La prima Scenä Narratore: Davanti a un gran bosco abitava un povero taglialegna con sua moglie e i suoi due bambini; il maschietto si chiamava Hasel e la sorellina, Gretel. Hansel: Grety, Il brodo è cotto. Gretel: Padre, la cena è pronta. Padre: Tesoro! Il pasto è in tavola! Matrigna: Era ora! Il mio stomaco incominciava ad assomigliare al nostro salvadanaio tanto era vuoto. (rovistando con alcuni scatoloni) Guarda in che disordine viviamo! È mai possibile questo? Una donna come me, con il mio talento, confinata in tugurio pieno di ratti e topi. (si siede) Che cos’è questo? Gretel: Brodo di verdure, signora: tante verdure, poco brodo; come piace a lei. Matrigna: (Porgendo il piatto a Gretel) Aggiungi ancora un po’ di brodo, oggi ho lavorato più del previsto. (Hansel e Gretel si scambiano uno sguardo d’intesa) Matrigna: Allora? Padre: Coraggio Gretel obbedisci a tua madre. Hansel: Ma quello è per… (Gretel lo colpisce con una leggera gomitata, poi prende il piatto con due mani e si avvicina al pentola sul fuoco) Narratore: Egli aveva poco da mettere sotto i denti e quando ci fu nel paese una grande carestia, non poteva neanche più procurarsi il pane tutti i giorni. (Nel frattempo i due ragazzi sono rimasti in piedi, a disposizione dei genitori) Matrigna: (fa per infilarsi il cucchiaio in bocca) Padre: Ehm… Ehm…. Ehm Matrigna (immobilizzata con il cucchiaio a mezz’aria) Che è? Che sono questi suoni da facocero strozzato. Padre: Tesoro, prima bisogna dire la preghiera. Matrigna: Ah già. (sorridendo malignamente) Prego ragazzi tocca a voi. E vedete di fare una cosa veloce. Hansel: (prende il violino e incomincia ad accordarlo) Matrigna: Allora? Hansel: Un momento, signora, le corde non sono tirate a sufficienza. Matrigna: Uffa… (Dopo un bel po’) Hansel: Fatto. Gretel: (soffocando una risata divertita) Dai o Signore la tua santa benedizione al cibo che ora stiamo per mangiare e danne anche a chi non è ha. Matrigna: E adesso se non vi dispiace…. (rumore di brodo succhiato. Dopo un bel po’….) Marito: Com’è andata il lavoro oggi, mogliettina mia? Matrigna: Perché ti interessa? Padre: Non so. Avevo la bocca vuota. Marito: A che cosa stai lavorando, esattamente? Matrigna: Un autoritratto. Padre: Un autoritratto? E credi che questo... capolavoro varrà molto sul mercato?Voglio dire, la gente lo comprerà? Matrigna: Perché non dovrebbero. Stai forse dubitando delle mie capacità? Padre: No, no no… è solo che… ci lavori da molto tempo e mi domandavo, sì insomma. quando sarà pronto? Padre: Quando lo deciderò io. Tu piuttosto: vedi di tagliare altra legna. Con il freddo le dita si irrigidiscono e non riescono più a stringere il pennello. Allora? Marito: A… adesso? Vuoi che vada adesso? Matrigna: E quando sennò? Meglio che averti qui a fare domande. Marito: Ma, tesoro, sono quasi le dieci e fuori e tutto buio. Matrigna: Allora porta con te la lanterna! Marito: Certo, mogliettina mia (si alza, ingoia la zuppa di un fiato, poi va a prendere i fiammiferi, si veste imbacuccato, ed esce con l’accetta sulle spalle) Matrigna: E cerca di non fare rumore: questa notte devo lavorare. Tovagliolo! (Quando ha finito si alza ed esce e Hansel e Gretel incominciano a rovistare tra gli avanzi, e a raccogliere le briciole della cena.) La seconda scena, notturno, adagio. Gretel: La luna è piena stasera (si tocca la pancia) Hansel? Stai già dormendo? Hansel: Se la mamma fosse qui tutto sarebbe diverso. Gretel: Se la mamma fosse qui ti direbbe di non lamentarti tanto. Mi dai una mano a sciogliere i nodi? Hansel: Lei ci voleva bene davvero. Non come quella vecchia strega. Credi che da lassù ci stia osservando? Gretel: Credo di sì. Ehi… non devi preoccuparti. Finché staseremo insieme non ci potrà capitare nulla. Hansel: (annuisce) Già. Gretel: Hai preparato la storia? Oggi è martedì: tocca a te raccontarla. Hansel: Accidenti… me ne sono scordato! Aspetta prendo il libro … Ma dov’è l’ho infilato? (dopo vani rovistamenti) Gretel: (ridendo) Non importa Hansel, non importa.. Perché non mi racconti quella dell’ondina che faceva naufragare i marinai… come si chiamava? Hansel: Loreley. Gretel: Loreley: proprio quella. E’ la mia preferita Hansel: Allora siediti e ascolta. (buio) La storia ovvero terza scena ovvero prima coreografia. Narratore: Non so che cosa vuol dire che il cuore così triste si sente; d’antichi tempi una favola non vuole uscirmi di mente. È fresca l’aria ed imbruna tranquillo scorre il Reno la vetta del monte risplende nel ciel che tramonta sereno Bellissima una fanciulla siede là in alto; scintilla il vezzo suo d’oro, la chioma sua d’oro disciolta sfavilla. Con pettine d’oro la pettina e insieme modula un canto che è pieno di forza segreta, che è pieno di magico incanto In piccola barca il nocchiero è preso da fiero tormento; gli scogli del fondo non vede là in alto a guardar solo intento. Io credo che l’onde alla fine inghiottano barca e nocchiero; e la Loreley questo fece col canto suo lusinghiero. La scena numero quattro. Narratore: I pensieri non davano tregua al taglialegna, così, quella notte disse sospirando alla moglie: - che sarà di noi? Come potremmo nutrire i nostri poveri bambini, che non abbiamo più nulla neanche per noi?-. – Senti marito mio- rispose la donna... Marigna: Possibile che non ti entri nella zucca! Marito: parla piano mia cara o i sveglieremo i nostri ragazzi. Matrigna: Eppure ce ne tanto di spazio! Marito: Prova a ricominciare e mi raccomando sii il più chiara possibile. Matrigna: Moriremo. Ti va bene così? Marito: Direi di sì. Matrigna: Se non ci liberiamo di quei due mocciosi, ti toccherà piallare le assi per quattro bare. Marito: Ma che cosa possiamo fare? Matrigna: Fammi pensare. (mette un disco sul grammofono) Gretel: (svegliandosi) Che succede? Hansel: Sssch. (Segue canzone) Matrigna: Mi è venuta un’idea Marito: Un’altra sua idea! Matrigna: Domani li porti in un bosco. Marito: Nel bosco mia cara ma a fare che cosa? Matrigna: A fare della legna: è una scusa. Marito: Fammi indovinare una volta che son la… Matrigna: Gli accendi un fuoco, scappi poi li lasci là! Insieme: Così avremo da mangiare, molto pane in abbondanza, senza bocche da sfamare più problemi non avreemo. Matrigna: Mangeremo a pranzo e cena! Marito: La mia pancia sarà piena Matrigna: Basta con le divisioni! Marito: Duplichiamo le razioni! Matrigna e marito: è finita qui per noi la magra carestia Matrigna: Addio poveri bambini! Marito: Mi fan pena poverini. Matrigna: sempre meglio loro che noi. Mario: Ma non sono figli tuoi. Matrigna: Che voi dire stupido? Se hai un idea migliore allora sputa io con gusto ti ascolto. Ma di certo non dico di sì. Marito: (Smettendo di cantare) Hansel tra pochi giorni compirà otto anni: l’età giusta per lavorare in miniera. Dicono che la paga sia buona. E Gretel: è abbastanza matura per sposarsi. Potremmo combinarle un matrimonio con qualcuno di importante. Che so, un principe. Pensaci mia cara è un bel piano. E non sono mica un genio. Matrigna: Guarda che non mi devi convincere. Ma Hansel con quella braccia scheletriche riuscirebbe a malapena ad alzare la vanga! E Gretel, chi vuoi che la pigli, con quell’aria da triglia. (si avvicina) Ora ascoltami. Lo so che è una decisione difficile da prendere. (fingendosi commossa) Ma è pure necessario. Inevitabile. Credi che per me non sia doloroso? Liberarmi di quei due frugoletti pieni di pulci? Chi allieterà le nostre serate malinconiche? Chi laverà le pentole dopo cena? Chi farà il bucato? Maito: Non fare così moglie adorata, lo sai che ho il cuore delicato. Matrigno: (Cantando)è tutto deciso nel bosco li lasci, senza bocche da sfamare più problemi non avreemo…. Hansel: Che cosa facciamo? Gretel: Ci vuole un bel piano. Hansel: Se ci perdermo Gretel: Lo so moriremo. Gretel: Potremmo srotolare un gomitolo di lana. Hansel: Come Arianna nel labirinto del Minotauro. Ho un’idea migliore. (esce e ritorna con un sacchetto di cuoio) Useremo questi sassolini. Lungo la strada li lasceremo. Un sassolino per ogni passo. E quando nostro padre ci avrà... Gretel: Non dirlo ti prego. Hansel: Ritroveremo la strada per tornare qua. Io e te, insieme saremo. (rumore di passi) Gretel: Sssh… nostro padre sta salendo. (Si infilano in fretta sotto le coperte…) Padre: (si siede per un po’, si alza, cammina nervosamente; infine si avvicina al letto di Hansel e Gretel) Che il cielo vi aiuti figli miei. Avrei voluto avere più tempo per parlarvi del mondo. Le luci si spengono in dissolvenza. La scena numero cinque ovvero i saluti Quando le luci si riaccendono Hansel e Gretel si stanno vestendo, in silenzio. Sulla porta il padre e la madre aspettano con aria accigliata. Dopo un po’…. Padre: Siete pronti? Hansel: Ancora un momento. Cercando di non dare nell’occhio Gretel prende un sacchettino di pelle da un cassetto e lo porge ad Hansel, la quale se lo infila nel gilet. Quindi si dirigono verso la porta passando davanti alla madre… Madre: Ragazzi!! Non si saluta più vostra madre. Gretel: (inchinandosi) arrivederci. Hansel le stringe la mano senza dire nulla, ma questa lo tira a sé con un abbraccio. Madre: Ciao ciao. Ci vediamo più tardi. (al marito) Ricorda: se non ci liberiamo di loro ti toccherà piallare le assi di quattro bare. (Poi, sorride a Hansel e Gretel) La porta si chiude e le luci si spengono La scena numero sei ovvero il ritorno Marito e moglie sono seduti attorno alla tavola. In sottofondo si ode il solito rumore del pendolo. Matrigna: Sembri preoccupato. Povero caro, quei due hanno finito per rovinarti l’esistenza. Guardati, sei sciupato, non riesci più a pensare a nulla. Ma devi dimenticarli, capito? Ora non sono più un problema per noi. Padre: Mi domandavo che cosa staranno facendo. Forse hanno già trovato un posto per passare la notte. Matrigna: Allora sei pure sordo oltre che tonto. Apri bene quello orecchie da somaro e ascolta: loro non ci sono più. È finita. Capito? Fi-ni-ta (In quel momento si ode l’abbaiare di un cane. Entrambi si alzano e vanno alla finestra… In quel momento Hansel e Gretel entrano senza fiatare: sono sfiniti. Il padre fatica a nascondere l’emozione) Matrigna: Ragazzi!!! Ma si può sapere dov’eravate? Guardate che ore sono! Io e vostro padre eravamo in pensiero per voi. Filate subito a letto. (Senza dire nulla Hansel e Gretel si sdraiano sul letto e crollano addormentati) Marito: Non capisco io ho fatto tutto quello che mi avevi detto. Li ho portati nel bosco… Li ho dato un pezzo di pane. Ho acceso il fuoco e ho detto loro di aspettare lì finché non ritornavo. Come hanno fatto a ritrovare la strada di casa. Matrigna: (frugando nelle tasche di Hansel trova il sacchettino di biglie: lo svuota) Con queste. Marito: Con queste? Matrigna: Lo sai che cosa sono? Marito: Sfere magiche? Matrigna: Idiota. Sono sassolini. Gli hanno lasciati cadere lungo la strada e poi gli hanno raccolti ad una ad una. Tieni, nascondili. Vedrai che domani non riusciranno a ritornare. Le luci si spengono ALTERNATIVA: durante il saluto ad Hansel la matrigna riesce abilmente a rubargli le biglie dal gilet. Si salta così alla... ...scena numero 7 ovvero perduti nel bosco. Hansel e Gretel attraversano il bosco, con l’uccellino al seguito, mentre il narratore dice tutta ‘sta necessaria pappardella: Narratore: Hansel e Gretel ebbero il loro pezzetto di pane, ma era molto piccolo. Sulla strada del bosco , Hansel lo sbriciolò in tasca e spesso si fermava e buttava una briciola in terra. –Hansel perché ti fermi a guardarti attorno?- domandò il padre - Guardo il mio gattino che è sul tetto e vuol dirmi addio-, rispose Hansel. - Non è un gattino - replicò allora il padre - ma il primo sole che brilla sul comignolo - Ma Hansel un po’ per volta buttò tutte le briciole per via. Una volta rimasti soli i due bambini si fecero coraggio a vicenda: - Aspettiamo che sorga la luna, allora vedremo le briciole di pane che ho sparso; ci mostreranno la via di casa - Quando sorse la luna si alzarono ma non riuscirono più a trovare neanche una briciola di pane, le avevano beccate i mille uccellini che volavano per campi e boschi. Hansel disse a Gretel: - Troveremo la strada lo stesso - Ma non la trovarono. Camminarono e camminarono finché non caddero esausti in mezzo al bosco. Questa è la seconda coreografia, ovvero i gufi, ovvero la scena numero otto La scenografia è cambiata. Ora siamo in mezzo al bosco, un bosco dall’atmosfera cupa e un po’ assonnata. Attorno ai tavolini di un bar si attardano alcuni clienti, anche loro cupi e assonnati. Sulla destra una traballante insegna la neon reca la seguente scritta: La Casetta Segue balletto. E la scena numero nove? Eccola! Vecchietta: Accidenti a questi gufi… Mi hanno sporcato tutto il cortile. E tu che hai da guardare giovanotto. Non hai niente di meglio da fare che startene lì impalato? Pussa via! Ohi Ohi… Povera me, la mia schiena! E voi due! Andate a smaltire la sbronza da un’altra parte. Hansel e Gretel: Ma noi… Vecchietta: Su su… aria! Gretel: Che cosa facciamo? Hansel: (si alza) Carità signore, fate la carità. Gufo: Uh… Gufarello: Eh Gufo: Uh… Gufarello Eeeh… Che c’è, parla. Gufo: U-uuuuhai visto compare gufarello? Secondo me sono due orfanelli. Mi fanno così pena. Hansel: Non tocchiamo cibo da due giorni, ti prego signore. Gufarello: Come osi? Dovresti dare del lei alle persone che non conosci. Gufo: Poveri piccoli. Hai visto come sono maleducati? Gufarello: Sicuramente i loro genitori erano troppo occupati per impartirgli una corretta educazione. (ad Hansel) Quanto fa due larve per due larve? Gufo: Sta attento alle tasche compare, potrebbero tentare di derubarci. Gretel: Un momento! Io e mio fratello non abbiamo mai derubato nessuno! Hansel: Lascia perdere, sorella. Non ne vale la pena. Vecchina: Adesso basta maledette bestiacce! Come ve lo devo dire che il locale è chiuso. E voi due, che cosa fate ancora qui? Hansel: Signora, fate la carità. Non tocchiamo cibo da due giorni. Vecchietta: Davvero? Avrete una gran fame, allora. Hansel: Infatti. Vecchina: come mai non siete a scuola bambini? Gretel: è una storia triste signora. Vecchina: Dove sono i vostri genitori. Gretel: Loro non ci sono più. Hansel: Loro ci hanno… Gretel: (gli tocca un braccio) Vecchina: Volete dire che siete orfani? Gretel: In un certo senso sì. Vecchina: Miei cari, potevate dirlo subito! Eh Eh… dev’essere la mia giornata fortunata. Ma non state così in piedi, vi prego, sedetevi. Avete freddo per caso? No, state bene allora. Vado subito a prepararvi qualcosa da mangiare. (tra sé) Due in un solo colpo yuu… Ah… la mia povera schiena! (ai ragazzi) Voi intanto aspettate qui eh… non muovetevi. Gretel: non mi piace. Non mi piace per niente. Quella vecchina…. ha tutta l’aria di essere una cattiva strega. Hai visto come ha cambiato atteggiamento quando gli abbiamo detto che eravamo stati.. orfani. (Dopo un po’ ritorna con un vassoio pieno di tegole) Vecchina: Ecco qui, miei cari. Hansel: Mmmm… Hanno un profumo delizioso. Gretel: Che cosa sono? Vecchietta: Pasticci di bambino. (Silenzio) Vecchietta: Oh Oh… stavo scherzando. Sono tegole allo zenzero. Ho anche altre leccornie di là. Tutta la casa lo è. Finestre caramellate, tende alla vaniglia, porte di cioccolato. Tutte di produzione artigianale… Hansel: (e allunga una mano verso il vassoio di biscotti) Gretel: Hansel aspetta… Non dovremmo accettare da mangiare dagli sconosciuti. Vecchietta: Giuuusto. Molto saggia bambina mia. Hansel: Gretel non essere sciocca. Vuoi morire di fame per caso? Gretel: (Prende una tegola) Hansel: Ma che succede? Il mio stomaco… Che strana sensazione. È la prima volta che mi sento così… bene. Non ho più nemmeno voglia di mangiare. (si stiracchia) Ora ci vorrebbe una bella pennichella! Vecchina: Si direbbe che tu sia sazio, mio caro. Perché non provi a riposare un poco. La padrona della locanda sarà qui a momenti e non vede l’ora di… Gretel: La padrona? Credevo che questa locanda fosse sua. (sbadiglia) Vecchina: Oh, no. Non potrei mai permettermi tutto questo lusso. Io sono solo la sua cuoca. Hansel: Come si chiama padrona di casa? Vecchina: Non ha un nome solo, ma un’infinità. Sapete, è una strega molto ricca e famosa. Gretel: (stanchissima) Una strega? Hansel, te l’avevo detto, è meglio che andiamo via da qui. Hansel: Non ti preoccupare, andrà tutto… (cadono addormentati l’uno sull’altro) (in quel momento una nube di fumo si solleva alle spalle dei ragazzi. All’interno vi si staglia il profilo di una donna impellicciata) Vecchina: Ecco qui, signora, due orfanelli freschi di giornata. Sono stati lasciati nel bosco dai loro genitori. Ora sono ridotti piuttosto maluccio per dire la verità, ma una volta che li avrà…. La Strega: (Li fa cenno di tacere e sorride) Vedo che hanno gradito le mie tegole allo zenzero? (Soppesandoli con lo sguardo) Due ragazzini mediocri. (Si avvicina ad Hansel e Gretel) Lei soprattutto. Con quel visino cupo e malinconico. Ma ho dei progetti per loro. (getta una moneta alla vecchina) Vecchina: Questo significa che deciso di tenerli con noi. La Strega: Almeno finché mi frutteranno qualche cosa. Invitali al party di stasera: voglio conoscerli di persona. Fine Primo Atto Secondo, breve Atto Primo quadro, attaccato al precedente attraverso una coreografia in cui vi prendono parte i soliti gufi, la vecchina, la cameriera Gretel, e il celebre pianista Gretel. Vecchina: Gretel! Gretel! Dai una pulita a quel tavolo! Gufo: Cameriera! Gretel: Arrivo subito signore. Quando la musica finisce i clienti applaudono. Gufo: Bravo! Bravo! Hansel: Grazie, questo è tutto per stasera. Siete un pubblico magnifico. Sarò di nuovo con voi giovedì. Gufo: Bravo! Gretel: (avvicinandosi) Sei stato grande. Hansel: Grazie. Gretel: Ci vediamo giovedì allora? Hansel: Tu come stai? Gretel: Insomma. Il lavoro è tanto. Il prossimo mese mi confermeranno il contratto. Hansel: Stai sempre là, alla… come si chiama già? Gretel: La casetta. Sono le stanze più economiche del Bosco Nuovo. Gufo: Cameriera, mi porta un cocktail di lucciole, per favore. Gretel: Ora devo andare. Hansel: Prendi questi. Gretel: Non li voglio. Hansel: Gretel, insisto che tu li prenda. Gretel: E io insisto per non prenderli. Hansel: Lo sai… sei più testarda di un asino. Perché ti ostini a non voler capire? Gretel: No, sei tu che non capisci. La Signora Strega, lei… è malvagia. Le sue intenzioni non sono buone, come sembrano. Hansel: Eppure è stata lei a darti tutto questo. Tu dovresti ringraziarla se il prossimo mese ti confermeranno il contratto. Lei è l’unica che si è presa cura di noi. Gretel: Non è vero. Nostro padre… Hansel: Al diavolo nostro padre! Gretel: Hansel? Ma che dici? Hansel: La verità. Ah, ma cosa vuoi capirne tu! Sei solo una cameriera. Gretel: (turbata) Ora devo tornare al mio lavoro. Hansel: Sì, e io al mio. Gufo: E’ la nuova cameriera. Scommetto che affetta da pigrizia acuta: i giovani di oggi sono tutti uguali: non hanno voglia di fare nulla. Bisognerebbe insegnare loro qualche valore in più. Mi è venuta un’idea…. Pss Pss Psss. Gretel: (rientra con una lanterna) Gufo: Che cosa mi hai portato? Gretel: Cocktail di lucciole. Gufo: (l’assaggia) Mmm… ha un gustaccio tremendo. Assaggialo. Gretel: (disgustata) No grazie. Gufo: Insisto! Gretel: Ma io sono una bambina, mica un gufo. Gufo: Allora sarò costretto ad avvertire la direzione. Gretel: (disgustata) Crump crump ha ragione signore è la cosa più disgustosa che io abbia mai assaggiato. (Uno dei due gufi nel frattempo si è infilato sotto la tavola e gli ha legato un cordino del grembiule alla gamba di un tavolino) Gufo: Certo che ho ragione. Il cliente ha sempre ragione! Portalo subito indietro e preparami un’insalata di larve. (Gretel si tira via il tavolino e tutti ridono. Il narratore corre in soccorso) Vecchina: Gretel! Stupida pasticciona guarda che cosa hai combinato! Vai subito a prendere uno straccio e pulisci tutto per bene. (ai clienti) Scusatela signori… è nuova, e non ha ancora molta esperienza. Se non ti comporti come si deve sarò costretta ad avvertire La Strega. (escono tutti i clienti e Gretel e il narratore incominciano a raccogliere i ciocchi di vetro) Narratore: Accidenti che guaio! Gretel: Grazie, signore, ma non dovete preoccuparvi, peserò io a ripulire tutto quanto. Narratore: Oh… tanto mi stavo annoiando a starmene là seduto con le mani in mano. Ahi! Gretel: Vi siete tagliato? Narratore: Un graffio, una cosa da nulla. Gretel: ora vi metto una benda. (si siedono al tavolino) Narratore: (scuote il capo) Non dovresti permettergli di trattarti così. Gretel: Oh… ci ho fatto l’abitudine ormai. Narratore: Io dico che dovrebbe rispondergli per le rime. Gretel: Mi creda: non ne vale la pena. Per quattro gufi spennati... Narratore: Gufi o non gufi io gli darei una bella lezione! Ahi Ahi… Gretel: State un pochino fermo. Narratore: Ah sono stufo e arci stufo di stare fermo! Vorrei poter tornare al mio vecchio lavoro di narratooore. Gretel: Narratore avete detto? Narratore: Esatto. Gretel: E che cosa narravate? Narratore: Favole. Come questa. Gretel: Se vi piaceva tanto perché avete smesso. Narratore: non sono io ad aver smesso. Ora tutto è diverso. Ci sono molti più personaggi, comparse, musicisti, la storia è cresciuta, non hanno più bisogno di un narratore. Secondo te è un maleficio della Signora Strega? Gretel: può darsi. Narratore: In questo caso c’è poco da fare. Io non servo più a nulla. Gretel: (delusa) Forse nemmeno io. Ho perso ogni cosa. La mia casa, mio fratello Hansel. Neanche mi riconosce più. Lui è importante ora, sai? Ha fatto carriera nel mondo della musica. Non gli manca più nulla. Cibo, salute, felicità. È come essere rinchiusi in una gabbia d’oro. Senza saperlo. Narratore: Io dico che dobbiamo fare qualcosa per salvare tuo fratello... Gretel: ...e per la tua storia da narrare. Narratore: (cantanto) Con un pizzico di genio qualche etto di follia, Gretel: cento sasso da lasciare ad ogni passo sulla via, perché non si sa mai Narratore: si risolvono i tuoi guai. Gretel: Se ci credi Narratore: Se ci provi Narratore Gretel: se davvero tu lo vuooi. Gretel: Perché sognare non è un passatempo qualunque. Gretel: Alla fine vinceremo Narratore: Perché il male in fondo è scemo. Gretel: Già lo so, Narratore: già lo narro quel finale sempre uguale. Gretel: Non lo sento! Narratori: Non l’ho detto. Uno due tre. Quattro cinque e sei Gretel: Falla breve… E vivranno ancora insieme Narratore e Gretel: qui per sempreeee…. felici e conte... Vecchina: Accidenti! Che è questo baccano? Torna subito a lavoro. E tu…. Brutto fannullone vedi di andare a bighellonare da un’altra parte. Qui non abbiamo bisogno di te. Narratore: Ma io non vendo thè. Vecchina: Hai voglia di scherzare? Narratore: Mmm… mi faccia controllare il menù… scherzare scherzare. O eccolo sotto la parola risata. Sì, me ne porti un piatto bello abbondante. Vecchina: La Signora Strega! Se non la pianti sarò costretto a chiamare LA Signore Strega! Narratore: (da dietro le tocca il sedere) Gretel: Ah Ah Vecchina: Oh Screanzato (A Gretel) E tu, smettila di ridere! Gretel: scusi signora. Narratore: Ora devo andare. Quando ci rivedremo? Vecchina: spero mai Narratore: Addio mia dolce colombina innamorata. Vecchina: Colombina a me! Narratore: No, parlavo col cespuglietto. Addio mio coniglietto salterino. Vecchina: E adesso con chi c’è l’hai? Narratore: Col laccetto. Grazie per l’inchino. Vecchina: Fuoooori. Gretel: (le raccoglie lo scialle) Ecco qui, signora. Vecchina: Spero che non sia amico tuo. Gretel: Mmm… Vecchina: Mmm, se lo rivedo gli tiro il collo, giuro che gli tiro il collo. Scena dodici, una gabbia d’oro per Hansel. (in scena Hansel, la Vecchina) Hansel: (sta giocando ad un videogioco) Accidenti! Il mio punteggio è troppo basso. Adesso provo con un’arma più potente. PAm Pam… beccati questo stupida bestiaccia! (Alla vecchina) Tu, portami ancora un po’ di gelato. Vecchina: Ecco qui, signorino. (Compare La strega, nella solita nube di fumo) La Strega: Allora, come sta il nostro ospite? Vecchina: Cresce e ingrassa. Hansel: Starei meglio se mi procuraste qualche nuovo videogioco. Questi li ho già finiti tutti. La Strega: Mmm… vedrò che cosa posso fare. Hansel: Ma come? Non mi chiedi nemmeno quali preferisco? La Strega: Ma certo:. Dunque ehm… quali videogioco preferisci? Hansel: Mi piacciono quelli di strategia, dove tu devi formare un esercito, o costruire una metropoli. Ma se sono nervoso non c’è niente di meglio che un bel piacchiaduro per scaricare la tensione! Quelli di calcio o Rally vanno bene se si è in compagnia, quindi lasciamo perdere. Ma i miei preferiti sono gli adventure classici, cavalieri in sella ai loro destrieri in viaggio per liberare una principessa. A proposito, controllate sulla copertina: la principessa dev’essere almeno un po’ gnocca... Vecchina: Oh! LA Strega: C’è altro che posso fare per te? Hansel: (cambiando tono) Veramente una cosa ci sarebbe? La Strega: Sentiamo. Hansel: (titubante) Vorrei incontrare mia sorella. LA Strega: Tu hai capito quello che ha detto? Vecchina: Neanche una parola. Hansel: Ho detto che vorrei incontrare mia sorella. Sei sorda per caso? La Strega: Tra tutte le richieste che potevate farmi, questa è la più inusuale. Perché mai vorreste rivedere quella sciocchina, buona a nulla? Hansel: Non lo so. Forse perché mi annoio a starmene tutto il giorno da solo. Mi servirebbe un po’ di compagnia. La Strega: Ma come? Non ti bastano i videogiochi? Hansel: Beh… sì, ma non è esattamente la stessa cosa. La compagnia di una persona è diversa. Non credo che tu possa capirlo. Perché in fondo sei una strega e le streghe non hanno mai ricevuto amore. LA Strega: Mmm… davvero? Hansel: Scommetto che nessuno ti ha mai raccontato una storia. La strega: Storia? Bah! Non c’è modo più efficace per buttare via il tempo. Hansel: Visto. (Pausa) Insomma voi avevate detto che mi avreste dato tutto ciò di cui avevo bisogno! Beh io ho bisogno di mia sorella. La strega: Continuo a non sentire quello che dice. Vecchina: Neanche io. Hansel: Ma allora è un vizio il vostro! Ho detto che ho bisogno di mia sorella! Se non mi fate incontrare Gretel io me ne andrò per sempre da questo bosco! (lunga pausa) La strega: Ah Ah Ah Ah… stupido illuso. Credevi che sarebbe stato così semplice. Hansel: Che volete dire? LA Strega: Hai mangiato alla mia tavola, bevuto dai miei bicchieri, dormito nei miei letti. Ah Ah Ah… Tu mi appartieni ora. (Hansel si ritorva rinchiuso in una gabbia) Hansel: Fatemi uscire! Maledetta strega!!! Fammi uscire da qui. Gretel: Da questa parte. Narratore: Adesso che ci penso, entrare in casa così di nascosto non mi pare un’idea molto saggia. Gretel: è troppo tardi per tornare indietro. Narratore: Ci ucciderà!! Gretel: Parla più piano. Narratore: Ci ucciderà… Gretel: Hansel! Sei qui, Hansel! Hansel: Gretel! Non immagini come sono contento di vederti. Avevi ragione. Avevi ragione su tutto. La Signora Strega è malvagia. Guarda che cosa mi ha fatto! Gretel: Ne parliamo dopo. Ora devo trovare il modo per farti uscire da qui. Hansel: La chiave… lei se l’è portata con sé. Gretel: Provo con questo (estrae una pinza dai capelli) La Signora Strega: Ah Ah Ah! Piccola mocciosa. La vostra visita è finita. (il narratore viene trasformato trasforma in un ranocchio) LA Signora Strega: (alla vecchina) Tu: accendi il fuoco della stufa. Il vecchina: (non si muove) Hansel: Cosa? Perché? Non è ora di cenare. LA Strega: Oh sì invece. Stasera mangeremo pasticcio di bambina. Ah Ah Ah AH... (musica terrificante e subito dopo molto triste) Vecchina: Per carità signora, abbiate pietà. Gretel non ha fatto del male a nessuno. Lo so è un po’ distratta, ma vi assicuro che è un ottima cameriera. Considerate almeno questo: i nostri clienti sono tutti soddisfatti. Lui piuttosto! Perché non ci buttate lui nel fuoco? È solo un ragazzino viziato e incapace di gratitudine! Da quando è arrivato non l’ho mai sentito ringraziare, nemmeno mezza volta, nemmeno per sbaglio. Non capisco ancora perché lo teniate in vita. La strega: Mmm… in effetti è bello grassottello. Gretel: Oh no. Lui è mio fratello! Se qualcuno merita di morire quella sono io. Sono solo una bambina ingrata. Hansel, fratello caro, avrei dovuto accettare i tuoi consigli e fidarmi delle persone che mi stavano aiutando. È per colpa mia se sei finito in una gabbia. Ma ora non sarò più un problema per te. Hansel: Tu non sei mai stata un problema per me. Gretel: invece sì. Hansel: Signora Strega, se c’è qualcuno qui dentro che merita di morire quello sono io. Buttate me nel fuoco e non lei. La Strega: Forse hai ragione. È meglio se facciamo fuori lui per primo. Gretel: Oh no. Prendete me! Vecchina: No e poi no. Gretel non merita questa fine. Piuttosto…. mi ci butto io nel forno. Narratore: CRa cra. La Strega: Insomma non ci capisco più nulla! Tutti qui vogliono morire. Allora sapete cosa faccio? Vi cuocio tutti quanti. E tu, sciocchina sarai la prima. (afferra Gretel per un braccio) Hansel: Gretel! …… AAAAAHH Vecchina: Povera bambina. Gretel compare di nuovo in scena. Gretel: Hansel! Hansel: Gretel! Gretel: (abbracciandosi) è finita, La strega cattiva è morta. In quel momento entrano i gufi, lanciando occhiate verso il forno. Gufo: Per la notte! Che è successo? Avete visto che roba? Gufo: Da non credere. Gufo: Strega al cartoccio. (alla cameriera Gretel) Una porzione per me. Gretel: veramente signore io non lavoro più in questo bosco. Vecchina: Sì, sei libera. Andate ragazzi. Sul lago troverete un’anatrino che vi aspetta. Salite sulla sua groppa e volate fino a casa vostra. Gretel: (l’abbraccia) (Tutti si salutano etc… Magari si fa un piccolo balletto… vediamo. E così...) ...rimane solo il narratore, ed è la scena tredici (per rimanere in tema di stregonerie) Narratore: Tocca a me? Allora vado. Sono presentabile? Come ai vecchi tempi. Anatrino, corri! Hansel e Gretel qui scorri. Nessun ponte passa per il fiume, prendici dunque, sulle bianche piume. (al pubblico) Lo so, la storia dell’anatrino non è poi tanto originale. Ma il regista si è raccomandato molto perché io la raccontassi. Non importa che ora la ricordiate. Avete fatto già tanto: l’avete vissuta. Hansel e Gratel tornarono a casa, e scoprirono che la matrigna era morta. Così finiron tutti i loro guai e vissero per sempre felici e contenti. La mia fiaba ti ho detto. Laggiù corre un sorcetto; prendigli il pelliccione e fatti un berrettone. Buio. |
Personaggi: |
Narratore |
|
|
Hansel |
|
|
Gretel |
|
|
Il padre |
|
|
La matrigna |
|
|
Il nocchiero |
|
|
L’ondina Loreley |
|
|
Il pennuto |
|
|
La vecchina |
|
|
La Signora Strega |
|
|
Vari gufi |
|