Il processo latente
Il processo latente, del quale parliamo, non è cosa che possa spontaneamente affacciarsi alle menti umane piene di pregiudizi come sono. Giacché con questo non intendiamo parlare di determinate misure, o segni, o scale di un processo che si possano vedere nei corpi; ma di un processo ininterrotto che per la maggior parte sfugge ai sensi. Per esempio: in ogni generazione e trasformazione di corpi bisogna indagare che cosa si perde e svanisce; che cosa rimane e che cosa si aggiunge; che cosa si dilata e che cosa si contrae; che cosa si unisce e che cosa si separa; che cosa continua e che cosa si interrompe; che cosa sospinge e che cosa trattiene; che cosa domina e che cosa soggiace; e molte altre cose. Ancora, non soltanto nella generazione e trasformazione dei corpi si devono fare queste ricerche; ma in tutti gli altri movimenti e alterazioni ed ugualmente bisogna indagare che cosa precede e che cosa segue; che cosa è più veloce e che cosa è più lento; che cosa produce e che cosa governa il movimento, e via dicendo. Certo, tutto ciò resta sconosciuto e inesplorato nelle scienze attuali, tessute da una ben grossolana e inabile Minerva. Ora, poiché ogni azione naturale passa attraverso particelle minime, o almeno minori di quanto sia necessario perché colpiscano i sensi, nessuno speri di dominare o mutare la natura, se non abbia prima debitamente comprese e notate tali cose.
Instauratio Magna, Novum Organum, II, 6, in Opere filosofiche, pp. 645-646.
Lo schematismo latente
Anche la ricerca e la scoperta dello schematismo latente è cosa nuova, non meno della scoperta del processo latente e della forma. Noi stiamo ancora nel vestibolo della natura e non siamo preparati a penetrare nel suo interno. Ma nessuno può dotare un corpo dato di una nuova natura o tramutarlo convenientemente e con successo in un corpo nuovo, senza avere una conoscenza precisa del corpo da alterare o da trasformare: in tal caso farebbe ricorso a metodi vani, o almeno difficili e stravaganti, inadatti alla natura del corpo su cui opera. Anche a questo scopo bisogna dunque aprire una strada nuova e fortificarla.
Certo giustamente e con profitto ci si occupa dell'anatomia dei corpi organici (come sono quelli dell'uomo e degli animali); si tratta di un'impresa sottile e di un buon metodo d'indagine della natura. Ma questo genere di anatomia appare direttamente alla vista, è soggetto ai sensi e si trova soltanto nei corpi organici. Inoltre è qualcosa di ovvio e facile in confronto alla vera anatomia dello schematismo latente nei corpi che si ritengono di struttura uniforme, soprattutto nelle cose che hanno un carattere specifico e nelle loro parti, come il ferro, o la pietra; o nelle parti di struttura uniforme della pianta e dell'animale, come la radice, la foglia, il fiore, la carne, il sangue, le ossa. Ma anche in questo genere l'umana attività non è del tutto venuta meno; a questo infatti mira la separazione dei corpi di struttura uniforme operata per distillazione e altri metodi di analisi, perché la difforme struttura del composto sia rivelata dalla riunione delle parti omogenee. Il che si fa abitualmente, e conduce a ciò che cerchiamo; sebbene più spesso inganni, giacché accade che molte nature vengano attribuite e imputate alla separazione come se si trovassero già da prima nel composto, mentre in realtà sono introdotte e aggiunte dal fuoco, dal calore e dagli altri metodi di soluzione. Ma anche questa è solo una piccola parte del lavoro necessario per trovare il vero schematismo nel composto; il quale schematismo è cosa ben più sottile e precisa, tanto che dal lavoro del fuoco è piuttosto confusa che tratta fuori e portata alla luce.
Così bisogna compiere una soluzione e scomposizione dei corpi non già mediante il fuoco, ma per mezzo del metodo e dell'induzione vera, con l'aiuto di esperimenti ausiliari e per mezzo del paragone con altri corpi, e della riduzione alle nature semplici e alle loro forme, che si trovano insieme e si combinano nel composto. Bisogna insomma passare da Vulcano a Minerva, se si vogliono portare alla luce le vere connessioni dei corpi e i loro schematismi. Di qui dipende infatti ogni proprietà e virtù occulta o, come si suol dire, specifica; e di qui deriva anche la norma di ogni efficace alterazione o trasformazione.
Instauratio Magna, Novum Organum, II, 7, in Opere filosofiche, pp. 646-647.