Monte Faghitello (Cosenza) Una nuova Tarquinia ?
Le immagini inserite di seguito in questa pagina, sono state scattate in una zona presso il Monte Faghitello, in provincia di Cosenza, il 4 ottobre 1998 durante un'escursione della sezione "C.A.I. - Club Alpino Italiano" di Cosenza, condotta dal Professor Zendrini e dal signor Roberto Mele.
Durante il percorso sull'altura montana in questione venne rilevata una zona che presentava un'ampio sradicamento della vegetazione, mentre alcuni alberi presentavano dei segni di violenza sul ceppo stesso, come strappatida "qualcosa" che li aveva urtati nell'impatto al suolo.
Ad un primo esame gli alberi in questione apparivano completamente disidratati, dando la sensazione dell'effetto causa attribuibile ad un incendio scoppiato in un tempo remoto, ma questa ipotesi venne immediatamente scartata; in quanto gli alberi privi di vita sarebbero dovuti marcire a causa dei cambiamenti meteorologici, marcendo sotto le precipitazioni piovose o la bassa densità di umidità al suolo, cui avrebbe dato luogo in seguito ad una nuova e fresca rigenerazione della vegetazione in quella zona del monte... ma a differenza di ciò, parve proprio che in quel punto la vita si fosse come fermata.
Non si rilevò alcuna forma di vita, non uno scoiattolo, nessun invertebrato né insetti di sorta, malgrado il pungente odore di concime dovuto allo sterco di pascoli che vennero ritrovati in loco. La scienza stessa afferma che lo sterco dei pascoli ricco di componenti organici favorisce lo sviluppo e la crescita di nuova vegetazione, ma come già detto, ciò non avvenne per questa zona.
Gli alberi presentavano varie bruciature, mentre alcuni fusti presentavano la più completa disidratazione nonché l'assenza della clorofilla ed altri liquidi indispensabili per la fotosintesi delle piante. La flora presentava una particolarità come se fosse stata esposta ad una fonte di calore elevata, ma al minimo della durata, in quanto gli alberi non erano carbonizzati, ma solo disidratati e con strane inclinazioni.
L'unica cosa che avrebbe potuto modificare la struttura di questi oggetti, potrebbe essere stato un "bombardamento d'esposizione a micro-onde", unica causa possibile che avrebbe causato la disidratazione delle piante e la conseguente evaporazione della clorofilla e dell'acqua.
Le micro-onde posseggono un effetto diverso da quello provocato da un incendio, in quanto un 'incendio colpisce con fiamma calda gli oggetti carbonizzandoli, mentre le micro-onde posseggono la capacità di non bruciare, ma di porre con movimento rapidissimo le molecole di un qualsiasi oggetto per poi produrre energia. Energia che si sviluppa ed agisce all'interno dell'oggetto stesso, proprio come ciò avvenne per gli alberi in questione; cioè, modificandone la struttura ed eventuale disidratazione se l'esposizione è continua, mentre la carbonizzazione è la perdita dei valori molecolari della struttura stessa.
La possibile ipotesi di una frana o di una eventuale caduta di massi venne assolutamente esclusa, in quanto il disposizione delle piante e degli alberi venne rilevata in maniera alternata, in parte verso l'alto, ed in parte verso il basso. L'ipotesi di un "tornado", venne anch'essa esclusa, in quanto all'interno di una foresta di questo tipo non vi erano le condizioni favorevoli all'intersezione dei venti. Questa ipotesi venne confermata anche dal Professor Zendrini, esperto escursionista del "C.A.I", confermando che mai venne registrato un tornado o vortice in quella zona, cosa che può essere confermata anche dalla stazione meteorologica della Regione Calabria.
A 500 metri oltre il luogo incriminato risiede un'installazione teleferica, risalente alla Seconda Guerra Mondiale usata per il trasporto del legname, spiegazione plausibile per giustificare l'eventuale disboscamento, ma non adattabile come giustificazione, in quanto quel mezzo di trasporto non è più attivo da oltre vent'anni.
Venne abbandonata anche l'ipotesi incendio, in quanto non presentava particolarità addebitabili a questo tipo di fenomeno provocato o naturale (vedi caduta di fulmini).
Cosa realmente sia accaduto sulle alture del Monte Faghitello a tutt'oggi rimane un mistero.
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Foto 1 - L'immagine mostra due alberi senza corteccia e apparentemente rinsecchiti, mentre sullo sfondo vi sono sparsi dei rami secchi
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Foto 2 - Alberi ricurvi verso l'alto,effetto che esclude la possibile frana
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Foto 3 - Immagine di alcuni rami rinsecchiti sparsi al suolo
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Foto 4 - Alberi sradicati e rinsecchiti completamente disidratati
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Foto 5 - Particolare di un albero che presenta delle bruciature sul fusto in più punti, nei pressi altri alberi sradicati dal ceppo e giacenti al suolo
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Foto 6 - Particolare di un albero a tre sporgenze letteralmente bruciato. In primo piano alcuni rami inclinati e letteralmente rinsecchiti
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Foto 7 - Comitiva escursionistica composta da 21 persone mentre esamina la stana zona interessata al fenomeno di disidratazione
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Foto 8 - Particolare di alcuni alberi bruciati e distrutti completamente rinvenuti nella zona circoscritta
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Cronaca e fotografie eseguite da Marco Salzano
responsabile gruppo "Odissea 2001 - Sez. Calabria"
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