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Certo, quando la pubblicità fa orrore come quella di Benetton, capisco la polemica e anche a me verrebbe voglia di contrappormi al macabro contrabbando in cui idee pubblicitarie poco ortodosse vengono spacciate come "tensioni umanitarie" in cartelloni orribili che non si possono non vedere e che attirano l'attenzione anche di chi se ne frega della pubblicità, proprio perchè capaci di generare orrore (e di far vendere magliette); ma la ragazzina dello "spot" della SIP? Vogliamo scherzare? Mica ce lo deve dire lei dove stà il "bene" e dove stà il "male": per questo ci sono il Papa, i Vescovi, i Giudici ed il legislatore ed un sacco di altri additatori. Se abbiamo a ridire sulla ragazzina in questione cominciamo a non leggeri libri e a non assistere a films: potrebbero comparirvi delle mogli infedeli (oh, che immoralità) o degli assassini (ah, dove va a finire il mondo!). Suvvia, la ragazzina fa solo della pubblicità e la fa benissimo, non vuole assolutamente insegnare la morale a nessuno e, secondo me, chi non ha altro a cui attaccarsi per sapere dove sta il "bene" e dove sta il "male" farebbe francamente meglio a domandarsi perchè quello "spot" gli fa tanto effetto: forse l'infedeltà lui ce l'ha nel sangue e dunque la vede dappertutto: un fantasma vagante che lo accusa. A parte tutto credo che lo "spot" in parola sia il meno immorale di tutti perchè è una "caricatura" del tutto evidente, mentre tutti gli altri mascherano messaggi immorali dietro innocenti stupidaggini di copertura.
Commento: La lettera fu scritta in un periodo in cui imperava una sequenza pubblicitaria della SIP nella quale una giovanissima ragazzina parlava di questioni d'amore con maschietti diversi. Intorno a quella sequenza si sono levati gli scudi dei benpensanti.
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