La teoria dei vortici

Supponiamo dunque, se vi piace, che Dio abbia diviso in principio tutta la materia di cui ha composto questo mondo visibile in parti così eguali tra loro quanto han potuto esserlo, e di grandezza mediocre, media cioè fra tutte le diverse grandezze che compongono ora i cieli e gli astri; ed infine, che abbia fatto in modo che cominciassero tutte a muoversi con egual forza in due diversi modi, cioè ognuna a parte attorno al suo proprio centro, pel quale mezzo esse han composto un corpo fluido, come giudico sia il cielo; e con questo, molte insieme attorno ad alcuni centri disposti nello stesso modo nell'universo, come vediamo che sono ora i centri delle stelle fisse, ma il numero dei quali è stato maggiore, così che esso ha eguagliato il loro unito a quello dei pianeti e delle comete; e che la velocità con cui le ha così mosse sia stata mediocre, cioè che abbia messo in esse tutte tanto movimento, quanto ce n'è ancora adesso nel mondo. Così, per esempio, si può pensare che Dio abbia diviso tutta la materia, la quale è nello spazio AEI (fig. 8), in un grandissimo numero di particelle ch'egli ha mosso, non solo ognuna attorno al suo centro, ma anche tutte insieme attorno al centro S; ed ugualmente, che abbia mosso tutte le parti della materia che è nello spazio AEV attorno al centro F, e così delle altre; in modo che esse han composto tanti differenti vortici (io mi servirò oramai di questa parola per significare tutta la materia che gira così a tondo, attorno ad ognuno di questi centri), quanti astri ci sono ora nel mondo.

I principi della filosofia, Parte terza, § 46, in Opere, vol. II, p. 142-143.

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