L'infelice turista che crede ancora nel detto il cliente ha sempre
ragione si accorgerà ben presto di quanto siano mutati i tempi:
l'unica cosa che conta sono le querimonie degli operatori, che sulla bella
riviera fanese registrano un calo delle presenze del 20% e la fuga degli
stranieri, soprattutto tedeschi. Ed il tristo destino abbattutosi sulle
loro teste fa scordare loro di mantenere puliti i servizi, di spazzare
le cabine comuni, di assicurare la presenza dei bagnini e di acqua corrente.
Quanto al resto, non chiedete conforto presso gli albergatori ed i ristoratori,
che non perdono giorno per insultare, sul giornale, il Sindaco e la giunta
di Fano, colpevoli di non organizzare adeguate serate di intrattenimento;
poiché loro stessi non sono in grado di mettere in piedi uno spettacolo
con la corale dell'oratorio. E nell'insulto si scordano di guardare al
turista che, in vacanza, può benissimo aspettare 70 minuti per avere
una pizza a mezzogiorno; e poi fargli pagare quindicimilalire per
due stecchini di calamari e gamberetti surgelati, e diecimilalire per un
vinello ignoto (chiedere che cosa sia? Ma suvvia, è vino genuino,
che importa come si chiami?). I menù turistici, in vigore
persino nella Bassa Padana, qui non esistono (talvolta sulla carta, nel
senso che quando li chiedete vi rispondono che eccezionalmente per quel
giorno c'è solo il menù alla carta) E non stupitevi se il
coperto grava ancora, vergognosamente, sul vostro conto finale: i lunghi
anni di vacanze crucche non hanno cambiato i nostri poveri operatori
con tante spese, che danno la colpa agli incentivi per la rottamazione
e alla politica incerta del governo, e che non osano neppure riconoscere
che pagare centomilalire al giorno per una pensione completa dentro un
cubicolo similgiapponese è tanto per chi frequenti queste coste,
dove non ci sono né circoli nautici né night esclusivi. Ma
la morale è dichiarata: meglio un ovetto d'oro oggi che una gallina
dalle molte uova per tutti i giorni a venire