CRONOLOGIA DELLA STORIA DI LONATO
Paleolitico | A Fenile Schena, Polecra, Monte Recciago e Monte Gabbione sono documentate le prime frequentazioni umane delle colline lonatesi |
Mesolitico | A Case Vecchie, così come a Cascina Navicella, Fornasetta, Fenil Vecchio e Lavagnone sono documentate importanti frequentazioni di comunità mesolitiche che, dedicandosi alla caccia e alla raccolta dei frutti della terra, vivono periodicamente presso i numerosi laghetti intermorenici della zona |
Neolitico | Nelle stesse aree sono documentate anche le prime comunità neolitiche. Ai Prè è documentata la Cultura dei vasi a Bocca Quadrata |
Eneolitico | Pochi siti documentano l'eneolitico. Tra questi si annoverano rinvenimenti di materiale legato alla Cultura di Remedello alla Palude Lunga |
2000-2200 a.C. | L'Età del Bronzo antico è rappresentat da numerosissimi siti archeologici, primo tra i quali quello di Polada che da il nome di "cultura di Polada" al Bronzo antico del nord italia. Insediamenti legati a questa cultura sono rappresentati generalmente presso conche lacustri intermoreniche come Lavagnone, Case Vecchie, Cattaragna, Fenil Vecchio. Non mancano però siti in aree apparentemente asciutte come sul Monte Rova (Rocca) e a Fenile Schena. |
Età del Ferro | La presenza celtica è documentata da due tombe munite di corredo mentre influenze addirittura etrusche sono documentate alle Pozze-Fenile Schena. I toponimi locali sono riferibili sia ad origini celtiche che ad origini venetiche, segno che l'area del basso garda risulta essere terra di confine tra queste culture. |
I°-II° sec. d.C. | Alla Fornace dei Gorghi si viene a formare un importante centro "industriale" del quale, ad oggi, si conoscono ben sei fornaci. In queste fornaci venivano preparati e cotti coppi, embrici e mattoni che probabilmente sono serviti per la costruzione delle numerose ville della zona. Non è da escludere che le produzioni di tali materiali siano servite anche alla villa romana di Desenzano e a quella di catullo a Sirmione. |
II-III° sec. d.C. | Alle Pozze - Fenile Schena è situata una importante villa rustica di proporzioni notevoli. Diversi studiosi tendono ad identificare quest'area come la mansio Ad Flexum posta lungo la via romana che partendo da Verona conduceva verso Milano. In effetti siamoa trenta miglia da Verona, distanza solitamente percorribile in una giornata di cammino. Da questa mansio sarebbe poi originato il paese di Lonato |
333 | Un ricco pellegrino cristiano proveniente da Burdigala e diretto a Gerusalemme percorre la Via Romana Beneventana passando per il territorio di Lonato. Annota sul suo taccuino la Mansio Ad Flexum che molti storici identificano con l'area delle Pozze - Fenile Schena |
12 aprile 612 | Ansualdo, gasindo di Agilulfo re dei Longobardi ordina di essere sepolto nella chiesa di san Giovanni Battista, probabilmente associata a quella di san Zeno. Tale chiesa era probabilmente situata nell'area delle Pozze. |
16 luglio 774 | Con un diploma Carlo Magno dona al monastero di S. Martino di Tours alcune terre bresciane fra le quali compare quella di Lionam (Lonato) |
877 | Carlo il Grosso riconosce il possesso del monastero di S. Giulia. |
916 | Viene incendiato il Monastero di Maguzzano |
977 | Berta, badessa del monastero di S. Giulia, permuta con Riccardo da Lonato alcune terre anche in Lunado |
sec X | Secondo la tradizione viene distrutta e riedificata la Pieve di San Zeno |
XI - XII secolo | Hanno successivamente diritti in Lonato i Vescovi di Verona, i Conti di Montichiari e il Comune di Brescia. |
1145 | Nella Bolla di Eugenio III viene citata la "Plebem de Lonado cum capellis et castello" |
1154 | Il vescovo di Verona, Teobaldo, ottiene dall'Imperatore Federico Barbarossa la riconferma dei diritti di giurisdizione civile ed ecclesiastica sulle terre di Lonato, già presenti in bolle papali del 1132 e 1145. |
23 settembre 1184 | Federico Barbarossa concede al vescovo di Verona Teobaldo ampi diritti su territori bresciani fra cui quelli di Lonato e di Maguzzano. Gli storici vogliono Lonato schierato in campo imperiale e ghibellino. |
10 ottobre 1184 | Bolla di Lucio III. Vengono nominate le proprietà e pertinenze della Pieve di Lonato e si ha notizia dell'esistenza di due castelli, uno vecchio e uno nuovo, delle cappelle di San Martino, San Cipriano e san Quirico, delle località del Corlo e di Sedena. |
1213 | Giovanni da Casaloldo rifiutando la pacificazione ristabilita fra le fazioni del vescovo di Brescia Alberto, si fortifica in Lonato, molestando Brescia tanto che il vescovo, in forze della carica di podestà conferitagli per mantenere la pace, si vede costretto a ordinare a Lotaringo Martinengo di scacciare da Lonato, indebitamente occupata, Giovanni di Casaloldo |
1237 | I Casaloldo hanno ancora prevalenza su Lonato schierandosi con Federico e richiamando su di loro le ire di Ezzelino da Romano. |
1241 | Castel Venzago viene distrutto dalle milizie bresciane di ritorno dal soccorso di Ferrara, le quali, secondo quanto narra l'Odorici "dato l'assalto alla rocca ne la abbatterono dalle fondamenta". |
1260 | Vi è testimonianza di una antica "curtis Malochi" in contrada Fochini e di un Turrellus che vende terra a certo Castiano, dichiarando di vivere ancora secondo "lege longobarda". |
1267 | Si accenna di Lonato riguardo a vendette dei paesi della Valtenesi |
1317 | Avvengono nuovi stermini nelle guerre di Cangrande della Scala contro Cavalcabò |
febbraio 1339 | Lodrisio Visconti, ribelle ad Azzone, signore di Milano, rifugiatosi a Verona, al servizio degli Scaligeri, postosi al comando di una compagnia di S. Giorgio, e spalleggiato da Rinaldo Giver (detto "il manerba"), dal conte Lando, e dal duca Guarneri di Ursinger (che si dichiara "nemico di Dio, di pietà e di misericordia") nel febbraio 1339, fra nevi altissime, saccheggia il monastero di Maguzzano e, assediato il castello, il borgo antico di Lonato e la Pieve di San Zeno, lo conquista sterminando cose e persone. Il secentesco Parolino con ampollosità degna del tempo ha scritto che "nemici tagliarono a pezzi grandi, piccoli e mezzani ritrovati nella terra e nel Castello, incendiando case e distruggendole fino a' fondamenti". Con le case furono abbattute le fortificazioni e la chiesa stessa. Il Parolino soggiunge che le ossa trovate intorno alla chiesa di San Zenone, gli staffili di ferro, i triboli, i giavellotti ed altre armi di quel tempo dimostrano come i lonatesi difesero se stessi e "l'onor del principe" |
3 marzo 1339 | Azzone Visconti, non avendo saputo difendere i lonatesi, li compensa con diploma che ordina la ricostruzione del castello e delle mura. Il paese comincia a risorgere nella posizione attuale |
4 agosto 1346 | Nella Rocca velocemente restaurata hanno luogo le orgie degli Estensi, dei Polentani e dei conti di Sanvitale per festeggiare Isabella del Fiesco, moglie di Luchino, la quale insieme allinverecondo corteggio ritornava da Venezia, ove si era recata sotto pretesto di un voto e in effetti per incontrarsi nel viaggio con Ugolino Gonzaga. |
5 ottobre 1354 | Alla morte dell'arcivescovo Giovanni Visconti e in seguito alla divisione dello stato visconteo tra i suoi tre nipoti, Lonato con Brescia, la Riviera di Salò e le valli, viene assegnata a Bernabò Visconti. In tal modo la rocca e la borgata rimangono esposti più di altre località alle continue guerre e scaramucce fra Scaligeri e Visconti. |
1362 | Nelle campagne fra Lonato e Montichiari si scontrano gli eserciti scaligero e visconteo e questo ha la peggio. Caposaldo avanzato della Signoria viscontea, Lonato fu spesso al centro di scontri e di passaggi di truppe. |
4 luglio 1362 | Nei pressi di Lonato le truppe di Bernabò Visconti alleato ai Gonzaga vengono sconfitte da quelle guidate dal conte Lando. Ciò permette a Cansignorio della Scala di entrare in Lonato, ancora in parte diroccato, di compiere riparazioni e scavare una cisterna. |
27 ottobre 1379 | Una pergamena dell'archivio di Calcinato registra una convenzione per la quale gli abitanti di Calcinato potevano in caso di pericolo trasferirsi con le robe e le persone in Lonato, impegnandosi a montar la guardia alle rnura e a contribuire alla conservazione della rocca e delle mura col pagamento di 25 fiorini d'oro da pagarsi metà a Pasqua e metà a Natale. |
12 aprile 1384 | Il 12 aprile 1384 Beatrice (Regina)
della Scala moglie di Bernabò Visconti, successa a
Cansignorio morto senza figli, conferma agli abitanti di
Lonato tutti i privilegi ed esenzioni da tributi concessi
da Azzone Visconti nel 1339 e da Giovanni Visconti nel
1348 a sollievo dei danni, saccheggi ed incendi sofferti
dal Comune per parte delle bande tedesche. Nell'occasione
dichiara Lonato "città". Lonato ottiene statuti e privilegi particolari, tra i quali il privilegio, con Asola, la Valcamonica e la Riviera, di poter imporre tributi anche ai "cives" di Brescia, ad eccezione dei soli eredi Segala. Questa deliberazione prova ancora una volta gli immensi danni subiti dai lonatesi nella distruzione del 1339 e le spese ingenti che devono sostenere per la riedificazione del paese. Lonato è così progressivamente trasformato in vera e propria fortezza, difeso dalla Rocca, cinto di forti mura munite di undici torrioni, in tre dei quali si aprono tre porte: la porta Corlo che mette tuttora sulla strada per Gavardo e una volta per Brescia; la porta Clio che mette sulla strada per Verona; la porta Stoppa, così detta perchè chiusa dai Veneziani, che metteva sulla strada per Mantova e Cremona. La Cittadella ha due porte e la Rocca tre: una per lentrata, la seconda per il passaggio dal I al Il quartiere, la terza per il soccorso. La Rocca, situata sulla parte più alta del colle, è ancora oggi divisa in due parti, una più alta dell'altra, munita di forti mura e cinta di altissime fosse. Sembra che ancora ai Visconti Lonato debba il suo primo acquedotto. L'acqua fu derivata dalla Bagnola, distante oltre duemila metri dal paese e portata prima ad una fontana posta nel centro della piazza e poscia ad altre due per maggior comodità dei cittadini. Nel nuovo complesso fortificato viene trasferita anche la pieve o parrocchia. |
1385 | La Confraternita della Disciplina, una delle spine dorsali della vita religiosa lonatese, ottiene il decreto vescovile di erezione canonica. |
1387 | Nel timore che Verona e altre città si ribellino, Gian Galeazzo Visconti rinforza e munisce di truppe la Rocca. Ma l'Aguto, per conto degli antiviscontei, evitando Lonato, riesce a raggiungere Calcinato e Calcinatello ed a sconfiggere nei pressi di Bedizzole le truppe viscontee. |
1390 | Per tenere saldamente la città Gian Galeazzo Visconti ordina che si sgombrino dagli alberi le fosse che circondavano le mura. |
12 agosto 1403 | Nel riaccendersi delle lotte fra Guelfí e Ghibellini sotto il governo di Gianmaria Visconti, Nicolò d'Este, marchese di Ferrara, mossosi in aiuto dei Ghibellini, riesce ad occupare Lonato con 1500 fanti e altrettanti cavalieri e a farne la base per marciare su Brescia. |
1403 | Caterina Visconti rafforza il castello facendo costruire la cinta muraria a mezza costa. |
17 febbraio 1404 | Divenuto signore di Brescia Pandolfo Malatesta, Caterina Visconti, per tenersi fedeli i Gonzaga, cede a Francesco Gonzaga per un debito di 60.650 lire imperiali le terre di Lonato assieme a Castiglione delle Stiviere, Castelgoffredo e Solferino, serbando ai Visconti la signoria e salvato il diritto ai Visconti di riavere dal Gonzaga quei castelli all'atto in cui fosse restituita la somma. |
1407 | Di sua iniziativa Francesco Gonzaga
fa costruire nella rocca il baluardo, munito di cannoni,
detto Castel Mazzino, proponendosi anche di costruire
nuovi alloggiamenti militari. Il possesso di Lonato da
parte dei Gonzaga lo salvaguarda dalle distruzioni
operate dal Malatesta, dopo la sua cacciata da Brescia e
allo stesso modo non viene toccato dagli scontri tra lo
stesso Malatesta e l'esercito dei Visconti. Con lo stabilizzarsi del dominio Visconteo per opera di Gian Galeazzo, e con la sua riorganizzazione, Lonato fu sede, con Montichiari, Canneto e Asola, di un capitano che doveva garantire i confini. orientali del dominio. |
8 giugno 1408 | Il Comune di Lonato acquista la metà del Venzago verso Desenzano dal Conte Berardo Maggi |
1408 | La famiglia Boccacci, mentre non ebbe mai ad opporsi al tranquillo godimento dei beni acquistati dal comune di Lonato con atto stipulato con il Conte Maggi, contesta il diritto di proprietà sulla parte venduta dal Marchese Gonzaga, |
1 gennaio 1412 | Il duca Giovanni Francesco Gonzaga, signore di Lonato anche se a nome dei Visconti concede al Comune gli "Ordini circa il governo Lonatese" che costituiscono il testo più antico deglí Statuti comunali lonatesi a noi pervenuti |
18 gennaio 1416 | Il Comune di Lonato acquista per 900 ducati la restante metà del Venzago dal Marchese Giovanni Francesco Gonzaga. |
1431 | La Repubblica Veneta riconferma a Gianfrancesco Gonzaga, passato al sevizio di Venezia, il possesso di Lonato. |
Dal periodo della dominazione
gonzaghesca in poi la vita socio-economico della Comunità
Lonatese fu condizonata per quattro secoli dalla
questione della proprietà del Venzago con tre ordini di
problemi: 1) quelli relativi alla giurisdizione
territoriale che originano una causa durata oltre cento
anni fra Brescia e Lonato da una parte e la magnifica
Patria di Salò dall'altra; 2) i diritti di proprietà
reclamati dai successori dei Boccacci sulla metà dei
beni (quella acquistata dai Gonzaga); 3) le lotte fra
antichi e nuovi originari circa il godimento del grande
latifondo. Il patrimonio del Venzago era enorme: si
trattava di oltre 6000 piò di terra, suddivisa in 78
"collonelli" che avevano un'estensione media di
50 piò, con cascine, fienili e fabbricati vari. I "collonelli"
venivano affittati ogni sette anni a seguito di pubblico
incanto al quale erano ammessi i soli originari di Lonato,
esclude tutti gli altri "minni eccettuati". Le
liti erano fondate sul fatto che le famiglie più antiche,
quelle originarie, ritenevano di escludere dal godimento
delle rendite quelle di nuova immigrazione "non
originarie" Gli originari sostenevano che, essendo
stati i loro antenati a sborsare i ducati d'oro per l'acquisto
del bene ne conseguiva che essi soltanto avevano diritto
a partecipare ai frutti, mentre i cittadini nuovi
fondavano le loro pretese sul fatto che col passare dei
secoli e particolarmente in occasione della famosa peste
del 1630, le famiglie. originarie antiche si erano
praticamente estinte ed "i nuovi originari"
avevano contribuito per centinaia d'anni agli oneri della
ordinaria e straordinaria manutenzione ed al pagamento
delle "gravezze" (tasse). Dovevano, dunque,
essere eliminate le odiose discriminazioni fra cittadini
di prima e di seconda serie. Le cause promosse davanti a
giudici di ogni grado e giurisdizione furono infinite e
si trascinano per un secolo e mezzo finchè il Comune
provvide a vendere i "collonelli" ai privati il
giorno di S. Martino dell'anno 1798. Un manoscritto inedito di L. Lucchini "Storia del Venzago" tratta ampiamente questa pagina delle "vicissitudini" della proprietà lonatese, sulla scorta di documenti conservati presso l'Ateneo di Salò e l'Archivio storico del Comune di Lonato. I tre problemi che tanto travagliano i lonatesi si possono riassumere nei termini che seguono. Il patrimonio del Venzago comprendeva tutta l'area che dalle colline sotto Brodena si estendeva alle attuali frazioni di Castelvenzago, Centenaro e Madonna della Scoperta e confinava con Castiglione delle Stiviere, Solferino, Pozzolengo, Cavriana e Desenzano del Garda. Tutto il vasto territorio viene rivendicato come parte di sua giurisdizione civile, penale e fiscale dalla Riviera di Salò la quale sosteneva che esso faceva parte della quadra di Campagna, con capoluogo Desenzano. |
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1440 | Francesco Sforza toglie Lonato al Gonzaga, nel frattempo ribellatosi a Venezia. |
16 agosto 1440 | Conclusa la pace tra Venezia e i Visconti Lonato passa alla Serenissima. |
17 settembre 1440 | Rassicurandosi il dominio di Lonato, Venezia conferma gli statuti. |
1441 | Approvazione degli Statuti da parte del Doge Francesco Foscari |
1441 | Il Piccinino, per conto dei Visconti, riesce a ricuperare la rocca e si appresta ad utilizzarla per battere il nemico ma quando s'accorge della preponderanza delle truppe venete è costretto a ritirarsi su Montichiari, affrontando nel giugno la completa sconfitta. |
20 novembre 1441 | Con la nuova pace siglata a Brescia, il duca Gonzaga è costretto a rinunciare definitivamente a Lonato, assieme ad Asola e a Peschiera, scambiandola con Ostiglia. |
30 aprile 1442 | Con ducale, Venezia concede a Lonato i medesimi diritti che aveva goduto sotto i Gonzaga. Incorporata nel territorio bresciano, Lonato per qualche tempo mal sopporta la sudditanza bresciana. |
30 aprile 1448 | Con ducale si ordina al capitano di Brescia "che il podestà che verrà eletto per Lonato sia perito in leggi ed uomo dotto offrendosi detto comune dargli per mercede 18 fiorini d'oro al mese, mentre per il passato non ne dava che 12È . Lonato ha una relativa quiete, sebbene gravato dalle somministrazioni di viveri e di foraggi alle armate venete che transitano continuamente. Il comune ne ricorre per questo al Doge Francesco Foscari il quale assolve la nostra amministrazione di lire 140, pure lasciandole a carico la spesa del fieno per la cavalleria, e ordina a "Nicolò Canali capitano di Brescia di mandare a Lonato 250 sacchi di miglio (che allora surrogava il frumentone) ad ogni sua richiesta". |
settembre 1449 | Tremenda pestilenza. |
1452 | Nella nuova campagna militare iniziata tra Venezia e il ducato di Milano Lonato subsce un terribile saccheggio da parte del generale Piccinino al servizio di Venezia. Furono tali le "robbarie et dishonestà compiutevi" che il cronista Soldo si rifiutò di darne un resoconto particolareggiato perché "per lo puzore se machiaria il libro". Per soccorrere i disgraziati lonatesi si raccolgono elemosine in tutto il Bresciano e il Veronese. |
1454 | Transazione tra il Comune di Lonato e la famiglia Maggi riguardo alla parte di Venzago venduta a Lonato dai Gonzaga col pagamento di 1500 ducati d'oro. |
9 aprile 1454 | Conclusasi la campagna militare tra Venezia e Milano con la pace di Lodi, Venezia beneficia largamente Lonato. In seguito provvede a fortificare ulteriormente la rocca che, con quella di Peschiera, garantisce la tranquillità dellimportante mercato di Peschiera e al contempo salvaguarda il libero passaggio dal Bresciano e dalla Riviera al Veneto fra il lago e le terre dei Gonzaga, infidi e causa di controversie e di preoccupazioni per la Serenissima. |
1477 | Le campagne vengono investite da nugoli fittissimi di cavallette che distruggono seminati e piante lasciando un orribile fetore. Nella circostanza i Lonatesi ricorrono a S. Pantaleone facendo voto di fargli cantare annualmente una messa nella cappella a lui dedicata nelle vicinanze del Corlo. |
maggio 1482 | Scoppia la guerra tra Venezia e il Duca di Ferrara, la rocca viene rafforzata e alloggia, pur di passaggio, le truppe venete al comando di Francesco Secco, condottiero milanese. |
1485 | A Lonato si ferma il duca di Calabria. |
1486 | Lonato viene dichiarata "Fortezza" e, come in ogni località di interesse strategico, Venezia vi colloca come suo rappresentante un Provveditore. |
1488 | I lonatesi decidono di ampliare la loro chiesa, divenuta ormai insufficiente a contenere i fedeli. Cominciano i lavori per la costruzione della seconda parrocchiale di San Giovanni Battista |
6 novembre e 21 dicembre 1491 | Per ingraziarsi i marchesi di Mantova, con provvisioni il comune concede loro di estrarre vino da Lonato. |
1492 | Vengono apportate aggiunte agli Statuti. |
16 ottobre 1492 | La Repubblica veneta e i Gonzaga stabiliscono di creare, fra le Bocche di Malocco e le terre di Castiglione, per duecento pertiche, una osrta di terra di nessuno dove non si possono costruire edifici miltari. I fondi sono dichiarati liberi da ogni tassa, i coloni insediati sono dicharati "exenti et immunes", e per le cause civili e penali l'area è posta sotto la giurisdizione di Brescia. Nasce la frazione di Esenta. |
Creato da: Dott. Geol.
Damiano Scalvini Aggiornato il: febbraio 22, 2003. |