Ho sognato che mangiavo un pezzo di bananamoon. A morsi. Tipo mela.

Riallacciandomi al post precedente, informandomi su Hayao Miyazaki mi sono imbattuta, tra le altre cose, su un'articolo che parlava del museo Ghibli. Vi sono esposti gli schizzi originali e i disegni preliminari dei vari film, inoltre si possono visionare all'interno di una sala proiezioni, brevi film di animazione. Mi fa uno strano effetto pensare che a Tokyo ci sia un'intero museo dedicato ad uno studio di animazione... un pò come quello dedicato ad hide... del resto Murakami scrive che "l'arte è un genere di cultura che fiorisce solo quando l'economia è solida (...) in Giappone, sono le masse a stringere le chiavi dell'economia e gli anime, i manga, i videogames sono il genere di cultura da loro richiesto.. In questa prospettiva, il museo Ghibli assume l'importanza di un luogo simbolico, pronto a proclamare a gran voce che queste culture, erroneamente proclamate come basse o sub-culture, sono in realtà le più tipiche del Giappone".

Come resistere?
Notte horror allo stensen sabato 24 Aprile dalle 21:30 alle 4:00. Verranno proiettati: Dark Water di Hideo Nakata (anteprima sabato 17); Non si sevizia un Paperino di Lucio Fulci; Citizen Toxie: Toxic Avenger IV di Lloyd Kaufman; Non aprite quella porta di Tobe Hooper + Happy Tree Friends.

Domenica scorsa hanno proiettato La Città Incantata (Sen to Chihirono kamikakushi) di Hayao Miyazaki. Me ne sono innamorata.

Ummm... questo blog sta prendendo una strana piega.
Comunque. Mentre stavo tornando a casa questa sera (sempre con la mia fantastica biciclettina che -attenzione- non è più quella dello spiaccicamento su furgoncino perchè ho irremediabilmente inarcato il telaio rendendola perciò inutilizzabile...), dicevo, vicino a casa mi fermo allo stop. Lascio passare le macchine ed alzo gli occhi al cielo. Gesto molto romantico il mio. Solo che invece della luna e le stelle mi sono trovata davanti un palazzo. Una finestra aperta. Una luce accesa. Un ragazzo che si spoglia.
UN RAGAZZO CHE SI SPOGLIA?!
Ma non era una prerogrativa delle bionde con la quarta di reggiseno?

No, stavolta non mi sono spiaccicata su nessun furgoncino. Arrivata (sana e salva) sotto lo studio, freno e scendo dalla bici. Purtroppo indossavo una gonna portafoglio. Purtroppo la suddetta gonna è tenuta chiusa da due striscie di velcro. Estato un attimo. Scendo dalla bici, la gonna si impiglia nel telaio, il velcro si strappa, la gonna rimane attaccata alla bici ed io con il culo di fuori.
Meno male che non c'era nessuno. Almeno spero.

Sto ancora lavorando sulle foto di Venezia, non me ne sono dimenticata!