FORMAGGI E CANCRO
(Ferro Ledvinka, da Latte
& Formaggio, rischi e alternative, Il Giornale per la
protezione della salute, numero 3, settembre 1996)
I depositi di grasso e di muco (a volte
molto denso o quasi solido) causati da un'alimentazione in cui si
fa grande uso di formaggi si localizzano nel corpo in questo
modo:
- I formaggi molli,
più liquidi e meno salati 'galleggiano' dal diaframma in
su;
- I formaggi più densi,
salati, fermentati o speziati si concentrano dal
diaframma in giù.
In altre parole, possiamo affermare che i
grassi più leggeri si depositano negli organi più alti: ciò
causa muco bronchiale, depositi di grasso alla gola, cisti alla
tiroide, otiti, congiuntiviti, orzaioli; tutti questi disturbi
derivano dalla stessa semplice causa. Il seno è posto sopra il
diaframma: nei Paesi dove si fa un più alto consumo di formaggio
si riscontra la maggiore incidenza di cancro al seno. I Paesi al
secondo posto per consumo di formaggio sono anche al secondo
posto nella statistica di incidenza di cancro al seno, e così
via. E' questa, insomma, la statistica più chiara sul rapporto
esistente tra il cancro e gli alimenti. Se per tutte le altre
malattie c'è sempre un margine di dubbio, un qualche altro
fattore che può incidere - come l'età o il tipo costituzionale
- e che porta degli elementi nuovi (e fuorrvianti) nella
statistica, nel caso del rapporto tra consumo di latte e
formaggio e l'incidenza di cancro al seno i dati sono molto
chiari e inequivocabili. Come abbiamo detto, i formaggi più duri
e secchi si depositano in basso: nel fegato, nella cistifellea,
nei reni ma soprattutto nella zona genitale (utero, prostata,
ovaie). Una forma tumorale alimentata dai grassi derivati dal
formaggio (che sono putridi, irranciditi e che hanno assorbito
anidride carbonica, poiché le cellule interessate non possono
più ricevere sangue fresco e ossigenato) è costituita da un
catrame nero e denso, oleoso, che richiede un tempo imprecisato
per essere sciolto. Se questo deposito deriva dalla carne o dal
pesce è molto meglio perché la qualità di questi grassi è
più facilmente solubile.
LATTE E OSTEOPOROSI
(Massimo Principi, da Latte
& Formaggio, rischi e alterative, Il Giornale per la
prevenzione della salute, numero 3, settembre 1996)
Possiamo distinguere due tipi di
osteoporosi: il primo tipo è causato da una scarsa assimilazione
di calcio, il secondo da squilibri ormonali che tendono a
depositare il calcio assunto col cibo nei tessuti molli anziché
in quelli ossei. Questo secondo tipo di osteoporosi si definisce
anche senile ed è la più diffusa. Insorge prevalentemente dopo
i 50 anni ed è associata con la comparsa dell'artrosi. Nelle
donne tende a comparire in concomitanza con la menopausa, con
conseguente indebolimento delle ossa della colonna vertebrale e
del bacino. Si è calcolato che l'osteoporosi colpisce circa 6
milioni di persone nei soli Stati Uniti ed è presente nel 65%
delle donne che hanno più di 65 anni. Da quanto detto risulta
evidente che questa malattia è in stretta relazione con il
metabolismo dell'elemento calcio; è stata tuttavia evidenziata
recentemente l'assoluta inutilità della somministrazione di sali
di calcio in pillole e tavolette. Pertanto una prima
considerazione da fare è: evitiamo di spendere inutilmente soldi
per farmaci che non producono nessun risultato. I meccanismi che
intervengono quando ci si ammala di osteoporosi sono molti e
complessi. Questa malattia è caratterizzata da uno
sconvolgimento delle funzioni metaboliche del tessuto che origina
processi di demolizione dello scheletro: la struttura è colpita
a livello sistemico da una perdita di massa rispetto al volume.
Vale a dire che l'osso rimane invariato nella forma ma pesa di
meno perché c'è una perdita di materia che per il 99% è
costituita di calcio. Ci sono delle forze disgregatrici che
interrompono e si oppongono alle forze consolidatrici che formano
e tengono insieme la materia con cui è fatto il nostro
scheletro. La perdita di calcio è dovuta a una sua cattiva
assimilazione o meglio a una sua sottrazione a causa del
perturbato equilibrio del pH del sangue e dei liquidi interni. Il
calcio viene `sciolto' dall'eccesso di sostanze acide,
dall'eccesso di fosforo, da carenza di vitamina D, da alti
livelli di ormoni paratiroidei, da condizioni prolungate di
stress, dall'ipertiroidismo. Diversi sono i fattori nutrizionali
che intervengono nel processo di mineralizzazione e formazione
del tessuto osseo. Carenze o errate combinazioni di questi
fattori possono contribuire all'osteoporosi: è vero, quindi, che
una correzione della nutrizione può essere di beneficio nel
trattamento e nella prevenzione. Assieme al calcio occorre
prendere in considerazione il ruolo delle proteine, vista
l'importanza che hanno nella costituzione della matrice organica
dell'osso. Sfatiamo innanzitutto un mito: quello che recita che
per evitare l'osteoporosi occorra consumare molto latte e
formaggio. Il punto di vista convenzionale, ispirato e sostenuto
dai medici al soldo dell'industria casearia, è che le ossa
perdono calcio perché non se ne consuma abbastanza con il cibo.
Questo cibo, naturalmente, è costituito da latte e formaggi che
contengono calcio. Questi alimenti hanno però un alto contenuto
proteico e una delle cause dell'osteoporosi è proprio un eccesso
di proteine animali nella dieta. Di solito, invece, ci viene
detto che le ossa perdono calcio perché non ne consumiamo
abbastanza, e cioè che non mangiamo abbastanza latte e
formaggio: niente di più sbagliato. Per prevenire o curare
questa malattia non occorre affatto prendere più calcio né
tanto meno mangiare più latticini. Bisogna invece diminuire la
quantità di proteine ingerite. A riprova di ciò vi sono i
risultati di numerosi studi scientifici ed indagini
epidemiologiche: le donne che consumano proteine animali
presentano una perdita ossea del 35% rispetto al 7% delle donne
vegetariane. Non solo. Da essi emerge che proprio i Paesi nei
quali più alto è il consumo di latticini e grassi (Stati Uniti,
Finlandia, Svezia e Inghilterra) sono anche quelli in cui
l'osteoporosi è più diffusa.
LATTICINI E DANNI DEL SISTEMA
CIRCOLATORIO
(Roberto Marrocchesi, da Latte
e formaggio, rischi e allergie per adulti e bambini,
Macroedizioni)
In un esempio a tutt'oggi unico e purtroppo
poco seguito, la American Hearth Association (Lega americana
contro le malattie del cuore) ha invitato sin dal 1977 il
pubblico a ridurre i grassi animali dalla dieta e cioè
formaggio, burro, latte, uova e carne. L'arteriosclerosi, la più
nota delle malattie del gruppo dell'arteriosclerosi, è
caratterizzata da indurimenti del lume interno delle arterie.
Queste placche (o ateromi) limitano il fluire del sangue e quindi
l'arrivo di ossigeno ed altri nutrimenti alle cellule, da cui i
noti sintomi di mancanza di lucidità mentale
dell'arteriosclerotico. Questi tessuti risultano cicatrizzati e
quindi fragili e possono gonfiarsi e rompersi (aneurismi) o
formare grumi (emboli) che al limite inibiscono del tutto la
circolazione. Ciò può avvenire dovunque: nel cervello abbiamo
il colpo apoplettico o paresi (ictus), al livello di cuore
abbiamo l'attacco cardiaco (morte o necrosi del muscolo non
irrorato, detto infarto). Non è più vero che l'infarto e la
malattia coronarica, come pure le arteriosclerosi in genere,
siano causati dall'invecchiamento: autopsie eseguite su giovani
ventenni e su bimbi deceduti in guerra o per traumi accidentali
dimostrano che questa malattia inizia fin dalla giovane età,
addirittura a due-tre anni! Il processo è lento e impiega anche
una trentina d'anni a manifestare le sue conseguenze. Le placche
sono ricche di colesterolo, una sostanza simile agli ormoni e
presente solo nei cibi di origine animale come carne, uova e
latticini. La causa della lesione iniziale all'arteria alla quale
si va a depositare - come se fosse una cicatrice - l'aretoma è
tuttora sconosciuta ai medici. Sembra assai probabile, anche in
base alla storia alimentare dei soggetti affetti dalla malattia,
che la causa sia da ricercarsi nella mancanza nell'alimentazione
di cibi vegetali fibrosi ed elastici come i vegetali (in
particolare le foglie e i gambi delle verdure). Per verdure ormai
il pubblico intende quasi solo pomodori (molli, acidi e privi di
fibra), patate (prive di azione plastica od elastica) ed insalata
(composta d'acqua all'80-95%). Chi mangia più i broccoli, le
carote, il cavolo, le rape? Sono alimenti del passato, quando
appunto la malattia cardiaca era assai meno comune. L'aspetto di
indurimento, ispessimento è invece - essendo più visibile - ben
documentato anche dalla medicina moderna: l'aretoma è causato
dal troppo colesterolo ingerito ed è favorito dalla vita
sedentaria (che genera ristagno circolatorio), dal fumo, ecc...
E' interessante notare che invece i grassi ad alta densità
lipoproteica (detti HDL) abbassano questi rischi mentre quelli a
bassa densità lipoproteica (detti LDL li aumentano). I primi
sono grassi vegetali (oli di ogni specie) e la parte oleosa di
ogni cereale, legume o vegetale. I secondi sono i grassi saturi o
solidi delle carni o del latte e dei suoi derivati. I grassi
saturi (trigliceridi) aumentano il tasso di colesterolo nel
sangue, per cui mangiare burro, formaggio, latte, panna, manzo,
vitello, maiale, salumi, uova ma anche gelati, cioccolata e
frutta tropicale (unici cibi vegetali che li contengono) aumenta
il rischio di una malattia circolatoria. A temperatura ambiente i
grassi saturi sono solidi. Dopo l'ingestione essi tendono ad
aggregarsi di nuovo in forma solida (la nostra temperatura
interna è di 36 °C, simile all'ambiente esterno) formando
indurimenti mobili e crescenti, tipo aretomi e calcoli. Oggi il
medico raccomanda praticamente a tutti i pazienti di abolire i
grassi o almeno di limitarli ma questo viene recepito dal
pubblico come fare meno fritture. In un litro di
latte intero ci sono 35 gr di grasso e 10 in uno di latte
scremato o magro. Di questi, rispettivamente 20 e 5 sono di
grassi saturi. La proporzione cresce molto quando si usa il latte
in polvere o condensato e più ancora con i latticini: i formaggi
sono per il loro 20-60% costituiti da grassi saturi. Il burro e
il gelato o la panna sono dei veri campioni del genere: fino al
90%. Se la malattia circolatoria fosse l'obiettivo di una gara a
premi, burro, panna, formaggi sarebbero senz'altro sul podio
ex-equo con salumi, insaccati, frittate e carni grasse. In
Occidente le malattie cardiache sono comunque in regressione
leggera ma già significativa: il merito va tutto ad una maggiore
coscienza popolare e alla scoperta individuale che si può
vivere, e meglio, senza o con meno cibi animali. Gli esperimenti
lo confermano: un gruppo di bambini ha una situazione arteriosa
normale mentre un altro gruppo di coetanei presenta casi di
incipiente malattia ateromatosa: la maggioranza dei bambini del
secondo gruppo era stata allattata artificialmente. Il consumo
prolungato di latte e latticini riguarda solo la specie umana e
solo certi Paesi. Non si riscontra l'arteriosclerosi tra gli
animali nutriti solo dal latte della propria madre e tra gli
esseri umani che fanno altrettanto. Quando poi questi ultimi
passassero ad una dieta di tipo occidentale la malattia
comincerebbe a comparire. Nel 1977 la Commissione senatoriale
statunitense proclamava nei suoi Obiettivi dietetici per gli
Stati Uniti la necessità di ridurre il consumo di grassi
animali e cioè di carne, uova latte e derivati. Nel 1982 il
Consiglio statunitense delle ricerche dichiarava per la prima
volta che il fattore più importante per la prevenzione del
cancro era una migliore alimentazione con meno grassi e meno
proteine rispetto a quella americana media. Se siamo obesi,
stanchi, malati forse il primo passo da fare è eliminare o
ridurre i cibi di provenienza animale.
LATTE E MALATTIE DEL CUORE
(Nand Kishore Sharma, da Latte
e formaggio, rischi e allergie per adulti e bambini,
Macroedizioni)
Gli attacchi di cuore improvvisi sono il
dono dei prodotti animali e dei latticini. Il latte è un
'omicida silenzioso' perché provoca malattie che si sviluppano
silenziosamente, senza che la vittima ne abbia la minima
consapevolezza. Abbiamo spesso sentito commenti di questo genere:
Oh! Aveva un così bel aspetto, era robusto forte e molto
attivo, aveva solo 40 o 50 anni, come può essere morto
d'infarto?... Una volta non c'erano laboratori medici,
macchine per l'elettrocardiogramma o apparecchi per misurare la
pressione e nessuno sospettava che il latte e i suoi derivati
fossero degli omicidi silenziosi; oggi il progresso della ricerca
scientifica non solo ha rilevato gli effetti dannosi dei
latticini ma riesce anche a prevenire un gran numero di infarti
con la diagnosi precoce e consigliando di eliminare dalla dieta i
grassi e i prodotti animali. Questi ultimi, compresi i latticini,
sono ben noti per la stretta relazione che hanno con le malattie
del cuore.
Meno infarti dove non si mangiano
latticini
Esiste un rapporto diretto tra consumo di latte e decessi per
infarto. In Cina, in Giappone e in Corea, dove non esiste consumo
di latte, le morti da infarto sono praticamente quasi
sconosciute. Al contrario nei Paesi scandinavi, in Gran Bretagna
e negli Stati Uniti - dove l'industria latteocasearia ha
un'importanza rilevante - l'incidenza delle malattie di cuore è
la più alta del mondo.
I danni del latte sono ormai evidenti
Molti anni fa i medici cominciarono a evidenziare l'importanza
del latte come causa di malattie di cuore ma tale evidenza era
basata principalmente su limitati esperimenti sugli animali. Il
dott. William Dock, un insigne specialista nel campo delle
malattie delle coronarie, ha notato che anche se i giovani
giapponesi sono sottoposti a lunghe ore di lavoro fisico,
risultano relativamente immuni da arteriosclerosi e malattie
delle coronarie che invece stanno diventando sempre più diffuse
e preoccupanti nei Paesi occidentali. I giapponesi non bevono
latte e il dott. Dock crede che questa sia una delle ragioni
della loro immunità a queste due malattie degenerative del
sistema circolatorio. Recenti ricerche hanno provato che il dott.
Dock sta nel giusto nel sospettare il latte come una delle cause
delle malattie di cuore e della circolazione. I ricercatori
medici della Scuola di Medicina dell'Università di Washington
hanno infatti eseguito dal 1940 al 1959 uno studio su centinaia
di autopsie e cartelle cliniche in 10 ospedali degli Stati Uniti
e in 5 dell'Inghilterra. Questa significativa ricerca medica ha
mostrato che negli Stati Uniti la diffusione dell'infarto è più
alta di due volte tra le persone che bevono molto latte rispetto
a chi non ne beve; per la Gran Bretagna il risultato era
praticamente lo stesso.Un resoconto completo sulle conclusioni di
questa ricerca molto importante è stato pubblicato dall'American
Heart Association nell'aprile del 1960. A Derby, in Gran
Bretagna, il possibile effetto dei latticini è stato studiato da
Osborn, un patologo locale, e da Royd House. Essi hanno studiato
più di 2000 morti avvenute in giovani e dovute a trombosi
coronarica e hanno notato, ad esempio, che su 16 casi il solo che
aveva coronarie normali era quello che era stato allattato al
seno.
Grassi del latte e coronarie
L'epidemiologia mostra che i Paesi che consumano più latte sono
quelli che maggiormente soffrono di coronarie. I giapponesi, che
hanno ammazzato la prima mucca per cibo nel 1931, hanno ancora
livelli molto bassi di malattie coronariche nonostante abbiano
più ipertensione e tanta obesità, stress e fumo quanto il resto
del mondo sviluppato; mangiano ancora pochissimi latticini e
usano il pesce, molti cibi vegetali e oli vegetali polinsaturi
come principali risorse di proteine. I giapponesi emigrati negli
Stati Uniti hanno invece iniziato ad adottare sia le abitudini
alimentari che la mortalità coronarica del Paese ospitante. I
vegetariani che evitano tutti i cibi animali, compreso il latte e
le uova, sono più sani degli onnivori (mangiatori di carne) e
hanno meno attacchi di cuore, colpi apoplettici e cancri del seno
e del colon; inoltre i loro bambini crescono bene senza altro
latte che quello della madre. Il burro è, tra i grassi, di gran
lunga il più idrogenato. A causa dell'azione dei microrganismi
durante la ruminazione delle mucche, esso è ricco di acidi
grassi saturi (che fanno aumentare il colesterolo nel sangue) e
di acido stearico (che favorisce le aderenze delle piastrine e di
conseguenza le trombosi). Se si dà il burro alle scimmie esse
sviluppano lesioni alle arterie.
Studi epidemiologici sul latte e le
cardiopatie ischemiche
J.C. Anand ha trovato una relazione, basata sui dati realtivi a
32 Paesi, tra il consumo medio nazionale di proteine del latte e
il tasso nazionale di mortalità da cardiopatie ischemiche . Paul
e Southgate ipotizzano che le proteine del latte e il lattosio
possano essere più dannose del grasso del latte per le
coronarie. Mentre lavorava come praticante in Sud Africa, il
dott. Crouch rimase impressionato (come anche altri) dalla
diversità delle malattie che colpivano i suoi pazienti Bantù e
quelli bianchi e arrivò alla conclusione che il consumo di latte
di mucca fosse la causa più probabile della frequenza delle
cardiopatie ischemiche tra i bianchi.
Benefici accertati di una dieta senza
latticini
In seguito, dopo essere andato in Australia, il dott. Crouch
tentò l'esperimento di raccomandare una dieta senza latte ai
suoi pazienti affetti da cardiopatia ischemica, ottenendo
risultati rapidi e gratificanti. Nel Newquary (Gran Bretagna)
registrò con cura il progresso clinico di 44 casi di cardiopatia
ischemica o ipertesi con una dieta di sei mesi che escludeva
totalmente (eccetto deviazioni occasionali) il latte di mucca e
prodotti bovini, le uova e il pollo: 33 dei 44 pazienti trassero
sollievo totale o parziale dei sintomi, raggiungendo una migliore
tolleranza all'esercizio fisico e/o la riduzione o eliminazione
dei medicinali; 11 pazienti su 14, che inizialmente erano
ipertesi, ebbero un persistente calo di pressione mentre per 2
aumentò; 41 su 44 dimagrirono nonostante la libera assunzione di
zucchero, grassi non animali e cibi fritti.
LATTE E ARTERIOSCLEROSI NEI GIOVANI
ADULTI
(Nand Kishore Sharma, da Latte
e formaggio, rischi e allergie per adulti e bambini,
Macroedizioni)
La relazione tra il consumo di latte e
l'arteriosclerosi è stata dimostrata da una ricerca che ha
incluso uno studio su vari tipi di latte consumati da differenti
gruppi etnici, paragoni sui componenti chimici del latte umano e
del latte di mucca, studi sui princìpi farmacologici e uno
studio sulla disponibilità biologica di certi elementi chimici.
I fondamenti epidemiologici della relazione tra dieta e
arteriosclerosi sono basati su studi sulle popolazioni
migratorie. Keys, Kagental e altri hanno osservato quando una
popolazione geneticamente omogenea ha lasciato il Giappone ed è
emigrata in California: l'incidenza di arteriosclerosi osservata
in questo gruppo è cresciuta portandosi ai livelli prevalenti in
California. Un'altra fonte importante è lo studio monumentale di
Enos, Holmes e Beyer, in cui furono esaminati 300 giovani soldati
americani di età media di 22 anni morti nel 1952 durante la
guerra in Corea. I risultati delle autopsie, che sbalordirono il
mondo medico, mostrarono la formazione di placche nelle coronarie
nel 77,3% dei casi esaminati. Il 5,3% di questi giovani, inoltre,
mostrava già il 90% di occlusione delle coronarie:
un'osservazione sorprendente, considerando che questi uomini
erano attivi fisicamente, capaci di eseguire il loro dovere di
soldati e che non soffrivano di alcuna malattia delle arterie.
Senza dubbio l'arteriosclerosi era presente, ma senza
sintomatologia. Questi studi epidemiologici dovrebbero dar
credito al fatto che l'arteriosclerosi è una malattia che inizia
a comparire in gioventù, non durante la media o la terza età.
Il non prendere in considerazione la sua origine ambientale e la
comparsa in giovane età come premesse nello studio
dell'arteriosclerosi, preluderà un'analisi valida delle cause di
questo processo insidioso. L'arteriosclerosi è una malattia con
un decorso lungo riguardante i tessuti del sistema
cardiovascolare, che però si manifesta in modo diverso in
diverse parti del corpo. Nella dieta si può trovare la causa
delle lesioni ai vasi sanguigni che può culminare in
arteriosclerosi. Si deve ricercare un cibo consumato comunemente
dai giovani che non è consumato universalmente durante la vita
adulta a causa di restrizioni culturali ed economiche. Questo
elimina uova, carne, cereali e grassi, che sono consumati
universalmente anche se in proporzioni diverse. Il latte è un
candidato plausibile: in molti Paesi dell'Oriente il latte non è
per niente consumato perché i pascoli sono scarsi. In contrasto
con l'Oriente, in molti Paesi occidentali il latte è uno dei
cibi fondamentali. Parallelamente si può osservare la diffusione
e distribuzione delle malattie arteriosclerotiche che sono molto
più rare in Oriente che nei Paesi occidentali.
FORMAGGI E COLESTEROLO
(Ferro Ledvinka, da Latte
& Formaggio, Rischi e alternative, Il Giornale per la
protezione della salute, numero 3, settembre 1996)
Parlando del formaggio, possiamo
distinguerne due tipi: a) un formaggio più molle, più
liquido, con meno sale; b) un formaggio più secco,
asciutto, con più sale. I grassi contenuti sono i medesimi,
quindi non illudiamoci che il formaggio più asciutto contenga
meno grassi. La quantità di grasso non è in relazione con
l'apparenza del formaggio: ci possono essere formaggi molli molto
grassi o molto magri e formaggi secchi più o meno grassi. Il
danno del formaggio è dato dai grassi e dalle lipoproteine,
cioè dal colesterolo, che si divide in due tipi: quello chiamato
HDL, che il corpo utilizza e che può eliminare se in eccesso
(esso è prodotto direttamente dal nostro corpo e una sua parte
viene impiegata nella produzione di steroidi e ormoni vari);
quello chiamato LDL, che si deposita se assunto in eccesso
poiché il nostro corpo ha scarse capacita di eliminarlo. Anche
se mangiamo molto pane o pasta trasformiamo i carboidrati in
eccesso in zuccheri e grassi che vengono accumulati nel corpo; ma
in questo caso il fegato è capace di scioglierli, riprocessarli
e utilizzarli, in parte come grassi e in parte come carboidrati.
Il nostro corpo non sa invece utilizzare il colesterolo LDL: una
volta depositato, esso resta per sempre nelle arterie e negli
organi e questo elemento tossico è il dramma di 300.000 persone
che ogni anno muoiono di infarto. Gli squilibri e le
intossicazioni che accumuliamo nelle nostre cellule non sono
causate solo dal formaggio. C'è anche il colesterolo derivato
dalla carne di maiale, ci sono acidi grassi, grassi pesanti
derivati da vari oli (fritti, cotti), eccessi di proteine, sale,
cibi secchi, eccessi di cibi raffinati, ecc... Anche i
carboidrati, gli zuccheri o il miele assunti in eccesso vengono
trasformati a loro volta in grassi. Abbiamo quindi dei composti
di vario tipo di grasso combinati con differenti sali minerali e
con diverse proteine: un amalgama di vari costituenti. Ciò
significa che non è possibile trovare un solo elemento, un acido
o un alcale che sciolga tale composto: è necessario aggredirlo
da vari punti. Per riportare il corpo a una funzionalità normale
non basta un rimedio solo, ci devono essere molti fattori che
concorrono per ripristinarla. Questi comprendono i lavaggi
quotidiani, l'alimentazione, la ginnastica, la respirazione, il
volersi bene e tutte le attività che stimolino il corpo a vivere
in maniera più completa , che lo indirizzino alle emozioni più
positive, alla creatività, alla gioia, alla vitalità. La prima
e più semplice risposta per eliminare i depositi dei formaggi è
comunque quella di non consumarne più. Secondo, appena noi
decidiamo di interromperne l'assunzione dobbiamo sostituirlo con
qualcosa: abbiate quindi a disposizione tutta una varietà di
grassi vegetali che non contengono colesterolo. Dopo qualche
mese, mangiando un piatto di cime di rapa o una minestra di
fagioli, vi sembrerà di sentire il gusto del formaggio. Questo
significa che stiamo iniziando a scaricare il formaggio dal
nostro organismo. Il corpo, cioè, eliminando il formaggio ne
chiede dell'altro in sostituzione; il suo equilibrio tra
proteine, fluidi, grassi e minerali sta subendo un cambiamento.
Se il corpo richiede grassi più proteine noi possiamo
sicuramente dargli grassi più proteine vegetali, come ad esempio
mandorle, arachidi, sesamo, semi di girasole e altri semi
oleaginosi che contengono grassi e proteine animali non combinati
con il colesterolo. Ci sono degli acidi grassi, come l'acido
linoleico e l'acido linolenico, che sono ritenuti efficaci per
sciogliere il colesterolo. Un altro elemento che ci aiuta a
sciogliere il colesterolo sono le lecitine di soia che si trovano
in tutti i tipi di fagioli e che legandosi ai depositi di
colesterolo accelerano il processo di eliminazione. La bile è
uno di quegli agenti che depurano il fegato dal colesterolo;
sempre che il fegato sia ancora attivo e la bile sana, fluida,
ricca di sali minerali. Nel caso che assieme al colesterolo
arrivino nel fegato cibi come patate, spinaci, melanzane o
bietole, il colesterolo che è stato disciolto dalla bile
precipita in parte nel sacchetto biliare, sotto forma di granuli
che si depositano e che possono causare intasamento biliare. La
bile sana è in grado di procedere all'eliminazione del
colesterolo; quindi anche nel caso di assunzione di proteine
animali - e sempre che il nostro fegato non sia intasato da
eccessi di pane, biscotti e formaggi - il fegato lega il
colesterolo alla bile e lo elimina attraverso l'intestino. E'
quindi l'errata combinazione alimentare a determinare una
situazione di rallentamento delle funzioni depurative e
contemporaneamente ad accrescere la concentrazione di deposito
negli organi.
LATTE E CARIE DENTALI
(Nand Kishore Sharma, da Latte
e formaggio, rischi e allergie per adulti e bambini,
Macroedizioni)
Il dott. Sim Wallace, un esperto dentista,
nel suo libro La fisiologia dell'igiene orale afferma che
nei Paesi dove si consuma latte e zucchero si ha un forte tasso
di carie dentale nelle classi che consumano di più questo cibo,
nonostante il loro contenuto in vitamine. Sembrerebbe che ormai i
dietologi debbano riconoscere che l'igiene della bocca non è
assicurata dal latte. Questo, insieme a molti altri cibi che
ricadono nella stessa categoria, sono esempi delle cose che non
dovrebbero essere raccomandate a nessuno che desidera denti sani
e una buona igiene orale. Studi antropologici sulle popolazioni
primitive e altre civiltà provano chiaramente che il latte dopo
lo svezzamento non è necessario né desiderabile. La maggior
parte di queste popolazioni che non hanno mai bevuto latte
(polinesiani, indios maya, esquimesi) sono in salute con la loro
dieta nativa e tra loro la carie dentale è una rarità.
Certamente questo indica che il latte non può bloccare (e di
fatto non blocca) la carie dentale. Il dott. Brunn - un dentista
che ha speso anni in ricerca esaminando le condizioni della bocca
dei bambini in Danimarca, Inghilterra, Svezia, Svizzera e Sud
America - ha trovato che nelle bocche dei bambini che bevono
latte il residuo lasciato dal latte forma una caglio intorno ai
denti e alle gengive che probabilmente è una delle cause della
carie dentale.
GUIDA AL LATTE NASCOSTO
(Latte & Formaggio,
rischi e alternative, Il Giornale per la protezione della
salute, numero 3, settembre 1996)
Tutti noi abbiamo poca coscienza di quello
che realmente passa dai nostri piatti per finire nei nostri
stomaci. Per esempio, i consumatori abituali di prosciutto sono
convinti di non mangiare carne perché non vedono mai una
bistecca e vi è chi pensa di seguire una dieta senza sale anche
quando cosparge di parmigiano i suoi spaghetti insipidi. A
beneficio di noi tutti distratti, abbiamo preparato un elenco dei
cibi che in varia misura e in modo più o meno celato contengono
latte. Nel caso di prodotti dell'industria si tratta di latte in
polvere. Siccome il latte inacidisce, tutti i prodotti
industriali (pasticceria, merendine, prodotti da forno, gelati,
ecc...) che lo contengono hanno bisogno di conservanti e additivi
vari. Lo stesso vale per i cosmetici: quelli senza latte sono i
più naturali. Probabilmente questo elenco è tutt'altro che
completo. Cibi che contengono latte: tutti i tipi
di formaggio,
yogurt, gelato, cappuccino, Nutella, budini, frappé,
frullati, burro, alcune interpretazioni del pesto alla genovese,
ravioli e tortelli 'di magro', lasagne e cannelloni al forno,
sformati e soufflé, salsa besciamella, gnocchi, purè di patate,
pizza e calzoni, panini toast e tramezzini, alcuni prodotti
precotti da infornare per fare focacce e simili, panna,
mascarpone, quasi totalità della pasticceria (anche quella
secca), merendine, biscotti, cioccolata al latte, certo
scatolame, salse e manicaretti particolari o esotici che si
trovano nei supermercati, mortadella, würstel, prosciutto cotto.
INTOLLERANZA AL LATTE
(Roberto Marocchesi, da Latte
& Formaggio, rischi e alternative, Il Giornale per la
protezione della salute, numero 3, settembre 1996)
I popoli del Terzo mondo, i neri d'America,
gli estremo-orientali e da noi anche la popolazione delle aree
agricole non padane né alpine nonché di tutto il Mezzogiorno,
non digeriscono il latte. Questa intolleranza venne individuata e
descritta con enorme ritardo nei circoli scientifici a partire
dal 1958. Vi sono quattro tipi di intolleranza al latte:
L'intolleranza al lattosio
.Questa
insofferenza biologica al latte veniva motivata non col
rifiuto dell'organismo per il latte `in toto' ma per una
sua intolleranza allo zucchero disaccaride in esso
contenuto, il lattosio. La scissione per idrolisi del
lattosio avviene a livello delle cellule epiteliali
dell'intestino ad opera dell'enzima lattasi: ne derivano
due zuccheri semplici (glucosio e galattosio) che
attraversano la parete intestinale ed entrano in circolo.
Coloro che non tollerano il latte presentano diarrea,
gonfiore, gas, vomito e altri sintomi: il glucosio non
digerito, infatti, causa questi effetti per mancanza di
lattasi. Questo deficit di lattasi è presente al 70-90%
nei gruppi asiatici, negri e pellerossa americani, arabi,
messicani e pakistani. Tra questi popoli - come tra tutti
i lattosio intolleranti - il fenomeno si verifica
soprattutto in età adulta. Il che dimostra come l'uso di
latticini per tutta la vita, praticato in Occidente, sia
una vera e propria forzatura biologica;
L'intolleranza alle
proteine del latte vaccino
. Essa riguarda
soprattutto le betalattoglobuline, la lattoalbumina e la
caseina. In passato, una delle cause più frequenti
dell'insorgere di questa allergia è stata l'abitudine di
somministrare latte animale in attesa della montata
lattea materna oppure l'uso di latte vaccino durante una
infiammazione intestinale. I sintomi sono immediati e
spesso gravi: gonfiore, diarrea, pallore, coliche,
persino anemia causata da emorragie interne. Non mancano
episodi polmonari e sono comunissime le malattie della
pelle, un tentativo del corpo di scaricare le sostanze
indesiderate: nella medicina tradizionale cinese la pelle
è l'organo superficiale in sintonia complementare ai
polmoni. Le spiegazioni scientifiche di questa
sensibilità sono:
- eccesso dall'infanzia di
proteine nella dieta;
- incompleto sviluppo della
barriera intestinale;
- deficit di immunoglobulina
A (carente se non si è stati allattati al
seno);
- malattie enteriche che
hanno danneggiato i microvilli e ridotto
l'azione enzimatica sulle proteine ingerite;
L'intolleranza psicogena
,
cioè la pura e semplice avversione da disgusto;
L'intolleranza causata da
inquinamento batterico o chimico
in un latte
industrialmente trattato e non ben pastorizzato.
ALLERGIA AL LATTOSIO DEL LATTE VACCINO
(Hernan Aihara, da Latte
e formaggio, rischi e allergie per adulti e bambini,
Macroedizioni)
Il numero di ottobre 1996 della rivista Time
riferisce: "Innumerevoli pazienti che soffrono di ulcera
gastrica vengono messi ad una dieta ricca di latte e panna. Se
poi accusano dolori e crampi addominali, nausea e diarrea,
disturbi assai peggiori di quelli di cui soffrivano in partenza,
vengono messi ad una dieta più leggera, il che significa con
più latte. Se tali pazienti evitano di bere tutto quel latte ed
i loro sintomi si attenuano, di solito la cosa viene spiegata con
la conclusione che costoro sono allergici al latte. Due medici
dell'Università del Colorado hanno affermato nel Journal of
the AMA che questa non è la spiegazione giusta e che il
disturbo deve essere più probabilmente dovuto a una carenza
dell'enzima necessario per digerire il latte (lattasi) e che per
simili pazienti più latte significa solo un disagio maggiore.
Per potere usare il lattosio come fonte di energia il corpo deve
prima scinderlo in due zuccheri più semplici: il glucosio e il
galattosio. L'enzima che provoca questa scissione è la lattasi.
E' nei piani della natura che i bambini vivano di latte e la
mancanza di lattasi è fortunatamente molto rara nei neonati,
benché aumenti man mano che crescono". Un articolo del New
York Times, intitolato Un avvertimento dei medici
sull'intolleranza del latte, riferisce: "Scienziati
americani ed australiani sono arrivati con i loro studi alla
conclusione che la gran massa della popolazione adulta non bianca
del mondo probabilmente non tollera il latte. Gli scienziati
hanno dichiarato che le loro ricerche avevano fatto sorgere seri
dubbi sull'opportunità di inviare latte in polvere in Africa e
in Asia per nutrire popolazioni sottonutrite. Hanno inoltre detto
che - anche se i bambini non bianchi sembrano in grado di
digerire il latte - spesso iniziava a svilupparsi una scarsa
tolleranza a questo prodotto durante l'adolescenza, per diventare
definitiva nell'età adulta". In un rapporto pubblicato sul Journal
of Science i dottori Shi-Shong Hung e Theodore M. Bayless
della Johns Hopkins University Medical School hanno detto che
l'intolleranza al latte è apparentemente dovuta alla mancanza di
un enzima, la lattasi. L'enzima è necessario per digerire lo
zucchero del latte, il lattosio. La lattasi è prodotta dal
rivestimento interno dell'intestino tenue. Le conseguenze
dell'intolleranza al latte variano alquanto da persona a persona
ma abitualmente si manifestano gonfiori addominali, crampi e
diarrea dopo l'assunzione di più di un bicchiere di latte. In
base agli studi fatti all'Università di Baltimora, su 20 adulti
orientali sani che vivono negli Stati Uniti ben 19 non possono
tollerare né latte né lattosio. Uno studio precedente degli
scienziati della Johns Hopkins dimostra che circa il 70% dei
negri americani adulti era incapace di digerire il latte. Una
percentuale simile di intolleranza al latte è stata riscontrata
tra i neri in Uganda. Chi non tollera il latte è dunque
probabilmente più sano di chi non ha nessun problema a berlo.
L'adulto non è nelle giuste condizioni per bere latte,
soprattutto se quello di un'altra specie animale. Gli studiosi,
in conseguenza dei loro studi analitici, hanno dimenticato il
più fondamentale principio di vita.
IL CALCIO DEL LATTE E' DANNOSO
(Nand Kishore Sharma,
Latte e formaggio, rischi e allergie per adulti e bambini,
Macroedizioni)
Il calcio è una pericolosa mania nata tra
i medici e tra la gente, responsabile della prosperità delle
industrie latteo-casearie. Osserviamo in che modo siamo presi in
giro.
Nessuna specie al mondo si è mai
preoccupata del calcio né della mancanza di calcio.
Durante l'infanzia il calcio viene fornito dal latte
materno, dopo lo svezzamento i carnivori ricavano calcio
dagli animali predati e gli erbivori dal regno vegetale.
Nessun animale lo riceve dai derivati del latte.
L'assimilazione di calcio nel corpo
umano avviene solo quando è in rapporto 2:1 con il
fosforo. Nessun latte animale ha questo rapporto, perciò
nell'uomo non avviene nessuna assimilazione di calcio
(dott. Frank Oski, pediatra, New York).
Da dove prende il calcio il vitello, i
cui bisogni di tale minerale sono molto più alti di
quello dell'uomo?
Come può essere adatto all'uomo il
calcio del latte di mucca che è stato creato per il
vitello? Vuol dire che qualsiasi cosa contenga calcio
può essere consumata dall'uomo anche se è una pianta
velenosa, carne o latte?
Se il calcio serve allo sviluppo delle
ossa e alla crescita fisica, perché abbiamo bisogno di
calcio anche quando la crescita è completa? Il bisogno
di calcio non si riduce dopo la maturità? Nessun dubbio,
sarà depositato nei vari organi (arterie, articolazioni)
o espulso, sovraccaricando così gli organi escretori in
modo da esaurirli o squilibrarli.
Il calcio è necessario per la propagazione
degli impulsi nervosi, costituisce un elemento utile per tenere
insieme le cellule dei tessuti del corpo, contribuisce a
mantenere regolare il battito cardiaco, è fondamentale per la
salute di ossa e denti. E' naturale chiedersi come si fa ad avere
calcio a sufficienza se non si beve latte e non si mangiano
latticini. Prima di tutto, serve solo una piccola quantità di
calcio per far fronte a tutte queste funzioni vitali.
L'assimilazione del calcio nel corpo è controllata dalle
ghiandole endocrine e il corpo può ricavare tutto il calcio di
cui ha bisogno da una dieta sana e naturale. La questione, in
definitiva, non è sul modo di aumentare la quantità di calcio
assunta ma piuttosto su cosa trattiene o espelle il calcio dal
nostro organismo. Il calcio si trova in tutti i cibi che crescono
sulla terra. Essi forniscono facilmente sufficienti quantità di
calcio per far fronte alle necessità sia dei bambini in fase di
crescita che degli adulti. Le piante assorbono il calcio dal
terreno e lo incorporano nella loro struttura. E' stato stabilito
chiaramente che i vegetali a foglia verde sono una fonte primaria
di calcio utilizzabile nella nutrizione umana. Ma hanno calcio a
sufficienza anche le noci e i semi crudi, i cereali, la frutta
fresca, la frutta secca e le verdure.
ALLEVAMENTI INTENSIVI: LA POMPA DA LATTE
A QUATTRO ZAMPE
(Paolo Antognetti, da Latte
e formaggio, rischi e allergie per adulti e bambini,
Macroedizioni)
La mucca è considerata dall'industria
casearia solo una pompa da latte a quattro zampe, una macchina
per produrre latte a scopo di lucro: ovvero, massima produzione
al minimo costo. La grande industria lattiero-casearia si vanta
di essere riuscita, con i moderni mezzi messi a disposizione
dalla tecnologia e dalla genetica, a far produrre alle mucche di
oggi tre volte più latte rispetto alle loro antenate. Non
vengono però menzionate le sofferenze inflitte alle povere,
mansuete mucche: le poppe sono larghe e tese dal troppo latte
succhiato via inesorabilmente da ogni pompa, esse sono sempre
incinte, prigioniere in cubicoli di cemento, spesso col pavimento
metallico, incatenate e senza possibilità di muoversi. Questa
vita così innaturale rende le mucche nervose, per cui vengono
riempite di antibiotici (per non menzionare gli ormoni per la
produzione di latte). Nonostante questi sforzi la povera mucca
crudelmente spremuta sopravvive solo pochi anni, mentre le mucche
ruminanti di un tempo vivevano fino a 20-25 anni. Prima di
morire, però, la mucca è stata ancora in grado di procreare un
certo numero di figli e figlie, che però non può nemmeno
vedere. Le vengono infatti tolti subito dopo la nascita e, se si
tratta di figlie, seguiranno il suo destino di pompe da latte a
quattro zampe; se invece sono vitellini, vengono subito venduti
per essere trasformati nel giro di qualche mese nelle
"fettine di vitello" dalla polpa tenera e rosata.
L'ALLATTAMENTO AL SENO CONVIENE
(Robert S. Mendelsohn, da Latte
e formaggio, rischi e allergie per adulti e bambini,
Macroedizioni)
Il contributo più importante per la salute
futura del vostro bambino sta nell'attenzione che prestate alla
vostra dieta durante la gravidanza e alla corretta alimentazione
del vostro bambino dopo la nascita. Siccome i pediatri ne sanno
poco e tanto meno sono interessati alla nutrizione, ogni donna
deve diventare un'esperta su quello che riguarda il proprio
bambino. La vostra prima e più importante decisione in fatto di
nutrizione - se allattare o meno il bambino al seno - deciderà
della sua salute e del suo sviluppo nell'infanzia e per il resto
della sua vita. L'allattamento al seno pone le basi per una sana
crescita fisica ed emotiva e produce anche molti benefici effetti
sia su di voi che sul vostro bambino. Il latte materno si è
dimostrato per milioni di anni il migliore nutrimento per i
neonati perché è il cibo perfetto della natura. Fornisce al
bambino tutte le sostanze nutritive di cui ha bisogno per una
crescita sana almeno per i primi sei mesi di vita e tutte le
autorità in campo nutritivo e pediatrico confermano la sua
superiorità sia sul latte in polvere che sul latte vaccino. Il
latte di mucca, infatti, non contiene abbastanza ferro e non lo
si dovrebbe dare ai bambini, per lo meno nei primi sei mesi di
vita. Anche dopo dovrebbe essere introdotto nella dieta con
estrema cautela poiché molti bambini sono allergici al latte di
mucca. Si presume che questa sia la causa potenziale di molte
malattie. Anche l'alimentazione con latte in polvere è meno
soddisfacente dal punto di vista nutritivo. Se allattate il
vostro bambino non c'è alcun pericolo che alcuni elementi
nutritivi essenziali manchino al vostro latte, lo stesso non si
può dire per i latti istantanei. Nutrire i bambini con il latte
nel biberon li predispone inoltre ad obesità a causa della
carenza di giuste proporzioni tra gli ingredienti. Il latte umano
ha un contenuto di proteine dell'1,36%: il latte vaccino e i
latti in polvere ne contengono il 3,3% o più. Per questo motivo
uno studio su 250 lattanti di sei settimane ha rilevato che il
60% dei bambini nutriti col biberon era sovrappeso, contro il 19%
di quelli allattati al seno. L'eccesso di proteine sovraccarica
indebitamente i reni ed alcuni bambini prendono peso più in
fretta perché trattengono più liquidi. Inoltre, i bambini
allattati col biberon sono nutriti in dosi prestabilite e ad ogni
pasto viene data loro una certa quantità di latte. Troppo spesso
le madri sentono di dover incoraggiare il bimbo a bere tutto il
latte del biberon, dandogliene magari 200 grammi quando 150 gli
basterebbero. Un bambino allattato al seno riceve inoltre dal
latte della madre una naturale immunità ad allergie ed
infezioni, negate invece ai bambini nutriti col biberon. Il latte
della madre contiene sostanze uniche che inibiscono lo sviluppo
di batteri e virus, proteggendo il vostro bambino dalle malattie
proprio durante i mesi più rischiosi della sua vita. Il legame
madre-bambino è essenziale per lo sviluppo emotivo del vostro
bambino e dà anche a voi ricompense emotive. Nutrire il bambino
allattandolo è il modo ideale per stabilire questo legame
praticamente quasi dal momento della nascita. A meno che non vi
siano stati somministrati troppi farmaci durante il parto (cosa
di cui risente anche il bambino), il suo desiderio di essere
allattato giunge al suo apice 20-30 minuti dopo la nascita. Da
quel momento in poi dovrebbe essere nutrito ogni volta che ne
manifesti il desiderio, il che potrebbe anche accadere una
ventina di volte al giorno. Le ricompense emotive e psicologiche
dell'allattamento non possono essere sottovalutate. Il dottor
Grantly Dick-Read, considerato il padre del movimento della
nascita naturale, dice: Il bambino appena nato ha solo
bisogno di tre cose: il calore tra le braccia della madre, il
nutrimento dal suo seno e la sicurezza nella consapevolezza della
sua presenza. L'allattamento al seno soddisfa tutte e tre queste
sue necessità. I neonati dovrebbero essere nutriti quando
hanno fame e non in base a qualche tabella arbitraria. L'appetito
del vostro bambino è regolato dal suo bisogno di cibo e non
dall'orologio della nursery. Se il vostro bambino è nato in
ospedale cercate di ottenere il permesso di tenervelo in camera,
in modo da poterlo allattare ogni volta che lo desidera. Se ciò
non è permesso chiedete che ve lo portino quando ha fame e non
ogni quattro ore. Pregate anche il vostro dottore perché insista
che non venga dato al bambino alcun nutrimento supplementare.
Alcune infermiere non possono resistere alla tentazione di
mettergli in bocca un biberon quando piange, anche se il bambino
è già stato allattato. Questo gli toglierà l'appetito per
quando lo allatterete, perciò insistete con le infermiere di
portarvelo subito quando piange. Cominciate ad allattare il
vostro bambino pochi minuti dopo il parto: questo vi aiuterà a
prevenire eventuali emorragie poiché la suzione provocherà la
contrazione dell'utero, affrettandone il ritorno alle normali
condizioni e riducendo così il flusso di sangue. Le madri che
allattano riescono a ritornare al loro peso normale più
facilmente di quelle che abbandonano questa fase del ciclo
riproduttivo ricorrendo all'allattamento artificiale. Normalmente
circa quattro chili del peso che la madre prende durante la
gravidanza sono di grasso che si pensa venga accumulato per darle
la possibilità di produrre latte per il suo bambino dopo la sua
nascita. Se allattate, questo grasso in eccesso viene consumato
durante questa fase. Se non succede, devono essere prese misure
'eroiche' per ritornare al vostro peso normale. Le madri mi
domandano spesso quante volte devono allattare i bimbi, per
quanto tempo e quanto debbano mangiare. La risposta che d -
sia che il vostro bambino sia alimentato al seno o col biberon -
è che sia il bambino a deciderlo. Allattatelo quando sembra
nervoso, lasciatelo succhiare e non vi preoccupate se mangia
troppo o troppo poco. Il bambino succhia l'80-90% del latte a
disposizione in circa quattro minuti di suzione a ciascun seno.
Comunque è consigliabile tenercelo più a lungo per ragioni
emotive e per stimolare la produzione del latte. L'atto di
allattare, anche quando c'è poco latte, ne stimola la
produzione. Se limitate il periodo di allattamento o se non
allattate il bambino abbastanza spesso, la produzione di latte si
potrà ridurre a tal punto che non potrete più soddisfare le
esigenze del bambino. Le ragioni emotive che vi possono spingere
a prolungare il periodo dell'allattamento sono molto importanti.
Alcune madri vengono anche intimidite dall'idea che
l'allattamento al seno sia una seccatura, scomodo e poco pratico.
Senza dubbio molte madri la pensano così ma, in base alla mia
esperienza, una volta che hanno provato i piaceri
dell'allattamento cambiano rapidamente idea. Allattare è dunque
una necessità per la madre e il bambino, legati entrambi nel
periodo post-natale da un meraviglioso e crescente rapporto di
amore e da una interdipendenza reciproca estremamente ripagante.
EFFETTI DANNOSI DEL LATTE DI MUCCA SU
NEONATI E BAMBINI
(Nand Kishore Sharma, da
Latte e formaggio, rischi e allergie per adulti e bambini,
Macroedizioni)
Proteine in eccesso
Il bambino alimentato con latte di mucca o di bufala, con un
consumo da 1 a 1,5 litri al giorno, assume quasi 40-60 gr di
proteine. Il neonato che pesa sui 6-7 kg prende ogni giorno 7-8
gr di proteine per kg di peso corporeo, invece del normale
fabbisogno di 1,8 gr. Questa condizione particolare porta ad una
sindrome da eccesso di proteine. Il bambino che ha un appetito
eccessivo, che piange molto, che ha coliche intestinali, che
vuole sempre latte e che ha dilatazioni intestinali è costipato
e ha feci voluminose, dure e nauseanti e produce una gran
quantità di urina maleodorante. Questi bambini sottonutriti
talvolta possono pesare - all'età di 10-12 mesi - circa 6 kg
contro i previsti 9-10 kg.
Danni per il fegato
Il bambino ha un ingrossamento marcato del fegato a causa
dell'eccessivo carico di grasso e di proteine.
Danni al cuore
Troppe proteine portano a effetti avversi nel metabolismo del
corpo, con il risultato che il bambino ha un'evidente
tachicardia, vale a dire un battito cardiaco molto veloce e una
respirazione molto rapida e faticosa. Talvolta c'è un
ingrossamento del cuore che probabilmente è causato dalla
ritenzione di sodio nel sangue, perché il latte di mucca o di
bufala contiene 3-4 volte più cloruro di sodio del latte umano.
Perdita di peso
I più grandi svantaggi derivanti da un eccesso di proteine sono
la perdita di peso e la mancata crescita, nonostante il bambino
assuma molte calorie da molto cibo non equilibrato. Questa
situazione può essere peggiorata dall'aggiunta di alimenti come
uova, pollo, pesce e altri poiché essi aggiungono alla dieta un
ulteriore carico di proteine. La dieta è così molto sbilanciata
perché contiene troppe proteine, troppi grassi e, di solito,
pochi carboidrati.
Alto tasso di urea nel sangue
Una grande quantità di proteine nella dieta comporta un livello
troppo alto di urea nel sangue, un aumento nel sangue del livello
di ammoniaca, acidosi e disturbi nell'equilibrio elettrolitico.
Livelli alti di ammoniaca nel sangue sono pericolosi perché
possono produrre danni al cervello, soprattutto in quello dei
neonati. Nei bambini che alla nascita pesavano poco questa
condizione è descritta come iperammoniemia
nutrizionale. Alcuni scienziati americani hanno osservato
la crescita dei bambini che erano sottopeso alla nascita e a cui
era stata data una dieta con molte proteine nel periodo neonatale
e nell'infanzia: essi hanno potuto riscontrare che i progressi di
questi bambini a scuola, anche all'età di 7 anni, erano più
lenti. Un tale effetto contrario allo sviluppo intellettuale dei
bambini è stato riportato anche dal gruppo medico del Bombay
Medical Hospital (dott. P.M. Udani, pediatra).
Anemia
Il latte di mucca provoca anche l'anemia, da moderata a grave, a
causa della mancanza di ferro. I bambini alimentati con latte di
mucca hanno i valori dell'emoglobulina da 3 a 8 g/dl, cioè dal
25% al 60% in meno rispetto ai valori normali. Il latte è
inoltre povero di iodio e di ferro ma i bambini nascono con una
grande riserva di ferro nel fegato. Il dott. Rosamond elenca i
seguenti sintomi tipici di un eccessivo consumo di latte vaccino
nei bambini: pallore anemico, stitichezza, irritabilità, rifiuto
del cibo (e la madre insiste con più latte), sonno agitato,
incubi, enuresi e in qualche caso un certo appetito per sostanze
anomale come la sporcizia. Il dott. Albert S. Schwarts,
professore assistente di Clinica medica all'Università di
Washington, ha evidenziato che tra i bambini che fanno un gran
consumo di latte le anemie nutrizionali sono più comuni.
Tetania
La tetania è una sindrome per cui un bambino ha delle
convulsioni dovute a un basso tasso di calcio nel sangue. Il
bambino che fa un gran consumo di latte di mucca assume una gran
quantità di fosforo e soffre di quella che è stata descritta
come convulsioni iperfosfatemiche ipocalcemiche.
Poiché il latte di mucca è povero di vitamina D, questa
condizione è ulteriormente aggravata se il bambino soffre di
rachitismo.
Scarsa assimilazione dei minerali
Il latte umano forma invece una piccola massa soffice e
flocculosa che è di facile digeribilità. Il latte vaccino forma
invece un grande caglio duro che è difficile da digerire per il
bambino. I minerali del latte di mucca non sono quindi
prontamente assimilati dal bambino cosicché un terzo di questi
va a finire nell'intestino per essere poi eliminato.
Carenza di carboidrati
Con il latte di mucca il bambino ha un apporto di carboidrati non
sufficiente, troppe proteine e troppo grasso. Esistono varie
sindromi che possono presentarsi nei bambini alimentati con il
latte di mucca ma non in bambini allattati al seno.
Problemi gastrointestinali
L'intestino è l'organo più frequentemente coinvolto nel vomito
infantile. Entro un'ora dall'ingestione di latte di mucca il
bambino può presentare il vomito, anche come in un'ostruzione
acuta o stenosi pilorica. Negli studi pubblicati è riportata
un'incidenza del vomito dal 25% al 30% dei casi.
Diarrea
La diarrea è comunemente presente nel 25-75% dei casi e può
essere di intensità variabile. Quando ne deriva un danno grave
alla mucosa intestinale può presentarsi una deficienza
secondaria di lattasi, una cattiva assimilazione, deficienze di
crescita, steatorrea (perdita di grassi dall'intestino) ed
emorragie occulte.
Dolori e coliche
Questi sono sintomi comuni. Possono variare di intensità e sono
associati a pianto eccessivo, movimento delle gambe dopo il pasto
e mancanza di sonno. Più il bambino riceve e più urla. Vaghi
dolori addominali nei bambini più grandi possono essere dovuti
ad allergie al latte e, qualche volta, a problemi emotivi.
LATTICINI E MALATTIE
(Nand Kishore Sharma, da Latte
e formaggio, rischi e allergie per adulti e bambini,
Macroedizioni)
Calcoli renali e latticini
I calcoli renali dipendono principalmente dall'eccesso di calcio
nel latte. I calcoli renali sono così comuni nel mondo
occidentale che si stima che 12 persone su 100 avranno almeno un
calcolo nella loro vita. Un africano che vive invece in
condizioni tribali raramente ne è affetto: la malattia, ad
esempio, è quasi sconosciuta nella tribù Bantù. Se l'urina è
sovrassatura di sali di calcio provoca precipitazioni e
cristallizzazioni. Questi cristalli possono rimanere intrappolati
negli stretti tubuli renali e, di conseguenza, crescono fino a
formare calcoli (Robertson e Peacock). Robertson e altri hanno
dimostrato la correlazione tra l'incidenza annuale di calcoli, il
reddito nazionale pro-capite e il consumo pro-capite di proteine
animali in Gran Bretagna e negli altri Paesi sviluppati. Lo
stesso gruppo di ricercatori ha anche mostrato un aumento di
fattori di rischio per la formazione di calcoli nelle urine in
seguito a una dieta con molte proteine e calcio (di cui, ad
esempio, è molto ricco il formaggio). Il dott. Philip H.
Henneman ha notato che i calcoli ai reni si presentano spesso in
persone che bevono un quarto di litro di latte al giorno e ha
inoltre trovato che queste stesse persone non hanno più avuto
calcoli renali dopo avere smesso il consumo di latte. Il dott.
Prein, professore di urologia alla famosa Università di Medicina
di Boston, ha fatto un esame completo di 1.000 calcoli renali,
scoprendo che il 90% di questi conteneva calcio. Egli ritiene che
l'assunzione di troppo calcio, cioè di cibi come il latte e il
formaggio, possa essere una delle cause dei calcoli renali. Ci
sono diversi fattori dietetici che contribuiscono alla formazione
di calcoli: le proteine animali, i carboidrati raffinati, i
legumi (se mangiati in eccesso), diete con poche fibre, l'acqua,
le vitamine, l'alcool. Il latte rimane però il principale tra
essi.
Calcoli alla cistifellea
I calcoli alla cistifellea sono fondamentalmente causati da un
alto consumo di grassi, soprattutto di quelli riscaldati come il
burro, i grassi idrogenati (margarina) e gli oli fritti. Un'alta
percentuale di persone con i calcoli alla cistifellea non ha
dolori e di solito questi si scoprono durante l'autopsia o le
analisi. Per le donne è maggiore la probabilità di averli:
nella maggior parte dei Paesi occidentali circa una donna su 8
soffre di questi calcoli che si formano silenziosamente e vengono
scoperti accidentalmente. Spesso vengono così diagnosticati
molto tardi perché sopraggiungono un ittero, un cancro alla
cistifellea o al fegato oppure delle coliche molto dolorose. Il
tipo più comune di calcoli è costituito per la maggior parte di
colesterolo. Pertanto, più colesterolo c'è nella bile e più
alta è la tendenza al formarsi dei calcoli alla cistifellea.
Latte e asma
Un bevitore di latte non potrà mai riuscire a guarire dall'asma.
Gli asmatici di solito sono dei grandi bevitori di latte. Né i
pazienti né i medici hanno saputo riconoscere i dannosi effetti
del latte sull'asma e i primi muoiono di asma pensando che non
c'è una cura e senza capire quale è il vero responsabile della
malattia. Escludendo dalla dieta il latte e i latticini i casi di
asma possono migliorare immediatamente. Lo sviluppo dell'asma è
infatti causato dalla capacità di questo alimento di produrre
allergie e muco. I medici allopatici e ayurvedici inducono i loro
pazienti malati di asma a drogarsi con alte dosi di latte e in
questo modo li spingono nella tomba invece di curarli. Molti
pazienti, escludendo i latticini dalla loro dieta, sono invece
guariti completamente o hanno comunque tratto un certo sollievo
dopo tanti anni di problemi respiratori. Pratiche salutistiche
come respirare aria fresca, fare esercizio fisico, praticare
tecniche di rilassamento e seguire un semplice regime dietetico
naturale hanno infatti eliminato per alcuni giorni spessi e
collosi depositi di muco. Tale eliminazione libera il petto e
l'affanno sparisce, ma l'asma può subito ritornare se si
riprende il consumo di latticini e uno stile errato di vita.
Latte e malattie gastrointestinali
I danni arrecati dal latte all'apparato digerente vanno al di là
del riparabile. Alcune delle più comuni malattie digestive
provocate dal latte sono:
Flatulenza: la
presenza di gas è molto comune tra i consumatori di
latticini. Questi gas hanno un odore ripugnante ed errate
combinazioni di cibo accentuano il problema. Essi sono
fondamentalmente dovuti all'eccesso di proteine e
all'intolleranza al lattosio. Spesso i gas si formano
silenziosamente e possono essere notati dall'addome
gonfio e tirato. La loro pressione può essere così
forte da provocare addirittura degli infarti;
Stitichezza grave ed
emorroidi
(che ne sono quasi sempre il
prodotto): il latte è un cibo estremamente costipante a
causa del suo basso contenuto di fibre. E' impossibile
curare la stitichezza senza togliere i latticini dalla
dieta. Un grande consumo di frutta e verdura può aiutare
in qualche caso ma se si continuano a consumare cereali e
prodotti animali si peggioreranno comunque le condizioni
generali dell'intestino;
Dissenteria
: i
latticini non digeriti e la putrefazione delle proteine
irritano costantemente l'intestino creando catarro
intestinale. Tale infiammazione fornisce un buon terreno
per lo sviluppo di infezioni e di parassiti che
danneggiano la mucosa intestinale. Il ritardo nella
diagnosi porta a una cattiva assimilazione degli elementi
nutritivi e dei minerali, a una perdita del peso, a
deficienze nella crescita, a steatorrea (perdita di
proteine a livello intestinale) e ad emorragie evidenti o
più nascoste: tutti fattori che portano all'anemia. Sono
state notate anche enterocoliti e coliti ulcerative.
Latte e ulcere
Vari studi hanno recentemente dimostrato che il latte - una volta
considerato il rimedio per le ulcere - è invece un ulteriore e
pericoloso agente deteriorante. Infatti, nonostante un forte
consumo di latte, i pazienti di ulcera peggiorano costantemente
giorno dopo giorno, anno dopo anno. Il latte è usato nella cura
dell'ulcera principalmente a causa della sua capacità di
neutralizzare l'acido, il basso contenuto di fibre e la sua
grassa morbidezza. Sebbene sia usato per trarre sollievo, il suo
uso porta invece a terribili conseguenze.
Latte e cataratte
L'epidemiologo Paul F. Jacques del Centro di ricerca sulla
nutrizione umana nell'invecchiamento (USDA) di Boston, ha
mostrato nei suoi studi che il galattosio (uno zucchero contenuto
nel latte), normalmente metabolizzato velocemente da un enzima,
distrugge il cristallino dell'occhio nelle persone che hanno
deficienza di questo enzima e così facendo porta alla cataratta.
LATTE E CANCRO
(Nand Kishore Sharma, da Latte
e formaggio, rischi e allergie per adulti e bambini,
Macroedizioni)
E' stato notato per oltre un decennio che
l'incidenza di determinati tipi di cancro è particolarmente alta
in quelle regioni o Paesi in cui il consumo di latte di mucca
costituisce la componente principale della dieta. L'uso di latte
è quindi fortemente responsabile dell'impazzimento delle cellule
del corpo umano. Si può dedurre che tale condizione è favorita
dalla costante assunzione di ormoni della crescita che, in
natura, sono previsti per la crescita dei vitelli e non degli
esseri umani. Gli ormoni della crescita contenuti nelle proteine
del latte, secondo il dott. Maynard Murray, non sono influenzati
dalla bollitura, dalla pastorizzazione o dalla cottura e si
trovano in tutti i derivati del latte, eccetto la panna e il
burro. I miei studi su più di 7000 casi di cancro mi hanno
permesso di giungere a una conclusione definitiva:
approssimativamente, il 30% dei casi di cancro si presenta tra le
persone che hanno consumato latticini in modo eccessivo. La
maggior parte di queste persone non aveva abitudini nocive come
l'uso di tabacco, spezie o troppo sale raffinato: erano dei
vegetariani puri. Alcuni di loro non facevano esercizio fisico.
La legge di causa ed effetto è precisa e immutabile: con l'uso
indiscriminato di cibo molto grasso e proteico sovraccarichiamo e
affatichiamo inutilmente il sistema escretore, portandolo al
cedimento e all'atrofia, preparando così la strada per le
malattie degenerative come il cancro e le malattie del cuore. Uno
studio epidemiologico del 1975 ha trovato un'associazione diretta
tra le morti di cancro alla vescica e le quantità di grasso e
olio assunte, specialmente nelle donne. Gli scienziati hanno
inoltre collegato il cancro al rene con grossi consumi di carne,
latte (proteine animali) e caffè (B. Amstrong e R. Doll, Fattori
ambientali e incidenza del cancro e mortalità in diversi paesi,
con particolare riferimento alle abitudini alimentari,
International Journal of Cancer 15:617-31).
I DIECI MOTIVI PER CUI I LATTICINI
PROVOCANO IL CANCRO
(Nand Kishore Sharma, da Latte
e formaggio, rischi e allergie per adulti e bambini,
Macroedizioni)
Ormoni della crescita Poiché
il latte è un prodotto delle ghiandole riproduttive esso
contiene anche una grande quantità di ormoni, tra cui la
gonadotropina, ormoni secreti della tiroide, steroidi e
un fattore di crescita dell'epidermide. Quando la
crescita umana è completata questi ormoni continuano a
stimolare le ghiandole e le cellule a una crescita
abnorme, portando a uno squilibrio ormonale e a un
cattivo funzionamento dell'attività ghiandolare, che
sono tra le principali cause nello sviluppo del cancro.
Esaurimento del fegato e degli
enzimi del pancreas L'uso eccessivo di latticini
produce in varie forme un affaticamento del fegato e del
pancreas che in definitiva provoca l'esaurimento e il
cedimento dell'intero sistema. A causa della mancanza di
enzimi pancreatici e di un adeguato funzionamento del
fegato, il corpo non può digerire le proteine estranee,
come le cellule del cancro, e perciò ne permette la
crescita.
Immunità ridotta Dalla natura
ci siamo sempre più diretti verso la moderna
civilizzazione: cibi trattati, stile di vita sedentario,
utilizzo di fertilizzanti chimici e altre sostanze nel
cibo. L'uso di farmaci e di droghe così come una vita
competitiva e stressante hanno abbattuto il livello di
immunità degli esseri umani di generazione in
generazione; i nostri antenati, invece, conducevano una
vita naturale e laboriosa , avevano una buona tolleranza,
buona immunità e capacità digestive, un corpo che
poteva affrontare tutti gli abusi (incluso l'uso
eccessivo di latticini, proteine e grassi). Ma la
generazione moderna ha gradualmente abbassato il livello
di immunità, capacità digerenti e tolleranza con uno
stile di vita artificiale, in modo tale che tutte le
malattie degenerative tipiche della vecchiaia stanno
apparendo nell'infanzia e nell'adolescenza. Una simile
dieta ci porta definitivamente verso malattie
degenerative come disturbi di cuore, malattie
dell'apparato respiratorio e cancro; l'eccesso di
proteine animali è tra le cause del cancro
nell'infanzia.
Formazione di cisti, calcoli e
fibromi Tutte le cisti, i calcoli e i fibromi sono
direttamente collegati ai grassi e al calcio dei
latticini. I calcoli biliari e le cisti derivano dal
grasso fritto mentre i calcoli renali dipendono dal latte
e dai suoi derivati (
yogurt e formaggi).
L'irritazione costante provocate dalle cisti e dai
calcoli può portare allo sviluppo del cancro sebbene il
processo proceda silenziosamente e con sintomi
occasionali che, di solito, vengono ignorati fino a
quando non ci si trova all'improvviso davanti a un cancro
all'ultimo stadio.
Anemia prolungata e inedia delle
cellule I latticini, tra tutti gli elementi, sono
quelli che producono più muco. Questo viene parzialmente
eliminato durante gli attacchi stagionali di raffreddore,
tosse, diarrea e foruncoli ma la maggior parte del muco
si accumula come una colla densa e, aderendo
all'intestino, ostacola l'assimilazione. Se vi è un
deposito continuo di muco questo forma uno strato spesso
che ostruisce i vasi sanguigni privando le cellule del
loro nutrimento, impedendone l'ossigenazione e
l'eliminazione. In questo modo, le cellule anemiche e
malnutrite a causa della mancanza di ossigenazione
iniziano a crescere in modo anomalo (cancro) o si
atrofizzano.
I rifiuti metabolici dei latticini
stressano continuamente il corpo Muco, urea,
ammoniaca, fosfati, eccesso di calcio e di sodio sono i
sottoprodotti della digestione dei latticini. Più si
consumano latticini e più questi rifiuti metabolici
vengono prodotti: la stimolazione continua che questi
rifiuti tossici provocano porta a infiammazioni,
ulcerazioni e indurimenti o a crescite maligne. Questa
degenerazione viene accelerata se con i latticini si
consumano altri cibi altamente tossici come carne, uova,
sale raffinato, legumi in eccesso, caffè e alcool. I
cancri del rene, della vescica e dell'intestino hanno
questa origine.
Estrema povertà di fibre dei
latticini Il latte è un cibo estremamente povero di
fibre. Il regolare ed eccessivo consumo di latticini
unito allo scarso consumo di cibi con fibra come frutta,
verdure e cereali integrali porta inevitabilmente a grave
stitichezza, a un graduale accumulo di sostanze tossiche
e ad acidosi (alta saturazione di elementi tossici nel
sangue). Si crea così una buona base per lo sviluppo del
cancro. La maggior parte delle persone che hanno un
cancro sono affette anche da stitichezza cronica. E' più
difficile ripristinare il normale funzionamento con la
stitichezza derivante dal latte piuttosto che con quella
causata da altri cibi: la stitichezza causata dal latte
è una specie di lesione permanente. In altri casi l'uso
eccessivo di latticini produce fermentazione
nell'intestino e questo avvelenamento porta a diarrea
cronica, coliti e coliti ulcerose, dissenteria e se
queste cause non vengono individuate in tempo la
situazione può evolvere verso il cancro. Molti casi di
cancro rivelano come il latte riscaldato e pastorizzato
faccia progredire le malattie più rapidamente.
Le proprietà chimiche del sangue
sono sconvolte L'eccesso di alcune sostanze come
calcio e fosforo e l'alto contenuto di sodio del latte
squilibrano le proprietà chimiche del sangue a causa
della loro mancata assimilazione. Il latte riscaldato e
pastorizzato rende l'assimilazione più difficile e i
composti chimici che si formano dopo il processo di
riscaldamento aumentano l'acidità e diminuiscono
l'alcalinità del sangue. Il rapporto sodio-potassio e il
rapporto sodio-calcio sono notevolmente squilibrati.
Senza cambiamenti della composizione chimica del sangue
il cancro non può mai svilupparsi. Un sangue molto acido
e con una composizione chimica molto sbilanciata è il
requisito principale per una crescita anormale delle
cellule, come quella del cancro. Il modo migliore per
curare e controllare il cancro è ristabilire il normale
stato chimico del sangue con un cibo naturale e una vita
corretta.
Deficienze causate dal latte Più
si consumano latte, cereali raffinati, legumi, carne e
uova e meno si usano frutta e verdura. La mancanza di
frutta e verdure significa mancanza di alcalinità
(elementi basici). L'alta acidità di questi cibi rende
necessaria la sottrazione di minerali alcalini per
neutralizzare gli acidi. Da una parte si forniscono cibi
poco alcalini e dall'altra si produce un'alcalinità
estremamente bassa del sangue. Il rischio è una grave
deficienza e il cancro è certamente una malattia dovuta
a gravi deficienze.
Le proteine e i grassi riscaldati
diventano cancerogeni Ricercatori come T. Sugimura e
altri hanno scoperto che le proteine animali riscaldate
sono altamente cancerogene e mutagene (provocano
cambiamenti nei geni) e alcune sostanze chimiche isolate
da proteine riscaldate si sono dimostrate cancerogene se
somministrate ad animali. Si è dimostrato che lo
zucchero del latte e il grasso con il riscaldamento
possono anche produrre composti mutageni e cancerogeni.
Gli studi sul cancro del ricercatore australiano Joseph
de Vardas hanno dimostrato in modo conclusivo gli effetti
negativi di questo alimento. Le parti non digerite della
proteina del latte (la caseina) vanno in putrefazione e
generano ammoniaca e altre tossine che si depositano nel
sangue; quando il fegato è sovraccaricato creano il
terreno per la crescita cancerosa. Oltre al processo di
putrefazione della proteina del latte, il grasso non
digerito raggiunge il colon ed è convertito in
idrocarburi aromatici policlinici insaturi che reagiscono
facilmente con radicali per formare epossidi, il fattore
più potente cancerogeno.
ALTRI TIPI DI ALLERGIE AI LATTICINI
(Michio Kushi, Allergies,
Japan Publications)
Allergie alimentari
Le allergie alimentari sono causate principalmente da un ristagno
nella funzione intestinale causato soprattutto del consumo
prolungato di latticini. Altri cibi che contribuiscono tale
ristagno dell'intestino sono i farinacei - in particolare modo
quelli lievitati e cotti al forno -, lo zucchero e i dolci, i
cibi grassi e oleosi, la frutta tropicale e i succhi da questa
ricavati, gli additivi chimici o le medicine nonché il consumo
abituale di insalate e altri cibi crudi.
Allergie cutanee
In genere, le allergie cutanee sono causate dall'aver consumato
per lungo tempo quantità eccessive di latticini, di cibi grassi
e oleosi, di zucchero, di dolci, di farina e altri derivati di
cereali raffinati, di spezie, di medicine e di additivi chimici:
inoltre svolgono un ruolo importante anche i cibi di origine
animale come uova, pollame, pesce azzurro o carni rosse.
Asma
Tra le sue cause troviamo un consumo eccessivo di latticini, di
cibi contenenti grassi e olio, di zucchero, dolci e frutta
tropicale. Il consumo eccessivo di liquidi e bibite analcoliche,
bevande fredde, latte e bevande a base di latte e succhi di
frutta sono spesso una causa determinante nell'asma.
Raffreddore da fieno
Il raffreddore da fieno è il risultato di un consumo prolungato
di latticini , di cibi contenenti grassi e olio, di farinacei e
di cereali raffinati insieme a frutta e succhi di frutta,
zucchero, dolci e frutta tropicale.
LATTICINI E INFERTILITA' MASCHILE
(da Infertility and
reproductive disorders, Japan Publications)
Nell'uomo problemi come l'impotenza, la
scarsità degli spermatozoi e un basso tasso di ormoni spesso
implicano l'uso di cibi altamente raffinati come zucchero e
cioccolato, frutta e succhi di frutta, alcool, cibi crudi e
latticini come latte,
yogurt, panna e burro. Al
contrario, una dieta composta principalmente di cibi grassi
animali e di sale come uova, carne, pollame, frutti di mare e
formaggio stagionato e salato può far contrarre eccessivamente
l'apparato riproduttivo maschile e causare in ultimo l'ostruzione
dei dotti spermatici e l'infiammazione della prostata. Una dieta
in cui siano predominanti questi due gruppi di cibi (da soli o
combinati assieme) può anche provocare malformazioni degli
spermatozoi, che - se avviene il concepimento - sono una
possibile causa di malformazioni alla nascita.
ALTERAZIONI E SOFISTICAZIONI
(A.Bischi, Merceologia
oggi, Trevisini editore)
Proprio per la grandissima varietà di
componenti, il latte costituisce anche un ottimo ricettacolo per
la vita e la moltiplicazione dei microrganismi che provocano
sempre delle alterazioni. La carica microbica può essere
rappresentata da agenti patogeni (tubercolosi, carbonchio, tifo,
ecc...) e da non patogeni che possono modificare l'aspetto del
latte. La trasformazione più comune, dovuta a normale flora
batterica, è l'inacidimento provocato dal "bacterium acidi
lactici" che trasforma il lattosio in acido lattico. E' per
questa trasformazione chimica che la reazione quasi neutra del
latte appena munto passa ad acida col passare del tempo; col
progredire del fenomeno la quantità di acido lattico può
portare alla coagulazione della caseina. Le sofisticazioni del
latte vanno dall'annacquamento e scrematura all'aggiunta di
farine e albume d'uovo (per mascherare l'annacquamento), all'uso
di bicarbonato di sodio (per neutralizzare l'incipiente
acidità), acido borico, salicilico e formalina (per far credere
fresco un latte di non recente mungitura). L'operazione di
sofisticazione più semplice e frequente è quella di scrematura
e annacquamento. Con la prima la densità del latte aumenta, con
la seconda diminuisce: operando quindi in maniera opportuna
(togliendo grasso e aggiungendo acqua) la densità del latte non
viene ad essere variata dai suoi valori nominali. Le
sofisticazioni più comuni del burro consistono nell'aggiunta di
grassi estranei e nella cattiva zangolatura (il burro ben
lavorato, tagliato di fresco deve risultare omogeneo e non deve
lasciare essudare gocciole di liquido). Le più comuni
alterazioni del formaggio sono invece: la screpolatura, che
permette un facile inquinamento della pasta per opera di muffe o
insetti (è dovuta all'acidità troppo alta del latte o a una
cottura troppo spinta della cagliata o a non opportune condizioni
di conservazione in casiera); il gonfiore, che procura cattivo
odore e formazione di vacui (bolle d'aria) al formaggio (è
dovuto a fermentazioni anormali favorite dal cattivo spurgo della
cagliata, da mancanza di pulizia nella mungitura, dai foraggi
insilati, dall'acqua inquinata). Le sofisticazioni più comuni
del formaggio consistono infine nell'aggiunta di sostanze
estranee quali margarine, fecole, conservanti e coloranti.
A CIASCUNO IL SUO LATTE
(ANne Marie Colbin, da Cibo
e guarigione, Macroedizioni)
Il latte materno è un alimento molto
nutriente che lenisce l'anima, che porta il calore della vita,
che aiuterà il bambino a sviluppare le proprie capacita di
offrire calore e amore al prossimo. A causa di ciò il latte in
generale è stato associato alla buona nutrizione e alla
naturalezza, alla gioia e all'innocenza dell'infanzia. Ma cosa
succede se gli uomini bevono il latte di un altro animale, per di
più sottoposto a diversi processi che ne alterano lo stato
naturale? Il latte fresco non trattato di mucca, capra, pecora,
cammello, yak e di altri animali simili possiede numerose
qualità e sostanze nutritive ma ha una composizione chimica
diversa da quella del latte umano e non possiede il campo
energetico umano, la qualità umana. Quando poi questo latte
viene pastorizzato e omogeneizzato possiamo essere certi che è
una sostanza completamente diversa da quella che arriva
direttamente dal capezzolo della madre alla bocca del neonato
(senza neanche entrare in contatto con l'aria). In quanto tale
non può che avere effetti totalmente diversi. La moderna scienza
nutrizionista considera il latte (vaccino, pastorizzato e
omogeneizzato) un alimento eccellente perché ricco di proteine e
di calcio. Negli ultimi tempi il contenuto di grassi di questo
alimento è stato messo sotto accusa, tanto che si preferisce
consumare il latte scremato o magro. Il latte umano ha lo stesso
contenuto di grasso di quello vaccino. Forse allora non dovremmo
preoccuparci dei grassi ma della concentrazione (considerata
tanto salutare) nel latte vaccino di proteine, calcio e sodio.
Confrontate le composizioni nutritive del latte vaccino e di
quello materno e potrete notare diverse differenze. Il latte
vaccino ha quattro volte più proteine e quasi quattro volte più
calcio del latte umano. Esso quindi si adatta perfettamente alle
esigenza di crescita di un vitello, che a sviluppo compiuto pesa
tre o quattro volte più di una persona adulta. Il rapporto
calcio/fosforo nel latte umano è di 2,35:l, ma è solo di 1,27:l
in quello vaccino. Secondo il dottor Oski, primario del reparto
di pediatria all'Upstate Medical Center, State University of New
York, sarebbe auspicabile usare come fonte primaria di
calcio solo gli alimenti con un rapporto calcio/fosforo di due a
uno o superiore. Questo perché il fosforo può combinarsi
con il calcio nel tratto digerente e impedirne di fatto
l'assorbimento. Perciò gli esseri umani assorbono meno calcio
dal latte vaccino (che ne è ricco) che da quello materno (che ne
ha invece un contenuto inferiore). In altri termini, ciò che
conta per la quantità ottimale di nutrienti di cui abbiamo
bisogno non è la quantità ma il contesto. I grassi dei due
latti sono di qualità diversa ma, a mio avviso, mettere sul
banco degli imputati i grassi del latte vaccino equivale a
prendersela con la persona sbagliata. I grassi, infatti, sono
l'unico nutriente con valori simili nei due tipi di latte. Il
latte umano ha invece una quantità quasi doppia di carboidrati
rispetto a quello vaccino: 7 gr contro 4,9 gr. Il latte vaccino
è quindi relativamente carente di questo nutriente e ciò può
forse spiegare l'abitudine di dolcificare il latte vaccino o di
inserire zucchero nelle diete a base di latticini. Il consumo di
latte vaccino (o dei suoi prodotti) provoca perciò un forte
desiderio di dolci. Il latte umano contiene solo 16 mg di sodio
contro i 50 mg presenti nel latte vaccino. Il sale, inoltre,
viene aggiunto a quasi tutti i formaggi per renderli più
saporiti. Sembra perciò che il latte vaccino sia, insieme ai
formaggi salati, una delle fonti più comuni dell'eccesso di
sodio tipico della dieta contemporanea. Il modello sintetico
ritiene che di più non sempre è meglio e che un eccesso di una
sostanza possa determinare problemi tanto quanto una sua carenza,
sconvolgendo l'equilibrio del sistema. Il consumo di latte umano
garantisce nel sistema-uomo una crescita regolare, il giusto
livello energetico e l'assenza di eccessi perché tutti questi
alimenti vengono completamente utilizzati. Questo alimento, così
profondamente umano, è in armonia con il metabolismo degli
uomini. Se invece si consumano, per esempio, 100 gr di latte
vaccino vi sarà un'eccedenza - rispetto alle esigenze dell'uomo
- di 2,4 gr di proteine e di 85 mg di calccio.
PASTORIZZAZIONE E OMOGENEIZZAZIONE
(ANne Marie Colbin, Cibo
e guarigione, Macroedizioni)
La pastorizzazione viene applicata
dalle centrali del latte con lo scopo di risanare il latte
mediante azione batteriostatica (cioè con l'impiego di una
sostanza che impedisce lo sviluppo di batteri) e battericida
(impiegando una sostanza che uccida i batteri già presenti).
L'intento è quello di fornire al consumatore un alimento con
carica batterica molto ridotta, esente cioè da microbi patogeni,
e con la minima modificazione organolettica nei confronti del
latte crudo. In altre parole, di ottenere un alimento sterile
anche se consumato a distanza di tempo e non prodotto nella più
assoluta igiene. La Enciclopedia Funk & Wagnell's definisce
la pastorizzazione come il processo di riscaldamento di un
liquido, il latte in particolare, a una temperatura tra i 75 e
gli 85 gradi per distruggere i microrganismi nocivi senza
cambiarne materialmente la composizione, il sapore o il valore
nutritivo. Se questa definizione fosse valida non esisterebbe sul
mercato nessun tipo di latte pastorizzato poiché il latte
subisce con questo processo una trasformazione del gusto, del
valore nutritivo e della composizione. Il procedimento venne
così chiamato dal nome del chimico francese Louis Pasteur, che
creò il processo unicamente per salvare dalla bancarotta i
produttori di vino francesi. A causa della mancanza di pulizia e
di altri fattori il vino diventava acido prima ancora di essere
venduto e occorreva fare qualcosa. Così Pasteur trovò il modo
di uccidere i germi o i batteri che erano la causa di questo
inconveniente; in questo modo salvò l'industria del vino. La
pastorizzazione del latte è un trucco creato dal commercio teso
a far soldi con la scusa della prevenzione e della preservazione
della vita. Il commercio dei latticini è un grossissimo affare e
probabilmente non avrebbe mai raggiunto le attuali proporzioni se
non fosse stata realizzata la pastorizzazione. Pastorizzare
significa, in definitiva, rendere il latte più duraturo e di uso
più pratico. E ancora: proprio grazie a questo trattamento è
possibile utilizzare il latte per una grande varietà di
prodotti. Contrariamente all'intento originario, la
pastorizzazione uccide importanti microrganismi e
contemporaneamente molte - se non la maggior parte - delle
sostanze contenute nel latte. Come afferma il dottor Morishita,
la pastorizzazione uccide importanti microrganismi insieme alla
maggior parte delle vitamine. E in Milk di John Tobe si
legge: "E' stato scoperto che la pastorizzazione e il
normale trattamento del latte alterano le vitamine C, E, K e
quelle del gruppo B. Alterano pure gli enzimi, fattori di
crescita e fattori ANTI-rigidità. Vengono altresì modificate le
molecole del calcio e delle proteine. Uno dei più forti
argomenti a favore della pastorizzazione è che essa dovrebbe
prevenire la possibilità di contrarre malattie diffuse
attraverso sporcizia e sudiciume. A mio avviso queste non sono
altre che chiacchiere. Questo ci suggerisce che non possiamo dar
credito ai contadini e agli addetti del settore caseario. Ci
suggerisce che il Ministero dell'Agricoltura non è in grado di
garantirci latte pulito e integro".
L'omogenizzazione è invece
l'operazione con la quale i globuli di grasso vengono frantumati
sino a un diametro tale da non aversi più nel latte
l'affioramento spontaneo. Il latte omogeneizzato resta
uniformemente cremoso, ha un gusto più ricco, un colore
leggermente più bianco ed è di più facile digestione. Questo
procedimento ha funzioni principalmente estetiche e inoltre cerca
di limitare i danni sul sistema digerente del latte in alcuni
individui. Kurt Oyster, un medico di Bridgeport nel Connecticut,
ha avanzato l'ipotesi che l'omogeneizzazione - scomponendo le
molecole del latte in parti più piccole - consente ad alcune
sostanze non digerite di superare le pareti intestinali. Una di
queste sostanze è un enzima chiamato Xantina ossidasi (XO), che
si trova normalmente nei grassi del latte e che favorisce la
scomposizione delle proteine. Dopo aver superato la parete
intestinale ed essere stato 'catturato' dal sistema linfatico -
afferma il dottor Oyster - l'XO va a finire nella circolazione
del sangue. Percorrendo le arterie, questo enzima ne sfrega e
corrode le pareti causando piccole lesioni primarie. Il corpo,
per difendersi da questo effetto, deposita fibrina e colesterolo
sulle lesioni onde evitare ulteriori danni (il che porta ad una
occlusione delle arterie). L'abitudine di omogeneizzare il latte
può quindi essere una delle ragioni per le quali bambini molto
piccoli presentano già un indurimento delle arterie.
LATTE INQUINATO DA NITRATI
(Stephanie Lashford, The
residue report, Thorson Publishing Group, Wellingborough)
Una mucca mangia del cibo vegetale che è
cresciuto su una vasta superficie di terreno, sia che bruchi
l'erba liberamente sia che si trovi in un allevamento. Possiamo
dire che la mucca concentra nel suo latte uno spazio molto vasto.
Se poi il latte viene usato per fare il formaggio, in un etto di
formaggio si concentra circa un litro di latte. Il formaggio
concentra lo spazio in cui è cresciuto il cibo della mucca di
dieci volte più del latte. E' un discorso all'apparenza strano
ma che acquista un suo senso quando spieghiamo che stiamo
parlando di agenti di inquinamento ambientale e dei loro residui
nel cibo. Ricordate i suggerimenti, strettamente macrobiotici,
che ci venivano dati dalle autorità dopo l'incidente di
Chernobyl? Quella fu un'emergenza, ma il discorso vale anche per
gli inquinanti che continuano ad essere usati in tempi normali,
come per esempio i nitrati. I nitrati sono sostanze chimiche
presenti naturalmente nell'acqua e nel suolo ma vengono anche
aggiunti al terreno come fertilizzanti e usati come conservanti
nei cibi. Come ogni altra cosa che viene messa sul terreno, essi
si infiltrano nel sottosuolo e raggiungono le vene acquifere e i
fiumi. I produttori di latte fanno spesso uso di fertilizzanti
per favorire la crescita di campi lussureggianti di foraggio per
i loro animali. Crescendo, l'erba assorbe i nitrati, il bestiame
mangia l'erba, l'erba prende ancora più nitrati dal terreno e le
mucche finiscono per avere una dieta ricca di nitrati,
ulteriormente aggravata dal fatto che anche l'acqua che bevono
contiene nitrati. Il risultato finale è che il bestiame produce
del latte contenente nitrati e poiché la maggior parte delle
persone ne consuma circa mezzo litro al giorno, esse assumeranno
regolarmente anche una quantità notevole di nitrati. Vi è una
certa evidenza medica che suggerisce come le nitrosamine possano
provocare il cancro dell'esofago, ma fino ad oggi sono stati
fatti pochissimi studi in merito.
LATTICINI E DIOSSINA
(da Notizie Verdi,
numero16, settembre 1994)
Buona parte della popolazione dei Paesi
industrializzati è esposta a concentrazioni di diossina
(divenuta tristemente nota in Italia dopo l'incidente di Seveso)
tali da produrre effetti sull'efficienza riproduttiva di uomini e
donne e da provocare casi di cancro in una persona su
1.000-10.000. L'assunzione di diossina avviene per esposizione
diretta o per ingestione con il cibo, soprattutto derivati del
latte, carne e pesce. Secondo una recente ricerca dell'EPA
(l'Agenzia ambientale americana), le diossine hanno un effetto
sulla produzione di ormoni che può portare a effetti
irreversibili sull'organismo: gravi forme di cancro, riduzione
della produzione spermatica, femminilizzazione nei maschi,
endometriosi, riduzione della fertilità nelle femmine,
alterazioni del sistema immunitario e difficoltà di sviluppo e
di apprendimento nei bambini. Tutto questo a partire da dosi
molto più basse di quelle attualmente ammesse. La normativa
italiana stabilisce limiti massimi di emissione dagli
inceneritori che sono fino a 400 volte superiori a quelli
stabiliti dalla normativa tedesca, olandese e norvegese. Altre
fonti principali di diossina sono il PVC e lo sbiancamento della
carta. Secondo Greenpeace le regioni italiane più a rischio sono
il Veneto, l'Emilia-Romagna, la Puglia e la Sardegna.
LATTICINI E CANCRO AL SENO
(Aveline Kushi, Dieta,
salute, bellezza, Edizioni Mediterranee)
Il cancro alla mammella è legato anche
all'accumulo di grasso proveniente da cibi di origine animale. In
uno studio condotto sulle donne della provincia di Vercelli è
emerso che i grassi saturi e le proteine di origine animale
costituivano i più potenti fattori di rischio nella dieta per
quanto riguardava questa forma di cancro. Il ricercatore Paolo
Toniolo ha messo a confronto le diete di 250 pazienti affette da
cancro alla mammella con quelle di 499 donne sane all'incirca
della stessa età e ha scoperto che la maggiore differenza tra i
due gruppi era che le donne con il cancro al seno tendevano a
consumare una maggiore quantità di latte, burro e formaggi molto
grassi. Secondo un rapporto su questo studio, pubblicato nel Journal
of the National Cancer Institute del 15 febbraio 1989, il
rischio di cancro alla mammella era tre volte più alto del
valore normale di questa popolazione tra le donne il cui consumo
di calorie era costituito per metà da grassi (di cui al 13-23%
grassi saturi e all'8-20% di proteine di origine animale). Si
notò che diminuendo il consumo di grassi, dei grassi saturi e
delle proteine di origine animale, si riduceva il rischio di
cancro alla mammella. Oggi la dieta media è costituita per circa
il 42% da grassi, soprattutto sotto forma di grassi saturi che si
trovano nella carne, nelle uova, nei latticini, nel pollame e in
altri cibi di origine animale. Alimenti come gli hamburger, la
pizza (a causa della mozzarella), il pollo fritto, lo
yogurt, le patatine fritte in grassi animali e gli snack
industriali sono tra le principali fonti di grassi saturi nella
dieta moderna. I grassi saturi, che sono solidi a temperatura
ambiente, sono più densi e compatti degli oli vegetali insaturi,
che sono liquidi a temperatura ambiente. Un consumo eccessivo dei
cibi che abbiamo menzionato precedentemente fa sì che alla fine
i grassi si accumulino nei vasi sanguigni, nei tessuti e nelle
cellule, rendendo il corpo rigido e poco flessibile. Quando i
grassi si accumulano all'interno degli organi e intorno a essi,
il flusso di energia attraverso i chakra è bloccato; e dal
momento che si accumulano nei vasi sanguigni, nei muscoli e sotto
la pelle essi bloccano il regolare flusso di energia lungo i
meridiani.
LATTE E MALATTIE DELLA PELLE
(Aveline Kushi, da Dieta,
salute, bellezza, Edizioni Mediterranee)
Vitiligine
Questa condizione è causata specialmente dal consumo eccessivo
di latte e di latticini (nel caso in cui prevalgano le chiazze
bianche) e carne, uova, pollame ed altri cibi animali (nel caso
di chiazze rosa o color carne). La perdita di pigmentazione
indica uno squilibrio negli organi interni, compreso lo sviluppo
di depositi di grasso e di muco nei polmoni, nelle vie
respiratorie e negli organi sessuali. Sebbene richieda tempo, la
vitiligine può essere curata grazie a una dieta appropriata. E'
particolarmente importante evitare il consumo di prodotti caseari
ed altre fonti di grassi saturi nonché aumentare il consumo di
cereali integrali e di verdure. E' meglio mantenere al minimo il
consumo di oli vegetali poiché un consumo eccessivo di questi
può rallentare la guarigione.
Psoriasi
Il sovraccarico di proteine e di grassi che risulta da un consumo
regolare di formaggio, latte, carne, uova, pollo ed altri cibi
animali può far sì che le cellule della pelle comincino a
formarsi e a disfarsi ad una velocità molto accelerata. Una
pelle squamosa e biancastra (talvolta come la forfora) comincia
ad accumularsi e la pelle al di sotto di essa diventa dura e
rossa. Come l'acne ed altri stati anormali della pelle, la
psoriasi è una forma di eliminazione, principalmente di proteine
e grassi. Essa può guarire grazie ad una dieta appropriata,
specialmente evitando cibi animali come quelli che abbiamo
menzionato prima, come pure lo zucchero raffinato, il cioccolato
e la frutta tropicale.
Eczema e dermatite da contatto
Le cause dietetiche fondamentali dell'eczema sono simili quelle
della psoriasi, specialmente il consumo eccessivo di grassi e
oli, principalmente quelli contenuti nei latticini, in altri cibi
animali e negli zuccheri semplici. Tra i latticini, il formaggio
contribuisce enormemente all'instaurarsi di questa condizione
patologica, così come lo fanno le uova cotte nel burro.
Nell'eczema la pelle si presenta con aree secche, indurite e in
rilievo che possono essere bianche, gialle o di colore rossiccio.
E' un'indicazione di squilibrio negli organi e nei sistemi
interni e il punto in cui è situata l'eruzione mostra che alcune
parti del corpo sono interessate ad accumuli di muco e di grassi.
Le guance, per esempio, riflettono le condizioni dei polmoni;
l'eczema sulle guance dimostra che il muco si sta accumulando in
quell'organo. Se l'eczema è sulle braccia o sulle mani, o sulle
gambe e sui piedi, si trova di solito lungo dei meridiani
energetici e rivela delle alterazioni negli organi e nelle
funzioni che corrispondono a quei meridiani. Un consumo eccessivo
di grassi contenuti nei latticini e in altri cibi animali causa
spesso reazioni allergiche nel corpo e in particolare della
pelle. Alcune sostanze presenti in casa, come saponi con sostanze
chimiche, detergenti, cosmetici, spray per capelli e deodoranti
talvolta agiscono da irritanti che scatenano una reazione di
eliminazione, ivi compreso l'eczema. Questa condizione,
conosciuta come dermatite da contatto, è comune tra le
casalinghe e altre persone che immergono spesso le mani in acqua
calda saponata e che usano giornalmente detersivi per il bucato,
saponi e altre sostanze chimiche. Anche se il contatto con le
sostanze chimiche potenzialmente irritanti viene evitato,
l'eczema può ugualmente svilupparsi se la condizione di base
della persona rimane squilibrata a causa di cibi estremi presenti
nella sua dieta.
Acne
Le ghiandole che producono il sebo, una sostanza oleosa, si
trovano nella pelle e sono particolarmente abbondanti sul viso,
sulla schiena e sul torace. L'acne si sviluppa quando il volume e
la qualità del sebo secreto da queste ghiandole diventa
anormale. Una dieta in cui sono presenti troppi grassi animali
saturi può essere tra le cause della maggior parte dei casi di
acne. Cibi come hamburger, pollo fritto, pizza, uova, bacon,
toast al formaggio sono i principali fattori che contribuiscono
all'insorgere dei problemi della pelle. Altri grassi viscosi,
come quelli prodotti dal latte, dagli zuccheri semplici, dal
cioccolato e dal burro di arachidi contribuiscono al problema se
consumati in quantità eccessive. Fra le diverse cause che fanno
insorgere l'acne può esservi infine l'eliminazione di sostanze
non necessarie e potenzialmente tossiche.
Calli
I grassi saturi solidi vengono spesso eliminati sotto forma di
calli sulle piante e sulle dita dei piedi. Essi sono causati di
solito dal consumo eccessivo di cibi animali come uova, pollo,
formaggio, carne e prodotti caseari.
Porri
In certi casi anche i porri possono ritenersi causati
dall'eliminazione di proteine e grassi, specialmente di quelli
contenuti nel latte e in altri latticini, e tendono ad apparire
quando le persone mangiano grandi quantità di zuccheri e di
grassi. Appaiono spesso nelle parti superiori del corpo sebbene
alcune varietà, come ad esempio le verruche plantari, appaiano
sui piedi. I porri nella zona genitale, trasmissibili
sessualmente, sono conseguenti ad estremi nella dieta con cibo
animale e zucchero. I porri vengono inoltre associati ai virus.
Tuttavia se un virus sia o meno in grado di scatenare
l'eliminazione di grassi e di proteine sotto forma di porri
dipende largamente da ciò che una persona mangia. Cambiando la
composizione delle membrane cellulari, una dieta ricca di grassi
incide sul funzionamento del sistema immunitario e di qui
l'apparizione dei porri. Nel libro Doctors Look at
Macrobiotics (I medici guardano alla macrobiotica), Martha
Cottrell afferma: "Un alto contenuto di grasso saturo nella
membrana può alterare in negativo la struttura fisica e la
carica elettrica dei ricettori immunologici delle cellule, cosa
che ha come risultato un riconoscimento anormale di virus,
batteri ed altri antigeni". A causa di una dieta squilibrata
il sistema immunitario perde la capacità di neutralizzare il
virus associato con i porri. Il virus può più facilmente
attecchire ed attivare questo metodo di eliminazione. Tuttavia,
come molte persone hanno scoperto, i porri spariscono
spontaneamente una volta che il consumo di latte, formaggio,
uova, carne e zucchero venga interrotto e vengono incluse nella
dieta cibi più bilanciati, dato che questo permette al sistema
immunitario di tornare ad un funzionamento sano e normale.
Vene varicose
Le vene varicose si producono quando le vene superficiali delle
gambe o di altre parti del corpo si bloccano o si gonfiano in
modo cronico. Esse talvolta sono dolenti e brutte a vedersi e
sono causate da un consumo di cibi estremi e non in equilibrio
tra loro:principalmente consumo di troppi liquidi (tra cui latte,
succhi di frutta, acqua, thè, caffè) insieme a frutta, zucchero
e altri cibi estremamente acidi, nonché di grassi di tipo
animale (specialmente quelli contenuti nel formaggio e nella
panna, nel burro ed altri latticini). Un consumo eccessivo di
liquidi e di cibi molto dilatati aumenta la pressione del fluido
nelle vene e in tutto il sistema circolatorio mentre i grassi che
si trovano nei latticini ed in altri cibi animali restringono il
passaggio nelle vene e nei vasi sanguigni. La combinazione di
pressione ed ostruzione fa sì che le vene si gonfino e si
espandano e ciò diviene visibile alla superficie del corpo. Una
dieta naturale e bilanciata ripristina inoltre la forza e
l'elasticità del sistema circolatorio e può condurre ad una
graduale scomparsa delle vene varicose.
Secchezza e invecchiamento naturale
La scienza medica sta diventando sempre più consapevole di come
la moderna dieta con un alto contenuto di grassi influisca sul
cuore e sul sistema circolatorio. I potenziali effetti dannosi di
un consumo eccessivo di carne, uova, prodotti caseari ed altri
prodotti di origine animale dall'alto contenuto di grasso e di
colesterolo stanno diventando sempre più noti. Si capisce invece
meno bene il modo in cui cibi come questi influenzino la
condizione e l'aspetto della pelle. I vasi sanguigni sono
costituiti da collagene ed elastina, i tessuti connettivi che
troviamo anche nella pelle. Quando la dieta è ad alto contenuto
di cibi di origine animale, molti sono gli effetti che vanno a
colpire i vasi sanguigni, la pelle ed altri tessuti del corpo. Se
assunti in modo eccessivo, questi cibi fanno sì che muti il
rapporto fra collagene ed elastina. Come risultato, la pelle e i
vasi del sistema circolatorio perdono la loro normale
flessibilità ed elasticità e diventano duri e rigidi. Nelle
persone giovani il collagene esiste nella forma di catene di
molecole separate una dall'altra. Tuttavia, man mano che i grassi
si accumulano nel corpo i fasci di collagene si annodano
gradualmente con delle fibre elastiche e resistenti che legano
insieme le molecole. Il risultato è un irrigidimento, un
indurimento e una perdita di elasticità nella pelle. Essa perde
la sua giovanile morbidezza e diventa secca, sottile, rugosa e
anelastica. Oggi questo processo comincia precocemente a causa
della moderna dieta caratterizzata da un alto contenuto di grassi
e dalla mancanza di cibi bilanciati. Nei casi estremi un consumo
eccessivo di pollo, formaggio, uova, carne e altri cibi di
origine animale può far sì che il corpo produca una quantità
eccessiva di collagene. Questa condizione, conosciuta come
sclerodermia, può portare ad un inspessimento e indurimento
della pelle e, negli stadi avanzati, all'atrofia del corpo e
degli organi interni. Il grasso saturo e il colesterolo cambiano
anche lo strato sottocutaneo che si trova al di sotto della
pelle. Normalmente, il grasso nello strato sottocutaneo è
morbido ed elastico e dà pienezza e rilievo alla pelle. Questo
strato di grasso soffice è di solito più abbondante nelle donne
che negli uomini. Come risultato, la forma femminile è
generalmente più morbida e liscia. Queste differenze diventano
palesi nella pubertà, quando gli estrogeni ed altri ormoni
femminili diventano attivi. Questi ormoni fanno sì che il seno
si sviluppi e si ingrandisca e producono altre caratteristiche
femminili. Se mangiati in modo eccessivo, i cibi animali
sopprimono la produzione di questi ormoni o ne indeboliscono la
qualità. Come risultato, un consumo eccessivo di cibo animale
può causare un graduale assottigliamento e diminuzione del
soffice grasso nello strato sottocutaneo, dando alla pelle un
aspetto floscio, svuotato e rugoso.
LATTICINI ED EFFETTI SULLA BELLEZZA
(Aveline Kushi, da Dieta,
salute, bellezza, Edizioni Mediterranee)
Il colore dei capelli
Se la dieta è ricca di formaggio o di altri prodotti caseari, di
uova e di altri cibi animali, il capello diventa più chiaro e
può variare dal marrone al giallo. Il consumo di latticini, in
modo particolare, contribuisce alla creazione di capelli biondi.
Lo spessore dei capelli e dei peli
Se i capelli sono più spessi ciò significa che in genere i cibi
vegetali hanno un ruolo predominante nella dieta. D'altra parte,
se i capelli sono morbidi, fini o sottili, questo significa che
nella dieta sono predominanti soprattutto i latticini ed altri
prodotti animali. Al contrario, se i peli del corpo sono spessi
questo indica il consumo di una grande quantità di cibo animale
mentre dei peli più fini e più radi significano che è stata
consumata una maggiore quantità di cibi vegetali.
Doppie punte
Abbiamo le doppie punte quando cedono i legamenti che tengono
insieme i filamenti proteici nei capelli. Un consumo eccessivo di
zucchero, bevande analcoliche, gelati, cioccolata e spezie
indebolisce i capelli tra le molecole e fa sì che il capello si
spacchi o si frammenti.
Perdita dei capelli
Al giorno d'oggi perdere i capelli sta diventando sempre più
comune, persino tra le donne. Secondo la medicina tradizionale
orientale, la perdita di capelli che comincia dal centro della
testa sarebbe causata da un consumo eccessivo di carne, pollame,
uova, latticini e - in alcuni casi - di pesce e frutti di mare.
Troppe proteine animali, grassi saturi e sale ne sono la causa
principale, insieme al consumo eccessivo di cibi liofilizzati,
arrostiti o cotti al forno. Questo tipo di perdita dei capelli
viene spesso chiamato calvizie androgenica ed è in aumento tra
le donne. Essa è associata con la presenza nel sangue di troppo
testosterone (ormoni maschili).
Pelosità eccessiva sul viso e sul corpo
Quando in una donna compare una pelosità notevole sul viso o sul
corpo questo può dipendere da un eccessivo consumo di carne,
uova, formaggio e altri latticini, pollame, crostacei ed altri
cibi di origine animale. In molti casi i cibi sopra menzionati
stimolano le ghiandole surrenali a secernere delle quantità
eccessive di androgeni o ormoni maschili. Nei casi gravi le
ghiandole surrenali possono funzionare male, provocando la
condizione patologica conosciuta come irsutismo o crescita
eccessiva di peli sul viso e sul corpo. Questa condizione si
accompagna frequentemente a dei seni poco sviluppati e a cicli
mestruali irregolari. Secondo la diagnosi visuale della medicina
tradizionale giapponese, la zona tra il naso e la bocca - dove
agli uomini crescono i baffi - corrisponde nel corpo agli organi
riproduttivi. Normalmente le donne non hanno peli in questa zona
e quando ciò accade potrebbe significare che il consumo
eccessivo di cibo animale ha alterato il loro equilibrio ormonale
e colpito i loro organi riproduttivi.
La fronte
Numerose linee orizzontali in questa zona ci mostrano che gli
intestini sono eccessivamente espansi, in gran parte a causa del
consumo eccessivo dei grassi saturi e insaturi, zuccheri, frutta
ed altri estremi yin, più il cronico consumo eccessivo di
liquidi (tra cui bibite analcoliche, succo d'arancia, latte,
alcool e caffè). Dei foruncoli situati in questa area del viso
indicano l'accumulo di grasso e di muco negli intestini.
Rughe tra le sopracciglia
Solchi verticali in questa zona sono di solito un'indicazione di
disturbi di fegato. Essi ci indicano che il fegato è diventato
eccessivamente espanso e forse che si è indurito a causa del
consumo di troppi cibi animali che contengono grassi saturi, come
pure di troppi zuccheri semplici, compreso lo zucchero raffinato
e la frutta tropicale, il cioccolato, il gelato e l'alcool. Dei
foruncoli in questa zona indicano un possibile accumulo di grasso
e di muco nel fegato. La durezza o la tensione del fegato
producono spesso emozioni negative come cattivo umore,
irritabilità e rabbia.
Alla radice del naso
Oggi molte persone hanno una piega orizzontale alla radice del
naso. Questo segno corrisponde a tensione del pancreas causato
dal consumo eccessivo di cibi animali, specialmente di pollo,
formaggi, uova, gamberi, aragosta, granchi ed altri tipi di
crostacei. Questo è un indice che grassi solidi si stanno
accumulando nel pancreas e stanno intralciando la normale
secrezione di insulina e di ANTI-insulina. Questo è spesso segno
di ipoglicemia o di riduzione cronica del tasso di glucosio
presente nel sangue.
La punta del naso
Sempre secondo la diagnosi visuale, un ingrossamento o gonfiore
della punta del naso indica un'espansione eccessiva del cuore che
potrebbe essere causata dal consumo di zucchero, frutti
tropicali, bevande analcoliche, gelato, cioccolato, caffè e
alcool. Un consumo eccessivo di formaggio è la causa più comune
di indurimento.
Borse sotto gli occhi
La regione sotto gli occhi corrisponde ai reni. Le borse sotto
gli occhi sono un'indicazione di disturbi ai reni causati dal
consumo eccessivo di fluidi, zuccheri semplici o cibi grassi. Un
colore biancastro dimostra che all'accumulo dei grassi ha
contribuito il consumo eccessivo di latticini (tra cui latte,
yogurt e
gelato).
Colore del viso
Un colore del viso rossastro è conseguenza di un'espansione dei
capillari ed è segno che sono stati consumati troppi cibi e
bevande che hanno causato questa condizione di espansione. Questo
significa che il cuore e il sistema circolatorio sono
sovraffaticati e questo può essere un segnale di pressione alta.
Un colore bianco pallido è spesso indice di un consumo eccessivo
di latte e altri latticini e mostra che il muco e il grasso si
sono accumulati in tutto il corpo.
Pelle secca
Mangiare troppi cibi con alto contenuto di colesterolo e di
grassi saturi contribuisce all'indurimento della pelle e può
dare a quest'ultima un aspetto teso, secco e come segnato dalle
intemperie. Le rughe sul viso, compresi i profondi solchi
verticali tra le sopracciglia, diventano incise in modo più
durevole quando la pelle è rigida e anelastica. Un consumo
eccessivo di grassi provoca un innaturale invecchiamento della
pelle.
Vasi dilatanti
Sebbene il rosso sia più yang rispetto al verde o al viola,
quando questo colore appare sul viso la causa è un eccesso di
yin. Un colore rossastro è causato da una temperatura eccessiva
dei capillari che si trovano immediatamente sotto la superficie
della pelle.
EFFETTI ORGANICI DEI LATTICINI SULLA
DONNA
(Aveline Kushi, da
Dieta, salute e bellezza, Edizioni Mediterranee)
I latticini creano depositi in tutti gli
organi ma in particolare, essendo prodotti dalle ghiandole
mammarie delle mucche, si concentrano maggiormente nel tessuto
ghiandolare e negli organi della riproduzione. Quindi più
colpiti sono il seno, l'utero, le ovale, la prostata, la tiroide,
le cavità nasali, la ghiandola ipofisi, la coclea dell'orecchio
e la zona cerebrale attorno al mesencefalo. Gli effetti nocivi si
manifestano all'inizio come accumuli di muco e grassi che possono
condensarsi e formare cisti, tumori e infine cancro. Molte
persone che consumano abitualmente latte e latticini hanno
costantemente muco al naso o all'interno dell'orecchio, con
frequenti raffreddori da fieno o problemi uditivi. Quando
l'accumulo concerne reni o vescicola biliare si possono formare
calcoli. Un altro esempio è lo sviluppo di cisti al seno, tumori
al seno e - classico delle grandi bevitrici di latte - il cancro
alla mammella. Imputabili all'uso di latticini e formaggi sono
anche le varie perdite vaginali, cisti ovariche, fibromi o tumori
uterini, cisti e tumori prostatici, cancro all'utero, ecc... Se
riguarda i polmoni, l'accumulo di grassi e muco inizia a ridurre
la capacità respiratoria. Ritengo insomma che i latticini
contribuiscano, insieme ad altri fattori, almeno all'80% dei
problemi di salute tra cui cancro, tumori e cisti, quasi tutte le
malattie della pelle, tutte le allergie, problemi uditivi,
calcolosi, artriti e reumatismi, febbre da fieno e molte malattie
mentali e sessuali come l'infertilità o l'insensibilità.
FORMAGGI E ISTINTI SESSUALI
(Mara Locatelli, Sogni
d'oro se bevi latte, su "Donna Moderna")
Per Rodolfo Paoletti, Presidente della
Nutrition Foundation of Italy, alcuni costituenti del cibo
possono regolare attività complesse del sistema nervoso
centrale, influenzando funzioni come la vigilanza, il sonno e il
comportamento sessuale. Il triptofano si trova nella
maggior parte degli alimenti proteici e in particolare nei
formaggi come il Parmigiano (0,49g per 100g), il Camembert
(0,73g), il Brie (0,80g), l'Emmental (0,43g). Questo aminoacido
è indispensabile al cervello per produrre la serotonina, un
neurotrasmettitore che - insieme ad altri - regola l'umore e
l'aggressività. Diete prive di triptofano portano a una
riduzione della sintesi di serotonina e determinano un aumento di
aggressività e di attività sessuale. Detto in altre parole:
mangiare formaggio fa diminuire l'attività sessuale a causa del
suo contenuto di serotonina.
ALIMENTO ANTICO O RECENTE ?
(Steve Gagné, Energetics
of food, Spiral Sciences)
Il latte animale è la sostanza di base da
cui derivano tutti i latticini. Non si sa con precisione da
quanto tempo venga usato come cibo dagli uomini ma una cosa è
abbastanza chiara: il latte di capra e di altri animali venne
usato da popoli nomadi molto tempo prima di quello delle mucche
domestiche. Gli europei introdussero il latte di mucca negli
Stati Uniti intorno al 1625 e poco dopo fu formata la prima
mandria per la produzione di latte. L'attrattiva che il latte
esercitò fu forte, soprattutto grazie alla strenue propaganda di
un gruppo entusiasta di uomini d'affari - che furono i fondatori
di una delle più grosse ed influenti industrie alimentari degli
Stati Uniti - e al supporto che diede loro il Governo stesso nel
promuovere il latte come un cibo importante per l'alimentazione
dell'uomo. A partire dal 1830 la domanda costrinse i produttori a
meccanizzare la produzione, e a partire da allora tutto quello
che fu possibile fare al latte venne fatto, irradiamento
compreso. Con l'avvento della pastorizzazione,
dell'omogeneizzazione e dei mezzi di trasporto refrigerati la
disponibilità di latte crebbe e alla fine della Seconda guerra
mondiale il latte era diventato il simbolo del modo di mangiare
ben congegnato e dieteticamente superiore tipico di
quell'"american way of life" che negli anni successivi
andrà con esso a imporsi in tutto il mondo. Definito cibo
"puro e perfetto" a causa del suo alto contenuto di
calcio, di proteine e di profitto, il latte sta venendo
rapidamente smascherato come qualcosa che non è affatto perfetto
come siamo stati indotti a credere. Infatti, molti nutrizionisti
e molti degli stessi consumatori hanno iniziato a ricredersi
circa la sua importanza e persino sulla sua sicurezza come cibo
da usarsi tutti i giorni. Purtroppo, l'uso eccessivo che si è
fatto del latte e dei suoi derivati ha già provocato
l'indebolimento del sistema immunitario dell'uomo, della sua
costituzione fisica e del suo carattere e ci vorrà molto tempo
per cancellare le cicatrici che questi alimenti hanno lasciato su
almeno tre generazioni.

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