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Friedrich Nietzsche

(1844-1900)

Dio è morto

Secondo VERCELLESE 1994 la massima NON è da citare per buona educazione, "ma non leggere Nietzsche è peccato mortale."!

Il sentimento tragico della vita è unità di dionisiaco e apollineo.

Attribuisce un valore NEGATIVO alle istituzioni (Scuola, Stato, Esercito, governo, famiglia...), in tale senso compie un’operazione opposta a quella di Hegel, che invece vedeva nelle istituzioni un valore ASSOLUTO, vale a dire la superiorità dello Spirito sull’individuo singolo. NON è una istituzione, invece,  la personalità individuale, che nella forma migliore si esprimerà un giorno come oltre-uomo. L'OLTRE-UOMO di Nietzsche NON è un modello da seguire, bensì NESSUNO e nello stesso tempo TUTTI, cioè è l’uomo che cambia i valori attuali. Esempi di tentativo di oltre-umanità si hanno in Arthur Schopenhauer, in Montaigne, in Plutarco. Ma la lotta per liberare l’individuo dai vincoli e dai valori istituzionali è ancora lunga.

 Per Nietzsche le vere forze morali sono il desiderio-conoscenza  e l’amore-odio. Sono ESALTATORI della volontà per Nietzsche sia l’amore che l’odio: nell’oltre-uomo convivono gli opposti, entrambi espressione di VOLONTÀ’. Al posto del TU DEVI kantiano N. sostiene l’IO VOGLIO. La NOLUNTAS schopenhaueriana va tramutata per Nietzsche in accettazione del  divenire e affermazione del sentimento tragico della vita.

Nietzsche si considera un nichilista, non ancora un oltre-uomo.

Egli si pone tuttavia come un superatore del NICHILISMO PASSIVO: 'Attraversare il deserto che cresce' significa per Nietzsche NICHILISMO ATTIVO: far cadere ciò che sta cadendo e trasmutare i valori.  

Alto crebbi su uomini e bestie
Se parlo - nessuno mi parla.
Io troppo sol ed alto crebbi -
Attendo, ma che attendo mai?
Troppo vicini sono i nembi,
Solo la folgore attendo ormai.

 

Questa sua poesia (Il pino e la folgore) mi pare il suo autoritratto:

 


(tr. R. Paoli, in Da Nietzsche a Rilke, MI:Accademia, 1970)

 

 

-v. testa bronzea di filosofo di Max Klinger e ritratto di Edward Munch

note metafisiche (da DEBARTOLOMEO-MAGNI 1998 )

Sottopone la metafisica e - con essa - l'intera razionalità occidentale, ritenuta negatrice della vita, del lato "dionisiaco" dell'uomo. Tale cri­tica è simboleggiata dall'annuncio della morte di Dio, cioè della metafisica, e della stessa possibilità di un mondo 'altro" e più "vero" di quello dell' "apparenza".

L' "illusìone metafisìca" ha origine in Platone, che ha posto le idee, il mondo sovrasensibile, come il 'mondo vero", degradando il mondo dei divenire e della sensibilità a mondo dell'apparenza, svalutando come “inautentico" il mondo in cui viviamo. La metafisica ha contribuito ad alimentare negli uomini un atteggiamento di rinuncia alla vita, sovrastata quest’ultima dalla dimensione di Dio. Per Nietzsche crisi della metafisica e 'morte di Dio", appaiono come due facce dello stesso processo. L'annuncio nietzschiano della morte di Dio sembra portare a compimento quel processo di secolarizzazione che era iniziato con la crisi dei Medioevo e con l'avvento e lo sviluppo della società e della scienza moderne.

Nelle sue intenzioni ciò vuole essere uno smascheramento di tutti i valori i intorno ai quali si è costruita la civiltà occidentale, di cui egli è criti­co spietato: "rovesciare idoli è il mio mestiere", afferma, poiché bisogna distruggere e criticare per creare nuovi valori, per affermare una nuova potenza dello spirito e per aprire una nuova epoca, quella dell'Oltreuomo o "Superuomo".

La metafisica è il prodotto di filosofie che hanno cercato un concetto, un signi­ficato "nascosto" del mondo e hanno ignorato il mondo che è davanti ai nostri occhi. Esse hanno privilegiato facoltà come la "ragione" o la "coscienza' a spese di altre, ad esempio a spese degli istinti e delle passioni, che hanno tentato di reprimere. Eppure le costruzioni della metafisica, che pretendono di al di sopra delle passioni e degli interessi degli uomini, esprimono di fatto proprio tali interessi e passioni. Socrate è il simbolo, l'emblema di tale pretesa, di questa "tìrannìa della razionalìtà" affermata contro la "tirannia dell'istinto".

Nell'annuncio "Dio è morto!", Nietzsche fa intendere di non essere luí a "uccidere" Dio, ma che sono gli stessi uomini dell'Occidente cristiano ad aver­lo fatto. Si è cioè consumata la metafisica, una visione delle cose nella quale a fondamento dei mondo è stato sempre cercato e riconosciuto un principio assoluto. La dichiarazione della morte di ogni metafisica vuol essere soprattutto rivelazione dell ’assenza di ogni fondamento: del fatto che dobbiamo imparare a vivere come sospesi nello spazio vuoto che la morte di Dio spalanca all'uomo, senza più punti di riferimento. Vivere con noi stessi, con le nostre passioni e dolori, e nient'altro.

Da qui il significato che viene dato al níchilismo di Nietzsche: l'annullamento dei miti della metafisica (ragione, universalità, valori assoluti...) e la consapevolezza che la tentazione a ricorrere a nuovi miti è sempre presente, perché forte è la tentazione a rifugiarsi in illusioni capaci di tranquillizzare, di darci sicurezza.

note gnoseologiche (elaborazione da DEBARTOLOMEO-MAGNI 1998)

Per N. non esiste una conoscenza "disinteressata" dei mondo, poiché la scienza è dominio sulle cose. Non esistendo un ordine oggettivo della realtà,  non esiste neppure una sua conoscenza oggettiva. "Calcolare il mondo" non significa affatto comprenderlo. La conoscenza del mondo poggia su prospettive che sono diverse per ciascuno di noi, sono punti di vista che nascono da esigenze e interessi varianti da individuo a individuo. Ciò che alimenta quei diversi punti di vista sono bisogni umani, a partire dal bisogno di una forma rassicurante e consolatoria dei mondo.  Vi è una genealogia del pensiero che ci conduce a vedere - nella stabilità e nell' ordine del mondo - nient'altro che una proiezione dei nostro bisogno di sicurezza, di autoconservazione, che ha orrore dei caos e dei disordine del divenire.  La fiducia nel fatto che esistano delle "sostanze", delle cose in sé, nasce da una fede che dà tranquillità e coerenza alla vita.

La conoscenza è perciò strumento, in quanto si rivolge alle cose con un movimento determinato da quei bisogni. Non guarda ai fatti, come ritenevano i Positivisti: non ci sono fatti, ma solo interpretazioni dei fatti stessi. Il mondo è come un "testo misterioso e non ancora decifrato" e la conoscenza è ermeneutica, interpretazione, compresenza di una pluralità di centri di interpretazione in lotta tra di loro. E la verità è affermazione della volontà di potenza, è dominio.

Il titolare della nuova scienza sarà un "creativo", impegnato a restituire l'incanto al mondo: dovrà quindi costruire la propria casa sul Vesuvio (NEGRI 1994). 

CRITICA

Il pensiero di N. è stato fatto proprio in pieno dal Nazismo, per volere espresso di Hitler. A fare il "lavoro sporco" di inserire N. nel filone razzista ci aveva pensato Baeumler (1931) che sarà premiato quando si tratterà di sostituire Heidegger che si era dimesso dall'insegnamento a Friburgo. Quest'ultimo rimprovererà a Baeumler di avere risolto in senso politico (l'ideologia del Blut und Boden) il tema di N.  relativo alla volontà di potenza, che era invece da intendere come tema metafisico

LOSURDO 2002  restituisce N. ad una interpretazione complessiva  realistica. 

Regalo del Fuehrer all' (ex) duce 

Mussolini, arrestato dal re e portato all'isola della Maddalena, lì ricevette il dono di Hilter per il 61mo compleanno: l'edizione in 22 volumi magnificamene rilegati delle opere di N.. Era il  19 agosto 1943. Ma  il 28 fu spostato, su un idroplano al Gran Sasso, da dove poi fu "salvato" dalle SS di Hitler e costretto a mettersi a capo dell'Italia invasa dai nazisti (v. Renzo De Felice, Mussolini l'alleato, II: la guerra civile, TO:Einaudi, 1997,14 e17n).  Mi sono sempre chiesto che fine avranno fatto i 22 volumi: sono finiti al Gran Sasso? Di sicuro non l'hanno seguito subito in Germania perché l'aereo delle SS era troppo leggero, e sovraccarico per la presenza del duce e del suo "controllore" Skorzeny, per ospitare anche le opere filosofiche di N.  Forse  ne saprà il qualcosa bibliofilo comunista Oliviero Diliberto - oppure il "bibliofilo" amico di mafiosi Marcello Dell'Utri (la bibliofilia è una febbre trasversale)? Probabilmente furono inviati in Germania via terra, in un secondo tempo, dai nazisti (che tale viaggio fecero fare ai "diari" che il duce aveva tenuto in prigionia. Ma i diari nell'aprile 45 andarono dispersi (De Felice, cit., 14n).

 

Testi:

DEBARTOLOMEO-MAGNI 1998  De Bartolomeo-Magni, Filosofia, tomo 0, BG:Atlas, 1998

BAEUMLER 1931  Alfred Baeumler, N. filosofo e politico, 1931 (tr.it.  PD:AR, 2003)

GIVONE 1995 Sergio Divone, Storia del nulla, BA:Laterza 1995, 19982

LOSURDO 2002  Dominico Losurdo, Nietzsche, il ribelle aristocratico, TO:Boringhieri 2002, pp 1167 (biografia intellettuale e bilancio critico)

NEGRI 1994    Antimo Negri, La scienza sul Vesuvio, BA:Laterza 1994

VERCELLESE 1994   Michele Vercellese, Cogito ergo sum. Breve storia della filosofia, MI:Garzanti, 1994 (un giro guidato nell'universo filosofico in 50 massime commentate)

Multimedia (vhs)

Film

Al di là del bene e del male (Liliana Cavani, It. 1977 - vhs Durium) scene di forte intensità 

Linkografia

www.friedrichNietzsche.de  sito ufficiale ricchissimo

 

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