III.4
Già nel XIV secolo, il governo della città di Firenze legiferò in merito alla collocazione delle strutture di conforto per i viandanti da inserirsi lungo le principali strade del contado. Ad ogni albergatore veniva assegnato uno specifico settore a partire da una distanza minima di un miglio dalle mura cittadine.
Nel 1338 l'arte degli Albergatori realizzò, sulla strada di contrada San Gallo in direzione di Borgo San Lorenzo, la prima serie di edifici destinati all'ospitalità dei pellegrini e dei commercianti.
Sulla via Faentina, la prima struttura di questo tipo è rappresentata dall'albergo di Pian di Mugnone, costruito intorno al 1400 e al quale seguirono diversi altri. L'inagibilità del vecchio spedale condusse alla realizzazione di un nuovo ricovero, poco a monte del vecchio; sul lato opposto della strada, gestito esclusivamente da laici.
La prima documentazione nella quale l'albergo compare è il 1° Catasto del 1427 dove si legge: "Dinanzi a noi signori uffiziali del Catasto di Firenze parirono i detti fratelli dove di fatto ogni loro sostanza o gravezza Andrea, Uberto, Jacopo, Benedetto, Tomaso, Filippo" (figli e fratelli di Giovanni d'Andrea del Palagio) "1 casa posta nella Canonica di Fiesole in luogo detto di Pian di Mugnone a uso d'Albergo a prossimo della via e di un fossato e dietro Simone di Filippone".
L'albergo era gestito da Simone d'Antonio "e rende l'anno rimenon le spese di bisogno per mantenere il detto albergo e la perdita che susa ognuno delle masserizie che vi sono a tenere L34 R14.
Le spese di gestione, che non erano trascurabili, venivano detratte dalle Decime di patrimonio da pagare ai fiorentini.
L'albergo, ma anche la vicina beccheria, erano da ritenersi veri e propri servizi sociali in quanto si ha prova certa di contributi annui versati direttamente dallo stesso Cosimo de' Medici a favore di quelle istituzioni.
Nel 1447 l'albergo risulta di proprietà della vedova e dei figli di Benedetto Del Palagio i quali, cinque anni dopo, ne fecero donazione all'Arcivescovo di Firenze per la costruzione della chiesa di San Giovanni Decollato.
Questa donazione, che di fatto concluse l'attività dell'albergo, merita una breve considerazione: praticamente negli stessi anni i Del Palagio facevano costruire la nuova osteria con funzione anche di alloggio per i viandanti. La ricezione dell'osteria era senza dubbio minore rispetto a quella del precedente albergo e quindi l'esigenza di realizzare una nuova struttura ridotta va legata alla diminuita domanda di alloggio che si presentava a quel tempo sulla via Faentina. La donazione dei Del Palagio va quindi vista sì, come una generosa offerta nei confronti della Chiesa, ma anche come la necessità di disfarsi di una struttura ormai sovradimensionata rispetto ai traffici della seconda metà del 1400.
Dalla Decima Repubblicana del 1498 si apprende che, nei cinquant'anni precedenti, parte dell'albergo era stato trasformato in monastero: "a confine con la vigna della chiesa ci sono le monache di Monticelli" e parte in civile abitazione affittata a certi Andrea di Geremia e Lorenzo di Giovanni Cimatore.
L'improvvisa presenza delle religiose a Pian di Mugnone necessita di alcuni riferimenti. Il legame tra le monache di Monticelli e i Del Palagio ha inizio intorno al 1447 quando Donna Ludovica, per la dote di una figlia che ha preso i voti presso il Monastero di S.Piero Gattolini fuori le mura (di Porta Romana), assunse il seguente impegno: "Io sono debitrice di 100 fiorini e quali ho da dare alle Monache del Monisterio di Monticelli fuori delle mura a Sampiero Gattolino e quali mobbligo a dare loro messa a di 27 settembre 1447 del quale obbligo rogato da Giovanni Gusilli".
Nel 1498 le monache sono proprietarie del mulino di Pian di Mugnone e della casa annessa che si trovano entrambi in stato di inagibilità. Successivamente esse risiederanno, sempre nel borgo, in una casa con forno che però, nel periodo del loro arrivo nella valle, non è ancora costruita. E' dunque legittimo pensare che, in questa fase di transizione, le religiose siano ospitate nell'albergo dei Del Palagio con i quali mantenevano buoni rapporti da tempo. Nel periodo in cui l'ex albergo rimane in mano alla Chiesa, esente dalle tassazioni in uso, si perde ovviamente la traccia fiscale. La si ritrova nel 1776 nel Catasto Lorenese dove l'edificio è riportato come semplice casa. E' da ricordare che nell'anno precedente erano stati aboliti i privilegi ecclesiastici.