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Le lettere

     
    Lettera Nº 32: La magistratura ed il PDS 
    Ivrea il 17/02/94

    Non vedo la ragione per la quale il "piè veloce Achille". (Occhetto) ed il suo compare. D'Alema debbano continuare la loro corsa politica alla poltrona con la possibilità di gridare allo scandalo quando si parla di "tangenti rosse" e con la stessa fierezza di chi non ha mai visto il proprio nome implicato in cose poco pulite, quando si trovano nelle stesse condizioni di altri la cui corsa politica è stata fermata o resa difficile da un avviso di garanzia. Che i due esponenti del PDS siano indagati mi sembra assolutamente evidente ma, a differenza di tutti gli indagati di altri partiti, essi sono in condizioni di negare di esserlo: la magistratura riserva loro un trattamento di favore rispetto agli altri. Mi sembra comunque da considerare con attenzione l'affermazione di D'Alema secondo la quale lui va avanti, nonostante il pandemonio di ieri (16/2/94), perchè non ha ricevuto avvisi di garanzia. La sua sicurezza di poterlo fare, nonostante i mille motivi evidenti che la magistratura avrebbe per indagare su di lui, va senza dubbio sottolineata come indice della sua convinzione di avere un elettorato che non pensa. Mi auguro che l'elettorato, al di là degli schieramenti e anche senza cambiarli, sappia mostrare a D'Alema le proprie attitudini in materia.
     

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