Circolo delle Telecomunicazioni PRC Roma:
RELAZIONE SUGLI ACCORDI DI SINGAPORE E GINEVRA DEL W.T.O.
Roma, 5 Aprile 1997

indice del documento:
| clausola sociale | l'accordo sulle tlc | la liberalizzazione dei servizi tlc | la liberalizzazione del mercato tlc e sue ricadute | il lavoro |

- La Clausola Sociale -

L' 8 dicembre 1996 si è aperta a Singapore la Prima Conferenza Ministeriale dell'Organizzazione Mondiale per il Commercio (W.T.O.). La cosa più evidente agli osservatori è stata la divisione tra i paesi del Nord industrializzato da quelli del Sud, che vantano elevati tassi di crescita economica. La finalità dei primi legata soprattutto alla necessità di effettuare la completa liberalizzazione dei mercati. Uno dei punti di discussione più accesa è stato la clausola sociale che, se inserita negli accordi di libero scambio, avrebbe posto un limite legale alla circolazione di merci prodotte senza l'applicazione delle norme di tutela dei lavoratori. A tal proposito è da sottolineare che su questo tema l'Europa si è presentata divisa nell'applicazione di questo importante obiettivo. Al precedente vertice del G7 (marzo 1996), gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e la Germania fecero blocco comune per la non applicazione di questa importante clausola. La Francia si è dimostrata aperta a dare concessioni nel campo tessile ai paesi, in via di sviluppo, in cambio della revisione di questo meccanismo economico che poggia su condizioni di lavoro disumane. L'Italia si è dimostrata favorevole alla clausola ma non ad "...accettare legami con eventuali concessioni ai paesi in via di sviluppo in altri settori, come il tessile". I paesi del Sud ritengono la clausola sociale una sorta di nuovo protezionismo tant'è vero che su pressioni asiatiche, è stato ritirato l'invito alla Conferenza, al direttore dell'Organizzazione Mondiale del lavoro ed accanito sostenitore della clausola stessa. Bill Jordan, segretario generale dell'International Confederation of free Trade Unions ha affermato che "...quello che manca per rendere effettivo il rispetto dei diritti, è il potere coercitivo della W.T.O."

torna all'indice

- L'accordo sulle Telecomunicazioni -

Il nodo essenziale per i rappresentanti dei 160 governi ha riguardato il settore delle TLC, tema strategico per gli U.S.A. e per l'Europa dell'Ovest. La mancanza di un accordo ratificato da tutti avrebbe significato un rafforzamento dei processi di integrazione economica regionale. Inizialmente, a Singapore, l'accordo si è bloccato di fronte alle divisioni europee. Gli italiani facenti parte del Consiglio dei Ministri del Commercio U.E., hanno ribadito infatti l'insufficienza delle proposte effettuate dalla Commissione Bilaterale UE/USA che si limitavano all'apertura dei mercati per i cavi, i condensatori, le fotocopiatrici digitali ma non per le fibre ottiche, delle quali l'Italia è uno dei maggiori produttori mondiali e dove rischia di rimanere esclusa a favore degli U.S.A. e del Giappone. Ancora una apertura per i CD-ROM ed una limitazione per i monitors per display grafici. Le rimostranze italiane hanno avuto l'iniziale alleanza della Francia, Grecia, Spagna, Portogallo, Belgio e Lussemburgo ma i compensi ricevuti da questi paesi nel campo dell'Agricoltura hanno ben presto lasciato sola l'Italia. Lo scontro tra Stati Uniti ed Europa, nel quale Londra ha ripetutamente preso partito per i primi, ha riguardato i tempi e le modalità di una liberalizzazione che in questo momento giova solo alle aziende multinazionali U.S.A. perchè nei campi dell'informatica, delle telecomunicazioni e del multimediale le aziende statunitensi sono già pronte a monopolizzare il nostro mercato interno, il giorno dopo della firma di un accordo in merito. Al termine del Congresso, si vedrà che non sono stati i rappresentanti governativi a dettar legge, bensì i consigli di amministrazione delle multinazionali dell'informatica. Singapore e Ginevra hanno sancito l'accordo tra U.E. ed U.S.A. sulla liberalizzazione dei prodotti informatici per un volume d'affari di centinaia di miliardi di lire e che cancellerà entro il 2000 tutte le barriere doganali. A Ginevra è stato ratificato l'accordo con la firma del 90% dei paesi che producono ed importano tecnologie informatiche. L'Italia si è dichiarata soddisfatta perchè, anche se dall'accordo sono rimaste fuori le fibre ottiche, sono stati contestualmente eliminati i dazi per i cavi in rame, semiconduttori, condensatori, fotocopiatrici digitali ed attrezzature per telecomunicazioni. Per compensare l'Italia, i ministri del Commercio U.E. hanno alfine deciso di eliminare i dazi sulle materie prime importate per produrre le fibre ottiche, rendendole così più competitive rispetto ai produttori degli U.S.A. e del Giappone. Il 15 febbraio 1997 a Ginevra è stato ratificato l'accordo per la liberalizzazione totale dei prodotti informatici e dei mercati delle TLC di base (televisione esclusa). Aumenterà di fatto la possibilità per le multinazionali del settore di trasmettere con le loro T.V., evitando ogni regola nazionale in materia di pubblicità sul tabacco o sugli alcoolici. L'egemonia della cultura statunitense si estenderà maggiormente, avrà buon gioco entro pochi anni su quasi la metà del mercato delle reti televisive del vecchio continente e quindi più della metà delle reti T.V. in Europa sarà di proprietà delle multinazionali U.S.A. del settore. La liberalizzazione del mercato T.L.C., totale ed obbligatoria per tutti gli stati firmatari, scavalca di fatto poteri e sovranità che spettano esclusivamente ai Parlamenti Nazionali.

torna all'indice

- L'accordo sulla liberalizzazione dei servizi T.L.C - - Influssi sulla Sicurezza Nazionale Italiana -

Tanto per parlare con gli stessi termini usati dagli statunitensi rispetto al caso Cuba, un accordo come quello ottenuto nella sede internazionale del W.T.O. non può sovvertire gli interessi italiani e/o europei perchè è un problema non meramente economico ma anche di sicurezza nazionale. Deve pertanto essere vagliato dai nostri parlamentari perchè di fatto questa soluzione rende "libero" il mercato ma solo per le multinazionali che lo controllano, passando da una situazione di monopolio ad una di oligopolio controllato. Gli U.S.A. con la legge anticubana HELMS-BURTON tentano di imporre la loro legislatura a livello internazionale, in chiave extraterritoriale rifiutando il W.T.O. come sede di aggiustamento delle controversie commerciali e giudicando Cuba come un problema interno. E' da sottolineare a tal proposito che Telecom Italia ha dei buoni rapporti commerciali con Cuba e, se in sede W.T.O. non verrà dipanata questa controversia (con il PANEL), ciò avrà sicuramente delle ricadute commerciali negative per la società italiana e le aziende dell'indotto. E' importante evidenziare il fatto che ciò avverrebbe non per una "libera concorrenza commerciale" ma per una imposizione statunitense basata sulla loro strategia politico-militare. Sigonella, l'ipotizzato abbattimento effettuato da caccia statunitensi del DC-9 sopra i cieli di Ustica, ed ora le varie crisi economiche regionali (tra le quali Cuba) ripropongono con modalità diverse il ruolo arrogante ed imperiale degli Stati Uniti di fare politica con i loro stessi alleati. L'egemonia U.S.A. nel settore delle telecomunicazioni, che segna un passo avanti con la firma di questo accordo, rientra nella loro strategia di difesa globale per il terzo millennio al fine di mantenere la leadership a livello mondiale con costi più contenuti, mediante l'aumento delle capacità operative ottenute dalle nuove tecnologie e dal contemporaneo superamento della concorrenza informatica territoriale. Già con il governo O.N.U. abbiamo potuto constatare che per gli statunitensi gli alleati sono considerati tali solo in quanto non perseguono interessi differenti. Le loro ambizioni egemoniche geopolitiche vedono nell'Extended Information Dominance, lo strumento essenziale per il mantenimento della Pax Americana nel XXI secolo. Tutto secondo i programmi della National Security Agency. In tutto questo contesto risulta perciò chiaro come gli Stati Uniti abbiano deciso in piena consapevolezza, di utilizzare lo strumento economico nelle intese regionali per evitare il rischio che la propria influenza nel commercio internazionale finisca con l'essere eccessivamente diluita nel quadro prospettato dal W.T.O.. Subito dopo la firma ai primi di marzo, la stampa ha reso noto l'esistenza di un accordo tra Unione Europea e Stati Uniti d'America, per il tramite dell'F.B.I., che sancisce la cooperazione tra case fornitrici dei sistemi di telecomunicazione e l'organo di Polizia Federale, al fine di poter effettuare sottocontrolli e perquisizioni informatiche a distanza. I governi Europei porranno ai produttori dei nuovi telefoni satellitari, precise condizioni che solo se rispettate, consentiranno loro di accedere al mercato. Tali mezzi dovranno essere facilmente intercettabili, grazie all'inclusione di codici che soltanto i servizi segreti e nessun altro potranno decriptare. A metà marzo è stato promulgato in Italia il decreto legislativo n°55 che ha messo fine al monopolio di Telespazio, recependo la Direttiva Europea che cancella i diritti esclusivi e quelli speciali finora vigenti. La nuova normativa sancisce il principio della libera commercializzazione ed installazione delle apparecchiature terminali ed afferma che "...non ci sarà nessuna restrizione all'offerta di capacità del segmento spaziale". Con questo decreto (che non tocca il servizio telex e quello di telefonia vocale) si è dato il via alla liberalizzazione del servizio telefonico via satellite. I soggetti autorizzati dal Ministero P.T. a fornire le prestazioni, dovranno rispettare l'obbligo della riservatezza delle comunicazioni e per ragioni di interesse di ordine pubblico, sicurezza o difesa nazionale, il Ministero delle Poste, conseguentemente ad una delibera del governo, può sospendere i servizi offerti. Dal nostro punto di vista i tre eventi elencati, avvenuti nell'arco di un mese e tra loro correlati, possono far pensare alla realizzazione in concreto del programma della National Security Agency. Gli U.S.A. che sono avanzatissimi nel settore della guerra dell'informazione ma non possono trasferire agli alleati le tecnologie, per i danni commerciali che ne riceverebbero, si limitano a "fornire" loro i sistemi informativi avanzati. Il D.L. sopramensionato e l'accordo con l'F.B.I. faciliteranno le possibilità di "attacchi" alle reti ed ai sistemi informatici alleati. Tutto ciò anche se può inizialmente far sorridere, ci deve invece allertare. La nostra proposta è la immediata formazione di una commissione parlamentare d'inchiesta che sintetizzi tutta la materia e tragga delle pubbliche conclusioni dopo aver verificato le eventuali connessioni.

torna all'indice

- La liberalizzazione del mercato - - Possibile bilancio sulle ricadute occupazionali -

In Italia, il mercato delle telecomunicazioni (strutture e servizi) ha raggiunto l'anno scorso quasi 26 milioni di dollari. Inoltre, i paesi in via di sviluppo intendono investire centinaia di miliardi di dollari nei prossimi cinque anni, per migliorare le infrastrutture delle telecomunicazioni. La World Wibe Web di Internet rappresenta un modo eccezionale per far giungere informazioni ai propri clienti ed agli stessi dipendenti. Dal 1985 ad oggi il numero degli utenti di Internet è passato da 300.000 a 6 milioni negli U.S.A.. Cambiamenti così eclatanti hanno creato un effetto dirompente nelle leggi e nelle politiche dei singoli stati che devono dare una risposta a quesiti quali: concorrenza, servizio universale, privacy, sicurezza di rete, attivazione delle frequenze, libertà di parola e proprietà intellettuale, occupazione degli addetti ai lavori. L'entrata nel mercato di fornitori quali l'AT&T (ad esempio in Internet) ha creato un abbassamento dei prezzi per l'accesso alla rete. Larry Irwing (sottosegretario per le comunicazioni e l'informazione sul governo U.S.A.) analizzando i problemi di impatto sociale, ha affermato "...che la nuova tecnologia informatica e delle telecomunicazioni non riguarda tanto satelliti, fibre ottiche e cavi, quanto la determinazione delle modalità attraverso le quali è possibile utilizzare la tecnologia per migliorare la vita del popolo". Secondo Irwing, negli U.S.A., la nuova situazione creerà un clima favorevole a prezzi più bassi per i consumatori con una dimunuzione nei prossimi dieci anni del 70% per ciò che riguarda il costo del servizio telefonico locale. I lavoratori beneficieranno dei nuovi posti di lavoro altamente retribuiti (dal 1985 ad oggi la MCI Comunication è passata da 12.000 a 48.000 unità). Il numero dei programmatori e degli operatori di rete cablate è passato dalle 24.000 unità del 1978 alle attuali 112.000. Solo nell'anno scorso sono state create più di 136.000 posti di lavoro. A seguito degli accordi W.T.O. gli esperti americani hanno affermato una previsione di un aumento di 3/4 milioni di posti di lavoro nel campo delle telecomunicazioni perchè gli Stati Uniti, sia all'interno che all'esterno, beneficieranno dell'apertura di nuovi mercati (tra i quali il nostro) su cui lanciare i propri prodotti e i propri servizi. Il paradosso portato è che: più è forte l'economia mondiale, più potenti diventano i protagonisti minori perchè la competizione di fatto sviluppa centinaia di servizi innovativi per il trasporto dati e vocale. Ma qual'è la stessa situazione vista da casa nostra? Anche Telecom Italia tende ad internazionalizzarsi proponendo alla clientela un offerta complessiva di servizi-prodotti, mediante realizzazione di accordi con altri operatori, partecipazione ai più importanti processi di privatizzazione, espansione dell'offerta dei servizi internazionali, sviluppo di TMI (Tele Media International). Per questi motivi Telecom Italia investirà migliaia di miliardi nel prossimo triennio che, a causa della contrazione del fabbisogno per lo sviluppo della rete nazionale (dovuto alla costante diminuzione della domanda), verrà compensata dagli investimenti di ammodernamento e miglioramento della qualità. Ma attenzione, la gestione prevede una particolare diminuzione ai costi con una "flessione di quelli operativi", in linea con gli "sforzi di ottimizzazione" e di "crescita di produttività" in cui l'azienda è impegnata. Proseguirà il processo di razionalizzazione degli organici già da tempo avviato, che consentirà anche un consolidamento della struttura aziendale. Nel rafforzare la forbice tra ricavi e costi è da sottolineare che la produttività aziendale di Telecom Italia è diventata tra le maggiori a livello mondiale aumentando la redditività operativa. La convergenza in atto tra media informatica e TLC, secondo l'opinione degli esperti, porterà alla formazione di un unico mercato della "comunicazione", con conseguente elevato sviluppo del numero degli operatori impiegati. Questa affermazione (da verificare nella sua attendibilità su tutte e due le sponde oceaniche), non tiene conto di cosa avviene rispetto al ricatto del lavoro. Il processo di globalizzazione (completa apertura del mercato, prevista per il 1998) dei servizi TLC e delle infrastrutture si avvia al completamento e determinerà i maggiori effetti nei principali paesi europei, soprattutto per il suo concentrarsi nei prossimi 12/18 mesi. Tale processo è scandito, a livello europeo, dall'applicazione delle direttive comunitarie. Le privatizzazioni previste per il biennio 1996/97 interessano la maggior parte dei paesi europei con un movimento di capitali di 85.000 miliardi di lire.

torna all'indice

- Il lavoro -

"Per l'Italia sviluppo si chiama flessibilità", scriveva il Sole 24 Ore del 9 febbraio. Renato Ruggiero, direttore generale W.T.O. ha affermato che "...l'Europa si rifugia in un concetto ormai superato di stabilità concepita come immobilità del posto di lavoro, si rifugia nel considerare che lo stato sociale, per essere veramente efficace, deve coprire tutti i bisogni di una società. Questo deve cambiare profondamente [...] La mondializzazione è in contraddizione con uno stato sociale che spreca risorse per coprire ed assistere casi che non meritano di essere assistiti. Siamo rimasti legati al concetto della supremazia dell'impiego statale sull'impiego creativo ed a rischio. Uno dei principali problemi che si pone, specie in Italia, è quello di una nuova etica del lavoro." Questo ragionamento sintetizza un pò il punto di riferimento che hanno in mente i ministri ed i rappresentanti mondiali, ed anche molti rappresentanti di quella che si autodefinisce in Italia "Sinistra Democratica", presente anche nei sindacati firmatari del contratto delle telecomunicazioni che sotto la voce "armonizzazione", ha introdotto la flessibilità, il lavoro interinale, il telelavoro. Mondializzazione, liberalizzazione, globalizzazione, finanzializzazione, armonizzazione, rivoluzione informatica, sono i termini con i quali si sta attuando la precarizzazione del lavoro. Si parla di creazione di posti di lavoro senza enunciare quanti posti sono stati persi (ad esempio Telecom Italia, dopo l'unione dell'ex spezzatino telefonico, ha "ottimizzato" non reintegrando di fatto migliaia di lavoratori pensionati e prepensionati e riducendo di migliaia di unità il proprio organico anche nei settori più operativi). Si parla di nuovi posti di lavoro nel comparto comunicazione, senza affermare che ciò avviene solo per quelli che, con forme di ricatto vario, accettano di essere trasferiti , flessibilizzati, appaltati ad altre società (ne è un esempio ciò che sta avvenendo in questi giorni alla SIRTI). I sindacati italiani in tutto questo, avallano queste politiche suicide, affermano in modo più che "sofistico" che "...telelavorare è bello e rende l'aria più pulita perchè diminuisce il traffico". Ma non affrontano le tematiche del telelavoratore "remotizzato" o del "lavoro nero svolto a distanza". Esiste quindi una pusillanimità diffusa, anche negli ambienti della sinistra, perchè si permette tutt'oggi che il processo di globalizzazione, un evento che delocalizza le forze produttive dove il costo del lavoro è minore, che altera il concetto di "confine geografico dello Stato", che mette lavoratori contro lavoratori, che by-passa qualsivoglia forma di clausola sociale, che introduce la possibilità di un controllo mondiale accentrato dei popoli mediante l'interconnessione ad alta velocità di nodi telematici, venga definito da uomini liberali e senza scrupoli "un processo rivoluzionario". Rivoluzionario rispetto a cosa? Forse alle aspettative di socialità, benessere e salvaguardia della natura che si pensava prendessero nuovo impulso al crollo del muro di Berlino. Ma allora sarebbe meglio chiamare questo processo di integrazione culturale monolinguistico, per il tramite del mezzo informatico, un evento controrivoluzionario, reazionario, borghese. I guadagni che producono i processi di privatizzazione, l'enorme produttività di Telecom Italia e delle aziende dell'indotto non sono state ridistribuite con i lavoratori e per i lavoratori creando nuovi posti di lavoro. Noi continuiamo a proporre stessa paga e riduzione a 35 ore dell'orario di lavoro. Loro licenziano, trasferiscono ed all'interno della Sinistra Democratica ci chiamano vetero-marxisti solo perchè vogliamo la garanzia del lavoro, e del lavoro non nocivo. Cominciamo allora a definire come si deve queste persone chiamandole con il loro nome: revisionisti, aristocratici della politica, liberisti e a dare ampia cassa di risonanza a questi appellativi. Cominciamo allora a pensare che, come in natura ad ogni espansione sussegue sempre una implosione, se oggi il Capitale ha trovato il sistema tecnologico per sostituire il lavoro o per diminuirne i costi, resta comunque la necessità etica di garantire il sociale e con esso il lavoro che ne rappresenta uno dei fondamenti. In Italia, prima per motivi comunitari (Maastricht) poi con il W.T.O., abbiamo sincronizzato la nostra produzione alla fase imposta dal Capitalismo internazionale. E' importante allora, oltre alla puntuale analisi dei fatti, cominciare a lavorare ad un processo rivoluzionario "vero", "reale" che non virtualizzi o ponga in un altro tempo lontano a divenire, quel processo di trasformazione radicale del pensiero, presupposto per un terzo millennio che non sia dominato solo da oligarchie di potere, dalla mafia e dai Robot. Quando la democrazia e l'unità del Paese sono minate dall'esterno e dall'interno dalla deflagrazione di tutti i punti di riferimento "leganti" e viene sostituita da linguaggi algoritmici, virtuali, monolinguistici, è necessario staccare la spina o, per dirla in termini tecnici, "resettare il sistema". Bisogna, per dirla in parole povere, far capire ai politici di mestiere che amano la dialettica, la grammatica e la retorica, nonchè ai "padroni", come si fà a campare con una famiglia a carico, guadagnando 1 milione e mezzo al mese, flessibilizzati e deportati in un'altra città. Insomma, prima di mettere dei fiori nei nostri cannoni, pensiamo sia il caso di sparare (è una metafora, s'intende!) prima qualche cannonata, armonizzando il tiro su Maastricht, ottimizzandolo su Singapore e globalizzandolo su tutti gli Stati Uniti ed i loro alleati.


torna all'indice del documento
ritorna alla pagina principale PRC Telecomunicazioni

scriveteci! 
1