vaccinate.
Esse hanno fatto una scelta precisa: non è
possibile che non abbiano pensato a delle possibili conseguenze, non è
possibile che non abbiano pensato ai possibili attegiamenti delle proprie
famiglie, dei propri conoscenti, dei propri amici (anche se non destinata
a Perugia una cassetta che è sul mercato può raggiungerla).
Per quanto si dicano irretite, per quanto dicano
che non sapevano, alla fine hanno girato davvero quelle scene e sono convinto
che sia loro piaciuto farlo: se non fosse loro piaciuto si sarebbero
tirate indietro. Perchè allora dichiararsi pentite dal momento che,
nell'interpretazione attuale delle leggi vigenti, non hanno commesso alcun
reato? Dicano che volevano fare una particolare esperienza: è
la palese realtà, perchè negarla? Di fronte alle scelte c'è
poco da criticare o da discutere o da pettegolare: chi ha scelto,
ha legiferato su se stesso e le conseguenze di una precisa scelta dichiarata
sono sempre meno gravi delle conseguenze di una cretineria quale è
una mezza scelta che ha avuto attuazione, rinnegata poi, buttando la broda
sugli altri, per timore degli effetti!
Un po' mi dispiace per le ragazze, ma hanno voluto
la bicicletta e adesso .... pedalino; molto di più mi dispiace per
i loro genitori, parenti ed amici ed ancora di più mi dispiace per
Giulia, se indicata e non rea, ma le ricordo che le voci possono essere
distorte o sbagliate, ma non nascono mai dal nulla: l'albero delle
"voci" può essere completamente fantastico nelle fronde, nei rami
ed in tutta la sua maestà, ma è sempre radicato in una precisa
realtà, che normalmente è un errore, magari molto piccolo,
ma può essere anche una improbabile e complessa serie di coincidenze
così poco credibile da creare in alcuni dei nostri simili un eccesso
di punti interrogativi.
Mi viene però da aggiungere che chi crea
nei propri simili un eccesso di punti interrogativi e non cerca di dare
loro qualche risposta potrebbe avere la coda di paglia e quindi se una
sfortunata serie di coincidenze da luogo a delle "voci", la persona di
cui si vocifera ha degli altarini, magari minuscoli, che non vuole che
vengano a galla: è umano, possibile, ma piuttosto che farsi
rovinare la vita è meglio svelare subito gli altarini e più
presto lo si fa, più presto le voci non avranno più pane
per i loro denti.
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