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Le lettere

    Lettera N° 7: Le "mani pulite"
    10/09/1993 

    Non credo affatto che si debba chiudere un occhio sulla corruzione che serpeggia fra le legioni di politicanti, anche se ammetto che delle "mani pulite" si comincia davvero ad averne abbastanza. Purtroppo non è più possibile dire con tranquillità: "lasciamo fare ai giudici e non pensiamoci più"! A quanto pare è saltato fuori un caso eclatante di giudice corrotto e viene spontanea la domanda silente: "ma quanti saranno? Solo uno? Alcuni? tutti?". Non sarà per caso che quel giudice, avvezzo a buttare i soldi nella spazzatura, sia semplicemente il più ingenuo ed il più onesto di tutti e proprio per questo sia caduto nella rete? Un tempo i politici inquisiti per corruzione erano quasi sempre quelli che reggevano meno bene di altri al sistema, non i più corrotti e cascavano nella rete anche perchè i più corrotti, usandoli da capri espiatori, ve li spingevano! A pensarci viene da rabbrividire: chi giudicherebbe i giudici, i pubblici ministeri ed i vari ingranaggi della macchina della giustizia, se anche questa macchina fosse oliata da qualche mazzetta altrettanto celata come sono rimaste celate quelle non scoperte nel passato e che hanno oliato la macchina politica per decenni? Ma la questione non è questa: i corrotti sono corrotti, nessuno li fa diventare angeli; mi sembra invece che valga la pena sprecare qualche parola sui corruttori e concussi Nello specifico contesto i corruttori, magari non concussi da un singolo, ma dal sistema, sono persone capaci che hanno scoperto che una delle spese da mettere necessariamente a bilancio (si fa per dire!) per raggiungere obbiettivi leciti, opportuni e capaci di creare ricchezza, erano le "spese per corruzione" e, impiccati dal sistema, hanno pagato. Vogliamo fare loro la guerra? Facciamola, ma stiamo attenti che se riusciamo ad incastrare tutti i corruttori in un contesto come quello che abbiamo visto, incastriamo tutte le persone più capaci d'Italia; dopo di loro rimarranno delle persone meno capaci e dovremo tirare avanti con quelle! E per incastrare una persona non occorre metterla in galera, basta infangarla abbastanza e se prima era in gamba, dopo smetterà di esserlo nel bene e nel male. Mi piacerebbe sapere quanti dei lettori de "La Stampa" si sarebbero rifiutati di pagare delle tangenti se il pagarle fosse stato l'unico mezzo per poter compiere con profitto il proprio lavoro: se sono pochi per piacere! Facciamo il nome dei corrotti e non quello dei corruttori. 


    Commento  

    Si cominciava ad entrare nel vivo del fenomeno che ha preso il nome di "Tangentopoli"; nel momento in cui appongo queste note non mi ricordo più con sicurezza il nome del giudice preso con le mani nel sacco, il quale aveva dichiarato di aver buttato i soldi della tangente nella spazzatura. Oggi i giudici corrotti saltano fuori come i funghi (mafia) e molti sono quelli che, nella campagna elettorale appena conclusa, hanno fatto spudoratamente e senza conseguenze gli interessi di parte (PCI-PDS).  
     

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