Nella leggenda popolare, una creatura succhiasangue, si presumeva
fosse l'anima inquieta di un eretico, un criminale, o un suicida,
che nella notte lascia la sua tomba, spesso sotto forma di pipistrello,
per bere il sangue degli esseri umani. All'alba deve ritornare nella
sua tomba o in una bara riempita di terra natale. Le sue vittime dopo
esser morte diventano a loro volta vampiri. Anche se il mito del vampiro
era diffuso per tutta l'Asia e l'Europa, era soprattutto una leggenda
slava e ungherese, che proliferò particolarmente in Ungheria
dal 1730 al 1735.
Fra i vari demoni delle antiche tradizioni poplari, il vampiro ha
goduto del successo letterario più grande e duraturo nel ventesimo
secolo. La sua popolarità è dovuta inizialmente al romanzo
gotico Dracula (1897), di Bram Stoker. Il Conte Dracula, il suo cattivo
"non-morto" della Transilvania, è diventato l'archetipo di
tutti i vampiri. Il romanzo e una serie popolare di film hanno fatto
la fortuna del vampiro. Il classico film Dracula (1931), di Tod Browning,
interpretato da Bela Lugosi,
ha determinato il modello per le dozzine di film a seguire. Verso
la fine del ventesimo secolo, i "best-seller" di vampiri
della scrittrice americana Anne Rice hanno contribuito alla rinascita
di vamp-film e spettacoli televisivi.
Il vampiro ha tipicamente una faccia pallida, gli occhi fiammeggianti
ed i denti sporgenti (incisivi o canini fa lo stesso), per meglio
mordere e succhiare il sangue dalla gola della vittima. I metodi per
riconoscere i vampiri (non lasciano ombra e non sono riflessi negli
specchi), e per tenerli a bada (avendo a portata di mano un crocifisso
o dormendo con una corona di aglio attorno al collo), sono conosciuti
da ogni bambino. Un vampiro può essere ucciso definitivamente
infilzando il suo cuore con un paletto di legno (di frassino è
preferibile), bruciandolo, o distruggendo il posto dove dormono di
giorno.