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Canoa - archivio n. 2

Scempio del fiume Anza!  a cura di Marco S. -- 16 Settembre 2000
(Valle Anzasca, regione Piemonte - strada statale n. 549 per Macugnaga)
L'Anza nasce dai ghiacciai del massiccio del Monte Rosa  ed è affluente di destra del fiume Toce in Val d'Ossola. Il 16 settembre 2000 ho disceso in kayak il mitico fiume Anza insieme ai miei amici. A San Carlo i lavori per una diga (e non un modesto sbarramento!) proseguono a poche decine di metri dalla Centrale Elettrica già esistente. L'alveo del fiume è stato ormai rovinato in modo orrendo dalle ruspe!! C'e' da vergognarsi!
Quello che sino a due anni fa era uno splendido tratto fluviale con bellissimi massi modellati e levigati nel corso degli anni dall'acqua dei ghiacciai del Monte Rosa è stato annientato! Le sponde hanno subito medesima sorte. L'Anza è irriconoscibile: qui non è più un fiume! A San Carlo nel letto e sulle rive dell'Anza si trovano molti blocchi abbandonati di cemento armato con tondini metallici sporgenti.
Il tratto fluviale dell'Anza che potete vedere in questa mia foto del 1997 è stato rovinato !
Anche il torrente DIVERIA, affluente di destra del fiume Toce, sta per essere definitivamente massacrato dalle opere dell'uomo (Val Divedro, regione Piemonte)!
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Fiume Anza
(Valle Anzasca, strada statale n.549, provincia Verbano-Cusio-Ossola) Ottobre 2001
Purtroppo i lavori per l'imponente sbarramento sul fiume Anza  presso San Carlo sono giunti ormai al termine. L'acqua, che una  volta era rilasciata dalla centrale elettrica di San Carlo, ora  verrà ripresa dopo neanche 40 metri e fatta sparire in un tunnel sulla destra idrografica dell'Anza.  L'Anza, già massacrato e prosciugato dalla diga di Ceppo Morelli e dalla diga-sbarramento di Molini, tra non molto non esisterà più persino nel tratto da San Carlo a Molini. Lo scempio perpetrato nei confronti dell'Anza è di proporzioni colossali! 
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Fiume Anza ( Valle Anzasca - regione Piemonte - Italy ) Giugno 2002
1nuovissimo sbarramento di S.Carlo  2tratto a valle dello sbarramento  3luogo di sbarco nelle Gole   4tratto assolutamente impraticabile!

Foto #1: l'enorme e nuovissimo sbarramento sul fiume Anza a San Carlo-Vanzone (provincia Verbano-Cusio-Ossola, reg. Piemonte). 
Nel momento in cui è stata scattata la foto, le porte erano alzate.Il fiume Anza nasce, come il Sesia, dai ghiacciai del Monte Rosa ed è già interrotto dalla diga di Ceppo Morelli e dallo sbarramento di Molini ....ci mancava solo quest'ultimo sbarramento con tanto di argini cementificati e acqua deviata in una galleria realizzata a monte dello sbarramento sulla destra idrografica dell' (ex)-fiume!

Foto #2: questo bellissimo percorso fluviale è stato rovinato nel corso dei lavori......ed ora, a causa del nuovo gigantesco sbarramento, rimarrà senz'acqua?!!
( la foto risale all'Aprile 1997: lo sbarramento non esisteva; il canoista ritratto scendeva l'Anza insieme ad un gruppo di soci dell'Associazione Kayak Como ).

Foto #3: la spiaggia di sassoni sulla sinistra è il  luogo di sbarco consigliato del tratto iniziale delle Gole, con imbarco a valle dello sbarramento di Molini. 
Un chilometro più avanti inizia l'incredibile e misterioso tratto impraticabile delle maestose Gole del fiume Anza. (quando ho scattato la foto, la portata d'acqua era molto scarsa)

Foto #4: ecco l'inizio del lungo tratto impraticabile delle Gole dell'Anza. A tutt'oggi risulta effettuato un solo tentativo ( anno 1978 ) con estenuanti e pericolosissimi trasbordi tra massi ciclopici e sponde verticali... (quando ho scattato la foto, la portata d'acqua era molto scarsa)

Tutte le foto dell'Anza sono diapositive realizzate da chi gestisce questo sito. Clicca sulle foto per vedere l'immagine ingrandita

Diveria e Anza: ma l'acqua dov'è? 5 Luglio 2002
Tutto come previsto. I fiumi Diveria  (Val Divedro) e Anza (Valle Anzasca) hanno pochissima acqua a causa dei prelievi effettuati da dighe e sbarramenti!! Parlando con alcuni anziani che vivono in Valle Anzasca ho saputo che anche l'acqua di varie sorgenti del lato destro dell'Anza viene "fatta sparire" ed incanalata. In questi giorni oltretutto a Macugnaga sono giustamente preoccupati per il cosiddetto "lago effimero"che si è formato  a 2.200 metri di quota e che contiene alcuni milioni (!) di metri cubi d'acqua. Se il "lago effimero" riversasse tutta quell'acqua verso valle.....
Ma perchè nessuno prima si è mai preoccupato dell'ennesima "offesa" (leggi: un altro enorme sbarramento) fatta al fiume Anza ed alla Valle Anzasca? Non bastavano gli sbarramenti-diga di Molini e Ceppo Morelli? Serviva anche quello di Vanzone-SanCarlo per prosciugare ed annientare definitivamente l'(ex)-fiume Anza? E se la natura prima o poi si ribellasse?

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In difesa del fiume
Sarca
(Maggio, Giugno e Luglio 2000)  Inviate email in difesa del fiume SARCA (regione Trentino)
In data 9 maggio 2000 ho ricevuto questa email dal Gruppo Titanic di Riva del Garda. Un grazie di cuore dagli amici dei fiumi trentini per la pronta risposta per il fiume Sarca, la solidarietà dimostrata da voi e molte altre associazioni fluviali di sport e ambientaliste ci spingono ancor di più a rilanciare l'iniziativa . "Salvate il fiume Sarca via internet", se vi è possibile fate girare la voce perchè non venga ignorata da parte della Provincia Autonoma di Trento la scadenza del 27 giugno 2000 che vuole
che venga rilasciata a valle delle prese d'acqua di alcuni corsi d'acqua della regione una portata minima di sopravvivenza, nutriamo a ragione fortissimi dubbi che sarà rispettata .....scrivete il seguente testo: " ridate l'acqua al fiume Sarca!"....... In data 26 giugno 2000 ho ricevuto quest'altra email:
Ecco, l'acqua annunciata dei rilasci minimi vitali è arrivata puntuale e pochissima nei fiumi della regione Trentino, nonostante i mass media locali si siano sprecati con articoli trionfanti per accogliere la rinascita dei fiumi si sapeva con largo anticipo di che si trattasse. Nonostante tutto ciò adesso la gente si chiederà quali siano le reali portate d'acqua dei fiumi, il Sarca da 0,6 metri cubi al secondo è arrivato a circa 1,7 metri cubi e solo nella sua parte terminale, peccato che il letto del fiume sia talmente grande da diperdere quel poco di più che riceve. La beffa è quindi servita, ma domenica 2 luglio ci piazzeremo al ponte di Arco (provincia di Trento) con le foto del Sarca del 1960, quando vedeva scorrere nel suo letto anche 40, 50 metri cubi al secondo, le sue trote non erano certamente grandi come le .... che ci hanno raccontato ma certamente abbastanza per far pensare. Ok, questo è anche un risultato storico, ma deve essere visto solo come un primo passo non un regalo sofferto della banda (....) per rilanciare la sua immagine altrimenti la loro carità la rispediamo al mittente!! Evidentemente gli appelli sono serviti a qualcosa ma ora non vorremmo siano fraintesi, quindi amici se volete aiutarci ancora per la causa del fiume Sarca vi chiediamo gentilmente di inviare il seguente messaggio:   < Il Sarca non vuole la carità. Vuole vivere!  > (n.d.r.: prendete nota dei quattro indirizzi email qui sotto riportati e inviate email) ass.urbanistica@provincia.tn.it  --  segr.pres@provincia.tn.it -- ;
altoadi@tin.it  --  ass.ambiente@provincia.tn.it
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Due litri d'acqua al fiume del Garda - Il
22 giugno 2000 "per salvare il Sarca"
- Nicoletta Novello, Arco (Trento)
Prima con la mascherina antigas a bordo di canoe, poi con un  messaggio lanciato in rete "Ridate l'acqua al Sarca", rimbalzato come un tam tam per chiedere solidarietà e sostegno alla lotta per la ripresa del più grande immissario del lago di Garda. L'ultimo atto di protesta degli ambiental-canoisti trentini contro lo sfruttamento dell'Enel ai danni delle acque del Sarca ha visto arrivare in provincia centinaia di e-mail solidali (l'indirizzo è segr.press@provincia.tn.it) da associazioni e comitati (quello per il Chiusella, il Sesia, il Seveso) mobilitati contro lo scempio di  fiumi in via di estinzione. Nasce dal massiccio dell'Adamello Brenta, ma dopo pochi  chilometri il Sarca va già in secca. Dagli anni '60 lo sfruttamento idroelettrico ha estorto ai suoi 77 chilometri (con un bacino che si estende su una superficie di 1.017 km) tanta energia da poterla  esportare, con una centrale, quella di Santa Massenza, tra le più  grandi d'Europa. Dai 25 metri cubi al secondo di portata degli anni Cinquanta, il Sarca oggi è ridotto allo 0,7 (diventano 3 metri cubi solo il mercoledì dalle 9,30 alle 11). Le foto dei pescatori con  trote da guinness dei primati stanno solo nell'album dei ricordi, mentre un club di canoa si è visto chiedere 70 milioni dall'Enel per avere acqua a sufficienza per una gara. "Meno del 10 per cento dei corsi d'acqua alpini sono in condizioni  naturali, e il Sarca non fa eccezione", ci spiega Fulvio Forrer,  urbanista e promotore del comitato permanente di difesa delle  acque. "Oltre alla mancanza d'acqua, a degradare il fiume c'è lo scarico dell'industria turistica e le opere di regimazione idraulica  che hanno inaridito il fiume, spezzandone il corso naturale".  Per la rinascita del Sarca, però, oggi forse un'occasione c'è.
L'attenzione di ambientalisti, assessori comunali e provinciali è  puntata al 22 giugno, data in cui per la prima volta nel Trentino  sarà rilasciato da ognuna delle 14 prese sul Sarca, il minimo  deflusso vitale, così come sancito dal decreto 152 dell'ex ministro Ronchi, quantificato in 2 litri al secondo per chilometri quadrato di bacino sotteso.
"E' un embrione rivoluzionario, a cui siamo arrivati dopo anni di  proteste, lotte e petizioni", commenta Forrer, che è anche nel direttivo della Commissione internazionale per la difesa delle Alpi,  "ma se il criterio è buono la quantità è una presa in giro: il quantum va determinato su ogni singolo segmento di fiume". Di  "passo in avanti" parla l'assessora provinciale verde all'Ambiente Isa Berasi, il cui dipartimento ha dichiarato il 2000 l'anno dell'acqua. "Finora bisognava fare ingiunzione all'Enel per avere un rilascio, adesso non più, e per i prossimi due anni non daremo più concessioni per dedicarci allo studio e al controllo delle risorse idriche sul territorio". Definisce il rilascio sperimentale  "una conquista storica" il vicepresidente della giunta provinciale, il  diessino Roberto Pinter, a capo anche di quel comitato per  l'indirizzo del piano di utilizzazione delle acque che, in accordo col governo, andrà a definire in futuro la quantità di deflusso  minimo vitale. Superiore, ovviamente, ai 2 litri al secondo. Se attenzione c'è e risorse anche (la giunta provinciale ha appena  varato un piano da 130 miliardi per la depurazione di acque che da sole non si depurano più), rimangono dubbi e interrogativi. "Il 22 giugno rinasce il Sarca? No, si gira nella tomba. Per farlo resuscitare serve ben altro: lo sanno anche i pesci. L'acqua è vita", denuncia il volantino distribuito in scuole e università dagli ambientalisti. Attendono al varco la scadenza di giovedì  prossimo, già pronti a protestare e munire di rotelle, se l'acqua non bastasse, le loro canoe.
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Rischio privatizzazione per le spiagge italiane!  Sottoscrivi anche tu l'appello del WWF
Eccco tutto ciò che devi sapere per inviare una email al Presidente del Consiglio dei Ministri:
---(a chi indirizzare la email)  redazione.web@governo.it
---(oggetto della email)  On.le Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri
---(testo da inserire nella email)
No alla privatizzazione delle spiagge italiane
Caro Presidente, Le scrivo per esprimere il mio sconcerto sulla possibilità che le belle spiagge italiane, fino ad oggi di proprietà del demanio dello Stato Italiano, vengano privatizzate. Così infatti prevede l'art. 71 della legge Finanziaria 2002, introdotto da un estemporaneo emendamento della Camera: tutte le zone demaniali "non destinate all'esercizio della funzione pubblica" sulle quali siano state eseguite "opere di urbanizzazione e di costruzione in epoca anteriore al 31/12/1990" potrebbero essere trasferite "in deroga ad ogni normativa vigente" al patrimonio disponibile dei Comuni, con la chiarissima indicazione che tale trasferimento non è che un passaggio per la definitiva cessione ai privati. *  I lottizzatori e i costruttori abusivi, i gestori di camping fuorilegge, ecc. potrebbero acquistare la proprietà del demanio proprio in forza degli abusi e dei reati commessi. *  Sarebbe di fatto un nuovo Condono edilizio: tutte le opere abusive costruite su Demanio (proprieta' dello Stato) potrebbero essere "sanate"con l'acquisizione da parte dei privati. Ritengo, signor Presidente, che questo provvedimento rischi di avere effetti disastrosi: meno natura e più inquinamento. Inoltre, la corsa all'acquisto di spiagge e coste italiane da parte di imprese e privati rischia di complicare il diritto di accesso al mare da parte dei cittadini italiani e stranieri. Questa norma può vanificare tutti gli sforzi della Magistratura contro stabilimenti e campeggi abusivi e anche contro villaggi turistici sorti in pieno Demanio marittimo (es. il Villaggio Coppola- Pinetamare a Castelvolturno, le occupazioni generalizzate a Fondi, le brutture di Stalettì in Calabria). La invito, Signor Presidente, a predisporre nel più breve tempo possibile un Decreto Legge sostitutivo dell'art. 71. Ritengo che solo un provvedimento d'urgenza del Governo come il Decreto Legge, che entra immediatamente in vigore, potrà rimediare ai danni sopra evidenziati. Confidando nel Suo intervento, Le porgo i migliori saluti ---(qui metti la tua firma)
Gennnaio 2002   Evidenzia il testo poi premi i tasti Ctrl+C quindi posizionati e premi i tasti Ctrl+V ================================================================
Fiume Trebbia (provincia di Piacenza, regione Emilia Romagna)
Il Comitato di Coordinamento Difesa Valtrebbia ha indetto un'assemblea pubblica presso il Salone Parrocchiale di Rivergaro (provincia di Piacenza) il giorno 22 febbraio 2002 alle ore 21. Ammodernamento della Statale 45: una strada per la Valtrebbia o contro la Valtrebbia? Nel corso dell'incontro sono state illustrate le tre soluzioni progettuali all'esame dell'ANAS per la ripresa dei lavori a Perino. Comitato di Coordinamento Difesa Valtrebbia - per informazioni - fratus.de.balestrini@tin.it SENATO DELLA REPUBBLICA ITALIANA
Interrogazione Orale ai Ministri dell'Ambiente e tutela del territorio e dei  Beni e attività culturali 
- Per sapere, premesso che: - In data 14/4/1997,  i Comitati Difesa Valtrebbia attraverso un esposto-diffida denunciavano alle autorità competenti che i lavori relativi alle opere di ammodernamento della strada Statale n.45 di Valtrebbia venivano effettuate in contrasto con le prescrizioni del Ministero dei Beni Culturali e Ambientali, arrecando un grave danno al fiume Trebbia; - in data 11/7/1997, in esito all'esposto, con Decreto del Direttore Generale del Ministero dei Beni culturali e Ambientali, veniva disposta la sospensione dei lavori, contestandone la portata modificativa delle caratteristiche ambientali dell'area interessata, con conseguenti danni gravi al patrimonio  ambientale  e paesaggistico;  - in data 31/12/1997, con Decreto della stessa autorità ministeriale, veniva disposta la parziale revoca del precedente decreto per il solo completamento del I° lotto, su proposta della competente Soprintendenza;  - in data 29/6/1998, il progettista Ing. Salizzoni, per incarico ANAS, presentava una soluzione realizzativa alternativa  e la  inviava alla Soprintendenza, la quale, successivamente,  comunicava il proprio diniego;  - in data 28/7/1998 l'ANAS trasmetteva alla Soprintendenza un nuovo progetto, la quale lo accettava di massima, restando in attesa di progetto definitivo; - in data 7/2/2000, la Provincia di Piacenza inviava alla Soprintendenza un' ipotesi di tracciato, coincidente con quello del primo progetto ANAS che era stato però valutato negativamente;  - in data 25/7/2000, la Regione Emilia Romagna, in approvazione del Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Piacenza, con delibera della Giunta, stabiliva che "l'attuazione dei progetti di ammodernamento della SS.45 e di realizzazione della tangenziale di Piacenza dovranno rapportarsi alle caratteristiche morfologiche della zona, al fine di non compromettere parti dell'alveo inciso e del tessuto insediativo storico";  - in data 14/27/2001, i Comitati di Difesa Valtrebbia presentavano alla Soprintendenza un proprio progetto, rispettoso delle suddette indicazioni regionali, che prevede il raccordo del viadotto già realizzato con la preesistente sede stradale, in ossequio al criterio della minima compromissione possibile del fiume Trebbia;  - in data 20/12/2001, l'ANAS presentava tre progetti per la prosecuzione della strada, una delle quali coincidente con quella dei Comitati di Difesa, una corrispondente alla prosecuzione in alveo della tratta già realizzata e la terza di tenore intermedio;  - in data 15/2/2002, l'ANAS presentava alla Soprintendenza un progetto relativo al tracciato in alveo che contrastava con le previsioni della pianificazione già citata e degli indirizzi delle Autorità che si erano in passato espresse in merito;  - considerato:  - che dalle notizie di stampa accluse risulta che un senatore sia formalmente intervenuto nel procedimento amministrativo in corso presso il Ministero dei Beni culturali convocando riunioni e dettando indirizzi senza averne titolo, e ledendo gravemente l'autonomia gestionale dei competenti funzionari;  - è noto che il principio di separazione dei poteri e di autonomia dell'amministrazione dal Parlamento e dalle forze politiche è fissato dalla nostra Costituzione e se violato può dare luogo a un conflitto di attribuzione davanti alla Corte Costituzionale;  - alcune affermazioni  del senatore stesso riportate dalla stampa risulterebbero minacciose e senz'altro offensive nei confronti del funzionario "recalcitrante" rispetto alle illegittime direttive del parlamentare; per sapere:  - se i Ministeri competenti possano intervenire ripristinando la correttezza dell'azione amministrativa in atto, contrastando anche l'azione invadente e illegittima del succitato senatore; se non sia necessario e urgente che tutte le autorità interessate anche attraverso un protocollo d'intesa, ribadiscano il principio secondo cui l'opera va proseguita con la minore compromissione possibile del fiume, ricollegandosi al tracciato preesistente e avendo cura di demolire le opere già realizzate abusivamente in alveo prima del decreto di blocco.  Roma, 7 marzo 2002        Nando Dalla Chiesa, Anna Donati 
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Fiume Ticino
5 Luglio 2002
Molte spiagge del fiume Ticino (regione Lombardia e Piemonte) sono già ridotte ad un immondezzaio! Bottiglie di vetro e di plastica, sacchetti di plastica, piatti di plastica, cartacce e quant'altro sono in ogni dove. I colpevoli cercateli tra coloro i quali vanno a prendere il sole ed a fare il bagno nelle acque dell' ormai ex- "fiume azzurro"  abbandonando poi i rifiuti delle loro merende e dei loro pic-nic sulle rive e nell'alveo del Ticino.  
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Salviamo il Tagliamento, l'ultimo fiume selvaggio alpino (regione Friuli Venezia Giulia)
www.wwf.it/lavoro/petizioni/tagliamento.asp  Marzo 2003
Il Tagliamento, risparmiato da pesanti interventi di regimazione idraulica, è l'ultimo corridoio fluviale delle Alpi che mantiene condizioni prossime alla naturalità. E' un vero e proprio ecosistema d'importanza europea in quanto unico modello di riferimento, per comprendere le dinamiche fluviali naturali. Il mantenimento delle sue condizioni di naturalità è un caposaldo per la Direttiva quadro europea sull'acqua e per il futuro Protocollo Acqua della Convenzione per la protezione delle Alpi (per la quale la Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi, CIPRA, ha status di osservatore ufficiale). Chiediamo pertanto alla Regione Friuli Venezia Giulia e alla Commissione Europea di: --Non dar corso agli interventi di regimazione idraulica previsti lungo l'asta fluviale, attraverso la costruzione di opere per il controllo artificiale delle piene, la sottrazione d'acqua, argini e rinforzi e di impedire l'urbanizzazione e lo sviluppo di aree industriali in aree di pertinenza fluviale --Sviluppare misure sostenibili e innovative per il controllo delle piene lungo il tratto di fiume canalizzato della Bassa friulana senza generare impatti negativi nei tratti a monte.--Sviluppare una strategia di conservazione di lungo termine- ad esempio istituendo una riserva della biosfera - per il Tagliamento che di fatto costituisce l'asse portante di riferimento dell'intera Regione dal punto di vista sia naturale che culturale.
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Richiesta di ritiro della proposta di legge con cui si apre la caccia nelle aree protette

Già oltre 193.000 emails sono state inviate! (ringrazio Maurizio F. per la segnalazione)
www.wwf.it/lavoro/petizioni/leggecaccia.asp Marzo 2003
Per sottoscrivere la petizione è sufficiente mettere cognome, nome, città ed email
È in discussione alla Camera dei Deputati una proposta di legge d'iniziativa dell'on. Brusco e altri che prevede l'abrogazione del divieto di caccia nelle aree protette. Oggi, dall'utilizzo combinato della legge quadro sulla caccia e la legge quadro sulle aree protette, non è possibile esercitare l'attività venatoria nei parchi e nelle riserve naturali e sono previste sanzioni penali, ovvero arresto e multa, nei confronti di chi viola questo divieto. La ragione di tale divieto è chiara: l'attività venatoria per sua natura costituisce sempre causa di disturbo più o meno rilevante per la fauna e interferisce sempre con l'equilibrio, sia delle specie oggetto di abbattimento, sia di quelle che non possono essere oggetto di caccia.
I parchi rappresentano, quindi, quei luoghi dove la fauna selvatica trova rifugio, e dove ancora vivono e si riproducono animali protetti e perfino rari; aprire la caccia in tali aree costituisce un pericolo per tutta la nostra fauna e per la grande ricchezza che questa rappresenta per il nostro Paese. I parchi sono poi anche i luoghi dove milioni di persone ogni anno si "rifugiano" per scappare dal caos cittadino, dai rumori e dall'inquinamento alla ricerca di tranquillità, di silenzio e per recuperare un rapporto concreto e sereno con la natura.
Il rischio che si corre con l'approvazione di questa proposta di legge è, quindi, non solo di far venire meno il rapporto di fiducia tra l'uomo e gli animali che oggi esiste nelle aree protette, ma anche di limitare la libertà di chi vuole avere la possibilità di scoprire luoghi naturali incontaminati ed eventualmente incontrare animali allo stato libero. La gravità di questa proposta sta nel fatto che oltre a non tutelare la fauna selvatica ed i nostri Parchi, non si rispetta l'interesse di molti a godere dei parchi come luoghi sicuri, lontano da automobili, inquinamenti e armi.
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WWF Italia - Campagna Fiumi 
http://www.wwf.it/lavoro/campagne/fiumi/home.asp
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Enns Kummerbruecke (Austria/ Österreich)
Ho ricevuto e pubblico il seguente appello inviatomi dall'Austria. Sostenete per favore l'iniziativa Enns Kummerbrueck 
Ciao canoista italiano! Sostenete per favore l'iniziativa Enns Kummerbruecke austriaca, prendendo parte alla richiesta di informazioni su Internet a www.kajak.at. Inviate per favore questo appello ai vostri soci, ad altre organizzazioni di canoisti o ad amici del vostro paese. Questo è l'indirizzo internet per la richiesta di informazioni: www.kajak.at/index.0.php?chapter=./news/Kummerbruecke.2003.03.eng.php
Grazie molto! Saluti da Peter Feldhammer  peter@kajak.at  ---  www.kajak.at
Che cos'é il Kummerbruecke .... Il Kummerbruecke si trova ai margini del fiume ENNS che a sua volta é nel cuore del Parco Nazionale die Gesaeuse ed è uno dei giri più attraenti nella parte orientale dell'Austria.In estate viene rilasciata una quantitá di acqua pari a 4-7 metri cubi/sec da una diga elettrica, questo significa che é troppo poco per praticare lo sport d´acqua viva. Il Comune Johnsbach nella Stiria ha avviato ora un'iniziativa, l'obiettivo é di fare arrivare una quantitá d´acqua continua sul giro canoistico del Kummerbruecke Enns con circa 15 m3/sec da venerdì a domenica. www kayak.at promuove questo obbiettivo, una richiesta di informazioni si trova su Internet ed è stata già avviata nel mese di marzo,A tutti i canoisti di Italia, Germania, Slovenia, Repubblica Ceca e  Slovacchia chiediamo un sostegno per questa richiesta.
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Sabato 27 Settembre 2003
 Eco Forum Valtaro "Puliamo il mondo"
Su proposta dell'assessorato all'ambiente del Comune di Borgo val di Taro nella persona dell'assessore Renato Molinari quest'anno l'iniziativa è proposta anche alla popolazione dell'alta valle del Taro e in special modo del Capoluogo. E' purtroppo esperienza di tutti i frequentatori di fiumi e boschi la incivile abitudine di abbandonare rifiuti all'aperto, le bottiglie e i sacchetti di plastica sono diventati i nuovi fiori dei Nostri campi e dei greti dei Nostri fiumi. Sabato 27 settembre alle ore 9.00 raduno in Piazza Manara a Borgo val di Taro per una mattina di concreto impegno, una mattina insieme in allegria per educarci ed educare a comportamenti più rispettosi dell'ambiente. Sono stati già individuati dei Siti da ripulire, e armati di guanti e attrezzi si procederà ad una pulizia di strade, greti e prati che questa estate sono stati vittima di abbandoni indiscriminati di rifiuti di ogni genere. Alla fine dell'iniziativa, assistita dai mezzi del comune, sarà offerto un aperitivo per ringraziare i partecipanti della loro onorevole disponibilità, l'iniziativa avrà termine alle ore 13.00. Si chiede di fornirsi di guanti e eventualmente attrezzi per procedere alla pulizia dei siti individuati.
Eco Forum Valtaro   Il villaggio ecologico di Granara C/o Ass. Mutuo Soccorso Imbriani,  via Costamezzana, 1 - 43043 Borgo val di Taro (PR) cell. 347 560 74 47.
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Per non dimenticare...
Giovedì 9 ottobre 2003, ore 22.39 -- 
Momento di silenzio: suono della campana
40° Anniversario della Tragedia del Vajont

Vajont è il nome del torrente che scorre nella valle di Erto e Casso per confluire nel Piave, davanti a Longarone e a Castellavazzo, in provincia di Belluno (regione Veneto).
La storia di queste comunità venne sconvolta dalla costruzione della diga del Vajont, che determinò la frana del monte Toc nel lago artificiale. La sera del 9 ottobre 1963 si elevò un immane ondata, che seminò ovunque morte e desolazione. La stima più attendibile è, a tutt'oggi, di 1909 vittime. Sono stati commessi tre fondamentali errori umani che hanno portato alla strage: l'aver costruito la diga in una valle non idonea sotto il profilo geologico; l'aver innalzato la quota del lago artificiale oltre i margini di sicurezza; il non aver dato l'allarme la sera del 9 ottobre per attivare l'evacuazione in massa delle popolazioni residenti nelle zone a rischio di inondazione. Fu aperta un'inchiesta giudiziaria. Il processo venne celebrato nelle sue tre fasi dal 25 novembre 1968 al 25 marzo 1971 e si concluse con il riconoscimento di responsabilità penale per la previdibilità di inondazione e di frana e per gli omicidi colposi plurimi. Ora Longarone ed i paesi colpiti sono stati ricostruiti. La zona in cui si è verificato l'evento catastrofico continua a parlare alla coscienza di quanti la visitano attraverso la lezione, quanto mai attuale, che da esso si può apprendere.

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Venerdì 17 Ottobre 2003: incontro a Bedonia in Valtaro (provincia di Parma)

Eco Valtaro Forum
invita all'incontro di Venerdi' 17 ottobre alle ore 20.45 presso la Casa del Volontariato di Bedonia. Il tema sara' la gestione dell'acqua nella Valle, in concomitanza della protesta per la captazione illegale del torrente Gelana. Non mancate!
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Dighe sul torrente Lima? (provincia di Pistoia, regione Toscana)
Novembre 2003
Tratto dal quotidiano LaNazione -- PIPAM Forum Lima e centrali idroelettriche
Alcuni lettori ci scrivono a proposito della centrale idrolelettrica sul torrente Lima. Ecco la lettera firmata da Francesco Montiroli. 
< Venuti a conoscenza dei progetti riguardanti la realizzazione di nuove centrali idroelettriche sul torrente Lima in località Lucchio e Cutigliano (PT) e di documentazione inerente, siamo sconvolti nel dover constatare come tali interventi promettano senza mezzi termini il totale annientamento del torrente e dell'ambiente circostante. Lo promettono in virtù di dichiarazioni fatte dalla stessa ditta appaltatrice in merito al deflusso minimo vitale, così come per le sovradimensionate condotte forzate realizzate per turbinare portate, che allo stato attuale del torrente non possono che essere considerate impensabili per il corso d'acqua in oggetto.
Lo promettono ancora, per le inutili misure di mitigazione d'impatto ambientale che nonostante le devastanti proporzioni degli interventi in alveo, si limiteranno alla realizzazione di percorsi trekking, solarium, scale di risalita per i pesci, là dove di pesci ne resteranno ben pochi in virtù della mancanza d'acqua, dovuta alla captazione delle centrali. Con questo intervento chiediamo dunque alle associazioni ambientaliste e alle amministrazioni, di opporsi a tali realizzazioni e di valutare semmai l'istituzione di un parco fluviale, in virtù della presenza di un ambiente senza pari nel panorama toscano; ricordiamo infatti che nei torrenti della valle si ritrovano specie ittiche endemiche comprese nell'elenco di cui all'allegato 2 della direttiva europea Habitat 92/44/CEE, quali specie animali d'interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di zone speciali di conservazione e per le quali è possibile proporre alla UE progetti del tipo "LIFE-Nature".
Invitiamo inoltre a rilevare, come la perdita di tali habitat non potrà mai essere risarcita in alcun modo, dalla produzione infinitesima di energia elettrica. >

Denuncia contro le nuove centrali idroelettriche sul torrente Lima Luglio 2004
Ecco il documento firmato da wwf, lega ambiente, fipsas, ass. pesca a mosca, uisp/acquaviva.
Con la presente vogliamo rendere noto che le realizzazioni di nuove centrali idroelettriche sul torrente Lima nella provincia di Pistoia, ad opera della ditta Italbrevetti con particolare riferimento per la centrale idroelettrica di Cutigliano e la centrale di Lucchio con captazione in zona Ponte Sospeso (Comune di S. Marcello Pistoiese), costituiscano l’atto finale del completo prosciugamento e distruzione del torrente nella provincia di Pistoia. Il tutto con scarsi, per non dire nulli, benefici per la comunità locale! Per chiarire riportiamo di seguito le nostre motivazioni che portano a tale evidente conclusione. La Cronistoria:
Fin dalla Conferenza Programmatica della Comunità Montana della Montagna Pistoiese del febbraio 2002, le associazioni ambientaliste, dei pescatori e dei canoisti, hanno mostrato un diffuso scetticismo sui progetti di realizzazione di nuove centrali idroelettriche sul torrente Lima. I progetti si andavano infatti a frapporre ad altri già presenti realizzazioni sui generis, che ormai da tempo alterano il corso del torrente e determinano enormi variazioni di portata durante il solo arco della giornata, mentre ne lasciano completamente asciutto l’alveo in altre zone.
La Lima uno dei più belli torrenti appenninici riconosciuto sia per il suo valore biologico che per la bellezza del suo ambiente, risulta in un susseguirsi di centrali e briglie che ormai lasciano solo intravedere il meraviglioso torrente di un tempo.
La produzione di energia elettrica sfruttando il deflusso dell’acqua ha radici lontane e sulla Lima ne ha prodotto i risultati che oggi appaiono sotto gli occhi di tutti. L’ulteriore sfruttamento del torrente a tal fine appare quindi ora, come lo spremere della buccia di un limone che non ha più succo da dare.
Un’operazione assolutamente insostenibile che dimostra come anche una fonte rinnovabile di energia, della quale non sia stata valutata l’effettiva eco/compatibilità, può divenire fonte di ulteriore impatto ambientale.
Purtroppo nonostante le rimostranze del WWF attraverso vari articoli su più giornali e le campagne promosse dall’Unione Nazionale Pescatori a Mosca, abbiano tentato di far luce sulla questione, in effetti non hanno alla fine scaturito alcun risultato se non piccoli fuochi di paglia, che per così dire (giusto per rimanere in tema), sono serviti solo per placare ulteriormente le acque!
A seguito di una richiesta congiunta WWF - UNPeM Toscana, alla Provincia di Pistoia per avere notizie sui progetti in essere, delle centrali in oggetto, ci vengono fatti pervenire alcuni estratti che nonostante risultassero molto poco esaustivi, già rendevano ben conto della contraddittorietà di tali realizzazioni con l’effettiva situazione di portata del torrente, con particolare riferimento a quello che doveva essere il suo Deflusso Minimo Vitale (DMV) che la società appaltatrice (Spert-Italbrevetti) aveva fatto calcolare da una ditta committente. Tali valori che abbiamo provveduto a girare ad ARPAT, determinarono la perplessità della stessa Agenzia, al confronto con i dati calcolati secondo la formula fornita dall’Autorità di Bacino competente.
Il giorno 18 novembre 2003 è convocata da ENEL la conferenza dal titolo le “Mille Energie dell’Acqua”, conferenza alla quale partecipano tra gli altri ARPAT, Autorità di Bacino del Serchio, nonché le associazioni ambientaliste e di pescatori. Anche in questa circostanza il Dott. Carlo Chinnes consulente dell’ Autorità di Bacino, Dott. Jacopo Tinti per Legambiente e Dott. Ugo Ciulli per Unione Nazionali Pescatori a Mosca (UNPeM), ribadiscano la loro costernazione per le solite centrali, delle quali sebbene ENEL non ne risulta coinvolta nelle realizzazioni ne acquisterà l’ energia prodotta, in contraddittorietà con l’attuale approccio “filo-ambientalista” dell’azienda che per le proprie centrali idroelettriche è a richiedere la certificazione ambientale EMAS.
Alle nuove rimostranze portate da più parti, sia il direttore generale di ARPAT che l’Autorità di Bacino, promettano la convocazione al più presto di una tavolarotonda per dibattere la questione con gli organi interessati….. una tavola rotonda che mai verrà poi convocata.
Oggi: continua lo scempio sul torrente Lima, nonostante ARPAT (dip.to Pistoia prot. interno N. 5681), abbia indicato la contraddittorietà tra i dati di DMV calcolati dalla ditta appaltatrice (Italbrevetti) e quelli calcolati secondo i criteri stabiliti dall’Autorità di Bacino del Fiume Serchio, competente dunque per il torrente in oggetto. Come è visibile nelle foto allegate, il torrente in zona “La Lima” presenta in questi giorni nonostante le continue piogge e le nevicate invernali differentemente dagli altri torrenti appendici, un esigua portata che evidentemente non potrà sopportare ancora una ulteriore captazione pari a quella in fase di realizzazione. Si rimane esterrefatti nel verificare le dimensioni delle condotte, che troveranno sede al di sotto di un alveo già compromesso e che dovranno permettere di turbinare portate fino a 6 mc/s nel comune di Cutigliano e fino a 12 mc/s in zona Ponte Sospeso (Comune di S. Marcello Pistoiese), quando il torrente non ne presenta neppure la decima parte nelle pur eccezionali condizioni di questo anno, con le montagne in giugno che risultano ancora parzialmente innevate!
Si rimane ancor più sconcertati nel verificare che gli enti proposti al controllo, se da una parte testimoniano l’inesattezza dei dati di “Deflusso Minimo Vitale” del torrente, dall’altra non hanno ritenuto opportuno procedere con una accurata Valutazione di Impatto Ambientale, al fine di valutare quali ricadute avranno queste realizzazioni su un torrente la Lima, da anni già maldestramente sfruttato per la produzione di energia idroelettrica, fino alla sua completa derivazione in alvei artificiali, quando non in tubazioni ciclopiche. Si è impotenti di fronte a questo immobilismo da parte di chi pur avendone competenza e dovere, non interviene in difesa dell’ambiente e del territorio, perseverando in un atteggiamento che altro non fa, se non avvallare tali annunciati scempi! E’ con sgomento che ci troviamo a sottolineare ancora una volta, che il torrente Lima è ormai condannato e che il suo sacrificio nonostante ciò che viene propagandato, non potrà essere di alcun giovamento alla comunità.
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Appello per la Val Masino
(prov. Sondrio, regione Lombardia)
- 30 Ottobre 2004
Cari Amici Di nuovo la Val Masino ha bisogno del nostro aiuto. Nel maggio scorso abbiamo vinto, battendoci contro una delle massime idiozie di speculazione ambientale. Grazie al nostro intervento la bellissima cascata del Ferro non è finita a scorrere in un tubo. Oggi veniamo a sapere che la Direzione Generale Territorio e Urbanistica della Regione Lombardia ha dato parere favorevole alla costruzione di ben 3 centraline sempre sulla testata della Val Masino: due in Val Porcellizzo ed una nella Foresta dei Bagni Masino. Probabilmente in Regione Lombardia non conoscono la foresta dei Bagni, uno dei biotopi lombardi piu integri e decantati della Lombardia. Probabilmente non sanno che questa piccola foresta è il centro di 4 laboratori di monitoraggio ambientale e con la cascata del Porcellizzo è un punto di meta per decine di migliaia turisti l'anno. L'ottanta percento di tutte le acque superficiali della Val Masino sono già state captate dall'Enel; alle quali si sono aggiunte le centrali private della Valle Spluga, del basso Masino e di Sasso Bisolo. Da questa radicale e selvaggia rapina si è salvata solo la testata della Val Masino che tra l'altro è zona SIC (Sito di Interesse Comunitario) e fa parte del nascente Parco del Bernina Disgrazia. La Val Masino è una valle povera con mezzi limitati che ha nell'integrità del territorio l'unica sua risorsa. Il Sindaco e la nuova Amministrazione Comunale si stanno battendo con eroica determinazione. Ma c'è un netto squilibrio di forze: siamo alle mazze e lance contro i carri armati: un poverissimo Comune di montagna contro imponenti studi di avvocati, di ingegneria, di politici; tutti compatti a spartirsi il business delle acque.
Nel nostro arco abbiamo ancora qualche freccia da scoccare contro questi maledetti speculatori, ma nel frattempo è importante far sentire un nostro appoggio al Sindaco della Val Masino; deve sapere che non è solo e che ci rappresenta nel salvare una delle piu preziose oasi della nostra regione. Grazie. Comitato spontaneo per la difesa della Val Masino e della Val di Mello
Questa potrebbe essere una traccia, da compilare ed inviare al comune di Val Masino; meglio sarebbe inviare testi personali Email: acvalmasino@provincia.so.it
(qui sotto il testo da inviare... seleziona, copia Ctrl+C, posiziona e incolla Ctrl+V): All'Amministrazione Comunale di Val Masino  Al sig. Sindaco Ezio Palleni, Il sottoscritto................... Presa visione della recente autorizzazione rilasciata dalla Direzione Generale Territorio e Urbanistica della Regione Lombardia alla Società Energia Ambiente SPA, di captazione del torrente Porcellizzo in Val Masino. Considerato che il torrente Porcellizzo attraversa una delle regioni di piu grande interesse ambientale della Lombardia. Che le sue cascate rappresentano un inscindibile elemento del paesaggio e un importante richiamo turistico per la Val Masino. Chiede all'amministrazione di mettere in atto ogni azione di sua competenza utile ad impedire questo scempio. Firma.........
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Il 15 Aprile 2005 alle ore 21.00 si terrà un incontro pubblico con l'Amministrazione Provinciale piacentina per discutere della briglia dell'Aveto. L'incontro avrà luogo nella sala del CONI in Via Calciati n. 9 a Piacenza. Si discuterà della questione per cercare di capire il senso della briglia e se c'è la possibilità di smantellarne una parte. Questo significherebbe non scivolo canoe e non risalita dei pesci ma, meglio ancora, ridare all'Aveto parte del suo letto. Intervenite numerosi! Per conferma telefonare a Martino  0523 934 300
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India - Pakistan
In un ventennio il ghiacciaio del Siachen e quello del Baltoro ( occupati rispettivamente dalle truppe indiane e pachistane ) sono stati trasformati dai due eserciti in giganteschi immondezzai. Alcune riviste specializzate hanno stimato ad oltre una tonnellata al giorno la quantità di rifiuti chimici, metallici e organici abbandonati dai soldati nel ghiaccio. Le perdite di kerosene dai 250 km di tubazioni di plastica posate dall’India sul Siachen, possono arrivare fino a tremila litri al giorno. Le conseguenze sono gravissime: la vita di 300milioni di persone dipende dall’acqua del fiume Indo che sgorga dal ghiacciaio del Siachen. Alcuni ambientalisti hanno stimato che allo stato attuale occorreranno almeno 20 anni di intenso lavoro per ripulire i ghiacciai del Siachen e del Baltoro dai rifiuti.
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L'amico austriaco Peter mi ha inviato la seguente email. Si tratta di una petizione per salvare il fiume austriaco Koppentraun. Forza... firmate!
Save the river KOPPENTRAUN ( Austria )     Agosto 2005
Please sign the petition at www.koppentraun.at and forward this message to your international friends! The Koppentraun is one of the most beautiful rivers from Europe, a paradise for fisher, hiker and paddler. Private investors want to drain the river with a nearly 6 km long 1,8m fat pipeline and a following power station. The community of Bad Aussee und many peoples are against that - why? This project would destroy a nature- and recreation paradise (UNESCO World Natural Heritage Site), and also violate the goals of the EU-Water Framework Directive. The Koppentraun initiative protests against this planned drainage and power station and wants the politicans to protect the river Koppentraun and declare it as a natural monument. Help – like many austrian organisations (WWF, Alpenverein, Naturfreunde, Umweltdachverband, Fischereiverband, and more) – to protect this nature jewel! Sign the petition for the river Koppentraun and against destruction - www.koppentraun.at/petition.php Simple translation/explantion of the german online petition: Wohnort=city, Land=country, Wanderer=hiker, Umweltschuetzer=conservationist.The text means "Dear state governor Waltraud Klasnic! Please help to save the river Koppentraun ... Say no to the power station ... Please declare the river Koppentraun as official natural monument. On 27. und 28.8.2005 there is a protest event in Bad Aussee with candle paddling and hiking, if you have time - please come to the Koppentraun Festival! Infos: www.koppentraun.at Please forward this message to all hikers, fishers, conservationist, whitewater sportsmen
and other international friends of the river Koppentraun!
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SOS ISARCO.... Salviamo l'Isarco !  2006
Martedì 9 Gennaio 2007 alle ore 20 presso il Teatro comunale di Vipiteno. Un film di Hans Bacher. Eisack/Isarco film, in lingua tedesca.
SOS Isarco é un´iniziativa fondata da parte dei cittadini dell´alta Valle d´Isarco. Questa iniziativa apolitica viene sostenuta da cittadini che non intendono più tollerare il deturpamento irreponibile dalla natura e delle sue risorse da parte dell’uomo lungo l’Isarco.
La qualità della vita in Valle d’Isarco è già fortemente e nagativamente influenzata dalle infrastrutture di trasporto: oltre alla strada statale ed alla ferrovia, l’autostrada deturpa pesantemente il paesaggo, è fonte di un gravissimo inquinamento acustico ed è fra i maggiori responsabili per la pessima qualità dell’aria nelle città e nei paesi del fondovalle, ove risiede la maggior parte della popolazione.
Ora, questo pomposo progetto di una centrale idroelettrica vuole distruggere in maniera massiva una delle ultime risorse naturali dell’Isarco per seguire la sola logica dello sfruttamento: l’Isarco verrebbe derubato, a partire dalla zona di Castel Guelfo fino a Fortezza e quindi per un tratto di 14 km, del 70 % delle sue acque.
Ciò servirebbe a produrre energia elettrica che verrebbe venduta fuori regione, dato che l’Alto Adige produce già più del doppio dell’energia elettrica di cui necessita per il proprio fabbisogno.
Il tema riguardante questo tratto di Isarco è solo uno dei tanti progetti per la produzione di energia elettrica che attualmente sono in prospetto di attuazione. Nell’ ambito di una politica energetica e al servizio di un non meglio definito interesse provinciale, cresce in Alto Adige la “febbre energetica”. Un piano regolatore per lo fruttamento delle risorse idriche è ancora in alto mare, e prima che esso venga sviluppato si vuole accellerare l’utilizzo di ogni torrente per produrre energia elettrica.
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Si è formato a Piacenza un comitato per la difesa delle valli Aveto e Trebbia dagli inutili progetti documentati.
Il 5 Novembre 2007 tramite conferenza stampa si comunicherà il nostro netto rifiuto al progetto. Di seguito, si inizierà una campagna di sensibilizzazione locale perchè tutti possano comprendere a fondo l'inutilità di queste briglie sui corsi d'acqua. Si organizzeranno banchetti in città e nei paesi per la raccolta di firme e la distribuzione di materiale informativo. Sarà presto attivato anche un sito web dedicato esclusivamente all'argomento.
Puoi aderire semplicemente ponendo la tua firma d'appoggio, oppure aiutando a promuovere l'iniziativa, o anche versando un contributo sul C/C del comitato.
Martedì 6 Novembre 2007 alle 21.00 alla Biblioteca di Rivergaro si è tenuto un incontro del Coordinamento.
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Torrente Stura del Turchino, a cura di Andrea Garbarino mappa del torrente Stura del Turchino
(provincia di Genova, regione Liguria -- provincia di Alessandria, regione Piemonte)
Il tratto navigabile va da Rossiglione ad Ovada lungo circa 10 km, eventualmente si può dividere la discesa a metà sbarcando od imbarcandosi in  località Gnocchetto. Prima e dopo il torrente non è molto interessante presentando tratti di II  grado al massimo. A Rossiglione arrivando da Ovada si deve entrare in paese scendendo a sx appena vedete il paese, 30 m e sulla dx trovate una chiesa con una piazzetta. Posteggiate li. Per l'imbarco dovete prendere una stradina sul lato opposto della chiesa e troverete un vecchio ponte. Passate sotto al ponte e l'imbarco è lì. Se avete difficoltà chiedete del vecchio ponte di Napoleone. Se arrivate da Genova ed uscite dall'autostrada a Masone dovete passare tutto il  paese di Rossiglione dirigendovi verso Ovada e svoltare a destra ritornando nella strada che ho già descritto. Lo sbarco o imbarco intermedio è in località Gnocchetto (circa). Circa 6 km dopo Ovada (e dopo 3 passaggi a livello) troverete sulla dx un locale con un ampio parcheggio, sul lato opposto (verso il torrente) c'è una strada sterrata che porta ad un guado. L'imbarco o sbarco è li. Se arrivate da Rossiglione dovete oltrepassare la località Gnocchetto e dopo circa un km  troverete il suddetto locale e svoltate a destra.
Ad Ovada uscendo dal casello svoltate a dx, passate il ponte sullo Stura e svoltate ancora a dx verso Ovada. 50 m sulla dx c'è una piazzola di sosta. Lo sbarco è li, in corrispondenza di uno sbarramento di 2 m. Tutto il tratto è facilmente ispezionabile e presenta dei trasbordi tutti facili e ben visibili. Soltanto con acqua molto alta il tratto iniziale diventa abbastanza impegnativo (IV continuo potente).  Il tratto da Rossiglione ad Ovada è di III grado con un passaggio di IV con molta acqua.
Dopo la partenza ci sono alcune rapide brevi e divertenti. Dopo 1 km il torrente fa una curva ampia verso sx e c'è una diga di 6 m da  trasbordare a sx con un ampio lago per cui non presenta problemi. 500 m dopo inizia una serie di rapide continue e manovriere con un imbuto finale (IV)  sul lato sx. poi si continua con altre rapide piuttosto facili fino ad una curva verso sx (si vede il viadotto dell'autostrada) da lì fino al punto di  imbarco/sbarco intermedio non vi sono rapide di rilievo. Soltanto 100 m dopo un ponte in ferro c'è un piccolo sbarramento in pietre che può dare problemi con molta acqua. L'imbarco/sbarco intermedio avviene ad un guado da trasbordare. Il tratto da Gnocchetto ad Ovada è al massimo di III grado e non presenta  punti di rilievo. Spero di essere stato chiaro. Il livello d'acqua normalmente è insufficiente per una discesa. Soltanto dopo abbondanti piogge il torrente diventa praticabile o durante il disgelo.Per questo torrente (come per l'Orba e il Gorzente) bisogna cogliere l'attimo anche perché le piene spesso durano solo uno o due giorni. Se siete interessati vi conviene scrivermi una e-mail per avere la situazione aggiornata. Buone discese.  Andrea Garbarino andrea.garbarino@libero.it
(n.d.r.: questa descrizione di Andrea G. è datata Gennaio 2001. Con il tempo il percorso può però subire sostanziali modifiche! Ricordatevelo)


La canoa in acque ferme in Friuli Venezia Giulia La foto del lago di Ragogna, vicino a San Daniele del Friuli
Spesso capita che alle emozioni provocate dalla canoa si associ l'impetuosità di un torrente in piena, tuttavia, si possono riscoprire entusiasmanti sensazioni anche nelle placide e calme acque di un lago. Innanzitutto il lago è la miglior palestra per provare tutte quelle manovre tecniche che in fiume diventano indispensabili. Permette una certa tranquillità nell'apprendimento delle tecniche base, ma oltre a queste frasi, citate da qualsiasi manuale di canoa, possiamo riscoprire, nelle acque ferme, una certa intimità con l'ambiente paesaggistico. Mentre in torrente il paesaggio circostante viene assorbito in modo rapido a seconda dell'intensità della corrente, in lago è lo stesso canoista che sancisce, attraverso il ritmo della pagaiata, la contemplazione dell'ambiente.
Secondo il mio punto di vista i laghi alpini, come quelli dolomitici e dell'altopiano friulano sono i migliori esempi di fusione tra acque limpide e pure, la natura incontaminata e lo spirito curioso del canoista. Ogni lago al suo interno cela un misterioso segreto dal punto di vista storico o paesaggistico, a questo proposito si possono citare il lago di Redona e di Selva da cui si origina il Silisia(che si trovano in prov. di Pordenone a circa 30 Km. dalla splendida cittadina medioevale di Spilimbergo) dove in periodi di magra riemergono i resti di alcuni paesini. Per quanto concerne l'aspetto naturalistico si citano i laghi di Verzegnis, Cavazzo e Fusine (che si consiglia di visitare solo in periodi estivi causa la temperature proibitive nel resto dell'anno) in provincia di Udine. Tra tutti i laghi quelli che mi hanno regalato maggiori soddisfazioni sono quelli di Cjul e di Ragogna. Quest'ultimo anche se ha ridotte dimensioni presenta aspetti di notevole interesse a causa della sua particolare conformazione intermorenica; inoltre si consiglia la visita di S.Daniele collocato a pochi  chilometri. Penso che i laghi Italiani abbiano una loro unicità e magia al loro interno tuttavia, hanno bisogno di continue attenzioni e salvaguardia; difficilmente in zone molto urbanizzate si trovano bacini di acqua  che non abbiano sgradevoli odori.
In conclusione invito tutti gli amanti della canoa a rivalutare le potenzialità e le bellezze dei laghi. firmato da Cividino Sirio e Sara Buraschi


 mainpage: www.geocities.com/canoaweb

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