sei bellissima
acqua
re
cosi' ti scrivo
samurai
petala
il mare d'inverno
jazz
una sera che piove
savoir faire
non sono una signora
fotografando
  I GRANDI SUCCESSI, 1988 GLOBO 460753 1
  General Coordinator: Cesare Benvenuti - Compilation: Leonardo Alessandroni - Fabrizio Carraresi - Copertina: José D'Apice

Loredana Bertè nasce sotto il sole della Calabria; la Bertè cantatnte sotto il segno della "particolarità". Si sa che per penetrare il semplice senso dell'udito e raggiungere quello più profondo, pertanto più difficilmente conquistabile, del sentimento non basta ad un interprete possedere una tecnica ineccepibile. Nel caso di una cantante non sarà mai solo la sicurezza con cui modula la propria voce a farlo giungere nell'intimo di chi ascolta. La tecnica, ogni tipo di tecnica, è di per sè una cosa fredda che stupisce ma poco comunica e nulla stimola. Parlando di musica, quindi di arte, quando ci si riferisce a stimoli e comunicazioni, questi sono da intendersi nell'area dell'emotività, del trasporto con cui comunicano i sensi. Perchè qualcosa si muova in questi spazi, occorre possedere sì una buona tecnica ma questa, deve essere il "supporto dell'interpretazione", la quale sarà l'esecuzione personalizzata dell'opera. Più forte è la personalizzazione, più coinvolgente è l'ascolto di coloro che sono in sintonia con l'artista. E' vero anche che l'eventuale rifiuto di chi non è sulla stessa onda sarà categorico, ma è certo che un'interpretazione fortemente caratterizzata non susciterà mai l'indifferenza del pubblico. La Bertè possiede le doti della brava cantante, resta però indiscusso che il graffio dolce-amaro delle sue emissioni occupa una posizione alta nella graduatoria delle caratteristiche che l'hanno portata al successo. Qui la cosa funziona ancora meglio perchè il tipo di voce rappresenta fedelmente i tratti del personaggio dolcemente aggressivo. La Bertè è uno di quegli artisti che hanno sofferto e lavorato molto per farsi apprezzare e raggiungere ciò che volevano. Dalle sue note biografiche si leggono anni di lavori insicuri e pasti a base di panini; chi conosce almeno un po' le luci e le ombre della gavetta sa quanta forza e convinzione occorra per tirare avanti. Tutto questo back-ground traspare con audace chiarezza dal personaggio Bertè che sembra sempre avere la grinta della "prima volta". (Emblematico a proposito il brano "Non sono una signora").

Loredana ha scelto come ariete di sfondamento il Rock. Indiscutibilmente i toni "eccessivi" di questa musica, siano essi aggressivi o romantici, sono quelli che meglio potevano esprimere il temperamento di questa estroversa cantante. Il Rock ha la sua stessa impulsività: è un puledro sfrenato che pochi cavalcano, i più stanno a guardare e ci si identificano a braccia all'aria. E' un modello di vita oltre che un tipo di musica, per fare bene del rock si deve avere un'anima rock. La scelta è risultata esatta; tanto è vero che la Bertè diventa nel giro di qualche anno la prima donna del rock italiano. In questa escalation hanno giocato un ruolo fondamentale gli autori ed i produttori, due parti più volte riunite in una sola persona, sempre di notevole levatura, che hanno saputo darle motivi giusti con i quali rappresentarsi al meglio. Mi piace qui nominarne uno su tutti: musicista, compositore, autore, produttore, arrangiatore e cantante fra i migliori del nostro Paese, Ivano Fossati. Con Fossati la Bertè ha sicuramente firmato le pagine fra le più belle della sua carriera, non ultima, a riprova del suo vigile sguardo all'estero, la bella esperienza che li ha portati in Brasile, a scoprire e tradurre in chiave rock i bellissimi brani di Djavan, per riassumerne poi il tutto nell'interessante album intitolato "Carioca".

Una salda e veritiera unione tra l'intimità del personaggio, la particolarità della sua voce e la carica emotiva della musica rock, correlati da un serio impegno professionale e dalle scelte sempre argute dei produttori, sono i temi del successo di Loredana Bertè; un'artista che ha sempre dimostrato, nel bene e nel male, di essere soprattutto se stessa e questo non può che far piacere a coloro, e sono tanti, che ormai stufi dei bei manichini a cui viene messi il microfono in mano, vogliono artisti veri che perseguono una loro strada e non il successo a tutti i costi. Speriamo che di Bertè ne nascano molte altre.

Leonardo Alessandroni

       
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